Valfenera, ricollocata nella Chiesa parrocchiale la tela restaurata la “Visione di Sant’Antonio da Padova”

Un’altra tela settecentesca esce dalle soffitte della canonica e torna ad essere esposta nella Chiesa Parrocchiale di Valfenera.

A tre anni dal restauro della tela “Gesù Cristo che sale al cielo con San Francesco Saverio e San Filippo Neri”, l’amministrazione comunale ha infatti commissionato il restauro del dipinto “Visione di Sant’Antonio da Padova” alla Nicola Restauri di Aramengo. Ha contribuito all’operazione la Fondazione Cassa di Risparmio di Asti.

La tela, realizzata nel 1720 dal pittore Giovanni Battista Rebaudengo di Chieri, è stata ricollocata domenica 5 dicembre nella sua posizione originaria, nel secondo altare in cornu Evangelii , che ha così riacquistato il suo originale aspetto a distanza di tre secoli dalla sua realizzazione.

L’operazione di restauro ha richiesto interventi importanti di ripulitura e di riparazione di alcune lacerazioni nella tela. Rimessa a nuovo anche la cornice, protetta da una vernice antitarlo.

La rappresentazione del quadro fa riferimento ad un episodio della vita del santo: poco prima di morire Antonio ottiene di ritirarsi in preghiera a Camposampiero, vicino a Padova, nel luogo che il signore del feudo, il conte Tiso, aveva affidato ai francescani, nei pressi del suo castello. Camminando nel bosco, Antonio nota un maestoso noce e gli viene l’idea di farsi costruire tra i rami dell’albero una specie di celletta. Tiso gliela allestisce. Il santo passa così in quel rifugio le sue giornate di contemplazione, rientrando nell’eremo solo la notte. Una sera, il conte si reca nella stanzetta dell’amico, quando, dall’uscio socchiuso, vede sprigionarsi un intenso splendore. Temendo un incendio, spinge la porta e resta immobile davanti alla scena prodigiosa: Antonio stringe fra le braccia Gesù Bambino . Quando si riscuote dall’estasi e vede Tiso commosso, il santo lo prega di non parlare con nessuno dell’apparizione celeste. Solo dopo la morte del santo il conte racconterà quello che aveva visto.

«Con 300 anni di storia e dopo quasi 150 anni di soffitta e di polvere – ha detto il sindaco Paolo Lanfranco – oggi il quadro di Sant’Antonio può tornare ad essere esposto ed apprezzato nella nostra bella Chiesa parrocchiale».