La Pro Chieri e il Settembre delle polemiche. “La Vijà è della città, andrà avanti a prescindere”
Piero Tamagnone è stanco ma non molla. La Pro Chieri che presiede da anni e che regge lavorando senza risparmiarsi ha appena concluso le fatiche di settembre. Un settembre difficile in un momento carico di incertezze. “E’ stata – dice – la peggiore stagione di spettacoli da quando abbiamo cominciato, nel’98. A inizio estate abbiamo pensato a spettacoli da ‘liberi tutti’, senza limitazioni covid, e ci siamo invece ritrovati con un sacco di limitazioni. Abbiamo scelto spettacoli da ballo ed è arrivato il divieto di ballare, che ha messo in crisi artisti come Bagutti e Lou Dalfin e ha scontentato e tenuto lontano il pubblico. Meno presenze del previsto, colpa anche nostra perché certe serate avrebbero dovuto comprendere la prenotazione dei biglietti online, che non avevamo previsto. Così la gente, per non rischiare di non trovare il biglietto, è rimasta a casa.”
Così, l’unica serata da platea piena è stata quella della Vijà. “Mi sono occupato della logistica e non sono entrato nei contenuti dello spettacolo, che hanno fatto capo in tutto e per tutto ad Angelo Farronato. Listello? Bravo, ma va gestito. Bisogna far ridere senza attacchi personali e questo, però, è l’arte dei professionisti. Chi sale sul nostro palco non lo è. Sento dire che la Vijà potrebbe non essere più riproposta l’anno prossimo: dico che la Vijà appartiene a Chieri e sopravviverà, con o senza Farronato. Così come ci saranno serate musicali con o senza Tamagnone.”