Chieri. La mostra en plain air di Giuseppe Piovano
“Come l’aratro in mezzo al maggese” è il titolo della mostra che Giuseppe Piovano ha organizzato dal 25 settembre al 3 ottobre a Chieri in un campo di mais appena trebbiato. L’artista chierese ha trasformato in galleria d’arte all’aperto un terreno di sua proprietà lungo la via Quintino Sella; un terreno che in passato apparteneva a suo padre al quale dedica la mostra. Al centro della ricerca dell’artista c’è la poesia. Il suo poeta prediletto è Giovanni Pascoli con il quale ha in comune sentimenti ed esperienze della vita. Come il Pascoli, Giuseppe Piovano ha perso il padre quando era ancora un bambino. I temi trattati dal poeta ottocentesco hanno sempre suscitato in lui un forte interesse; lo dimostra il fatto che l’idea di realizzare una mostra all’aperto nasce dalla poesia “Lavandare”. In questo breve testo poetico, scritto nel 1891, prevale la descrizione di un paesaggio autunnale caratterizzato da tristezza e desolazione dove compare un aratro senza buoi che pare dimenticato. Proprio attraverso l’aratro, un elemento autobiografico, si introduce il tema della solitudine e dell’abbandono. Sono anche questi i temi della mostra a cui si aggiungono il senso di attaccamento al passato e il ritorno alle proprie origini. L’artista infatti dichiara: “Quando sono solo, la mia mente si rifugia nei tempi passati, quando mi divertivo a correre libero in campagna, a camminare con difficoltà sul terreno arato e prestare attenzione all’aratro che tagliava e penetrava la terra”. L’esposizione trae ispirazione dal periodo di pandemia, in cui tutti noi siamo stati costretti alla solitudine e alla reclusione. L’artista aggiunge: “Nonostante ciò è importante non vedere la solitudine in chiave negativa, perché, come dice Fabrizio De André, essa è una ricchezza che non tutti si possono permettere. Quando si è soli si riesce a pensare meglio ai propri problemi e trovare migliori soluzioni”. I lavori esposti sono stati realizzati con diverse tecniche. Giuseppe Piovano, che si dichiara amante della ricerca, sperimentatore e autodidatta, utilizza nelle opere figurative l’olio e in quelle astratte molti materiali naturali, come muschio secco, foglie, cenere, sabbia, carbonella e fuliggine. Oltre alla corrente impressionistica e astratta, l’artista apprezza l’arte concettuale e contemporanea. Tempo permettendo, la mostra “Come l’aratro in mezzo alla maggese” sarà visitabile durante il giorno sino al 3 ottobre. (Luigi Marsero)