I giovani chieresi e l’euro a vent’anni dalla sua introduzione

Sono passati venti anni da quando le banconote e le monete in euro hanno iniziato a circolare nei dodici Paesi dell’Unione Europea. In quest’arco di tempo altri Paesi si sono uniti all’Eurozona e la moneta unica è diventata  la seconda valuta internazionale più importante al mondo. In questi due decenni, l’euro ha contribuito alla stabilità e alla prosperità delle economie europee favorendo gli scambi commerciali e gli spostamenti delle persone da un paese all’altro dell’Unione. Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea, ha dichiarato che: “L’euro non è solo una delle valute più potenti al mondo, ma è prima di tutto un simbolo di unità europea che rispecchia i nostri valori ed è la valuta globale per gli investimenti sostenibili.”

Ma che cosa sanno o pensano i giovani di oggi?

La questione dell’euro interessa molto meno la nostra generazione rispetto a quella dei nostri genitori che hanno vissuto il cambio di valuta nel 2002 – afferma Giulia, 17 anni e studentessa al liceo scientifico di Chieri – Io vedo l’euro come un punto di incontro tra vari paesi differenti, un qualcosa che accomuna tutti gli europei”.

Penso che l’euro sia molto utile perché facilita il commercio tra i paesi – afferma Andrea, 16 anni e anche lui studente al liceo scientifico di Chieri – Tuttavia non mi sento preparato su questi argomenti perché l’economia non viene discussa a scuola e pertanto io, come i miei compagni, non ho occasione di confrontarmi su queste tematiche”.

Purtroppo a scuola si parla poco della moneta unica. Sebbene lo scorso anno sia stato nuovamente introdotto l’insegnamento dell’educazione civica l’euro a scuola è rimasto una cenerentola.

Nel 2024 la moneta unica cambierà aspetto e in vista di questo restyling nelle scorse settimane la Bce ha avviato la consultazione per ottenere la collaborazione dei cittadini per il nuovo disegno. “Dopo vent’anni è tempo di aggiornare l’aspetto delle nostre banconote in modo che gli europei di tutte le età e origini possano identificarsi con esse”, ha commentato la presidente della BCE, Christine Lagarde.

Secondo un’indagine OCSE (Programme for International Student Assessment), basata sui dati 2018, le competenze finanziarie dei 15enni in Italia sono al di sotto di quelle dei loro coetanei in molti Paesi OCSE. L’Italia si è posizionata al 13esimo posto su 20 nazioni esaminate in questo report sull’alfabetizzazione finanziaria tra gli studenti delle scuole secondarie. Uno dei problemi evidenziati da questa ricerca è che i giovani in Italia non hanno interesse a parlare di denaro.

Ai giovani non resta quindi che sperare in questo 2022 che è stato dichiarato tra l’altro  l’Anno europeo della gioventù. Nel corso dell’anno sono previste conferenze e iniziative per promuovere la partecipazione dei giovani al processo decisionale, oltre a campagne di sensibilizzazione per un’Unione più inclusiva, verde e digitale e a studi e ricerche sulla situazione dei giovani nell’UE.

A questo proposito Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale ha realizzato anche un sito internet dedicato ai giovani tra i 14 e i 35 anni: https://giovani2030.it/

Luigi Marsero