LA PSICOLOGA – L’analisi del comportamento non verbale

In quest’articolo mi voglio soffermare su un argomento che solitamente desta molta curiosità: l’analisi del comportamento non verbale. L’attuale pandemia da Sars Cov2 e l’utilizzo di dispositivi di protezione, in particolare l’utilizzo delle mascherine chirurgiche o delle FFP2, limitano nell’interazione sociale con altri soggetti, la comprensione totale delle emozioni ma non ne impedisce un parziale riconoscimento, potendo osservare la parte alta del volto che resta scoperto. Gli occhi e lo sguardo tuttavia, permettono una minima identificazione di uno stato emotivo, ma sicuramente ciò che fa la differenza è leggere la postura e la gestualità corporea insieme alla mimica integrale del volto, che inequivocabilmente, permettono all’esperto di descrivere con una buona attendibilità le emozioni primarie e quelle secondarie.

L’esperimento di Tronick, (2008), noto come “Still Face”, relativo all’assunzione da parte della madre, di un’inespressività del volto per due minuti, nei confronti del proprio bambino, senza alcun tipo di reazione agli stimoli del bambino stesso, ci mostra come sia importante fin dai primi tre anni di vita, la comunicazione non verbale, e quanto questa incida sull’esperienza soggettiva.

Lo studio sul comportamento non verbale diventa fondamentale in vari ambiti della vita lavorativa, ma non solo: ci permette di anticipare, tramite l’osservazione delle espressioni del volto e corporee, le modalità di agire, la verbalizzazione e le intenzioni delle persone che abbiamo di fronte.

Vari studiosi, scienziati del diciannovesimo secolo, prendono in considerazione le espressioni del viso e del corpo, ricordiamo il neurologo Duchenne de Boulogne che scrisse un trattato sulle espressioni emozionali, e Charles Darwin che sostenne la teoria delle espressioni facciali come innate e derivate dal processo evolutivo.

Successivamente, nel secolo scorso, lo psicologo statunitense Paul Ekman è stato uno dei primi a studiare più approfonditamente il comportamento umano, dimostrando che, la cultura e le tradizioni non determinano le espressioni facciali, ma queste sono innescate da emozioni specifiche e sono universali, perché a livello bio-fisiologico non possiamo reagire diversamente. A differenza da ciò che alcuni antropologi nel secolo scorso, citiamo la capofila Margaret Mead, sostenevano, cioè che le espressioni del volto e le relative emozioni sono determinate dalla cultura, dalla società e dalle tradizioni, oggi possiamo sicuramente affermare il contrario.

Attualmente le tecniche di analisi delle espressioni non verbali si distinguono in tecniche di codifica e tecniche di decodifica. Le prime sono descrittive e relative al movimento del volto e del corpo, le seconde si riferiscono all’interpretazione del movimento stesso.

Al momento la tecnica più utilizzata per esaminare il comportamento non verbale è il Facial Action Coding System (FACS) elaborata da Ekman, Friesen nel 1978 e successivamente anche da Hager (2002). Si basa su quarantuno “Unità d’Azione“, le quali si combinano tra di loro nel determinare specifiche configurazioni di espressioni facciali associate a specifici vissuti emozionali.

La dottoressa Jasna Legisa, analista comportamentale e direttrice del centro NeurocomSience, negli ultimi anni ha compiuto diversi studi sul comportamento non verbale, e ha ideato un metodo innovativo al fine di interpretare le espressioni del volto: Interpretative System of Facial Expressions (ISFE).

L’ISFE, è una tecnica, che come afferma la Legisa, in un’intervista rilasciata sulle espressioni facciali, è caratterizzato da un’alta attendibilità. Prende in considerazione le emozioni primarie e quelle secondarie.

Le emozioni primarie cui si riferiscono gli studi sono:

  1. Paura
  2. Disgusto
  3. Sorpresa
  4. Tristezza
  5. Gioia/Felicità
  6. Rabbia
  7. Disprezzo (1970 P. Ekman)

Occorre tener presente che le emozioni emergono fisiologicamente per un brevissimo lasso di tempo, se perdurano qualche secondo abbiamo a che fare con una simulazione.

Dott.ssa Roberta Benedetta Casti,

Chinesiologa, Psicologa ed esperta in Analisi Scientifica del comportamento non verbale