Biella. In Biblioteca Civica scoperto un inedito di Quintino Sella sul Traforo del Fréjus
A 150 anni dall’inaugurazione del tunnel ferroviario che collega Italia e Francia
Quest’anno ricorrono i 150 anni dall’inaugurazione del Traforo del Fréjus. Che i biellesi abbiano avuto parte attiva nei lavori di scavo era noto, ma non era mai stato studiato fino ad ora quanta parte essi avessero avuto. L’esposizione in Valle Cervo 1871-2021 “I valìt al Fréjus” contribuirà ad approfondire il tema. Era anche risaputo che Quintino Sella ebbe parte attiva nel progetto, in quanto membro della Commissione Governativa istituita nel marzo del 1857, per l’esame delle innovazioni tecniche ideate dai tre ingegneri Sommeiller, Grandis e Grattoni e sperimentate per la prima volta nel giugno dello stesso anno presso San Pier d’Arena. Quello che non era noto è che lo statista avesse rilegato in uno dei volumi della sua corposa Miscellanea, nella categoria Ingegneria-Passaggio Alpi, proprio un lungo autografo in cui annota i dettagli di una gita al Moncenisio (modo in cui per lungo tempo venne chiamato il traforo del Frèjus) nel 1861, per poter verificare lo stato avanzamento lavori e soprattutto l’uso dell’aria compressa. L’autografo è stato notato e segnalato prima dalla volontaria Elisabetta Botto Poala e poi dalla bibliotecaria Valeria Ceffa già nel 2020 al tempo dell’inventariazione, come manoscritto. I manoscritti non vengono infatti inseriti nel catalogo nazionale, in quanto inediti e devono quindi essere annotati in un elenco a parte. Nelle carte di guardia del volume 6 compare autore e titolo Sella – Ragguagli intorno a una gita al traforo del Moncenisio riguardo alla portata ed al modo dei lavori. Immediatamente si riconosce la grafia dello statista. «Aver scoperto proprio quest’anno l’inedito sul Fréjus è stata una fortunata coincidenza – considera il direttore della Biblioteca Civica, Anna Bosazza -. Leggerlo non è stato facile, ma la curiosità e l’entusiasmo da parte di tutti erano palpabili e ci hanno fatto vincere le difficoltà. Inoltre, a ogni nuovo dettaglio inviavo una mail ai soci dell’Accademia delle Scienze di Torino (che sta organizzando per l’autunno un convegno sul centocinquantenario del Traforo) e anche loro, benché avvezzi a questo genere di cose, erano felici delle nuove scoperte e condividevano con noi l’entusiasmo. Visto che tutti erano concordi che lo scritto fosse importante per delineare il ruolo di Sella rispetto ai lavori al Fréjus, è stato inviato alla Rivista Biellese un articolo che uscirà nel mese di luglio”. L’autografo digitalizzato verrà presto messo a disposizione con la relativa trascrizione che la volontaria degli Amici della Biblioteca, Elisabetta Botto Poala, ha portato a termine. Il suo contenuto viene analizzato non solo nell’articolo sulla Rivista Biellese di luglio, a firma congiunta Anna Bosazza ed Elisabetta Botto Poala, ma anche in uno dei pannelli del percorso tematico che il 26 luglio si inaugurerà a San Giovanni d’Andorno, I biellesi che fecero l’impresa, nell’ambito di 1871-2021 I valìt al Fréjus. Per le ricerche bibliografiche utili a questa iniziativa, la Biblioteca Civica di Biella ha messo a disposizione il proprio ricco patrimonio e la Città di Biella ha concesso il patrocinio. Durante le ricerche condotte dai curatori, Danilo Craveia e Anna Bosazza, entrambi attivi presso il Centro di Documentazione Alta Valle del Cervo – La Bürsch, è stato reperito, nell’Archivio Comunale di Bardonecchia, un altro importante documento a firma dello statista biellese Quintino Sella, in relazione ai cavatori di pietra piedicavallesi che operavano a Bardonecchia in quell’importante decennio. Anche di questo documento non si è trovata traccia nella documentazione edita ad oggi nota. L’Assessore Massimiliano Gaggino, informato del ritrovamento alla Biblioteca Civica ha commentato: “Non posso che essere contento che la pandemia che ci ha così duramente provati, abbia permesso ai bibliotecari di dedicarsi a importanti lavori di catalogazione del patrimonio librario. La Miscellanea Quintino Sella è un fiore all’occhiello della nostra biblioteca e la scoperta di un inedito di Quintino Sella dopo 110 anni dalla donazione ricevuta, non può che rendermi felice. Sapere poi che tutto ciò è servito a un percorso di approfondimento per la mostra organizzata a San Giovanni d’Andorno e che sarà anche utile ad un ente così prestigioso come l’Accademia delle Scienze di Torino, mi rende orgoglioso e sempre più consapevole che il fare rete sia fondamentale per valorizzare il patrimonio culturale che gli enti conservano”.