Parco del Po Piemontese. 500 mila euro per la riforestazone. Tra Carignano e Carmagnola una delle aree interessate

Primo in graduatoria nazionale il progetto di riforestazione delle Aree protette del Po piemontese

Si può dire che la “Foresta condivisa del Po piemontese” sia arrivata prima su scala nazionale. Infatti, sui 38 i progetti finanziati in tutta Italia, il progetto che l’Ente-Parco ha presentato tramite la Città Metropolitana di Torino al Ministero della Transizione Ecologica (MiTE) nell’ambito del ‘Programma Sperimentale per la Riforestazione Urbana’ – legge 12 dicembre 2019, n. 141 – è arrivato primo. Per approfondimenti: Avviso pubblico programma sperimentale riforestazione urbana | Ministero della Transizione Ecologica (mite.gov.it).

L’Ente-Parco ha contribuito a questo risultato fornendo gli elaborati, realizzati insieme allo Studio Sintesi Ingegneria e Paesaggio di Torino, alla Città Metropolitana di Torino che li ha vagliati e poi inviati al MiTE per la selezione finale.

Con questo nuovo progetto, che vale 500.000 euro e riguarda interventi di riforestazione all’interno del Parco naturale del Po piemontese e immediate vicinanze, saranno messi a dimora su 16 ettari 7.754 alberi e 3.713 arbusti. Due le aree di intervento: la prima è situata tra i comuni di Verolengo e Lauriano mentre la seconda riguarda aree molto vicine tra loro in Carignano e Carmagnola, rispettivamente in località Po Morto e Lanca di San Michele, all’interno di due siti della Rete Natura 2000. Tutti i terreni, ad eccezione di un’area demaniale a Carignano già in concessione all’Ente-Parco, sono stati messi a disposizione dai Comuni.

Il piano prevede l’eradicazione delle specie esotiche invasive, la messa a dimora di arbusti e alberi che miglioreranno la qualità ecologica degli habitat forestali e la gestione e cura delle aree riforestate, anche per prevenire il ritorno delle specie aliene, per i prossimi sette anni.

Nella scelta degli alberi e degli arbusti sono stati valutati con attenzione gli aspetti legati alle provenienze autoctone tipiche della Pianura Padana, considerando in particolare le condizioni ecologiche delle aree di intervento: ad esempio sono state selezionate tra le specie arboree la farnia, il cerro, il ciliegio selvatico, l’acero campestre, l’olmo ciliato, l’ontano nero, il salice bianco, il pioppo bianco, il pioppo nero, il carpino bianco e il ciliegio a grappoli e tra quelle arbustive il biancospino, il nocciolo, il sanguinello, il sambuco e l’evonimo.

Con questi nuovi interventi si va oltre i 70.000 alberi già in fase di impianto nel vasto territorio metropolitano ed è dunque un nuovo passo in avanti anche per la parte che riguarda la “Foresta condivisa del Po piemontese”. Si tratta di azioni concrete che contribuiscono a contrastare il cambiamento climatico.