LE PERLE NERE DELLA MUSICA a cura di Edoardo Ferrati
Due gradevoli CD hanno per protagonista OTTORINO RESPIGHI (foto) di cui, tra l’altro, vengono proposte alcune rarità inedite, che li rendono particolarmente interessanti rispetto ad antologie più blasonate circa direttori e orchestre.
Respighi , noto soprattutto per i poemi della cosiddetta “trilogia romana”, appartiene a quel gruppo di autori che furono gli artefici del rinnovamento della musica italiana, noti come “generazione dell’Ottanta” (Casella, Alfano, Pizzetti, Malipiero). Figlio dell’organista Giuseppe e di Ersilia Putti, dopo gli studi a Bologna con Giuseppe Martucci, venne invitato in qualità di prima viola al Teatro Imperiale di San Pietroburgo dove apprese a fondo l’arte dell’orchestrazione da Nikolaj Rimskij Korsakov. Nel 1908 venne chiamato a Berlino presso la scuola di canto del celebre soprano ungherese Etelka Gerster, come pianista accompagnatore, ruolo che consentì a Respighi il contatto con personaggi del calibro di Artur Nikisch, Ferruccio Busoni, Max Bruch. Accademico d’Italia (1913), si trasferì a Roma dove fu docente all’Accademia di Santa Cecilia che diresse negli anni 1923-26. Morì d’infarto a 56 anni ed è sepolto, accanto alla moglie Elsa Olivieri Sangiacomo nel cimitero monumentale della Certosa a Bologna.-
Tra i compositori italiani del ‘900 Respighi è quello che non ha certo bisogno di sforzi promozionali. Anche musicologo si occupò della revisione di musiche di Monteverdi, Vivaldi, Marcello, interessandosi anche al canto gregoriano. Maestro dell’orchestrazione, risulta arduo da identificare tra i continuatori dello stile antico , tuttavia sue ascendenze sono ravvisabili in alcuni suoi allievi come Ennio Porrino o Lino Liviabella E’ senza dubbio il compositore italiano più eseguito da Puccini in poi: nonostante la letteratura che lo riguarda è ancora ristretta. Con ogni probabilità ha giocato un ruolo non secondario la sua presunta associazione al fascismo. Il gusto di Respighi è gusto di ieri, peculiare del primo ‘900, avverso alle correnti di pensiero che condussero al capovolgimento dei valori estetici.
OTTORINO RESPIGHI (1879-19639
Suite per archi e flauto, Mélodie et valse caressante, Suite per piccola orchestra, “Gli uccelli” suite
Roberto Fabbriciani (flauto / Orchestra Sinfonica Abruzzese diretta da Nicola Paszkowski
etichetta discografica Tactus TC 871805; durata 50’49”
Concerto all’antica, Antiche arie e danze per liuto (serie di tre suites)
Davide Alogna / Chamber Orchestra New York diretta da Salvatore Di Vittorio
Etichetta discografica: Naxos 8.573901; durata 1h. 1’.34”
Il CD Tactus propone un trittico di opere giovanili (1902-03) riscoperte dal flautista Roberto Fabbriciani tra Bologna e Venezia. Le ascendenze francesi e cajkovskiane sono palesi, ma rivissute con inflessioni personali. La suite per archi e flauto contrappone all l’umorismo dei primi due tempi una dolce Berceuse de Noel cui segue una robusta Forlane. La Mélodie et valse caressante strizza l’occhio a Massenet, mentre la Suite per piccola orchestra ha un sapore squisitamente italiano. Pregevole lavoro è la suite “Gli uccelli”(1927) dove la scelta è indirizzata a musiche dei secoli XVII e XVIII in cui il canto o il verso dei volatili vengono trattai in modo libero circa gli sviluppi e l’apparato coloristico della moderna orchestra. Le esecuzioni dell’Orchestra Sinfonica Abruzzese non si giovano di una luminosa patina sonora, tuttavia hanno una innegabile gradevolezza.
Il CD Tactus racchiude anch’esso una rarità quale il Concerto all’antica, scritto nella tonalità di la minore, ha una storia un po’ misteriosa: nonostante una sua obbiettiva bellezza non è entrato nel repertorio dei violinisti. Entrare in possesso della parte solistica ancor oggi è arduo in quanto del Concerto esiste solo una edizione a stampa ed è limitata al noleggio delle parti orchestrali. Davide Alogna ha trovato tracce del manoscritto, muovendosi tra Monaco e Bologna. Nei suoi esiti il lavoro rimanda alla forma barocca del Concerto grosso mediata dalla forma Sonata, In fin dei conti esso prova a scrollarsi di dosso il retaggio dell’800 europeo, guardandosi alle spalle, ma comunque in modo non pedissequo. La serie delle Antiche arie e danze per liuto sono ricavate da brani per liuto solo, trascritte in modo libero, rispettando tutte le caratteristiche di armonia, proprie della musica del tempo. Le musiche scelte da Respighi appartengono a quella produzione popolaresca (villanelle e canzonette) che fiorì nel periodo rinascimentale, in gran parte pubblicata anonima.
Davide Alogna al violino sfodera un suono sfolgorante, vivo fraseggio quanto basta. La Chamebr Orchestra of New York è notevole per precisione e compattezza. La direzione di Salvatore Di Vittorio non sembra essere attenta alla bellezza dei dettagli strumentali che in Respighi sono fondamentali. Comunque, chapeau all’apostolato respighiano di Alogna-Di Vittorio.