Baldissero Torinese. Una pagina di storia: maschere e personaggi storici, ecco il legame…

Sabato scorso, 28 agosto, si è svolto a Baldissero Torinese il primo raduno multiepocale di maschere e personaggi storici. Ad organizzare l’evento è stato il gruppo «Aj Sciapasuc ed Baudisè . L’occasione è propizia per fare un po’ di storia. Grazie alla preziosa e copiosa   ricerca di Renata Liboà per Albacherium, alla quale hanno contribuito anche Ezio Vergnano, Patrick Donadio, e Castelli Bruna, è possibile sapere molto di più sui personaggi storici baldisseresi. Per poter soddisfare la richiesta di individuazione di una coppia di personaggi storici di Baldissero Torinese che accompagnino e rappresentino la Comunità nelle manifestazioni storiche, è necessario far riferimento a quella che è stata, per un secolo e mezzo, la più importante famiglia del territorio, parliamo della famiglia dei Conti Fontanella. I dati sono ricavati dall’archivio storico del Comune e da quello parrocchiale, ove si trovano importanti documenti d’epoca che consentono di” portare alla luce” fatti e personaggi storici a partire dal 1600, periodo in cui Baldissero, già sotto la giurisdizione di Chieri, è diventato Comune autonomo.

Nella seconda metà del secolo XVII° i “capi di casa” di Baldissero, sostenuti dal loro parroco, fecero grande pressione per il distacco del Comune da Chieri. Contemporaneamente il Duca Vittorio Amedeo II, che si trovava a dover fronteggiare una grave crisi finanziaria, per non imporre nuove tasse, ricorreva alla vendita di feudi. Per questi motivi, nel gennaio del 1694, vennero infeudati Baldissero e Pino Torinese al Conte Giuseppe Antonio Benso (o Benzo), personaggio dell’antica nobiltà chierese, influente a corte e amico del Duca. Ma dopo soli cinque anni dall’investitura, il Conte cadde in disgrazia del Duca.  Incarcerato e poi esiliato uscì così di scena il primo Feudatario di Baldissero.

Il feudo passò, per via dinastica, alla Famiglia FONTANELLA giunta a Torino da Como, nel 1590 e originariamente composta da quattro fratelli: Roggiero, Giò Donato, Giò Pietro e Giò Paolo. Qui ci

limitiamo alla considerazione del “ramo baldisserese” dove troviamo i personaggi storici che rispondono alle nostre esigenze. Partiamo da Giò Donato

Questi sposò Maria Tana, figlia di Fortunio Tana, Conte di Santena, fratello della mamma di San Luigi Gonzaga, imparentandosi con una delle più importanti Famiglie nobili del tempo.

Donato e Maria ebbero 11 figli, tra cui Marianna che diventò Suor Maria degli Angeli, prima Carmelitana italiana sugli altari e Giovanni Battista, primo Fontanella feudatario di Baldissero.

Giovanni Battista venne investito il 18 gennaio 1699, quando era già un personaggio importante nella vita pubblica di Torino, dove ricoprì cariche di Decurione (nel 1696), di Sindaco (nel 1701), di Vicario con” patenti “(nel 1705) e nuovamente Sindaco nel 1717.

A Baldissero, la Famiglia godeva del diritto di censo concessole dall’Amministrazione di Chieri il 22 aprile 1701.Da quel giorno i cittadini baldisseresi versarono il tasso annuo direttamente ai Conti. Ancora a Baldissero Giovanni Battista ottenne, in virtù un editto regio del primo gennaio 1705, le “patenti “alla nomina dei sindaci (che erano due), diritto che esercitò fino al 6 dicembre 1726, quando lo cedette alla Comunità che gli rimborsò le 300 lire pagate alle regie finanze.

Egli sposò Cattarina Tourvens della Motta da cui ebbe 15 figli.

Alla sua morte, nel 1738, il feudo di Baldissero passò al figlio secondogenito Eugenio Emanuele, personaggio al quale va la nostra preferenza perché, oltre a dimostrare sensibilità per le questioni religiose, ricordiamo che fu Rettore della Compagnia del Corpus Domini a Torino(1754-1766), si curò dei problemi della chiesa locale, dove lasciò il segno di importanti interventi concreti

Basti pensare alla costruzione, a spese sue, di una considerevole parte esterna della chiesa, quale il “Sancta Sanctorum”(presbiterio) e il tetto, negli anni 1740, come emerge dai Verbali dei Consigli Comunali dell’epoca anche a smentire voci non documentate che vorrebbero la chiesa interamente finanziata dai Fontanella e la sua costruzione già finita negli anni 1730.

Eugenio Emanuele, figlio di Giovanni Battista e Cattarina di Tourvens   nacque il 25 maggio 1690                                                                                                                                                            

La Famiglia godeva, fin dal 1699, del giurispatronato, ovvero del diritto di nominare                                il parroco, sentito il Vescovo, Per questo il Conte Eugenio Emanuele nominò Parroco Don Giovanni Giacomo Ginetti

 I Conti Fontanella abitavano a Torino, ma venivano in villeggiatura a Baldissero, regione San Quirico, dove avevano costruito un complesso abitativo con cappella, degno della più esigente e raffinata nobiltà cui appartenevano

Siccome per decenni la casa parrocchiale fu in stato di grave precarietà. a conferma della sua generosa ospitalità, la Famiglia Fontanella accolse più volte nella sua residenza estiva il Vescovo con tutto il seguito in Visita Pastorale

Quale grande uomo, Eugenio Emanuele ebbe accanto a sé una grande donna: la sua sposa Irene Bona Bianco di San Secondo. con cui formò la bella coppia di personaggi storici che cercavamo

. Emanuele morì nel 1766 e Irene nel 1783 all’età di 90 anni dopo aver avuto 14 figli

 Furono entrambi sepolti con il figlio Giuseppe, nel tumulo di famiglia nella nuova chiesa di Baldissero da lui ultimata

Dopo qualche anno di incertezze e problemi, la successione andò al secondogenito Spirito Felice (1720/1897) che si scontrò con Don Mollo il quale faceva pressione perché fossero i Conti a restaurare o a costruire una nuova casa parrocchiale. Felice risolse il problema rinunciando al giurispatronato, in favore dell’Arcivescovo di Torino, il 5 dicembre 1797 e fece” graziosamente” atto di donazione del sito a ridosso della chiesa per edificarvi la casa parrocchiale.

In assenza di eredi, la Famiglia Fontanella si ritirò a metà del 1800 e vendette il complesso di San Quirico alle Suore Francesi che lo possedettero fino al 1935/36, quando passò alle Suore del Cenacolo che lo chiusero nel 1966 e, nel 1971, lo vendettero ad imprese edili,