PIEMONTE ARTE: EX MATTATOIO, DELAUNAY, GUGLIELMINETTI, PORTICI DI CARTA, PALMA DI CESNOLA, BORGHI, ATTRAVERSO FESTIVAL, CARRA’ E MARTINI…
coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo
L’ESTATE DELL’”EX MATTATOIO” DI CHIERI SI APRE CON GUIDO CATALANO
Tra giugno e luglio appuntamenti tra musica, teatro, cultura, vini e gastronomia per vivere vecchie e nuove storie nel dehor del ristorante sociale chierese
E’ stato il poeta e scrittore Guido Catalano ad inaugurare, mercoledì 16 giugno a partire dalle h 20, la ricca estate di eventi, gastronomia cultura e musica, promossa dal ristorante sociale “Ex Mattatoio” di Chieri, che riapre il proprio dehor dopo la lunga stagione invernale e propone un nuovo menù incentrato sulle prelibatezze del territorio. Il 16 giugno, durante la serata dal titolo “A cena con…”, Catalano dialogherà con il giovane chitarrista Mosè Morsut, per un appuntamento all’insegna della musica e della letteratura. Un’occasione anche per parlare di “Fiabe per adulti consenzienti”, una delle ultime fatiche letterarie dello scrittore torinese. Sabato 19 giugno dalle 19 si accende la musica con il Japs Festival, con una rassegna di band che vanno dal jazz del Super Quartet a Miriam, dai Tamango, trio che si ispira alle vibe soul e R&B d’oltreoceano, al rapper Zama, dall’eclettico cantautore chierese Matteo Riggi, alias “Tasso” a Due Venti Contro, con il chitarrista Giacomo Rainero, fra i giovani cantanti indipendenti torinesi più interessanti. Una serata tra musica e cibo ma anche beneficenza con la possibilità di fare una donazione alla Croce Rossa. (https://www.facebook.com/Japsfestival-1803213633319812). Sarà lo sport il protagonista di venerdì 2 luglio a partire dalle 21.
Marco Arturi, esperto e divulgatore di vini, porterà sul palco dell’Ex Mattatoio “Si sbagliava da professionisti”. Degustando 3 ottimi vini si parlerà del giornalista Gianni Mura, del suo talento e delle sue inesauribili passioni – il ciclismo, il calcio, la musica, il cibo e il vino – che sono state il vero motore di una scrittura e di un talento inimitabili e che forse nessun’altro in questi anni ha saputo esprimere come lui.
Sabato 10 luglio, a partire dalle 21, con la band “Gli ‘Ians che rivisiteranno in una versione reggae i più importanti successi del passato e del presente.
Sabato 17 luglio a partire dalle 21 sarà invece dedicato ai 40 anni dalla scomparsa di Rino Gaetano. La band i “Cor de cane” porteranno un repertorio acustico suggestivo che emozionerà, riprendendo le note e le melodie, sorprendenti di uno dei più grandi cantuatori italiani
Dalla musica al teatro mercoledì 23 luglio e venerdì 25 giugno a partire dalle 21 in compagnia del Teatro dei Pari che si esibirà in due diversi spettacoli
Si comincia il 23 con “F.A.T.A La magia degli elementi”: cosa fareste se una voce misteriosa si mettesse a cantare con voi nella vostra camera? E se quella voce vi invitasse nel Regno delle Fate per una missione quasi impossibile? Così ha inizio la rocambolesca avventura di musica e magia di un giovane ragazzo alle prese con fate, streghe e spiriti che lo guideranno alla ricerca dei quattro elementi.
Il 25 invece sarà il momento di “Storie di fate… a teatro!”: i giorni tra il 21 e il 25 giugno sono tra i più magici dell’anno. Gli amanti si perdono nel folto della foresta, le erbe acquistano incredibili poteri, le creature fatate si avvicinano al mondo dei mortali e le statue dei folletti prendono vita! In una camera, quando il bambino si addormenta, due folletti, che sorvegliano i suoi sogni e la felicità da un carillon, vogliono sgranchirsi le gambe, ma… Qualcuno li scopre!
Prenotazioni al numero:345 3002693 info.exmattatoio@gmail.com
EX MATTATOIO DI CHIERI – Via Papa Giovanni XXIII 8b
SONIA DELAUNAY E LE SUE CREAZIONI DI MODA. MOSTRA ALLA “ELENA SALAMON” DI TORINO
La Galleria Elena Salamon Arte Moderna di Torino (Via Torquato Tasso 11, Piazzetta IV marzo) ospita una mostra dedicata ai bozzetti realizzati da Sonia Delaunay per le sue creazioni di moda. Delaunay, artista anticonformista e poliedrica, ha rivoluzionato la storia dell’arte, della moda e del costume del secolo scorso. In esposizione 27 litografie, realizzate con la tecnica del “pochoir”, eseguite dall’artista tra il 1919 e il 1928 nel suo Atelier Simultané, a Parigi, e pubblicate nel libro d’artista “Tableaux vivants” dall’editore e gallerista Jacques Damase nel 1969.
Sonia Delaunay sentì il costante bisogno di portare l’arte in qualsiasi aspetto della vita quotidiana. La sua ricerca sui colori e sulle forme si manifestò nella grafica, nella decorazione, nell’arredamento e, soprattutto, nella moda. “Non ci sono differenze tra la mia pittura e i miei, così detti, lavori decorativi. L’arte minore non deve mai essere un’arte di frustrazione ma una libera espansione, una conquista di nuovi spazi. E’ l’applicazione della ricerca stessa”.
Fortemente ispirati al Cubismo orfico gli abiti simultanei di Sonia sono costituiti da forme semplici e taglio dritto per far risaltare il colore, protagonista indiscusso delle sue creazioni. Nei suoi vestiti l’arte astratta diventa un qualcosa di concreto e assolutamente comprensibile a un pubblico più vasto ed eterogeneo.
Le immagini in mostra testimoniano lo stato d’animo di una artista libera e passionale, ed evidenziano al tempo stesso la ricerca consapevole sul motivo, studiato nelle sue innumerevoli varianti di tonalità, ritmo, vibrazione e forma. Tessuti e abiti obbediscono tutti allo stesso principio: l’equilibrio di volumi e colore. L’artista amava definire il colore “la pelle di questo nostro mondo”, un mondo che lei stessa cercò di migliorare, “restituendogli felicità” come scrive Damase.
Il suo lavoro contribuì indubbiamente all’evoluzione dell’abbigliamento e del gusto nell’arredo moderno e la rivoluzione cromatica che ne derivò è tutt’oggi fonte d’ispirazione per molti stilisti. Collaborò con Chanel, Heim, Lanvin e vestì attrici famose come Greta Garbo e Gloria Swanson.
Sonia Terk (poi Delaunay) è nata nel 1885 in Ucraina e ha studiato inizialmente a San Pietroburgo, ma nel 1906 si è trasferita a Parigi, dove ha iniziato a dipingere influenzata da Paul Gauguin, Vincent Van Gogh e i Fauves. Nel 1909 conosce Robert Delaunay ed è subito grande amore. Sposati nel 1910, danno vita ad un vero e proprio sodalizio artistico. Teorizzano il movimento pittorico del Cubismo orfico od Orfismo, che vedeva il colore come protagonista della loro ricerca artistica.
Allo scoppio della prima guerra mondiale Sonia e Robert si trovano in vacanza in Spagna e decidono di non tornare a Parigi. Sonia rifiuta di limitarsi alla pittura, portando l’Orfismo oltre i confini della tela. A Madrid inizierà a vestire l’alta società spagnola. Col rientro a Parigi apre il suo Atelier Simultané, un laboratorio dove la sua arte si espande ai tessuti, agli arazzi, all’arredamento d’interni e all’abbigliamento in una perfetta armonia creativa. Muore a Parigi nel 1979 , dopo aver ricevuto premi e gratificazioni nei musei d’arte contemporanea di tutto il mondo.
Enzo De Paoli
AUGURI MAESTRO – LA PROVINCIA DI ASTI PROMUOVE UNA MOSTRA DEDICATA A GUGLIELMINETTI NEL CENTENARIO DELLA SUA NASCITA
Nel centenario della nascita di Eugenio Guglielminetti, artista poliedrico nato ad Asti il 21 luglio 1921 ed ivi scomparso il 6 settembre 2006, la Provincia di Asti ne omaggia la memoria con l’apertura della mostra “Emblema”. Con “Emblema” l’ente provinciale apre al pubblico la straordinaria collezione di bronzi, ferri, pastelli, inchiostri ed arazzi (Emblema è il titolo del grande arazzo realizzato nel 1987 da Guglielminetti e donato alla Provincia di Asti) affidati dal Maestro alla Provincia di Asti, nel 1998, perché si diffondesse la cultura delle arti figurative e teatrali. Le opere fanno parte della Galleria E. Guglielminetti, con sede nell’area contigua al Salone Consiliare del Palazzo della Provincia di Asti (in Asti, piazza Alfieri, 33).
La galleria si compone di 9 bronzi, realizzati tra il 1953 ed il 1990, 34 tra pastelli ed inchiostri, 16 ferri ed il succitato arazzo.
Il presidente della Provincia di Asti, Paolo Lanfranco, commenta: “L’opera di Guglielminetti è motivo di orgoglio per tutti gli astigiani. La Provincia di Asti mira, con questa mostra, a valorizzarme le straordinarie capacità artistiche e tributargli gratitudine per aver individuato nella sede del Palazzo della Provincia la dimora ideale per l’esposizione permanente delle sue opere”.
La mostra sarà visitabile dal 21 giugno 2021, in orari di ufficio (dalle ore 9.00 alle ore 13.00 previo appuntamento al n. 0141/433218-280-219) e resterà aperta al pubblico fino al 30 settembre.
E’ disponibile ai visitatori, in omaggio, il volume illustrativo della Galleria Guglieminetti.
TORINO. RITORNA PORTICI DI CARTA A SAN GIOVANNI
Portici di Carta è San Giovanni. La libreria en plein air più lunga d’Europa torna per un’edizione speciale di una sola giornata il 24 giugno. Tanti appuntamenti in avvicinamento nelle piazze e nelle librerie della città. Nella giornata del 24 gli incontri con, tra gli altri, Evelina Christillin e Christian Greco, Fabio Cantelli, Ilide Carmignani con Carmen Yáñez. In piazza San Carlo, un ricco programma di laboratori per bambine e le passeggiate letterarie per la città.
Il Salone non torna solo a Torino, ma anche nel primo Padiglione del Lingotto. Il 23 alle 18 il professore Alessandro Barbero inaugura Portici di Carta presentando il suo nuovo libro Alabama (Sellerio) insieme a Giuseppe Culicchia.
LA MOSTRA DEDICATA A LUIGI PALMA DI CESNOLA, “RIVAROLESE TRA CIPRO E NEW YORK”AL CASTELLO MALGRÀ DI RIVAROLO CANAVESE
“Sinceramente vostro”: il volto impreziosito dai baffi perfetti appare su una locandina ed è il volto di un illustre “rivarolese tra Cipro e New York”, Luigi Palma di Cesnola. A lui, generale, archeologo e diplomatico, il castello Malgrà di Rivarolo Canavese dedica una mostra che aprirà al pubblico domenica 27 giugno e si concluderà in autunno, il 10 ottobre.
L’allestimento è stato possibile grazie a materiali provenienti dagli archivi della famiglia, primo fra tutti un dipinto che lo raffigura, realizzato intorno al 1900 dall’artista George Henry Story e custodito nell’ufficio del sindaco di Rivarolo. Era stato ritrovato nel 2005 fra gli arredi dismessi dell’asilo infantile Farina, che lo stesso Luigi Palma visitò prima di fare ritorno a Cipro. Dopo l’adozione da parte della presidente dell’Inner Wheel dell’Alto Canavese, Giuliana Bausano, il dipinto è stato restaurato.
Nato il 29 luglio 1832 a Rivarolo e morto il 20 novembre 1904 a New York, Luigi Palma di Cesnola emigrò in America dopo aver partecipato ad alcune guerre risorgimentali, divenendo nientemeno che il primo direttore del Metropolitan Museum. Discendente da una famiglia nobile piemontese, partecipò attivamente alla vita militare, a partire dalla Prima Guerra d’Indipendenza e fino a quella di Crimea. Lasciato il Piemonte nel 1858 alla volta degli Stati Uniti, partecipò alla Guerra di Secessione nell’esercito nordista.
Molti dettagli della sua vita, costellata da episodi curiosi e avventurosi, si potranno scoprire visitando la mostra al Castello Malgrà di Rivarolo, che ha ottenuto il patrocinio della Città Metropolitana di Torino. L’esposizione sarà aperta al pubblico tutte le domeniche dalle 15 alle 19 nell’antico maniero rivarolese, con ingresso libero contingentato e senza obbligo di prenotazione. L’inaugurazione è in programma sabato 26 giugno alle 17, seguita da un concerto alle 21. La mostra “incrocia” un’altra iniziativa promossa dai Musei Reali che prenderà il via martedì 29 giugno: la mostra “Cipro. Crocevia delle civiltà”, che proporrà una serie di reperti archeologici frutto delle campagne di scavi condotte da Luigi Palma di Cesnola durante gli anni trascorsi nell’isola di Cipro in qualità di diplomatico.
GOVONE. MOSTRA “LOST AND FOUND” DI ENRICA BORGHI
Inaugura “Lost and Found”, la nuova mostra personale dell’artista Enrica Borghi, a cura di Marco Tagliaferro, dal 27 giugno negli spazi del Castello Reale di Govone, residenza sabauda in provincia di Cuneo. L’esposizione è organizzata da Govone Residenza Sabauda – Govone Arte, Creativamente Roero e Asilo Bianco, con il patrocinio del Comune di Govone e il sostegno di Cavalieri di San Michele del Roero, Heart Pulsazioni Culturali, Centro Culturale Govone e il Castello. Sarà visitabile fino al 29 agosto 2021.
L’idea di ambientare in luoghi storici, fortemente connotati, opere d’arte contemporanea continua dopo che la stessa mostra è stata ospitata presso Villa Borromeo d’Adda ad Arcore negli ultimi mesi. L’esposizione intreccia tre motivi fondamentali da sempre molto presenti nella ricerca di Enrica Borghi: la relazione con l’ambiente circostante e la sua storia, passata e presente, il tema ambientalista e la “questione femminile”. Dove ci aspetteremmo materiali preziosi troviamo oggetti di scarto, packaging, elementi di riciclo strappati dai cestini della raccolta differenziata della plastica. Con una sorprendente eleganza, involucri e materiali che getteremmo via fanno rivivere la storia di un luogo e la riportano nel qui e ora della stringente riflessione contemporanea sul tema del “rifiuto”. Il critico d’arte Marco Tagliafierro, curatore della mostra, riprende alcuni temi chiave che accompagnano il percorso di Govone e la ricerca dell’artista: “Nel caos dei rifiuti si trovano emozioni, immagini, memorie mescolate tra le mie memorie e memorie più ancestrali. È dentro le tracce che la società abbandona che Enrica Borghi inizia a cercare, quindi è dentro la società stessa che trovo la ragione del suo stesso cercare. Vive un ribaltamento della prospettiva, non è centrale, non ha un punto di fuga nel senso rinascimentale ma il punto di fuga è lo scarto stesso”.
In mostra molti dei lavori e installazioni che hanno accompagnato Enrica Borghi nel suo percorso, metamorfosi dell’artista che si intrecciano ad altre trasformazioni, quelle dei materiali poveri utilizzati per realizzare opere straordinarie. Veneri sinuose ricoperte da unghie finte, arazzi di sacchetti di plastica intrecciati all’uncinetto, mandala ipnotici dove centinaia di tappi e vetri levigati disegnano affascinanti geometrie, meduse tentacolari ricavate da bottiglie dimenticate, muri di carte di cioccolatini. Insieme a tutto questo, anche opere realizzate negli ultimi anni. La serie di fotografie che l’artista ha composto elaborando nuove visioni e orizzonti: sguardi di plastica, filtri colorati che invece di distorcere la realtà ce la mostrano da nuove e insolite prospettive. Grey Laguna, opera realizzata nell’estate 2020 a Murano presso lo Studio Berengo, fragili fiori di vetro che si intrecciano e avvolgono un grande dispenser di acqua. Corazze di lane grezze e contenitori di detergenti di uso quotidiano, materiali dissonanti uniti in due armature che simulano la protezione di donne guerriere in un progetto realizzato in collaborazione con l’ITS TAM di Biella e le lane etiche di Gomitolorosa. Ancora, i gioielli creati con il maestro orafo di Valenza Margherita Burgener, ibridi dove la plastica dialoga con un altro materiale inaspettato e lontano, le pietre preziose, e l’installazione ispirata al capolavoro del pittore ottocentesco Federico Faruffini “Toletta antica”, opera nata in occasione della personale ad Arcore nella quale la Borghi ha colto, come elemento specifico e condiviso, l’attenzione particolare per il mondo femminile, utilizzando flaconi di plastica in sinergia con Nuova Mini Plastic. La mostra di Govone sarà infine l’occasione per presentare i primi passi della collaborazione con le Pietre Trovanti di Tiziana Scaciga. Un singolare dialogo tra pietre di scarto della Val d’Ossola, imperfette e irregolari, marmo, beola e serizzo, e innesti di plastica. Quello della Borghi è un percorso di consapevolezza partito negli anni Novanta che continua tutt’oggi, un viaggio multiforme e magmatico che, in questa occasione, parte e si conclude con il grande ricamo realizzato per il Castello, un’opera site-specific di circa 12 metri, un intreccio ordito grazie alla ditta Orsini di Gallarate in cui si riprende l’idea di rete, non solo fisica ma anche teorica, per dare vita a una ricerca sul tema della sostenibilità a cui il pubblico è chiamato a prendere parte. Ancora Tagliafierro: “Se la rete informatica esprime connessioni tra più computer che sono abilitati a comunicare tra di loro, scambiandosi informazioni, così i fili in un tessuto riferibile a un percorso evoluto di arte tessile si pongono in reciproca contiguità, in rapporto simpatico e simpatetico. […]. La comunicazione negli elaborati tessili è sia sincrona che asincrona, le varie materie intrecciate possono significare una trasmissione sincrona quando le fibre si inviano segnali per sincronizzarsi, asincrona in caso contrario, come internet del resto. In un ordito il filo compare e scompare per riemergere come la comunicazione wireless disturbata. Nel caso del tessuto questo disturbo è positivo, anzi, necessario, perché evidenzia il lost and found di una alternata accelerazione di significato, nella misura in cui ogni comparsa di materia la mostra sempre diversa perché presentata da angolature sempre diverse”.
Un percorso, quello di questa personale, che è anche un cortocircuito dove lo scarto è abbandonato e ritrovato, come ci dice il Lost and Found del titolo, nelle incantevoli sale del Castello di Govone.
Enrica Borghi
LOST AND FOUND
a cura di Marco Tagliafierro
27.06 – 29.08.2021
Castello Reale di Govone
Piazza Roma 1, Govone (CN)
Inaugurazione sabato 26 giugno 2021 ore 17:30
Aperture ogni venerdì, sabato e domenica | 10-12 | 15-18
La mostra è visitabile con l’ingresso al Castello
ATTRAVERSO FESTIVAL 2021 – UOMINI E STORIE DELLE TERRE DI MEZZO –
VI Edizione
Un viaggio nel Piemonte meridionale tra le terre inserite
nella Unesco World Heritage List
dal 4 luglio al 5 Settembre
Langhe Roero Monferrato e Appennino Piemontese
protagoniste dell’estate 2021 insieme a
ASCANIO CELESTINI, VINICIO CAPOSSELA, PAOLO FRESU,
MONI OVADIA, ANDREA PENNACCHI, EXTRALISCIO, LILLO,
MARIO TOZZI & ENZO FAVATA, STEFANO MANCUSO, MARA REDEGHIERI,
PIERGIORGIO ODIFREDDI, PAOLO CREPET, MASSIMO RECALCATI, DORI GHEZZI, ALESSANDRA VIOLA, STEFANO MASSINI, MICHELA MURGIA, FEDERICO BUFFA, ALESSANDRO BARBERO,UMBERTO GALIMBERTI, OSCAR FARINETTI, GIORGIO DELL’ARTI, ELISABETTA SGARBI, ILARIA GASPARI, ENRICA TESIO & MAO
E ALTRE SORPRESE
Nato sotto le stelle dell’UNESCO, Attraverso Festival torna nell’estate 2021 con la sua VI edizione, la seconda in tempo di Covid, e conferma la sua formula di Festival diffuso, nello spazio, e quest’anno, anche nel tempo. Dal 4 luglio e fino al 5 settembre 2021 va in scena il racconto di terre e di uomini tra le colline del Piemonte del sud e il mare: un racconto di radici che si incrociano e danno vita a esperienze nuove, di vie e di rotte che puntano lontano, dove lo sguardo può solo immaginare. L’edizione 2021 riunisce 22 Comuni le associazioni di territorio, le cantine e abbatte in un sol colpo le frontiere immaginarie e reali tra le province nel nome della bellezza e del paesaggio umano, agricolo e architettonico. Langhe, Monferrato, Roero e Appennino Piemontese diventano così, tra spettacoli, concerti, incontri, un unico scenario diverso per caratteristiche, ma uguale per potenzialità e armonia.
“ATTRAVERSO è vero lo firmiamo noi, Paola Farinetti e Simona Ressico – dicono le due direttrici artistiche del Festival – ma accanto a noi ci sono centinaia di persone: amministratori, operatori turistici, vignaioli, volontari, amanti del territorio….Nonostante il Covid 19, non ci siamo mai fermati perché i rapporti e le relazioni costruite in questi sei anni con ognuno dei paesi piemontesi, piccoli e grandi che di questo Festival sono l’anima e l’ossatura, sono stati e sono più forti di tutto. Ed è una grande soddisfazione. Il risultato di una costruzione certosina e di una grande passione. ATTRAVERSO è un Festival intenso, emozionale, originale, di quelli che hanno l’ambizione di legarsi strettamente al luogo nel quale nascono, un Festival che nasce dal territorio e non sul territorio, dal basso e non calato dall’alto, con un programma artistico originale, pensato ad hoc, che cerca di unire sempre la qualità della proposta al giusto tasso di popolarità e si declina perfettamente sui luoghi che lo ospitano. E dal 2020 in qua, mai parole sono state più vere, non semplici slogan in fondo a una locandina.”
Tra piazze, cortili, Forti possenti, Auditorium, giardini e natura, nuovi comuni si sono uniti alla rete del Festival: è il caso di Cherasco, nella provincia di Cuneo, o di Tortona e Gavi col suo Forte, in quella di Alessandria; per altri, come Mornese, Parodi,Rocca Grimalda, l’Area Archeologica di Libarna, sempre nel Monferrato Alessandrino, o di Novello, nel cuore della Langa del Barolo, si tratta invece di un ritorno, dopo una pausa.
Seguendo le linee guida delle precedenti edizioni Attraverso conferma la proposta di appuntamenti di qualità e non usuali, differenti rispetto a quelli normalmente in circuitazione, spesso piccole produzioni in luoghi particolari di grande bellezza e suggestione. Non solo concerti e spettacoli teatrali, ma incontri, dialoghi, contaminazioni di genere, di linguaggi, di artisti. Un grande programma per “attraversare” l’estate insieme e tornare a ritrovarci.
Vinicio Capossela. Forte di Gavi (AL) 23 luglio
Tanti gli highlight del programma, alcuni in più repliche sulle province e altri per la prima volta ospiti del Festival: Moni Ovadia che con la sua particolare lettura del canto XXVI dell’Inferno Dante. Il coraggio di assumere il proprio destino, sarà in tre luoghi, al Parco Capanne di Marcarolo, a Casale Monferrato e a Cherasco; Paolo Fresu, icona del jazz italiano che piace al mondo a Bra e al Forte di Gavi; Andrea Pennacchi, anima di “Propaganda Live” a Calamandrana e a Bra; il filosofo-psicanalista Massimo Recalcati a Monforte d’Alba in mezzo alle colline e alle vigne e a Cassano Spinola-Gavazzana. E poi, sempre per la prima volta nel programma del Festival, Lillo, reduce dai grandi successi di LOL, insieme “ai Vagabondi” per un concerto-spettacolo tutto da ridere all’Auditorium Horszowski di Monforte; Vinicio Capossela con un progetto speciale dedicato a Dante al Forte di Gavi; Mario Tozzi, insieme al jazzista Enzo Favata, per un concerto-incontro dedicato ai temi più che mai attuali della sostenibilità a Tortona e, sempre a Tortona, lo spettacolo “Trash!…2…1” della giornalista scientifica Alessandra Viola e del fisico Piero Martin dedicato al tema altrettanto importante del riciclo dei rifiuti; Dori Ghezzi a Nizza Monferrato, dove arriveranno altri protagonisti importanti per tre incontri speciali che si terranno sulla piazza del Municipio; lo scienziato delle piante Stefano Mancuso al Parco Capanne di Marcarolo e la cantante, ex Ustmamò, Mara Redeghieri, sempre al Parco; il matematico Piergiorgio Odifreddi a Rocca Grimalda; i paladini del nuovo liscio, gli Extraliscio, vera e propria passione e scoperta di Elisabetta Sgarbi che sarà, anche lei, presente a Bra per un incontro; lo scrittore e giornalista Giorgio Dell’Arti, sempre a Bra, e la filosofa rock Ilaria Gaspari a Serralunga d’Alba all’interno del programma delle Passeggiate Letterarie nel Bosco dei Pensieri della Fondazione Mirafiore.
Extraliscio. Bra (CN), 6 agosto
Per altri artisti si tratta di un ritorno al Festival sia pur con nuovi progetti. E’ il caso di Ascanio Celestini che aprirà Attraverso il 4 luglio a Morbello con il reading I parassiti – un diario nei giorni del Covid 19, di Paolo Crepet che a Tortona terrà una lectio magistralis a partire dal suo ultimo saggio “Oltre la tempesta”, o ancora di Federico Buffache porterà a Cassano Spinola-Gavazzana il suo spettacolo “Italia Mundial”, di Michela Murgia a Calamandrana, dello storico Alessandro Barbero, affezionato di Attraverso, che a Cherasco racconterà il suo Dante Alighieri; di Enrica Tesio e Mao che a Tortona spiegheranno che in fondo in fondo “Gli adulti non esistono”, del filosofo Umberto Galimberti, ad Alba e a Casale, di Oscar Farinetti a Ovada che proverà a spiegare la ricetta giusta per il lancio del Monferrato e di Stefano Massini ad Alba.
Michela Murgia. Calamandrana (AT), 5 settembre
E poi gli appuntamenti con lo Chef Mendo, pseudonimo di Fabio Mendolicchio, e Marco Giacosa, dove un po’ si mangia e un po’ si racconta intorno al tavolo, una dedicata ai Promessi Sposi con il Pranzo di nozze di Renzo e Lucia a Mornese e un’altra dedicata alle “Langhe Inquiete”, a Novello.
180 km circa di territorio di Basso Piemonte, quasi 40 appuntamenti per un’estate di incontri e spettacoli, con un’integrazione armonica con le iniziative che già venivano programmate in queste zone: dal Centro artistico e culturale di Lunetta 11 in Alta Langa (Mombarcaro) dove sarà visitabile la mostra “Chi illumina la grande notte” con opere di artisti contemporanei immerse in una natura spettacolare, alla Festa della Vendemmia nella tenuta di Fontanafredda a Serralunga d’Alba, vera chiusura dell’estate; dalla Notte delle Librerie ad Alba che con Attraverso porterà Paolo Crepet, allo spettacolo in anteprima di Fausto Paravidinoospitato dal comune di Rocca Grimalda fino alla conferenza sul Medioevo della professoressa Giustina Olgiati a Voltaggio, alla proiezione del film documentario Sopravvissuti all’Homo Sapiens per la regia di Paolo Rossi e Nicola Rebora nell’area attrezzata Boscopiano a Borghetto Borbera e al Cammino del Piemonte Sud Sud che si propone di costruire itinerari tra le valli appenniniche e il mare a Portofino, curati entrambi dall’Ente Aree Protette dell’Appennino Piemontese.
Attraverso Festival è un progetto dell’Associazione Culturale Hiroshima Mon Amour e Produzioni Fuorivia con la collaborazione dell’Ente Aree Protette Appennino Piemontese. Con il patrocinio di Unesco World Heritage List – Paesaggi Vitivinicoli di Langhe Roero e Monferrato e Ministero della Cultura, è realizzato grazie al sostegno di Regione Piemonte, della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando VIVA_sostegno all’offerta culturale estiva nei territori, Fondazione CRT, Fondazione CRC e Fondazione CRAL. Con la collaborazione e il sostegno dei comuni di Alba, Borghetto Borbera, Bosio, Bra, Calamandrana, Cherasco, Casale Monferrato, Cassano Spinola/Gavazzana, Gavi, Mombaruzzo, Monforte d’Alba, Morbello, Mornese, Nizza Monferrato, Novello, Ovada, Rocca Grimalda, Tortona e grazie al contributo di Banca d’Alba, Consorzio Tutela del Gavi, Egea, Gruppo Entsorga, Ente Turismo Langhe Monferrato e Roero. Un ringraziamento speciale va inoltre alla Direzione Regionale Musei Piemonte e ai numerosi soggetti che operano sul territorio e che sono partner fondamentali di questo Festival: Alexala, Quarto Piemonte, i produttori e le associazioni culturali del territorio. Il nostro ringraziamento va inoltre ai Comuni di Aqui Terme, Canelli, Carrega Ligure, Cartosio, Casaleggio Boiro, Castelnuovo Calcea, Grinzane Cavour, La Morra, Serravalle Scrivia, Terruggia, Voltaggio che, anche se quest’anno per motivi di forza maggiore non hanno potuto ospitarci, fanno parte della grande famiglia di Attraverso.
I biglietti per gli spettacoli si possono acquistare tramite il circuito www.mailticket.it
www.attraversofestival.it;
https://www.facebook.com/ATTRAVERSOFESTIVAL/;
VERBANIA. CARRA’ E MARTINI. MITO, VISIONE E INVENZIONE. L’OPERA GRAFICA
13 Giugno – 3 Ottobre 2021
Museo del Paesaggio, Verbania
Il Museo del Paesaggio riapre la stagione espositiva con la mostra Carrà e Martini. Mito, visione
e invenzione. L’opera grafica con opere provenienti dalla collezione del Museo e da una
collezione privata milanese, a cura di Elena Pontiggia e di Federica Rabai, direttore artistico e
conservatore del Museo.
L’esposizione inaugura presso gli spazi di Palazzo Viani Dugnani a Verbania sabato 12 giugno
alle ore 11.30 e resterà aperta fino al 3 Ottobre.
In mostra oltre 90 opere, per lo più di grafica, dei due grandi artisti del Novecento italiano che si
sono distinti e affermati proprio grazie all’invenzione di un nuovo linguaggio in pittura e scultura.
Completa il percorso dedicato al mito e alla visione una serie di sculture di Arturo Martini,
presentate accanto ai bozzetti, ai disegni e alle incisioni.
Carrà. L’opera grafica
In mostra sono esposte circa cinquanta tra acqueforti e litografie a colori, che
comprendono tutti i più importanti esiti dell’artista. Si va dagli incantevoli paesaggi dei primi
anni venti, tracciati con un disegno essenziale e stupefatto (Case a Belgirate,1922), alla
suggestiva Casa dell’amore (1922), fino alle visionarie immagini realizzate nel 1944 per
un’edizione di Rimbaud, in cui Carrà, sullo sfondo della guerra mondiale, rappresenta angeli,
demoni, creature mitologiche e figure realistiche, segni di morte ma anche di speranza (Angelo,
1944). Fin dagli inizi, inoltre, Carrà avvia grazie all’incisione un sistematico ripensamento
della sua pittura, che lo porta a reinterpretare con acqueforti e litografie i suoi principali
capolavori, dalla Simultaneità futurista alle Figlie di Loth, dal metafisico Ovale delle apparizioni al
Poeta folle. L’incisione diventa così per l’artista un momento di verifica, ma anche uno
struggente album dei ricordi.
La Stagione iniziale (1922-1928)
Le prime incisioni di Carrà – tutte acqueforti, con l’unica eccezione della litografia I saltimbanchi,
destinata a una cartella edita a Weimar dal Bauhaus – risalgono al 1922-1923. E’ però nel 1924
che l’artista si dedica sistematicamente all’incisione, grazie agli insegnamenti di Giuseppe
Guidi, che quell’anno aveva aperto un laboratorio calcografico nella sua stessa casa, in via Vivaio
16 a Milano. Esegue infatti trentatré acqueforti e stampa i rami che aveva inciso, ma non
impresso, nel biennio precedente.
Carrà adotta un segno sintetico, duro, capace di esprimere il suo mondo di figure e luoghi
sottratti al tempo. E’ soprattutto il paesaggio ad attrarlo, che vuole trasformare in “un poema
pieno di spazio e di sogno”. Fin dagli inizi, però, l’incisione serve a Carrà anche per rielaborare
opere precedenti, in un’incontentabile ricerca espressiva. Questa fervida stagione iniziale ha
un’appendice nel 1927-1928, quando Carrà, che in quel periodo aderisce al gruppo del
“Selvaggio” (la rivista toscana animata da Maccari, a cui sono vicini Soffici, Rosai, Morandi e altri
artisti) esegue litografie e acqueforti caratterizzate da un linguaggio più pittoricistico.
La Stagione delle Litografie (1944-1964)
Nel 1944, dopo un intervallo di sedici anni dalle ultime incisioni, Carrà torna a dedicarsi alla
grafica. A differenza degli anni Venti, quando aveva praticato soprattutto l’acquaforte, ora è la
litografia a impegnarlo, sia in bianco e nero che a colori.
Le tavole di Carrà si raggruppano quasi sempre in progetti articolati. Nel 1944 pubblica la cartella
Segreti, in cui prende vita un paesaggio trasognato (il lago di Como, visto da Corenno Plinio dove
l’artista era sfollato nel 1943) immerso in una quiete irreale.
Sempre in questo periodo si dedica intensamente all’illustrazione. Nello stesso 1944 esegue
dodici tavole per Versi e prose di Rimbaud, dove compare un mondo di angeli, demoni e segni
di morte (riflesso dei tragici momenti della guerra). Nel 1947 illustra L’Après-midi et le Monologue
d’un Faune di Mallarmé, tradotto da Ungaretti.
A partire dal 1949, ormai alla soglia dei settant’anni, ripensa invece sistematicamente alla propria
opera. Nella cartella Carrà 1912-1921 (Venezia 1950) e nei due album Carrà n. 1 e n. 2 dei primi
anni Sessanta riprende opere del periodo futurista, primitivista e metafisico. Tutto il corteo di muse
e maschere inquietanti nate quaranta-cinquant’anni prima gli si ripresentano alla memoria con la
levità di un dagherrotipo, o con cromatismi leggeri e impalpabili. Come apparizioni.
Arturo Martini. L’opera pittorica e grafica
Alla fine degli anni trenta Martini prende sistematicamente a dipingere, accettando la sfida di
un linguaggio per lui quasi nuovo, di cui deve assimilare pazientemente la tecnica. In pittura non è
il maestro celebrato, ma un principiante che parte quasi da zero e conosce imperfezioni,
incertezze, fallimenti. Certo, in passato, soprattutto da giovane, aveva eseguito disegni, incisioni e
anche qualche quadro, ma quelle prove non bastano a dargli la padronanza del mestiere e nelle
sue lettere alla moglie Brigida rivela tutte le sue ansie, insieme alle sue speranze. “Non mollo
l’osso, devo spuntarla, deve nascere la mia pittura” le scrive e più tardi: “Mi par d’aver trovato con
questa nuova speranza la vita, perché di scultura non ne potevo più, ero nauseato”.
In autunno, da Vago di Lavagno, nel Veronese scrive: Spero […] poter dipingere dal vero i
paesaggi che mi stanno attorno. Domani mi proverò ad uscire con una cassetta di colori, vedremo
se capirò qualche cosa, però nella peggiore delle ipotesi studierò dal vero, sfogherò un desiderio
che da tanto tempo avevo”. Commuove pensare che chi parla così, come un pittore della
domenica, non è un dilettante ma un maestro, il vincitore del gran premio alla Quadriennale, uno
degli artisti più famosi d’Italia, se non d’Europa. In quella scommessa difficile, in quel corpo a
corpo con la tela, che lo colma di gioia nonostante le difficoltà dell’esecuzione e le incertezze degli
esiti, Martini si gioca tutto, anche il benessere faticosamente conquistato dopo anni di fame.
“Forse dipingerò sempre anche se questo mi porterà come un tempo alla miseria”.
Il 17 febbraio 1940 alla Galleria Barbaroux di Milano, Martini inaugura la sua prima mostra
di pittura. Ventitré quadri, dipinti tutti nel 1939 tra Vago, Burano e Milano. “E’ certo l’avvenimento
maggiore della cronaca artistica dell’annata […] Martini ha raggiunto […] i gradini più alti della
pittura contemporanea” aggiungeva euforico Guido Piovene, allora critico d’arte del Corriere della
Sera. “Il risultato è stato inaspettato, la critica entusiasta […] le vendite al modo che si
comperasse pane in periodo di carestia” riconosceva anche Martini. La scommessa della
pittura, insomma, era stata vinta. Preceduta in gennaio da un articolo trionfale, sempre di
Piovene, sul diffuso supplemento del Corriere (“Martini è un grande scultore, ma da questo
momento v’è un grande pittore in più”); governata da una concezione idealistica dell’arte, secondo
cui i generi non contano e “i buoni scultori sanno anche disegnare”, la critica non aveva lesinato le
lodi per quelle tele che univano il segno approssimativo dell’espressionismo lirico a una solidità
appunto da scultore. Anche un osservatore esigente come Savinio giudicava i quadri di Martini
“rapidi, poetici, geniali”.
Le circa quaranta opere in mostra sono comprese tra il 1921 e il 1945 coprendo tutta la
carriera dell’artista, a iniziare dal lavoro a matita su carta Il circo del 1921 circa, importate
disegno del momento di “Valori plastici” quando Martini è molto prossimo a Carrà e in genere a
una personale rivisitazione della congiuntura metafisica. Ricorda la grafica di Carrà per i corpi
bloccati dentro un segno sigillante, e, nel contempo, sembra di cogliervi un’eco di Parade di
Picasso, il grandioso sipario eseguito a Roma nella primavera del 1917 quando anche Martini
frequentava sporadicamente la capitale. Segue Carnevale del 1924, incisione pubblicata sulla
rivista “Galleria” accompagnata da una breve poesiola non-sense sul “Carne-vale”. Si differenzia
per levità di tratto dalle coeve xilografie pubblicate sulla stessa rivista, caratterizzate invece da
tratti pesanti e scultorei.
Interessante è il Suonatore di Liuto del 1929, prima opera donata da Martini a Egle Rosmini al
momento della loro conoscenza, e comunque l’unica con la dedica. Raffigura un giovane uomo in
posizione stante, vestito in abiti rinascimentali: forti le assonanze con un affresco, oggi in parte
perduto, in una facciata di un palazzo a Treviso, dove ricorre il particolare del vestito diverso nelle
due gambe. Importante poi il ciclo di incisioni eseguite a Blevio nell’estate del 1935 su
soggetti già trattati anche in scultura – come L’Attesa e Ratto delle Sabine – o già presenti in altre
incisioni precedenti – come L’uragano; altre però sono nuove come Il fabbro inserito nell’antro
oscuro come un Vulcano moderno o Il Samaritano che sembra partecipare anche fisicamente al
dolore del corpo vulnerato del povero. Il fatto che non sussistono riscontri stilistici tra le opere
plastiche modellate a Blevio nello stesso frangente e queste opere grafiche (discrasia evidente nel
caso del bassorilievo del Ratto delle Sabine in mostra) attesta che Martini accedeva a mezzi
espressivi diversi proprio per staccare un registro espressivo dall’altro. In queste incisioni la
trama delle linee è fittissima fino a oscurare la superficie, quasi a emulazione della maniera
nera.
Nel 1942 realizza 11 disegni preparatori – tutti in mostra – del Viaggio d’Europa per l’illustrazione
dell’omonimo racconto di Massimo Bontempelli. Tra questi disegni preparatori e la versione
definitiva delle illustrazioni c’è lo stesso rapporto che sussiste tra i bozzetti delle opere
monumentali e l’esito finale. Rigidi e puramente orientativi questi “bozzetti” sono serviti a Martini
per un primo approccio al soggetto del racconto bontempelliano e, pur testimoniando la presenza
di alcuni topoi martiniani – il dormiente, l’incontro di due figure, gli squarci spaziali – e di un
generale clima “metafisico”, è evidente il loro carattere provvisorio e di studio.
Del 1944-45 sono il gruppo di incisioni predisposte da Martini per l’illustrazione della
traduzione italiana dell’Odissea a cura di Leone Traverso, poi non pubblicata. Eseguite a
Venezia, rivelano un lato straordinario della versatile fantasia martiniana, anche qui orientata
a sperimentare materiali “poveri” e linguaggi poveri, al limite tra immagine e pura suggestione
timbrica. Pubblicate postume soltanto nel 1960 sono tra le prove più convincenti della
grafica martiniana.
Accanto a queste prove dell’artista sono esposte dieci sculture come La famiglia degli acrobati,
Can can, Adamo ed Eva, Ulisse e il cane, Testa di ragazza, Busto di ragazza e tre tele: Sansone
e Dalila, La siesta e Paesaggio verde per rafforzare il tema della differenza tra disegno e
realizzazione finale delle opere, pezzi unici di grande valore storico e artistico.
INFORMAZIONI
Mostra: “Carrà e Martini. Mito, visione e invenzione. L’opera grafica”
Sede espositiva: Museo del Paesaggio Palazzo Viani Dugnani, Via Ruga 44 – Verbania Pallanza
Periodo di apertura: 13 giugno – 3 ottobre 2021
Inaugurazione: sabato 12 giugno ore 11.30
Orari: da martedì a domenica dalle 10.00 alle 18.00. Lunedi chiuso.
Ingresso Intero 5€, Ridotto 3€ (il biglietto dà diritto alla visita della mostra, della pinacoteca e della
gipsoteca Troubetzkoy)
Per informazioni
Museo del Paesaggio – Tel +39 0323 557116 segreteria@museodelpaesaggio.it
www.museodelpaesaggio.it
Ufficio Stampa Nazionale:
Lucia Crespi, tel. 02 89415532 – 02 89401645, lucia@luciacrespi.it
Catalogo:
Edito dal Museo del Paesaggio
I MUSEI REALI FESTEGGIANO SAN GIOVANNI CON INGRESSO GRATUITO, UNA SFILATA DI CARROZZE E UN CONCERTO DI BENEFICENZA
In occasione della festa patronale di San Giovanni, giovedì 24 giugno, per tutta la giornata i Musei Reali aprono gratuitamente le proprie porte al pubblico che potrà così scoprire l’affascinante itinerario di storia, arte e natura con testimonianze che datano dalla Preistoria all’età moderna.
Ultimo ingresso ore 18.
Grazie alla collaborazione con la Città di Torino nell’ambito del programma della Festa di San Giovanni 2021, a partire dalle ore 15 nei Giardini Reali e in Piazzetta Reale, con transito nella Corte d’Onore, si terrà una sfilata con la presentazione di carrozze ottocentesche alla presenza di alcuni rappresentanti del Gruppo Italiano Attacchi ed equipaggi conformi ai concorsi A.I.A.T. di eleganza e tradizione. Alle 16.30, invece, presso la Corte d’onore di Palazzo Reale, il Lions Club International con la Famija Turineisa organizzerà un concerto di beneficenza, eseguito dalla Banda Municipale della Città di Torino. Per info e prenotazione obbligatoria: lionsbambininuovipoveri@gmail.com, tel. 392 3673237.
Attività ai Giardini Reali
Fino al 26 giugno, ogni sabato alle 16, nei Giardini Reali si terranno lezioni di yoga pensate appositamente per le mamme con i loro bebè (dai 3 ai 12 mesi). Una serie di appuntamenti, nell’atmosfera unica dei giardini di Palazzo Reale, per riconnettersi con la natura e imparare a rilassarsi in compagnia dei propri bambini. Gli incontri si terranno a cadenza settimanale e avranno una durata di 45 minuti. In caso di maltempo le lezioni si svolgeranno al chiuso, in osservanza di tutti i protocolli anti Covid. È richiesto un abbigliamento comodo e ogni partecipante dovrà portare con sé il proprio tappetino, una coperta e un cuscino. Il costo dell’attività è di 15 euro + biglietto di ingresso ridotto (2 Euro, gratuito con Abbonamento Musei). Biglietti online su www.coopculture.it – mail info.torino@coopculture.it – tel. 011.19560449.
La Biblioteca Reale
La Biblioteca Reale estende l’orario di visita ed è aperta al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18, il sabato dalle 9 alle 13. Le consultazioni dovranno essere prenotate con almeno 24 ore di anticipo scrivendo all’indirizzo mr-to.bibliotecareale@beniculturali.it, indicando tutte le informazioni disponibili per la richiesta. Per conoscere le modalità di accesso e registrazione consultare la pagina www.museireali.beniculturali.it/events/biblioteca-reale-riapertura/.
Caffè Reale
Nella suggestiva Corte d’Onore di Palazzo Reale è possibile rigenerarsi con una pausa al Caffè Reale Torino, ospitato in una cornice unica ed elegante, impreziosita da suppellettili in porcellana e argento provenienti dalle collezioni sabaude. Informazioni e prenotazioni al numero 335 8140537 o via e-mail all’indirizzo segreteria@ilcatering.net.
RIVOLI. BAM ON TOUR 2021
Domenica 20 giugno si è tenuta l’inaugurazione di BAM ON TOUR 2021, la Biennale d’arte piemontese dedicata alla scultura. Per questa edizione gli artisti sono ospitati nei giardini del Parco di Palazzo Piozzo di Rosignano a Rivoli. Le sculture esposte verranno presentate dal direttore artistico Riccardo Ghirardini e dal curatore Edoardo Di Mauro, accompagnati da interventi musicali, artistici e letterari.
Tra gli artisti presenti, oltre a Corrado Bonomi con alcuni esemplari delle sue Culture, Adriano Benetti, Enzo Bersezio, Domenico Borrelli, Daniele D’Antonio, Lele De Bonis, Carlo D’Oria, Theo Gallino, Elio Garis, Paolo Grassino, Enrico Iuliano, Ciro Rispoli.
ORARIO
Da Mercoledì a Venerdì 16.00 > 19.00
Sabato e Domenica 10.00 > 13.00 – 16.00 > 19.00
Lunedì e Martedì > Chiuso
CALENDARIO DEGLI EVENTI CONCOMITANTI ALLA MOSTRA DI SCULTURA
Domenica 20 Giugno Arte letteraria Prove dell’Antigone
Sabato 26 Giugno Live Painting (pittura dal vivo)
Domenica 27 Giugno Live Painting (pittura dal vivo)
Sabato 3 Luglio Fashion Shooting (servizio fotografico)
FONDAZIONE ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA CRT: INSEDIATO IL NUOVO CDA PRESIEDUTO DA ANNA FERRINO
Si è insediato oggi, alla presenza del Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia e del Segretario Generale Massimo Lapucci, il nuovo Consiglio di Amministrazione della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT che resterà in carica per i prossimi quattro anni. Presieduto dall’imprenditrice Anna Ferrino, il nuovo “board” è composto dal notaio Caterina Bima in qualità di Vice Presidente, accanto ai Consiglieri Gianni Arnaudo (architetto e designer) e Marco Giovannini (ingegnere e imprenditore). Confermato Massimo Broccio, già Segretario del Consiglio nei precedenti mandati. “Cambiano le persone, come è doveroso che sia dopo molti anni di impegno, ma non cambia la missione della Fondazione per l’Arte che continuerà a sostenere la creatività contemporanea del territorio e le istituzioni che la accolgono”, commenta il Presidente uscente Fulvio Gianaria, nel congratularsi con i vertici neoeletti. Dopo dodici anni di Presidenza, Gianaria lascia la Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea, vero e proprio braccio operativo della Fondazione CRT che l’ha istituita nel Duemila e ne garantisce tuttora il supporto.
“Esprimo gratitudine al gruppo di lavoro che ci ha preceduto e all’intera struttura perché, grazie al loro contributo, la Fondazione si qualifica quale punto di riferimento per l’arte moderna e contemporanea, sia a livello nazionale che internazionale”, dichiara Anna Ferrino. Nel segno del più ampio spirito di continuità, la nuova Presidente ha quindi espresso l’intenzione di continuare a “puntare sulla tutela, promozione e valorizzazione dell’arte moderna e contemporanea quale fattore di sviluppo sociale ed economico, da attuarsi in primis attraverso la Collezione, assetto fondamentale per lo sviluppo dei due principali musei di riferimento del nostro territorio, la Galleria d’Arte Moderna di Torino e il Castello di Rivoli”. “Negli ultimi dodici anni, infatti, la Fondazione ha acquisito oltre 250 importanti opere d’arte dei più rilevanti artisti contemporanei, da Marina Abramovic a William Kentridge, Liam Gillick e Jannis Kounellis, favorendo e indirizzando la programmazione espositiva dei maggiori musei piemontesi”, spiega la Presidente Ferrino, che aggiunge: “La Fondazione intende restare in prima linea per supportare l’intero sistema dell’arte contemporanea a Torino e in Piemonte, attraverso il sostegno ai suoi protagonisti, gli artisti, e ai progetti di residenza loro dedicati, nonché mediante l’erogazione di contributi specifici destinati alle più importanti manifestazioni culturali torinesi, alle fiere e alle gallerie. “Infine, proseguendo lungo il percorso tracciato nel corso dell’ultimo quadriennio – prosegue Anna Ferrino – ritengo sia fondamentale focalizzarsi sulle progettualità e i servizi di formazione culturale gratuita messi in campo negli spazi OGR, un bacino di indiscussa eccellenza in termini di innovazione culturale che, attraverso programmi come OGR Public Program e OGR You, puntano a coinvolgere ed educare le nuove generazioni, il nostro futuro”.
FONDAZIONE PEANO. MOSTRA “TEMPO SOSPESO”
Segni poetico scultorei perduti tra storia e futuro
Opere di Ciro Rispoli
A cura di Ivana Mulatero
Fondazione Peano
Corso Francia 47 – 12100 Cuneo
Dal 19 giugno al 1 agosto
dal giovedì alla domenica ore 16-19
La stagione espositiva di Fondazione Peano si apre sabato 19 giugno con una personale dell’artista torinese Ciro Rispoli a cura di Ivana Mulatero. Il titolo della mostra – “Tempo sospeso. Segni poetico scultorei perduti tra storia e futuro”- deriva da un’installazione di forme iconiche bi e tridimensionali concepite espressamente per gli spazi ipogei e apogei della Fondazione Peano.
La mostra combina un “tracciamento spaziale” imperniato sulle forme del cono e della sfera a due corpus di opere: una serie di sculture che hanno nella figura del filo a piombo la matrice germinativa propagata in installazioni nello spazio e in dipinti a parete, realizzate per questa occasione, e una sequenza di altorilievi materici semisferici, i cosiddetti Scudi. In essi l’artista persegue una ricerca scultorea intesa come un ritmico scambio tra il “mettere” e il “levare” su cui la luce continua a svolgere un fondamentale ruolo di articolazione e definizione formale. Una significativa corrispondenza si trova anche nel lavoro incisorio dell’artista, che alla grafica si dedica costantemente sin dall’epoca degli studi in Accademia. In mostra vi è la ricostruzione di un angolo di laboratorio di calcografia da cui proliferano sui muri una varietà di carte. I fogli, acquistati o autoprodotti, sono impressi manualmente da un torchio che ha permesso la restituzione di una tipologia di segni – infittiti ma alquanto sottili – travasata dai solchi incisi ai supporti cartacei, mediante matrici inchiostrate con grassi colori calcografici.
Fin dagli anni di attività come “tracciatore” di forme geometriche in qualità di operatore meccanico per la realizzazione di oggetti di carpenteria metallica – anni poi perfezionati all’Accademia Albertina e proseguiti nella frequentazione di fonderie e atelier d’artisti – Rispoli sviluppa uno stile creativo altamente individuale impegnato in una riconsiderazione critica della forma, sia minimale e processuale e sia biologica e materica. Le sue opere bi e tridimensionali – abbattendo i confini tra pittura, scultura, disegno, collage e calcografia, oscillando tra fisicità e geometria – esprimono aspetti di riconfigurazione e scarto e si basano sulla percezione critica di un contesto sociale e culturale.
La mostra, che inaugura sabato 19 giugno alle 18, sarà visitabile dal giovedì alla domenica dalle 16 alle 19 fino al 1 agosto. Non è necessaria la prenotazione ma si chiede la collaborazione del pubblico nel rispettare la capienza massima delle sale e l’obbligo delle mascherine.
RACCONIGI. INSIEME CON FABER TEATER PER “CAMBIARE IL CLIMA”
Alla rassegna CuneiForme 2021 lo spettacolo-conferenza “Cambiamo il clima”
realizzato da Faber Teater con il Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente Politecnico di Torino
sull’emergenza climatica e la salvaguardia dell’ambiente
Sabato 26 giugno 2021, ore 21.30
SOMS, Via Carlo Costa 23 – Racconigi (Cn)
www.progettocantoregi.it
Dopo il successo con cui sono stati accolti gli alpinisti Nives Meroi e Romani Benet con le loro sfide in alta quota, la rassegna CuneiForme di Progetto Cantoregi e Le Terre dei
Savoia, dedicata quest’anno al tema “riCostruire”, prosegue
all’insegna dell’ambiente e dell’urgenza della sua tutela,
facendo dialogare teatro e scienza.
Sabato 26 giugno 2021 alle ore 21.30 alla Soms di Racconigi
(Via Carlo Costa 23 ) va in scena la conferenza spettacolo
“Cambiare il clima” della compagnia Faber Teater, per il focus
>>riCostruire il rispetto per l’ambiente.
Attraverso la presenza sul palco dei due attori-ingegneri, Marco Andorno e Sebastiano Amadio, e la
presenza in video dei ricercatori e delle ricercatrici del Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente
del Territorio e delle Infrastrutture del Politecnico di Torino (DIATI), Faber Teater affronta il tema
del cambiamento climatico, della sua urgenza, delle sue cause, delle possibili strade da
intraprendere. Propone un viaggio a tappe attraverso il processo vivo e multiforme della ricerca
scientifica, per andare ad indagare dal sottosuolo alla cima delle montagne, dalla città ai ghiacciai,
per investigare dubbi e certezze, ansie e speranze. Il tutto con leggerezza e metodo allo stesso
tempo. Un’ora per raccontare in un’ottica costruttiva e non catastrofista il tema dell’alterazione del
clima, con un linguaggio divulgativo leggero e comprensibile, per porsi domande: “Come facciamo
ad adattarci al mondo che ci aspetta?”, “Come facciamo a contrastare il cambiamento climatico?”,
“Come ricostruire un rapporto sano con l’ambiente”? È un gioco di equilibri, di contrappesi, fatto di
scelte e conseguenze, di passione e rigore.
La scienza dialoga con il teatro, attraverso il teatro, e i due linguaggi scoprono nella creatività lo
strumento in comune per guardare in faccia il “problema più grande che il mondo deve affrontare”
(P.Wadhams, “Addio ai ghiacci”).
Ingresso: 10 euro intero / 8 euro ridotto
Prenotazione consigliata: 349.2459042 – info@progettocantoregi.it.
UNA SALA PER STUDIARE IMMERSI NELLA BELLEZZA DELLA REGGIA DI VENARIA
Dal 22 giugno una sala studio con 40 postazioni, realizzata nelle Sale dei Paggi dal Consorzio delle Residenze Reali Sabaude insieme a EDISU, a disposizione di chi è iscritto a un percorso universitario o accademico. Le Sale dei Paggi si sviluppano ai piani superiori delle Scuderie Juvarriane, negli ampi spazi del sottotetto. I paggi erano ospiti abituali nelle dimore reali, giovani aristocratici la cui educazione era assunta dalla corte, presso la quale trascorrevano lunghi periodi della propria vita: la maggior parte di essi lasciava la divisa da paggio per indossare quella da ufficiale, ma alcuni restavano a palazzo, accanto ai sovrani, in ruoli d’assoluta fiducia. Le Paggerie della Reggia di Venaria rappresentano quindi un luogo che richiama per sua natura il tema dell’educazione e della formazione e proprio qui il Consorzio sta sviluppando un piano di rifunzionalizzazione, nell’intento di creare un centro culturale multifunzionale e di aggregazione, luogo di cultura ma anche di cittadinanza attiva, con sale attrezzate per incontri, studi, didattica, alta formazione. Un progetto in linea col proprio piano di sviluppo, che prevede il potenziamento delle attività di formazione artistica inerente alla creatività, alla tutela e alla valorizzazione dei beni culturali, condotte prevalentemente dal suo Centro Studi e sinergiche alla promozione della Reggia e del sistema delle residenze reali sabaude. Si tratta pertanto di un contesto ideale anche per Edisu Piemonte in cui dar seguito al percorso di sviluppo dei servizi diffusi dedicati al sistema universitario, in linea con il progetto della governance dell’ente di coinvolgere soggetti pubblici e privati nella creazione di una rete che permetta di portare, su un territorio ampio, un’offerta capace di accrescere la qualità della vita e dello studio della popolazione studentesca piemontese. Infine, ad impreziosire ulteriormente la sala studio, le pareti del salone propongono una selezione di suggestive immagini di grande formato della mostra “Viaggio fotografico nei Giardini delle Residenze Reali d’Europa” che, coerentemente col tema Green che caratterizza il 2021 della Reggia di Venaria, raccontano gli aspetti caratteristici – giochi d’acqua e prospettici, sculture, parterre, orti – dei giardini storici e, in particolare, quelli di alcune delle più suggestive dimore di sovrani europei: da Caserta al Cremlino, da Versailles al Royal Palace di Godollo, dagli Historic Royal Palace inglesi a Het Loo a Peterhof e a Sanssouci in Postdam.
SAN SECONDO DI PINEROLO. DAL 27 GIUGNO «BELLEZZA TRA LE RIGHE», ALLA SECONDA EDIZIONE
Chiacchiere sulla gentilezza nei giardini del Castello di Miradolo e di Casa Lajolo
Tra antichi vialetti e alberi secolari torna “Bellezza tra le righe”, la rassegna nata nell’estate 2020 per guardare al domani con uno spirito nuovo. La volontà è quella di condurre il pubblico in luoghi di rara bellezza, ovvero i giardini di due dimore storiche della provincia di Torino, Casa Lajolo, a Piossasco, e il Castello di Miradolo, a San Secondo di Pinerolo: qui, nella pace che si respira poco prima della sera, andranno in scena, tra domenica 27 giugno e il 17 ottobre, conversazioni con alcuni protagonisti del presente – paesaggisti, docenti universitari, scienziati, critici tv, filosofi e giornalisti – in grado di veicolare messaggi catalizzanti e forti, uno sprone per affrontare il futuro con fiducia. Tema del 2021, la gentilezza, declinata in tutti gli ambiti.
L’inizio è in contemporanea, nella stessa domenica, il 27 giugno: a Miradolo alle 16,30 di scena Giorgio Vacchiano, nel 2018 nominato dalla rivista «Nature» tra gli 11 migliori scienziati emergenti nel mondo che «stanno lasciando il segno nella scienza», ricercatore e docente all’Università Statale di Milano, membro della Società Italiana di Selvicoltura ed Ecologia Forestale e dell’Ecological Society of America e consigliere dell’Associazione Pro Silva Italia, che racconterà i suoi viaggi e le foreste che ha studiato, ma anche l’intima connessione degli alberi con gli uomini, di come guardare al futuro sentendosi parte di un ecosistema. Alessandra Comazzi, critica televisiva de La Stampa, sarà invece a Casa Lajolo alle 17 per riflettere sulle parole che sentiamo in tv e che si usano sui nuovi media: c’è spazio solo per la violenza o la gentilezza può imporsi? Ma come fare?
Poi, a luglio, il 18 a Miradolo c’è Paolo Pileri, docente di pianificazione e progettazione urbanistica al Politecnico di Milano, l’ideatore di Vento, il progetto di territorio attraverso una dorsale cicloturistica tra Venezia e Torino lungo il Po e autore di oltre 200 tra articoli e libri sulla pianificazione urbanistica e ambientale e la mobilità sostenibile: la sua sarà un’ode alla lentezza. La domenica successiva, il 25, a Piossasco interviene Angelo Ferrari, giornalista dell’AGI, dove si occupa di Africa, e ha seguito le più grandi tragedie di quel continente: presenta “Mal d’Africa”, dedicato a un territorio dove la «gentilezza europea» sembra scomparsa, dove è in corso una “guerra” commerciale, ma soprattutto militare, di tutti contro tutti. L’Occidente ha deciso che è giunto il momento di arginare l’influenza cinese che ormai ha le mani su tutto il continente, nessun paese escluso. Domenica 29 agosto a Piossasco una chiacchierata con Anna Peiretti, scrittrice, curatrice di progetti di promozione alla lettura e di educazione alla cittadinanza e formatrice sui temi del narrare, per parlare di letteratura di infanzia e di educazione gentile, mentre a settembre al Castello di Miradolo c’è uno dei più noti paesaggisti italiani, Antonio Perazzi, scrittore, botanico, accademico, che presenterà il suo poetico manuale di “botanica per artisti”, un inno alla straordinaria quotidianità di una natura finalmente libera da controlli. Domenica 26 settembre è la volta di Irene Borgna a Casa Lajolo, una laurea in filosofia e un dottorato di ricerca in antropologia alpina che racconta il suo viaggio: partita con una mappa dei cieli neri europei tra le mani, è andata alla ricerca di quei luoghi che ancora resistono all’inquinamento luminoso, dalle Alpi Marittime al Mare del Nord, a bordo di un camper. Perché anche l’oscurità, quella più profonda, che ci permette di alzare gli occhi e osservare sulla volta celeste un universo intero, è gentilezza vera. Chiusura con Andrea Colamedici e Maura Gancitano, filosofi e scrittori, gli ideatori di Tlon, scuola di filosofia, casa editrice e libreria teatro, che raccontano, tramite podcast, conferenze, seminari e libri, di una filosofia che si cala nella lettura e nel confronto con la società contemporanea e che può diventare manuale e strumento per vivere. Il progetto è firmato da Fondazione Casa Lajolo e Fondazione Cosso con il contributo della Regione Piemonte. «La rassegna “Bellezza tra le righe” ci permette di organizzare momenti di approfondimento e di riflessione su temi importanti per la nostra società: quest’anno, la gentilezza. Un tema che desideriamo sviluppare soprattutto partendo dalla natura, anche alla luce della mostra “Oltre il giardino. L’abbecedario di Paolo Pejrone”, da poco inaugurata nelle sale del Castello di Miradolo e nel suo Parco. Ascolteremo racconti di gentilezza in ecologia, sviluppo “lento” e sostenibile, filosofia e capacità di meravigliarsi ancora. Ringrazio Fondazione Casa Lajolo e sono lieta che la Rassegna sia approdata alla sua seconda edizione, pur nella difficoltà di quest’ultimo periodo» dice Maria Luisa Cosso, presidente Fondazione Cosso. «La seconda edizione è un traguardo importante: per Casa Lajolo significa dare continuità a un progetto di rete che ha l’obiettivo di rendere le dimore storiche luoghi di incontro, di confronto culturale e di benessere e non solo un bel posto da visitare. La bellezza dei luoghi quest’anno ci invita a riflettere sul tema della gentilezza, nelle sue molteplici sfaccettature. Lungi dall’essere interpretata come semplice cortesia, la parola gentilezza ci accompagnerà nel corso della rassegna alla scoperta di un modo diverso di guardare ciò che ci circonda, per arricchire, con uno sguardo gentile, situazioni, rapporti, linguaggi ed essere da questi, a loro volta, arricchiti – afferma Alberto De Vecchi Lajolo – Il Castello di Miradolo è un partner importante con il quale fin da subito abbiamo condiviso modi e intenti. Un fil rouge che consente di dare coerenza al percorso artistico della rassegna per un programma che nella sua unitarietà rispetta le anime delle due dimore storiche.
MONCALIERI. I PUNTI DANZA 2020-2021: COMPAGNIA EGRIBIANCODANZA
DANCE DANCE DANCE Sabato 26 giugno 2021 – ore 21.
Parco delle Vallere – MONCALIERI
All’interno del cartellone dei Punti Danza 2020/21 sabato 26 giugno alle ore 21 al Parco delle Vallere di Moncalieri la Compagnia EgriBiancoDanza presenta Dance Dance Dance, uno spettacolo composto da tre balletti: Sacred Dance, Secret Dance e Simply Dance.
In Sacred Dance (Danza Sacrale) l’attenzione è focalizzata sull’origine sacrale del gesto e della danza in cui si struttura, veicolo fisico e spirituale per comunicare col trascendente.
In Secret Dance (Danza Segreta) il gesto invece viene esplorato nel suo aspetto seduttivo, infatti specialmente nelle danze antiche (Pavana, Bassa Danza o Allemanda) la struttura severa e codificata non permetteva esplicite manifestazioni di desiderio, che però segretamente emergevano fra i danzatori, piccoli gesti nascondevano passioni segrete, da qui la rappresentazione di quelle danze segrete, brevi momenti di passione con epiloghi differenti, paralleli alla sobrietà dell’apparenza.
Per concludere, in Simply Dance (Semplicemente Danza) la danza viene presentata nel suo aspetto forse più conosciuto, ovvero come elemento di aggregazione e divertimento. L’aspetto ludico della danza vede anche la possibilità di divertirsi attraverso ogni genere di danza senza preclusione di stili. Un balletto ludico ed eclettico per riaffermare il concetto che la danza è una e che si manifesta sotto multiformi aspetti: una danza universale per divertire e comunicare.
Lo spettacolo è stato programmato all’interno di Moncalieri Summer Experience, il cartellone culturale estivo della Città.
Conosciamo bene l’intensità progettuale e la passione con cui lavora EgriBiancoDanza, arrivando sempre a risultati di eccellenza – commenta soddisfatta l’assessore alla Cultura Laura Pompeo – L’investimento in qualità è sempre la scelta vincente, ed è alla base di un rapporto di lunga data con Moncalieri, e in particolare con il Castello Reale, scelto più volte come location de #IPUNTIDANZA in questi anni. Non potevano certo mancare le loro produzioni nel cartellone culturale estivo di Cascina Vallere.