Prosegue a Carmagnola il progetto “Con il DNA di Fido, io mi fido!”
Progetto di identificazione dei cani residenti nel Comune di Carmagnola al fine di disincentivare l’abbandono di deiezioni canine nell’ambiente. Un’iniziativa del Comune di Carmagnola avviata nel 2019 con la partnership dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte Liguria e Valle d’Aosta
L’amministrazione comunale di Carmagnola, seconda città per estensione della provincia di Torino, ha deciso di rendere rintracciabili i proprietari che non raccolgono le deiezioni dei loro cani in strada al fine di multarli. L’iniziativa, proposta la partnership dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, è stata avviata nel gennaio del 2019 con una campagna di prelievo e mappatura del DNA dei cani residenti a Carmagnola. Esempio innovativo e virtuoso di collaborazione tra enti pubblici a vantaggio del benessere della popolazione, il progetto ha lo scopo di incentivare la raccolta delle deiezioni canine, contrastando la cattiva abitudine di non raccoglierle. Con un rallentamento dovuto all’emergenza epidemiologica da Covid-19, il progetto prosegue ora a pieno regime e il termine ultimo per aderire alla campagna senza incorrere in sanzioni è stato fissato al 30 settembre 2022. I proprietari di cani residenti nel Comune che ancora non abbiano sottoposto il proprio amico a quattro zampe all’esame, possono rivolgersi al canile municipale o agli studi veterinari della città.
Rivolgendosi al canile il test sarà gratuito, previo appuntamento da richiedere al numero di telefono 3338361191, dal lunedì al venerdì, dalle ore 14:00 alle 17:00.
I proprietari che avevano già fatto effettuare i test ai loro cani non dovranno fare altro, poichè il campione prelevato in precedenza rimane valido. I prelievi non sono invasivi, vengono effettuati mediante tampone salivare e l’analisi del DNA è a cura del laboratorio di genetica dell’Istituto Zooprofilattico. L’idea del progetto è dell’Assessore all’Igiene Urbana Massimiliano Pampaloni che sottolinea quanti siano gli aspetti positivi dell’iniziativa “si tutela la salute pubblica, si risolve un problema di decoro urbano e si rendono rintracciabili i cani in ogni circostanza”. L’aspetto più importante è certamente quello della tutela della salute pubblica. Le parassitosi a ciclo oro-fecale dei cani hanno un ben conosciuto potenziale zoonosico, trovano nell’ambiente la principale fonte di infestazione e possono essere infettive per un lungo periodo di tempo. Oltre ai parassiti, attraverso le feci i cani possono eliminare, seppure più raramente, virus e batteri, come Norovirus, Salmonella e Campylobacter. Il profilo genetico di ciascun cane, una specie di impronta digitale, verrà inserito in una banca dati che sarà preziosa anche per identificare l’animale in caso di furto o smarrimento, qualora il microchip non fosse più leggibile, o nell’accertamento delle parentele.