PASSIONE FUMETTI: Banana Fish, giovani gangster a New York
Banana Fish è un fumetto giapponese – o manga – incentrato sulle avventure di giovani gangster nella New York negli anni ’80, in particolare di Ash Lynx, un diciassettenne dotato di eccezionali qualità, che ne fanno un leader carismatico, ma anche il bersaglio prioritario da parte dei vecchi boss. La serie è stata realizzata da Akimi Yoshida – autrice giapponese classe 1956 – di cui rappresenta la sua opera più famosa, insieme a “Our Little Sister – Diario di Kamakura” (con cui ha vinto tantissimi premi e da cui è stato tratto un film – live action). Banana Fish è stato pubblicato originariamente su rivista, in Giappone dal 1985 al 1994, destinato principalmente ad un pubblico femminile, secondo i target in cui viene suddivisa la vastissima produzione fumettistica del paese. In Italia Panini Comics lo ha pubblicato prima in 19 albi (dal 2002 al 2005), poi in una bellissima edizione deluxe composta da 10 volumi brossurati, comprendenti sia la serie completa, sia i racconti spin-off.
Banana Fish
Ma che cos’è? O chi è, Banana Fish?Essendo un enigma fondamentale – almeno della prima parte della serie – lascerò scoprire il mistero a chi vorrà leggere il fumetto. Come emerge dal prologo, il termine Banana Fish inizia a circolare durante la guerra in Vietnam nel 1973, quando improvvisamente un militare americano impazzisce, spara sui commilitoni, dopodiché pronuncerà ossessivamente, e solo, le due fatidiche parole. Dodici anni dopo, in un vicolo di New York, le stesse parole vengono riferite da un moribondo proprio ad Ash Lynx, che ne rimane particolarmente impressionato (scopriremo poi il perché) ed inizia ad indagare con ostinata determinazione, dando vita ad una serie di eventi via via sempre più drammatici.
I protagonisti
Akimi Yoshida delinea una lunga serie di personaggi con caratterizzazioni molto forti e, per certi versi, sopra le righe, secondo una modalità narrativa che caratterizza tanta produzione fumettistica giapponese, soprattutto di quegli anni. Basti pensare – solo per citarne uno – al famoso Crying Freeman di Kazuo Koike ed Ryōichi Ikegami (per inciso uno dei primi manga pubblicati in Italia). Infatti, se pure è da considerare che in tutto il mondo il fumetto classico ha sempre avuto protagonisti belli, intelligenti e con capacità superiori alla media, in Banana Fish – come in Crying Freeman – il personaggio principale, pur essendo un ragazzino apparentemente comune, viene, nel corso della narrazione, sempre più sublimato nelle sue caratteristiche “eroiche”.
Di contro, gli stessi personaggi, a partire dallo stesso Ash Lynx, hanno personalità estremamente complesse, ricchissime di sfumature morali e caratteriali. Per questo, nonostante siano passati più di vent’anni dalla prima pubblicazione, Banana Fish rimane oggi un’opera estremamente moderna e intrigante, ricca di fascino grafico e narrativo, particolarmente avvincente e piacevole da leggere.
Oltre ad Ash, protagonisti principali della serie sono:
Dino Golzine, vecchio boss (se pure pulito di facciata) della mafia newyorkese e “protettore” dello stesso Ash, prima di diventarne acerrimo nemico;
Max Lobo, giornalista, ex veterano di guerra, ex poliziotto;
Shorter Wong e Sin Su Rin, capi delle bande giovanili cinesi di New York;
Arthur, rivale di Ash;
Lee Yue-Lung, giovane ma potentissimo boss della mafia cinese a New York;
Blanca, killer infallibile e maestro d’armi di Ash.
L’amicizia
Il coprotagonista più importante è però Eiji Okumura, giovane studente giapponese, ex atleta di salto con l’asta, che arriva a New York insieme all’amico giornalista Shunichi Ibe. Eiji è certamente il personaggio più positivo della serie, dotato di grande empatia e purezza d’animo, capace di instaurare con Ash un rapporto di profonda amicizia, così forte da arrivare a condizionarne le azioni, ma anche da riuscire a dare forza ad un animo che – come si scopre nel corso della lettura – è stato spezzato in modo spaventoso. Nel corso della lettura scopriamo infatti che Ash è stato oggetto di abusi sessuali, addirittura di sfruttamento, proprio da parte del suo boss Dino Golzine.
Un tema trattato sempre con molta accortezza e delicatezza, evidenziando tuttavia l’abbiettezza delle persone coinvolte, spesso facenti parte di ruoli di potere. Lo stesso discorso vale per la violenza, onnipresente nel mondo in cui si muove Ash, ma mai esagerata nella rappresentazione. Di contro, amicizia e sentimenti vengono sempre trattati con molta enfasi, sia nei dialoghi, sia nella recitazione dei personaggi, come peraltro siamo stati abituati a vedere, soprattutto nei cartoni animati.
Lo stile, il disegno, la serie animata
Akimi Yoshida è autrice sia dei testi, sia dei disegni, che si caratterizzano per la pulizia e la chiarezza delle vignette, con uno stile grafico – ma anche realistico – che ricorda la linea chiara francese e che, nel corso dei 9 anni della prima pubblicazione, si affina e perfeziona. La stessa cosa avviene nella costruzione delle tavole, sempre molto varie, con inquadrature e prospettive variegate e dinamiche, in cui non mancano le enfatiche linee cinetiche, tipiche dei manga.
Pur essendo una serie ideata, scritta e disegnata da una donna, tra le caratteristiche di Banana Fish vi è quella di avere come protagonisti quasi tutti uomini, se pure in alcuni di loro risaltino fisionomie femminili, in particolare evidenti nei personaggi di Lee Yue-Lung e Blanca. Non essendo però esperto del genere, non so se e quanto questo dipenda dal fatto che Banana Fish è nato per essere pubblicato su una rivista di shōjo manga.
Banana Fish ha avuto un enorme successo in Giappone, ma anche all’estero, ed è stato adattato per la radio nel 1996, per il teatro nel 2012, in due serie di romanzi (inediti in Italia) e in un Anime di 24 episodi nel 2018, disponibile su Amazon Prime Video (in lingua originale ma con sottotitoli in italiano). La versione animata, pur mantenendosi fedele alla trama e ai dialoghi del manga, è stata modernizzata, ambientandola ai giorni nostri (quelli del 2010), traslando il prologo dal Vietnam all’Iraq. Una delle due serie di romanzi è tratta proprio dall’Anime, mentre l’altra narra gli eventi dal punto di vista di Max Lobo: “Banana Fish: Memoir of Max Lobo“.
Banana Fish è edito in Italia da Panini Comics ed è disponibile in 10 volumi formato 15×21 di circa 370/380 pagine per € 18 cadauno.
Immagini © Panini Comics e Akimi Yoshida