PIEMONTE ARTE: MUSEO TESSILE CHIERI, RITRATTI SABAUDI, DE LOHNY, PAGINE DI CANAPA, IVREA, ARTISSIMA, AVIGLIANA, BRTONE, AOSTA, VERBANIA, GARELLI, RACCONIGI, GEC ART…

coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo

 

CHIERI. MUSEO DEL TESSILE. MOSTRA PERSONALE DI LIKU MARIA TAKAHASHI

Inaugurazione Sabato 17 luglio 2021 – ore 15.00 – Via Santa Chiara, 5

Sabato 17 luglio, alle ore 15, alla sala della Porta del Tessile, in via Santa Chiara 5, si svolgerà la CERIMONIA di conferimento del Premio “Navetta arcobaleno” del Museo del Tessile di Chieri. Il Premio, che consiste in una medaglia fusa in bronzo con tecniche tradizionali dallo scultore lucano Antonio Saluzzi, esprime la volontà della Fondazione Chierese per il Tessile e Museo del Tessile di valorizzare il talento nelle sue molteplici espressioni legate al mondo delle arti tessili. A Liku Maria Takahashi il riconoscimento è assegnato “per essersi distinta nel coniugare un linguaggio multisensoriale d’inedito conio con l’arte tessile, le sue suggestioni e i suoi intrecci culturali così da stimolare creatività e realizzare una comunione d’intenti fra persone di ogni dove”. In termini filosofici, sostiene Takahashi, il metodo Maris crea incontri facendo sì che l’arte getti i semi della comprensione. Questa “visione” si potrà meglio comprendere visitando la MOSTRA ANTOLOGICA dell’Artista che si inaugura alla sala della Porta del Tessile di Chieri. Oltre a due delle sue famose Zebre e ad una selezione delle Bandiere del Maris National Flag Project (2012—2019) realizzate da bambini e adulti di tutto il mondo, sarà esposta la Maris World Standard Table, che mostra la corrispondenza fra diverse granulometrie di sabbia, essenze e nuances di colore. Interverranno, insieme all’Artista e alla sua assistente italiana Gabriella Cioni, Alessandro Sicchiero, Sindaco della Città di Chieri, Antonella Giordano, Assessore alla Cultura della Città di Chieri, Giovanni Laiolo e Christian Bruno, rispettivamente Presidente  e Consigliere con delega alla Cultura dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti (UICI) – Sezione di Torino, Consigliere con delega alla Cultura dell’UICI, Melanie Zefferino, Presidente della Fondazione Chierese per il Tessile e Museo del Tessile e i consiglieri di amministrazione della Fondazione. A seguire, avrà luogo la piantumazione di un un gelso (Bombyx mori), l’albero dei bachi da seta, nell’Orto botanico del Museo del Tessile (a seguire sarà servita una granita al gelso). «È questo un gesto ispirato all’esempio di Joseph Beuys a Kassel-dice Melanie Zefferino-che rinnoviamo con l’intento collettivo di legare idealmente, con un filo invisibile, Chieri e il quartiere Setagaya di Tokyo, dove ha sede la Scuola di Belle Arti in cui sono stati preparati materiali e supporti per il workshop Maris a cura di Liku Maria Takahashi presso il nostro museo». L’iniziativa nel suo insieme, intitolata «Il metodo Maris: sinestesie d’arte per abilità differenti», fa parte del ciclo di conferenze «ARS ET INDUSTRIA», organizzato dalla Fondazione Chierese per il Tessile e Museo del Tessile con il patrocinio del Comune di Chieri, della Città Metropolitana di Torino, della Regione Piemonte e di UICI (sezione di Torino), e il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando CivICA-progetti di cultura e innovazione civica. Nei tre giorni successivi alla premiazione di Takahashi e all’inaugurazione della sua mostra (18, 19 e 20 luglio) al Museo del Tessile di Chieri, l’Artista condurrà laboratori artistici con l’impiego della tecnica Maris, riservati a bambini e adulti con disabilità visiva individuati dalla UICI di Torino. I partecipanti riprodurranno con la tecnica Maris un disegno tessile creato negli anni Venti dallo Studio Serra & Carli di Chieri, un motivo vegetale stilizzato, per la precisione un Trifoglio blu, di cui il Museo del Tessile conserva la messa in carta millimetrata nel suo archivio storico. Inoltre, saranno organizzate visite esperienziali gratuite all’Orto botanico del Tessile, a cura di Giulia Perin, riservate a persone con disabilità visiva. Nel percorso espositivo del Museo del Tessile, recentemente riaperto con nuovo allestimento, saranno previste alcune stazioni tattili, a cura dell’artista Lisa Fontana, anch’esse riservate a persone non vedenti o ipovedenti.

Sabato 17 luglio dalle 15:00 alle 18:30

Possibilità di visitare la mostra, il Museo del Tessile e l’Orto del Tessile

Prenotazione obbligatoria: prenotazioni@fmtessilchieri.org

Biglietto: 3 euro (ridotto), gratuito per le persone con disabilità visiva.

Apertura straordinaria: domenica 18, lunedì 19, martedì 20 luglio – dalle 9:30 alle 12:30.

 

GALLERIA SABAUDA. “COME PARLA UN RITRATTO. DIPINTI POCO NOTI DALLE COLLEZIONI REALI”

Spazio Scoperte, dall’8 luglio al 7 novembre 2021)

  Fino al 7 novembre i ritratti tornano protagonisti ai Musei Reali di Torino con la mostra Come parla un ritratto. Dipinti poco noti dalle collezioni reali, ospitata nello Spazio Scoperte della Galleria Sabauda. Nata nell’ambito di un progetto didattico-formativo avviato nel 2018 con il Dipartimento Studi Storici dell’Università degli Studi di Torino, l’esposizione si concentra sui temi della ritrattistica e sulla vivacità della cultura figurativa presso la corte sabauda. Tra ripresa di modelli internazionali – da Tiziano a Clouet, da Van Dyck a Meytens – suggestioni e reinterpretazioni locali, la mostra propone una serie di ipotesi che meritano nuovi approfondimenti, sia sul piano iconografico che attributivo. Articolata in quattro sezioni tematiche che sottolineano i diversi aspetti della ritrattistica sabauda ed europea (“L’immagine del potere”, “La corte femminile”, “Legami di famiglia. L’infanzia” e “Alleanze internazionali”), l’esposizione ripercorre tre secoli di storia, illustrando le strategie diplomatiche elaborate dalle corti, il valore dei ritratti femminili come omaggio al potere, le “istantanee” familiari inviate a corte per possibili alleanze matrimoniali e le immagini dei bambini, simbolo di una fanciullezza messa in mostra e nello stesso tempo negata. La sequenza dei ritratti presi in esame mette in evidenza il ruolo che essi hanno svolto nella rappresentazione solenne e celebrativa del potere politico e militare, nella descrizione della ricchezza e del prestigio dei soggetti effigiati, ma anche l’illustrazione degli affetti, della fisicità e della sfera psicologica dei personaggi immortalati. Molti sono, infatti, gli elementi che guidano nella lettura di un’immagine: lo sguardo e l’espressione del volto permettono di vedere oltre le apparenze per catturare la personalità di coloro che sono raffigurati, portandone alla luce emozioni e inclinazioni, al di là della loro identità a volte ignota. Alla definizione della rappresentazione contribuiscono anche la posa, i gesti delle mani, lo spazio circostante, aspetti che di frequente rispondono a regole sociali rigidamente codificate. Un ruolo fondamentale è poi svolto dalle iscrizioni, dagli elementi araldici, dagli abiti e dai gioielli spesso carichi di significati simbolici. Gli ornamenti e le onorificenze che i personaggi indossano con orgoglio attestano il loro status sociale, il potere e la ricchezza raggiunti. Spesso nella composizione sono inseriti anche elementi che alludono alla funzione del ritratto e al suo significato, come alcuni animali evocativi delle virtù delle persone ritratte, indizi che non sempre si è in grado di interpretare. I ritratti, funzionali al cerimoniale degli antichi palazzi di corte e alla storia dinastica, possono recare alcune insidie, come manipolazioni subite nel corso del tempo con false iscrizioni per aggiornamenti iconografici, modifiche delle dimensioni o inserimenti in cornici successive o ancora problemi attributivi quasi insormontabili, di fronte alla rarità di opere documentate con le quali proporre confronti. Questo tema così complesso e affascinante è stato affrontato da un gruppo di 40 studenti del Corso di Laurea magistrale in Storia dell’Arte, in dialogo con docenti, studiosi, conservatori e restauratori. L’obiettivo è stato quello di avvicinare gli studenti alle esigenze della conservazione, della ricerca e della valorizzazione, grazie alla messa in campo delle differenti competenze delle due importanti istituzioni culturali.

La mostra è visitabile dal martedì alla domenica dalle 9 alle 19  con il biglietto ordinario dei Musei Reali.

 

IL RINASCIMENTO EUROPEO DI ANTOINE DE LONHY: DUE MOSTRE A SUSA E A TORINO

In questi ultimi anni si sta riscoprendo un artista che era stato per secoli dimenticato. Antoine de Lonhy (documentato dal 1446 in Borgogna – morto verso il 1490 nel ducato di Savoia) è stato un artista itinerante, fra la Borgogna, la Francia meridionale (Tolosa) la Catalogna (Barcellona), la Savoia e il Piemonte. Attivissimo come pittore, si dedicò anche ad altre forme di espressione figurativa: la scultura, la miniatura, la pittura di vetrate, il ricamo. Nonostante l’altissima qualità della sua produzione, e la grande attività lavorativa, fu colpito più di tanti altri dal radicale mutamento nel gusto verificatosi nel XVI secolo, e dalle vicende complesse del patrimonio artistico della fine del Medioevo. Le sue opere furono disperse, spesso malamente smembrate e danneggiate, al punto che se ne dimenticò del tutto l’esistenza. Per un certo tempo, molte opere sono state riunite sotto le diverse denominazioni convenzionali, quali Maestro delle Ore di Saluzzo e Maestro della Trinità di Torino. Solo in anni molto recenti si è compreso che si trattava di un unico autore, e pazienti ricerche d’archivio hanno condotto ai pochi dati biografici oggi disponibili su questo sfuggente personaggio. Una grande occasione per valutare l’importanza della sua personalità è data da una grande esposizione dal titolo «IL RINASCIMENTO EUROPEO DI ANTOINE DE LONHY» in due sedi coordinate: a Susa, presso il Museo Diocesano, è in corso la mostra curata da Vittorio Natale, che sarà visitabile fino al 10 ottobre; a Palazzo Madama, dal 23 settembre al 9 gennaio 2022, il percorso espositivo sarà completato con una mostra curata da Simone Baiocco e Simonetta Castronovo. Particolarmente stimolante sarà la possibilità di visitare le due mostre in successione, nel periodo di apertura congiunta. La mostra di Susa sarà tra l’altro l’occasione per vedere finalmente esposte le due tavole lignee provenienti dalla chiesa di Santa Maria di Vezzolano, riconosciute come opera di un artista strettamente legato al de Lonhy ed originariamente usate come ante di una teca che racchiudeva il complesso scultoreo dell’altare di Carlo VIII. Il restauro delle due grandi tavole, dipinte da entrambi i lati, è ancora in corso ad opera del laboratorio Nicola di Aramengo (sono ora visibili tre delle quattro facciate), ed è stato interamente finanziato grazie alla raccolta di fondi effettuata in questi ultimi due anni in occasione dell’esposizione del Presepe di Anna Rosa Nicola.

Nell’immagine particolare della Natività, originariamente collocata in Santa Maria di Vezzolano

 

 

PROROGATE AL 30 AGOSTO 2021 LE MOSTRE: LA MADONNA DELLE PARTORIENTI DALLE GROTTE VATICANE RITRATTI D’ORO E D’ARGENTO

Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica

Piazza Castello – Torino

Visto il successo di pubblico, Palazzo Madama ha deciso di prorogare fino al 30 agosto 2021 le mostre La Madonna delle Partorienti dalle Grotte Vaticane (ultimo decennio del XV sec.), il prezioso affresco di Antoniazzo Romano, presentato per la prima volta al pubblico, dopo un lungo e complesso restauro, nella Corte Medievale del museo e Ritratti d’oro e d’argento. Reliquiari medievali in Piemonte, Valle d’Aosta, Svizzera e Savoia, a cura di Simonetta Castronovo, allestita nella Sala Atelier di Palazzo Madama. La Madonna delle Partorienti dalle Grotte Vaticane realizzata da Antoniazzo Romano (1435-1508) alla vigilia del Giubileo del 1500, si trovava in origine nel transetto meridionale della vecchia basilica, sopra l’altare della cappella Orsini. Durante i lavori per la costruzione del nuovo San Pietro, l’affresco fu staccato dalla parete e nel 1574 fu collocato in una nicchia dietro un altare a ridosso del muro che divideva l’antica chiesa dal cantiere del nuovo San Pietro. Qui continuò a raccogliere la devozione dei fedeli e, soprattutto, delle donne in attesa del parto. Rimosso anche da questo luogo nel 1605, venne poi portato nelle Grotte Vaticane e nel 1616 trovò definitiva collocazione in una cappella appositamente ricavata sotto il pavimento della basilica. L’immagine della Madonna delle Partorienti – o “degli Angeli” –  come veniva chiamata nel Cinquecento – venne allora ridotta di dimensione, perdendo l’originaria mandorla con variopinte figure di cherubini, che tuttavia si possono ammirare nell’inedita e attendibile proposta ricostruttiva presentata in mostra. La mostra Ritratti d’oro e d’argento espone una galleria di busti reliquiario dal Trecento al primo Cinquecento, provenienti da tutte le diocesi del Piemonte e raffiguranti santi legati alle devozioni del territorio e alle titolazioni di determinate chiese locali, oltre ad alcuni esemplari dalla Svizzera e dall’Alta Savoia. Documentati già dall’XI secolo per contenere la reliquia del cranio di certi santi, i busti sono a tutti gli effetti dei ritratti in oreficeria, solitamente in rame o in argento dorato, spesso arricchiti da pietre preziose, vetri colorati e smalti. Una produzione   specificatamente medievale, in cui convivono il gusto per il ritratto di tradizione classica e le pratiche devozionali teorizzate da alcuni ecclesiastici e filosofi del XII secolo, secondo cui la contemplazione dell’immagine di un santo, realizzata con materiali preziosi, poteva condurre il fedele verso l’elevazione spirituale. I busti e le teste reliquiario si configurano quindi come opere di valenza doppia: sia opere d’arte sia ricettacolo delle reliquie dei santi che rappresentano e in quanto tali oggetto della venerazione dei fedeli.

 

CUNEO. FONDAZIONE PEANO: “PAGINE DI CANAPA”

di Rosaria Torquati

Disegni, immagini e parole tracciati su antichi teli di canapa a tessitura artigianale.

Pagine preziose dedicate a Libereso Guglielmi

A cura di Claudio Porchia

GIARDINO MUSEALE

Fondazione Peano

Corso Francia 47 – 12100 Cuneo

Dal 10 luglio al 3 ottobre

dal giovedì alla domenica ore 16-19

Fondazione Peano è lieta di presentare il progetto “Pagine di Canapa”, un’installazione scenografica all’interno del proprio giardino dedicata alla figura di Libereso Guglielmi, botanico di fama internazionale noto al grande pubblico come il “giardiniere” di Calvino. “Pagine di Canapa” è un progetto della creativa e designer marchigiana Rosaria Torquati nato dalla collaborazione con “La forza della natura”, un festival ideato e curato da Claudio Porchia proprio per ricordare la figura di Libereso e promuovere tematiche a lui care: dal recupero della biodiversità alla sostenibilità ambientale, dal rispetto della natura alla promozione di una dieta vegetariana. Il progetto si compone di disegni, immagini e parole tracciati su teli di canapa a tessitura artigianale che raccontano il credo di Libereso, la sua passione per la natura e il disegno, il suo legame con Italo Calvino e gli amici marchigiani. I lunghi teli di canapa – appesi agli alberi e a corde tese tra essi – diventano una sorta di quinte scenografiche e accompagnano il visitatore lungo il percorso di scoperta del giardino e della figura di Libereso.  Si tratta di un allestimento adatto a tutti: dagli amanti di Libereso e Italo Calvino, agli appassionati di disegno e botanica o cucina vegetariana, alle famiglie con bambini. “Pagine di Canapa” è  proposto nell’ambito del progetto “Giardino da Vivere” vincitore del bando Musei da Vivere di Fondazione CRC e ci accompagnerà il pubblico della Fondazione per tutta la stagione estiva fino al 3 ottobre. L’installazione sarà visitabile dal giovedì alla domenica ad ingresso libero e gratuito. Inaugurazione sabato 10 luglio alle ore 18.

 

IVREA PRESENTA IL SUO PROGETTO DI CANDIDATURA PER IL TITOLO DI CAPITALE ITALIANA DEL LIBRO 2022

Il dossier è il frutto del lavoro collettivo realizzato con oltre cinquanta partecipanti aderenti alle comunità del libro: lettori, editori, insegnanti, autori, bibliotecari, librai e referenti del mondo digitale.

Presentato a Ivrea il dossier di candidatura per il titolo di Capitale italiana del libro 2022, alla quale la città eporediese, prima Capitale d’Italia sotto il Re Arduino e luogo di grandi innovazioni sociali e culturali nell’epoca di Camillo e Adriano Olivetti, si candida. Il dossier è il risultato di un lavoro collettivo che ha coinvolto oltre cinquanta persone aderenti alle comunità del libro: lettori, editori, insegnanti, autori, bibliotecari, librai e referenti del mondo digitale che, in tempi record, si sono confrontati e hanno realizzato il documento che è stato formalmente consegnato al Ministero della Cultura domenica 11 luglio. Il progetto è dunque frutto di un percorso plurale a più voci: tutti gli interessati hanno potuto prendere parte ed esprimere il loro pensiero in occasione del town meeting realizzato a maggio, o negli incontri digitali che si sono tenuti successivamente. Le idee sono state presentate, discusse e oggi sono oggetto del dossier di Ivrea candidata a Capitale italiana del libro 2022. Per la costruzione del progetto si sono scelte dunque le strade della partecipazione e dell’inclusione, due aspetti che esprimono il senso più profondo del tema scelto, quello della “Comunità”, intesa nell’accezione olivettiana, cioè affiancando allo sviluppo economico la crescita culturale, sociale, urbanistica del territorio, ponendo al centro di tutto la persona, snodo centrale del progetto di imprenditoria civile di Adriano Olivetti. L’oggetto-simbolo della candidatura è la macchina per scrivere Lettera 22, quasi a voler creare un legame tra il passato della città eporediese e il suo futuro. Il design caratteristico di questo iconico oggetto disegnato nel 1950 dall’architetto e designer Marcello Nizzoli, ha ispirato il logo, disegnato da Luca Begheldo. Il dossier prende il via dal capitale territoriale presente, che costituisce la base su cui si è sviluppata l’idea della candidatura, prima tra tutte la Biblioteca Civica C. Nigra che dal 1978 è Centro Rete del Sistema Bibliotecario di Ivrea e Canavese: sono 71 le biblioteche del territorio per un bacino complessivo di oltre 240.000 abitanti che vi fanno riferimento. Intorno a questo patrimonio culturale si sta lavorando per realizzare un nuovo Hub Culturale nel quale potranno essere ripensate ed implementate le funzioni, il ruolo culturale e gli spazi della biblioteca stessa. Nel frattempo, la Biblioteca sta lavorando a due importanti progetti legati alla qualifica di Città che Legge, concessa nel 2017 dal Cepell (Centro per il libro e la lettura, istituto autonomo del MiC) e alla sottoscrizione del Patto Locale per la Lettura del gennaio 2021, finalizzata alla costituzione di una rete territoriale di promozione della lettura che conta ad oggi 77 sottoscrittori tra Comuni e biblioteche del territorio, librerie, case editrici, istituti scolastici, associazioni culturali e sociali, con un coinvolgimento complessivo ad oggi di 129.376 abitanti. Ivrea si riconosce anche ne La grande invasione – Festival della lettura che, giunto alla nona edizione, ha conquistato un posto di rilievo tra i più importanti festival culturali nazionali. Contribuiscono alla ricchezza culturale legata ai libri e alla lettura: l’Associazione Archivio Storico Olivetti, con la sua Biblioteca specializzata nella storia della Società Olivetti che comprende monografie, letteratura grigia e periodici provenienti dalle biblioteche di fabbrica Olivetti, conferite all’ente grazie alla convenzione di deposito stipulata nel 1998; le Edizioni di Comunità, fondate da Adriano Olivetti nel 1946 e che promuovono un dialogo autentico tra la modernità del pensiero olivettiano e l’attualità; la presenza sul territorio dei Codici Miniati della Biblioteca Diocesana. Il dossier si sviluppa secondo tre linee, che fanno da fil rouge agli eventi e ai progetti proposti rappresentando altrettante direzioni (e talvolta contrasti) presenti nel mondo editoriale: sillabico/iconico, che mette in evidenza il rapporto tra immagine e parola; fisico/digitale, che riguarda la forma più materiale del libro ma anche il modo di fruire la lettura; qualità/quantità, che riguarda molti aspetti, dalla produzione alla lettura. Il programma del 2022 sarà strutturato in trimestri di attività e si concluderà a dicembre con la realizzazione del Manifesto per il futuro del libro. Gli appuntamenti che già animano la Città, a partire dal Carnevale, saranno parte integrante di questa nuova strada, coniugando in maniera virtuosa passato e futuro, patrimonio materiale e immateriale.

Costanza Casali

Tantissimi i sostegni alla candidatura di Ivrea a Capitale italiana del libro 2022: più di 60 sono le lettere arrivate da istituzioni e rappresentanti del mondo culturale nazionale, regionale e locale, dai Comuni del territorio e da quelli aderenti al Sistema Bibliotecario di Ivrea e Canavese, da librai, editori, fondazioni, istituzioni scolastiche, associazioni culturali e dalla Casa Circondariale di Ivrea. A questi si aggiungono i 79 sottoscrittori del Patto Locale per la Lettura, volto alla costituzione di una rete territoriale di promozione della lettura per un coinvolgimento complessivo ad oggi di oltre 130.000 abitanti. L’elenco dei sostenitori è sempre aggiornato sul sito della candidatura https://ivreacapitaledellibro.it/.

Come sottolinea il Sindaco di Ivrea Stefano Sertoli “L’Amministrazione di Ivrea è orgogliosa di aver visto tanta partecipazione e tante espressioni di sostegno alla nostra candidatura. Siamo abituati a metterci in gioco grazie al patrimonio culturale, sociale, imprenditoriale, architettonico della nostra città. Sapevamo che essere riconosciuti Patrimonio Mondiale UNESCO come “Città industriale del XX secolo” avrebbe generato molte importanti opportunità e avrebbe portato anche chi guida la città, i cittadini e gli stakeholder territoriali a impegnarsi. Speriamo di essere selezionati. Questo percorso è comunque una base importantissima e sarà un volano di collaborazione e crescita”.

L’Assessore alla Cultura di Ivrea Costanza Casali dichiara: “L’Amministrazione ha lavorato con dedizione a questo progetto poiché ritiene che possa rappresentare una grossa opportunità di crescita della realtà eporediese e di tutto il Canavese, portandola alla ribalta anche a livello nazionale. In caso di vittoria, il nostro territorio potrà essere luogo di sperimentazione per la valorizzazione della lettura, ponendosi l’ambizioso obiettivo di diventare un modello per tutta l’Italia. Il dossier che verrà presentato è un dossier a più voci, che non è il frutto dell’idea di un progettista culturale che ha calato dall’alto il proprio pensiero, ma è un progetto inclusivo e partecipato, costruito con la comunità. Anche tutti gli eventi della città – Carnevale, La Grande Invasione, Open Paphyrus Jazz Festival e altri – faranno parte di questa nuova strada della città stessa, coniugando in maniera virtuosa passato e futuro, patrimonio materiale e immateriale. Sono stati tantissimi gli aderenti e i sostenitori, e questo a riprova che si è saputo fare rete e comunità, che è il fil rouge di questa candidatura. In ogni caso, anche qualora non si vincesse, si intende portare avanti un programma di attività, non disperdendo il lavoro e le energie profuse in questo progetto”.

Dopo la consegna del dossier, proseguiranno le attività digitali sui canali social di Ivrea Capitale italiana del libro 2022, in attesa del verdetto finale previsto entro il 30 novembre di quest’anno. La città vincitrice, a cui spetterà il contributo di 500.000 Euro dal Ministero della Cultura, raccoglierà il testimone da Vibo Valentina capitale 2021 che è seguita a Chiari (BS) prima Capitale del libro nel 2020.

 

ARTISSIMA 2021. SECONDA EDIZIONE DEL TORINO SOCIAL IMPACT ART AWARD: ANNUNCIATI I VINCITORI DEL BANDO ZOOM IN/ZOOM OUT

 Il progetto Torino Social Impact Art Award – ideato da Artissima e Torino Social Impact e rivolto a talenti con una formazione nel mondo dell’arte contemporanea e background multiculturale e migratorio – annuncia i vincitori della seconda edizione del bando di residenza: Monia Ben Hamouda (Milano, 1991) e il collettivo MRZB.  Selezionati attraverso una call alle principali Accademie di Belle Arti pubbliche e private e Università italiane, i vincitori avranno l’opportunità di vivere in residenza a Torino per 20 giorni nel mese di luglio per lavorare alla creazione di una nuova opera video o fotografica, offrendo attraverso l’arte un contributo alla trasformazione della percezione sociale di temi particolarmente urgenti o di storie di vita considerate “lontane”. Base della residenza sarà Combo, partner hospitality del progetto e format innovativo che unisce all’idea di accoglienza una programmazione artistica e culturale aperta alla sperimentazione. I video o le fotografie prodotte nel periodo di residenza verranno presentati ad Artissima 2021 (5-7 novembre).  Gli artisti potranno avvalersi di un servizio di tutoring a cura di Matteo Mottin e Ramona Ponzini, fondatori dell’art project Treti Galaxie che, insieme ad Artissima e Torino Social Impact, accompagneranno i vincitori alla scoperta della città e delle sue espressioni culturali e sociali più significative. I talenti selezionati saranno guidati nel percorso di produzione dell’opera e potranno confrontarsi con i curatori del progetto e con la rete di Torino Social Impact attiva sul territorio, scoprendo il mondo dell’imprenditorialità e dell’innovazione sociale.  I due vincitori sono stati selezionati dal Comitato del “Torino Social Impact Art Award” composto da Ilaria Bonacossa, Direttrice di Artissima, Giovanna Melandri, Presidente del MAXXI e Presidente di Social Impact Agenda per l’Italia, Mario Calderini, docente al Politecnico di Milano e Portavoce di Torino Social Impact, Antonio Damasco, Direttore Rete Italiana di Cultura Popolare, Matteo Bergamini, direttore editoriale di Exibart, Matteo Mottin e Ramona Ponzini, fondatori dell’art project Treti Galaxie e tutor della seconda edizione del premio.  Il bando 2021, dal titolo ZOOM IN/ZOOM OUT evoca, da un lato il nostro vivere virtuale contemporaneo che ha costretto l’arte a essere fruita quasi esclusivamente da remoto, e dall’altro conduce a una riflessione sulla capacità di acquisire una visione nuova e inaspettata della società se la si osserva da molto vicino o da molto lontano. La specifica storia e formazione dei vincitori offrirà accesso a queste prospettive tanto diverse quanto preziose permettendo loro di raccontare in modo trasversale la società contemporanea di Torino in quanto emblematica di un Paese che si sta trasformando.  Il Torino Social Impact Art Award nasce dal desiderio di mettere in dialogo l’arte e l’innovazione sociale con l’obiettivo di attivare azioni tese a incidere sul presente e sulla società contemporanea. Partendo dalla convinzione che l’arte sia in grado di fornire strumenti e spazi fisici per interrogarsi sulle urgenze sociali della contemporaneità, il progetto mira a sperimentare il campo delle arti come catalizzatore dell’elaborazione di nuove risposte e di soluzioni strutturate. L’obiettivo è offrire la possibilità di accedere alla carriera artistica a giovani che provengono da contesti “altri” per ipotizzare forme di inserimento sociale nel mondo della cultura italiana e la diffusione di messaggi capaci di trasformare positivamente la percezione di ciò che può comunemente apparire come lontano, estraneo o diverso.

 

AVIGLIANA. MOSTRA: LA MOSSA DEL CAVALLO

Ceramisti, scultori, pittori e artisti del vetro interpretano il tema del cavallo – ex Chiesa di Santa Croce – Piazza Conte Rosso – Avigliana (To)

Artisti: Franca BARALIS, Anna BERNASCONI, Ines Daniela BERTOLINO, Cetty BONIELLO, Nadia BRUNORI, Ilaria CHIOCCHI, Alfredo CIOCCA, Luisella COTTINO, Giovanna CRESCINI, Giuliana CUSINO, Francesca DELLA BETTA, Piero DELLA BETTA, Francesco DI MARTINO, Maria José ETZI, Rocco FORGIONE, Lucia GALASSO, Giuseppe GARAU, Sonia GIROTTO, Elisabetta GRANDI, Grazia GRAVINA, Beppe GROMI, Giancarlo LAURENTI, Susanna LOCATELLI, Guglielmo MARTHYN, Enrico MASSIMINO, Elena MONACO, Mahtab MOOSAVI, Oscar PENNACINO, Ylli PLAKA, Guido ROGGERI, Juan SANMIGUEL, Marina TABACCO, Mara TONSO, Sergio UNIA, Nino VENTURA, Massimo VOGHERA, Serena ZANARDO.

da sabato 10 luglio a domenica 29 agosto 2021. Orario di apertura:    sabato e domenica dalle 16:00 alle 20:00

Nella storia dei popoli quella del cavallo non è una presenza banale, lo sanno bene i due curatori, Luigi Castagna e Giuliana Cusino, che hanno scelto il cavallo come tema di questa notevole mostra che aprirà i battenti nella ex chiesa di Santa Croce situata nella preziosa piazza medievale del Conte Rosso ad Avigliana. Anche il titolo della mostra riserva a questo nobile animale il ruolo di status symbol che lo rende protagonista tra i pezzi del gioco degli scacchi.Ed è proprio dalla scultura del maestro Piero della Betta, posta al centro della mostra, che si dipanano le opere dei numerosi artisti che interpretano il tema, quasi fossero altri pezzi della scacchiera. Ma il cavallo oltre ad essere uno fra gli animali più amati ed ammirati per la sua bellezza, forza ed eleganza, riveste anche un ruolo fondamentale nella storia umana. Tutti noi siamo affascinati dalle decorazioni sulle pareti delle caverne o sui ripari sotto roccia che i nostri predecessori dell’Età della Pietra ci hanno lasciato quale eredità culturale. I disegni dai colori vividi e accesi sono per noi delle opere che dimostrano la necessità dell’uomo di immortalare la realtà attraverso l’arte. Le loro opere dovevano forse avere uno scopo propiziatorio. Tuttavia, un interessante studio su Journal of Archeological Science Report mette in risalto un fatto particolare: i cavalli furono gli animali più rappresentati nell’arte preistorica. Il fatto ė particolarmente interessante perché il cavallo ė stato addomesticato dall’uomo millenni dopo. Lo studio in questione ha esaminato più di 4700 esempi di arte del paleolitico provenienti da diversi luoghi dell’Europa risalenti ad un arco temporale compreso tra i 12000 e i 30000 anni fa e dimostra come il cavallo sia il più rappresentato, immediatamente seguito dal bisonte. I cavalli venivano rappresentati all’interno delle caverne in posti alti e visibili dove il disegno poteva risaltare rispetto agli altri animali. Eleganza, fierezza, libertà: quali altri aggettivi possiamo usare per descrivere un cavallo? Grandi autori hanno dedicato versi che descrivono e raccontano questo nobile animale ma forse quello che racchiude il motivo di tanti scritti ė stato quello del grande drammaturgo inglese Benjamin Jonson, nato nel ‘500: “Chiedimi di mostrarti poesia in movimento, e ti mostrerò un cavallo”.

Donatella Avanzo

archeologa e storica dell’arte

 

A SAN PIETROBURGO “CAR DESIGN: NUCCIO BERTONE. CENTO ANNI DI STILE ITALIANO – I MODELLI COUPÉ”

La mostra Car Design: Nuccio Bertone. Cento Anni di Stile Italiano – I modelli coupé – in programma al Museo di Architettura e Design di Ekaterinburg dal 7 luglio al 1° agosto 2021 rientra nell’articolato programma di iniziative della settimana culturale italiana che l’Ambasciata d’Italia a Mosca, l’Istituto Italiano di Cultura di Mosca e l’ENIT, organizzano in concomitanza con l’evento INNOPROM a Ekateringburg che vede l’Italia Paese ospite d’onore con la partecipazione di 61 imprese tecnologiche italiane. La mostra Car Design: Nuccio Bertone. Cento Anni di Stile Italiano – I modelli coupé – la cui inaugurazione è concomitante alla celebrazione nel mondo dell’Italian Design Day – è un tributo al design automobilistico italiano attraverso uno dei più importanti artefici della storia del design automobilistico, iniziata nel lontano 1921. In oltre un secolo di attività la carrozzeria torinese Bertone ha firmato modelli entrati nella storia dell’automobile e del design, dagli albori delle prime vetture con Giovanni Bertone, fondatore della Bertone, alla storia dell’eccellenza, dell’esplorazione creativa e dell’evoluzione delle concept cars volute da Nuccio Bertone. La mostra, curata da Enzo Fornaro, ha come focus i modelli coupé, realizzati tra gli anni 50 del secolo scorso e il 2012, anno del centenario della Bertone. Il MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile, partner dell’evento, ha prestato tre modelli firmate Bertone della sua collezione: l’Alfa Romeo Giulietta Sprint del 1954 – disegnata da Mario Boano e Franco Scaglione – il Mascherone Alfa Romeo Giulietta Sprint del 1954 – modello utilizzato per la creazione della coupé donato al Museo dallo stesso Nuccio Bertone – e la Iso Rivolta Lele F del 1972, disegnata da Marcello Gandini. Oltre alle vetture del MAUTO, saranno esposte la Alfa Romeo Montreal – disegnata da Marcello Gandini e presentata come dream car all’Esposizione Universale di Montreal del 1967 – la Lamborghini Espada – un’interpretazione di stile molto particolare di una coupé dalle abbondanti dimensioni, che le riviste di moda dell’epoca definivano “un salotto di gran lusso che corre a 250 all’ora” – la concept car Nuccio, creata per celebrare il centenario della Bertone e presentata al Salone dell’Automobile di Ginevra nel 2012. Queste vetture provengono dal Museo Bonfanti Mivar di Bassano del Grappa e dalla Collezione Lopresto. Accanto ai modelli esposti, un’ampia raccolta di disegni e fotografie che permettono di ripercorrere l’impressionante viaggio del design automobilistico italiano compiuto dalla Bertone in oltre cento anni di attività; un ritratto di Nuccio Bertone fatto da Giorgetto Giugiaro messo a disposizione dalla Fondazione Nuccio Bertone, a ricordo dell’insegnamento che Bertone ha trasmesso all’epoca al giovane Giugiaro, così come a tutti gli altri designer che sono stati in Bertone; alcuni disegni provenienti dall’Archivio di Stato italiano e facenti parte dello storico Archivio Bertone, come i “figurini” che accompagnavano la presentazione dei nuovi modelli e i disegni di progettazione; alcuni ricordi speciali legati alle gare automobilistiche, per le quali Bertone ha progettato modelli di grandissimo successo, primo fra tutti la mitica Lancia Stratos; le tute con cui i celebri piloti Munari e Mannucci hanno trionfato nei rally di Montecarlo con la mitica Lancia Stratos e la tuta di Giorgio Pianta vittorioso con la Fiat 131 Abarth; lo scooter Innocenti Lambretta Lui, nato dalla matita di Marcello Gandini nel 1968, ideato per i giovani utenti della strada, protagonisti di quella nuova era in cui la popolazione dei giovani divenne una voce importante della società mondiale.

Curatore: architetto Enzo Fornaro. Patrocinio: Ambasciata d’Italia di Mosca – Istituto Italiano di Cultura di Mosca

Partner: Fondazione Nuccio Bertone – Museo Nazionale dell’Automobile di Torino – Museo Bonfanti Vimar – Registro Ancêtres Club Italia – Collezione Lopresto

Sponsor ufficiale: Pirelli. Organizzazione: Museo di Architettura e Design di Ekateringburg – EF International Service Art

 

 

AOSTA.  MOSTRA ALBERTO SELVESTREL, ALESSANDRA ZUCCO. ORIZZONTI INTERIORI.

Presso la sede espositiva Hôtel des États di Aosta, apre la mostra Alberto Selvestrel, Alessandra Zucco. Orizzonti interiori. L’esposizione, realizzata dalla Struttura Attività espositive e promozione identità culturale e curata da Daria Jorioz, propone un progetto inedito che accosta le immagini del giovane Alberto Selvestrel e le opere della scultrice valdostana Alessandra Zucco. Le fotografie di Alberto Selvestrel sono il frutto dell’osservazione dei luoghi attraversati dalla luce. Si tratta di un approccio che non lascia nulla al caso, che coglie le geometrie impreviste delle ombre e il dialogo dei volumi architettonici con la natura, per comporre immagini raffinate e vicine all’astrazione. Alessandra Zucco rivela un’impostazione creativa che rende le sue sculture riconoscibili e preziose. Grazie alla linearità delle forme realizza opere dalla grazia essenziale. L’acero quale essenza lignea privilegiata diventa per lei una cifra espressiva personale. Ma anche quando scolpisce il noce raggiunge un’efficace sintesi formale. Alberto Selvestrel è nato a Torino nel 1996. Nel 2014, diciassettenne, si avvicina alla fotografia con una particolare attenzione rivolta al paesaggio. Approfondisce da autodidatta le sue ricerche e si focalizza sul paesaggio antropico e le sue modificazioni, sviluppando uno stile personale caratterizzato da composizioni geometriche e minimali. La sua ricerca è volta a condensare il massimo dell’espressione concettuale nel minimo della forma. Nel 2017 esce il suo primo libro fotografico, Images, che viene recensito da importanti riviste e giornali stampati e da testate online di tutto il mondo. Nel 2017 espone i suoi lavori fotografici in Italia e nel 2018 a Londra e Bruxelles. Nel 2019 pubblica un secondo volume fotografico, Link, con la prefazione di uno dei maggiori fotografi italiani, Giovanni Gastel. Partecipa a fiere d’arte internazionali e viene scelto da Fujifilm come unico testimonial italiano per il lancio della fotocamera X-Pro3. Nel 2020 Automobili Lamborghini lo ha scelto come fotografo per il progetto With Italy for Italy per la rivalutazione del territorio italiano post Covid-19. Alessandra Zucco è nata a Chivasso nel 1972. Dall’età di nove anni vive in Valle d’Aosta, a Verrès. Laureata in lettere e filosofia, è ispettore della polizia locale. Ha frequentato la bottega artigiana di Franco Pinet, apprezzato scultore del legno valdostano, che nel solco della tradizione sperimenta anche nuovi linguaggi espressivi di matrice contemporanea. Dopo questa esperienza Alessandra Zucco intraprende l’attività di scultrice del legno e le sue ricerche si indirizzano verso l’essenzialità della forma. In Valle d’Aosta Alessandra Zucco si è distinta per uno stile espressivo lineare e riconoscibile e per l’utilizzo del legno d’acero, che con le sue venature e il colore candido rende le sue creazioni eteree e femminili. Negli ultimi anni le sue creazioni sono state apprezzate e comprese, consentendole di ricevere premi e riconoscimenti. Tra questi si segnalano nel 2016 il Premio Don Garino per la migliore opera a soggetto religioso, nel 2017 il premio per l’innovazione alla Fiera di Sant’Orso di Donnas. Nel 2018 ha ottenuto il terzo premio alla 65a Mostra Concorso dell’artigianato valdostano di tradizione e nel 2019 il Premio Vietti alla Fiera di Sant’Orso.

 

VERBANIA, ESTATE CULTURALE. I PROSSIMI APPUNTAMENTI

Continua il grande successo degli spettacoli dell’ESTATE CULTURALE del CENTRO EVENTI IL MAGGIORE che, dopo quasi un anno di chiusura, è pronto a “riaprirsi alla vita” e riaccendere i riflettori sul meglio della prosa, della musica, dell’opera, della danza e una serie di appuntamenti dedicati al 700° anniversario della morte di Dante Alighieri. Questi i prossimi appuntamenti della stagione:

VENERDÌ 16 LUGLIO (ore 21.00 – Arena) CI VUOLE ORECCHIO: ELIO CANTA E RECITA ENZO JANNACCI.

Enzo Jannacci, il poetastro come amava definirsi, è stato il cantautore più eccentrico e personale della storia della canzone italiana, in grado di intrecciare temi e stili apparentemente inconciliabili: allegria e tristezza, tragedia e farsa, gioia e malinconia. E ogni volta il suo sguardo, poetico e bizzarro, è riuscito a spiazzare, a stupire: popolare e anticonformista contemporaneamente. Jannacci è anche l’artista che meglio di chiunque altro ha saputo raccontare la Milano delle periferie degli anni ‘60 e ‘70, trasfigurandola in una sorta di teatro dell’assurdo realissimo e toccante, dove agiscono miriadi di personaggi picareschi e borderline, ai confini del surreale. “Roba minima”, diceva Jannacci: barboni, tossici, prostitute coi calzett de seda, ma anche cani coi capelli o telegrafisti dal cuore urgente. Un Buster Keaton della canzone, nato dalle parti di Lambrate, che verrà rivisitato, reinterpretato e “ricantato” da Elio. Sul palco, nella coloratissima scenografia disegnata da Giorgio Gallione, troveremo assieme a Elio cinque musicisti, i suoi stravaganti compagni di viaggio, che formeranno un’insolita e bizzarra carovana sonora: Seby Burgio al pianoforte, Martino Malacrida alla batteria, Pietro Martinelli al basso e contrabbasso, Sophia Tomelleri al sassofono, Giulio Tullio al trombone. A loro toccherà il compito di accompagnare lo scoppiettante confronto tra due saltimbanchi della musica alle prese con un repertorio umano e musicale sconfinato e irripetibile, arricchito da scritti e pensieri di compagni di strada, reali o ideali, di “schizzo” Jannacci. Da Umberto Eco a Dario Fo, da Francesco Piccolo a Marco Presta, a Michele Serra. Uno spettacolo giocoso e profondo perché “chi non ride non è una persona seria”. Regia e drammaturgia di Giorgio Gallione, produzione di Agidi Srl e International Music and Arts.

 

DOMENICA 18 LUGLIO (ore 21.00 – Arena) FONDAZIONE EGRI PER LA DANZA con il GRAN GALÀ PER LA GIORNATA MONDIALE DELLA DANZA.

La Giornata Mondiale della Danza, decretata dall’Unesco, viene celebrata in tutto il mondo nel mese di aprile per richiamare l’attenzione su quella fondamentale disciplina e arte che è la DANZA, linguaggio universale che unisce i popoli al di là di confini e differenze di qualsiasi tipo. Nel 2021 a causa dell’emergenza sanitaria lo spettacolo previsto per il mese di aprile è stato posticipato al mese di luglio e anche quest’anno la Fondazione Egri per la Danza di Torino, da sempre in prima linea nel promuovere questa grande celebrazione, e la Fondazione Il Maggiore di Verbania hanno deciso di mantenere i festeggiamenti con un fastoso Gran Gala della Danza estivo, che ha anche il Patrocinio del Consiglio Regionale del Piemonte. Verbania si conferma infatti uno dei principali partner della Fondazione Egri accogliendo e condividendo gli eventi e le attività nel proprio teatro e sul territorio. Per celebrare la danza non si può trascurare la sua storia e quindi non potrà mancare il repertorio classico e la grande danza neoclassica; sono infatti previsti ospiti d’eccezione, protagonisti della danza internazionale, provenienti dai principali teatri d’Europa con duetti e variazioni della grande tradizione accademica. Quest’anno all’interno della serata, in cui verranno portati in scena alcuni estratti dei balletti fra i più rappresentativi del repertorio della Compagnia e coreografie inedite, ci sarà Rebecca Bianchi, étoile del Teatro dell’Opera di Roma, accompagnata dal primo ballerino solista Michele Satriano e Elisa Cipriani e Luca Condello, primi ballerini storici dell’Arena di Verona. Per la danza moderna e contemporanea, la Compagnia EgriBiancoDanza, ormai presenza costante a Verbania, presenterà alcuni estratti dei balletti fra i più rappresentativi del suo repertorio e coreografie inedite. È possibile acquistare i biglietti per gli spettacoli che compongono un ricchissimo cartellone in grado di dare vita a una stagione che, dopo mesi di chiusura, permetterà di ritrovarsi in platea, tornando a condividere emozioni assistendo fisicamente agli spettacoli nel pieno rispetto delle normative attualmente in vigore, secondo le seguenti modalità:

  • Online dal sito www.ilmaggioreverbania.it al link https://toptix1.mioticket.it/fondazioneilmaggiore/
  • Presso l’Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) del Comune di Verbania, sede di Piazza Garibaldi 15 a Verbania Pallanza, nei giorni dal lunedì al venerdì dalle ore 8,30 alle ore 12,30
  • Presso la biglietteria del Teatro la sera degli spettacoli, dalle ore 18,00

Diritti di prevendita 1,50 euro (fino a 2 ore prima di ogni evento)

Informazioni generali

I posti nella sala Teatrale sono numerati rispettando il distanziamento imposto dell’emergenza COVID 19 – la mascherina è obbligatoria per tutta la durata dello spettacolo (il distanziamento va rispettato anche per congiunti e familiari). Nell’Arena i posti non sono numerati, la disposizione rispetta il distanziamento imposto dell’emergenza COVID 19, raggiunto il posto a sedere si può togliere la mascherina (il distanziamento va rispettato anche per congiunti e familiari). Per ulteriori informazioni consultare il sito www.ilmaggioreverbania.it

 

BRA. MOSTRA GHOST BOOK #6 – “LA BELLEZZA CAMBIA IL MONDO?” A CURA DI RICCARDO COSTANTINI

WEEKEND DI RELAX E CULTURA A SALUZZO

Il mese di Luglio si è aperto con l’inaugurazione della Mostra “Tesori del Marchesato”, firmata Artea. Castiglia, Casa Cavassa e Santa Maria della Stella ospiteranno opere straordinarie, fino al 31 ottobre.

Domenica 18 luglio

Un tuffo nel passato. Visita guidata di Casa Cavassa, dimora nobiliare rinascimentale in cui vissero Galeazzo Cavassa e il figlio Francesco, e poi acquistata nell’800 dal Marchese Tapparelli d’Azeglio e trasformata in museo. La visita si snoda nelle 15 sale ricche di oggetti d’arte, fra i quali spiccano la “Ma-donna della Misericordia” di Hans Clemer,le pareti decorate, il coro li-gneo tardogotico e molto altro ancora.

Orario: ore 16 – Casa Cavassa

Costo: 8 euro a persona (gratuito per under 10 anni)

Domenica 25 luglio

Yoga nei gelsi

In una cornice inedita, il suggestivo giardino dei gelsi della Castiglia, si propone una lezione di Hatha Yoga, una antica pratica che aiuta a raf-forzare la mente, la concentrazione e a rilassarsi. (In caso di maltempo la lezione si terrà in un luogo al chiuso)

Ore 10.30 – Castiglia

Costo: 8 euro + possibilità di ingresso nei Musei con formula 2×1

Anche in questo weekend i Musei di Saluzzo (MuSa) sono aperti e pronti ad accogliere grandi e piccini in modo sicuro.

MuSa ricorda gli orari

Casa Cavassa: Martedì, giovedì, venerdì, sabato 10-13/14-18  Dome-nica e festivi: 10-13/14-19

Castiglia: Lunedì, giovedì, venerdì, sabato: 10-13 / 14-18, domenica 10-13/14-19

Antico Palazzo comunale con torre civica e Pinacoteca Matteo Olivero: Sabato ore 10-13/ 14-18 e domenica 14-19

Casa Pellico: domenica 14-19

(ultimo ingresso mezz’ora prima della chiusura)

La prenotazione è obbligatoria sia per le visite guidate che per i labora-tori per bambini. 

musa@itur.it / Tel. 0175 240006 – 800 942241

 

ROSIGNANO MONFERRATO. I DISEGNI SALVATI DI FRANCO GARELLI

CASTELLO DI RACCONIGI – VISITE GUIDATE TEMATICHE ALLA MOSTRA “STORIE DAL MONDO IN CASTELLO”

Al via giovedì 15 luglio il ciclo di visite guidate tematiche dedicato alla mostra Storie dal mondo in Castello, in corso presso il complesso museale di Racconigi fino a domenica 3 ottobre. Alle ore 11.15 e 15.15 di giovedì 15 e 29 luglio, 12 e 26 agosto, 9 e 23 settembre si svolgono gli itinerari di approfondimento condotti da Alessandra Giovannini Luca, vicedirettrice e curatrice delle collezioni del Castello di Racconigi, Roberta Bianchi, Giulia Comello e Giuseppe Milazzo, staff del Laboratorio di restauro della Direzione regionale Musei Piemonte. La partecipazione alle visite, della durata di circa 1 h, è su prenotazione obbligatoria e il costo della visita è compreso nel biglietto di ingresso alla mostra. Dodici appuntamenti per approfondire dettagli e caratteristiche dei 18 manufatti esposti, selezionati dalla raccolta di armi e oggetti etnografici custodita nel Deposito Armeria, uno dei segmenti inediti e più sorprendenti del patrimonio della residenza rimasto sinora nascosto agli occhi dei visitatori. La raccolta è costituita nel complesso da circa 500 pezzi e comprende prevalentemente doni ricevuti da Vittorio Emanuele III e soprattutto dall’ultimo re d’Italia Umberto II, nell’ambito dei viaggi all’estero o delle visite diplomatiche legate alle relazioni internazionali intrattenute da Casa Savoia. Ma non solo. Il percorso di visita comprende anche il Deposito Armeria, diversamente non accessibile ai visitatori, permettendo di scoprire l’attività di studio e conservazione attualmente in corso e avere l’occasione unica di ammirare l’intera raccolta. La mostra, inoltre, si inserisce all’interno di un più ampio programma di studio e valorizzazione dell’Armeria avviato nel 2019 e presenta sia gli esiti conservativi e di conoscenza sin qui conseguiti, sia gli obiettivi da portare avanti e sviluppare in futuro. L’esposizione di questo primo nucleo di armi e oggetti etnografici intende infatti promuovere la realizzazione di un allestimento permanente dell’Armeria nell’ala di levante al piano terreno del Castello. Il progetto interessa cinque ambienti, realizzati per volontà di Carlo Alberto tra gli anni Trenta e Quaranta dell’Ottocento, in parte ancora caratterizzati da decorazioni e arredi dell’epoca, in cui collocare una selezione rappresentativa della raccolta. Un’opportunità importante per ampliare l’offerta culturale e rendere fruibile un settore di patrimonio particolarmente interessante, ma di fatto precluso al pubblico. Questo obiettivo richiede però l’utilizzo di non poche risorse e per questo è stata lanciata una raccolta fondi sulla piattaforma Art Bonus: per sostenere l’iniziativa occorre collegarsi al portale, cliccare nel menù in alto sulla voce “Gli interventi” e nel motore di ricerca inserire “Castello di Racconigi” (https://artbonus.gov.it/958-castello-di-racconigi.html).

 

GEC ART HA COMPLETATO LA SUA OPERA DI ARTE PUBBLICA “WINE IN PROGRESS”A MONFORTE D’ALBA PER FONDAZIONE BOTTARI LATTES E PROGETTO EUROPEO ETI

Un’opera realizzata insieme alla collettività, a impatto sostenibile dedicata al territorio e alla sua memoria. Realizzata dallo street artist grazie alle fotografie di famiglia inviate da tanti cittadini “Wine in Progress” ora diventa digitale e si dissemina nel web invitando il pubblico a condividere i propri scatti davanti alle opere sui social. Con il progetto artistico “Wine in progress” di Gec Art, promosso da Fondazione Bottari Lattes  nell’ambito del  Progetto europeo Eti, l’arte pubblica  si fa cantore del  territorio  Patrimonio Unesco di Langhe e Roero, tra memoria e innovazione, con la partecipazione attiva dei cittadini. Lo street artist torinese di adozione e cuneese di nascita ha infatti completato “Wine in Progress”, un lavoro realizzato insieme alla collettività e sostenibile, dedicato al territorio e alle sue radici: due poster  di grandi dimensioni sui muri di  Monforte d’Alba, disegnati traendo ispirazione dalle numerose fotografie di famiglia inviate da tanti cittadini. Due poster che ora prenderanno la via del mondo digitale, perché il pubblico è invitato a scattare le sue fotografie e pubblicarle sui social, affinché   la   memoria   non   vada   perduta. Nella prima fase della realizzazione di “Wine in Progress”, Gec Art  aveva  chiamato a raccolta, attraverso i social Facebook e Instagram, giovani e adulti, nipoti e figli, affinché aprissero gli album fotografici di famiglia alla ricerca delle immagini dei nonni ambientate nelle vigne e nelle cantine nelle Langhe e nel Roero. Dal materiale ricevuto Gec Art aveva selezionato diverse fotografie di cui ora ha realizzato due poster di grandi dimensioni, interamente dipinti a mano e applicati con materiali a basso impatto ambientale sui muri di Monforte d’Alba: uno in  Piazza Fratelli Viola, l’altro in Via Roddino. Spetterà al pubblico continuare l’opera di Gec Art e dirottarla sul mondo digitale attraverso Facebook e Instagram, per farla vivere nel tempo, per continuare tutti insieme la riflessione sulle nostre radici e sul nostro legame con la terra e le tradizioni, per non perdere la memoria collettiva del nostro territorio. Allo stesso tempo “Wine in Progress” intende essere anche   documento   storico,   per   tracciare   una   linea   temporale   immaginaria   che   parte   dalla fotografia di fine ‘800 in bianco e nero e arriva al digitale usa e getta postato sui social di oggi. Il trascorrere del tempo e gli agenti atmosferici, infatti, interferiranno e agiranno sulle le opere,facendole via via deteriorare fino a farle scomparire, ma non annullando la loro presenza, il loro ricordo e la forza, che invece continuerà online.

 

CLAVIERE RIPARTE: WEEKEND DI DIBATTITI DEDICATI ALL’ECONOMIA SOSTENIBILE

Tavole rotonde a ingresso libero sabato 17 e domenica 18 lugliodalle ore 17:30 alle 19

Claviere riparte dall’economia circolare dell’Alta Valle. Lo fa con una due giorni di dibattiti patrocinati dal Comune e dalla Proloco e moderati dalla scrittrice Loredana Cella e dall’influencer  di  LinkedIn  e  giornalista Filippo  Poletti:  protagonisti  delle  tavole  rotonde  in programma alla Casa Claviere, presso la piazza Centrale – all’interno della Mostra dello Chaberton. 8 speaker fra i quali lo storico Gianni Oliva e l’imprenditore Marco Piccolo Reynaldi.  Partenza sabato 17 luglio 2021, conclusione 18 luglio 2021, con incontri programmati tra le ore 17:30 e le 19. GIORNO 1, SABATO 17 LUGLIO 2021 Moderato da Loredana Cella, il primo giorno di incontri vedrà sul palco dei relatori, lo storico Gianni Oliva, il ricercatore Roberto Guasco, lo scrittore e poeta Michele Bonavero e la guida ambientale escursionista Simone Siviero.  Tema dell’incontro: “La montagna tra letteratura, storia, ambiente e tradizione”. GIORNO 2, DOMENICA 18 LUGLIO 2021 Moderato da Filippo Poletti, uno dei 15 “top voice” di LinkedIn, il secondo giorno di incontri vedrà sul palco dei relatori, il CEO Marco Piccolo Reynaldi, lo scrittore e coach Guido Cesare Granchi, gli imprenditori e sportivi Marco Raviolo e Fabrizio Imperadore. Tema dell’incontro: “Clavière, Oceano Blu: come vivere bene ed essere felici. Il cambiamento per una vita sostenibile”. A introdurre sarà il sindaco di Claviere Franco Capra.