Educazione sessuale a scuola. Incontro con l’esperta 

Incontriamo oggi la dott.ssa Silvana Cerrato (nella foto), psicoterapeuta e psicologa chierese, a cui abbiamo rivolto alcune domande per approfondire, come promesso, il tema dell’educazione sessuale nelle scuole:

Buongiorno, lei è favorevole all’introduzione dell’educazione sessuale nelle   scuole? 

Sì, assolutamente.

Perché è importante che si abbia un programma di educazione sessuale? Quali   sono i vantaggi?

L’educazione sessuale permettere ai giovani di leggere la sessualità come elemento fondamentale della progettualità esistenziale di ciascuno di noi. La preoccupazione e la curiosità rispetto ai nostri cambiamenti fisici non riguardano infatti soltanto i bambini, che li scoprono per la prima volta, ma tutti noi nel corso della vita.

Ritiene importante includere all’interno di questo programma il tema dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere?

La sessualità, come concetto, va ben oltre il solo aspetto biologico: fino a poco tempo fa, si delegava a figure sanitarie specifiche o agli insegnanti la trattazione della sessualità esclusivamente dal punto di vista scientifico, quando in realtà è altrettanto importante affrontare la dimensione affettivo – emotivo – relazionale. Contemplare anche il riconoscimento di ciò che prescinde dal corpo, delle proprie emozioni, costituisce un fattore essenziale per approdare alla “consapevolezza” di sé. Quindi, è fondamentale all’interno di un corso di educazione sessuale comprendere cosa s’intenda per identità di genere, e come questo influenzi la nostra crescita, per raggiungere la parola chiave: consapevolezza.

Pensa che l’educazione sessuale possa rientrare nell’ambito dell’educazione civica? Perché?

Se si espande a un contesto più ampio il concetto di consapevolezza di sé, si noterà che essa risiede anche nei ruoli legati all’essere maschio, femmina, o fluido, e nel modo in cui essi s’interrelazionano tra loro nel vivere comune. 

Nota delle mancanze nelle generazioni più giovani rispetto al loro rapporto con la sfera sessuale?

Osservo una minor presa di consapevolezza rispetto alla sfera delle relazioni, dell’emotività e dell’affettività: si tende spesso a leggere la sessualità incastrandola con la fisicità stessa o con la definizione di ciò da cui si è attratti, anziché analizzare i propri sentimenti e desideri, per esempio domandandosi: “Che cosa significa per me innamorarmi?” 

Alla luce di quanto ha detto finora, come crede debba essere articolato un corso di educazione sessuale nelle scuole, e quale dovrebbe essere l’approccio a seconda delle diverse fasce d’età? 

Prima parlavamo delle difficoltà dei giovani, per gli adulti invece la sfida più impegnativa risiede proprio nel costruire un dialogo con loro che crei consapevolezza, e permetta di accedere alle sfere più intime di se stessi. Di conseguenza, il corso dovrebbe, prima di tutto, riguardare l’integrazione della mente, del corpo e delle emozioni; dovrebbe poi essere costruito sul bisogno e sulle richieste avanzate dalla classe in modo da abbattere il muro dell’imbarazzo che, sebbene invisibile, è insidioso per il dialogo. Per esempio, ho notato che negli ultimi anni è presente tra i bambini maggior attenzione alla domanda “come mi sento ? “ rispetto a “come funzionano le cose?”, che in passato era molto più comune. 

Anna Carfì