Pino Torinese. Martedì 3 agosto “Il ponte delle spie” primo recupero dei film rinviati per il ciclo “Appuntamento al buio”
Da Martedì 3 agosto ricominciano le proiezioni dei film del ciclo “Appuntamento al buio” rinviati, causa maltempo, nelle scorse settimane.Il ciclo di film è ideato e organizzato dalla Consulta Comunale delle Associazioni di Pino Torinese in collaborazione con la Proloco Pinese.Si incomincia con “Il Ponte delle spie” alle h. 21,30 di martedì 3 agosto, per seguire martedì 10 agosto con “Il conformista” e concludere martedì 7 settembre con “Un uomo e una donna”.Ecco una presentazione del “Ponte delle spie”:
Il ponte delle spie (Bridge of Spies) è un film del 2015 diretto da Steven Spielberg.
Il film, ambientato durante gli anni della guerra fredda, narra il caso dell’arresto e del processo con conseguente condanna della spia sovietica Rudoľf Abeľ, per poi narrare la trattativa e lo scambio di Abel con Francis Gary Powers, pilota di un aereo-spia Lockheed U-2 che era stato abbattuto, catturato e condannato dai sovietici. Lo scambio avvenne sul Ponte di Glienicke, per questo poi denominato “ponte delle spie”. Durante l’88ª edizione dei premi Oscar è stato candidato a sei premi, vincendo una statuetta per il miglior attore non protagonista, assegnata a Mark Rylance.
Nell’America della guerra fredda, James Donovan è un affermato avvocato di Brooklyn specializzato nel ramo assicurativo, con un’esperienza nel collegio giudicante del processo di Norimberga. Ad un certo punto il governo statunitense cattura la spia sovietica Rudoľf Abeľ, la cui difesa viene affidata allo studio legale per cui Donovan lavora, in particolare a Donovan stesso. L’intenzione di chi lo ha incaricato è quella di dimostrare come gli Stati Uniti garantiscano a qualsiasi imputato un processo egualitario, ma Donovan, una volta assunto l’impopolare incarico, nonostante le iniziali ritrosie, subisce le pressioni della moglie, del suo principale e del giudice affinché non eserciti una difesa troppo accalorata dell’imputato, trattandosi di un sovietico e considerando che ci si trova in un periodo di piena guerra ideologica tra America ed Unione Sovietica ed in cui vi è una grande paura collettiva di una guerra atomica.
L’avvocato, dopo un’iniziale freddezza nel rapporto col cliente, a causa del suo atteggiamento schivo e riservato, riesce ad instaurare un buon rapporto con lui e decide di esercitare il suo incarico difensivo nel modo migliore. Così, pur di fronte ad un parere di piena colpevolezza da parte della giuria, riesce ad evitare la pena di morte per il suo assistito, portando al giudice la motivazione che una spia sovietica, da viva, possa ancora essere utile alla causa nazionale, nell’eventualità che possa servire in un futuro scambio con una spia americana catturata nell’URSS. Il verdetto di condanna di Abel alla sola reclusione a 30 anni solleva grandi polemiche, ma Donovan, ugualmente insoddisfatto, si appella alla Corte Suprema, ritenendo che il suo cliente non abbia avuto un giusto processo. L’avvocato finisce nell’occhio del ciclone e diviene oggetto di intimidazioni assieme alla sua famiglia.
Il ricorso non ha esito positivo ma, come prefigurato, qualche anno dopo per la spia sovietica e l’avvocato si apre un’altra via. Una lettera dalla Germania dell’Est ad Abel rappresenta infatti un primo approccio per un negoziato, che la CIA decide di affidare direttamente a Donovan. I sovietici hanno infatti catturato Francis Gary Powers, un pilota di un aereo spia U-2, abbattuto al suo primo volo nei cieli sovietici, e sono disposti a scambiarlo con Abel.
Nel massimo riserbo Donovan si reca a Berlino e lì orchestra lo scambio, che ha luogo sul discreto e appartato Ponte di Glienicke, in seguito soprannominato “Ponte delle Spie”. Donovan si muove in un contesto molto difficile, in cui l’apparente semplicità dello scambio cozza con la volontà della controparte sovietica di strappare il massimo dalla situazione. Nonostante il mandato di Donovan contempli il solo scambio Abel – Powers, egli prende a cuore anche il caso dello studente statunitense di economia Frederic Pryor, che era stato catturato con pretestuose accuse di spionaggio ed era detenuto presso la Volkspolizei, la polizia della Germania orientale, la quale cerca di ottenere attraverso le trattative per la sua liberazione un riconoscimento formale da parte degli USA. Donovan giocando una delicata “partita a poker” diplomatica riesce ad ottenere anche la sua liberazione dalle autorità berlinesi della Repubblica Democratica Tedesca, presso il Checkpoint Charlie del Muro di Berlino. Nel momento decisivo, quando deve avvenire lo scambio tra Abel e Power, la liberazione dello studente, che doveva essere contestuale, viene strumentalmente ritardata; a quel punto Abel, visibilmente grato a Donovan per il suo lavoro, salva la situazione ritardando a sua volta di pochi, decisivi istanti la propria liberazione.
A successo ottenuto, di ritorno in patria, a Donovan è riconosciuto pubblicamente il merito di aver permesso la liberazione del pilota americano ostaggio dei sovietici, ed è così pienamente riabilitato di fronte all’opinione pubblica.