Asti- “Sebben che siamo donne”, indagine di “Uniti si può”: ancora troppo poche nei posti di comando
Una ricerca svolta da Vittoria Briccarello e Claudia Rozzo di “Uniti si può” svela, nella Giornata Internazionale della Donna, quale sia la situazione del “gender gap” che anche ad Asti vede ancora una notevole distanza tra uomini e donne nelle posizioni apicali di tutti i settori della vita pubblica.
Pubblichiamo lo studio e le riflessioni delle due esponenti di “Uniti si può”:
Oggi ricorre la Giornata Internazionale della Donna che negli ultimi anni è diventata una festa al pari di San Valentino: un momento in cui le donne, in un tripudio di mimose, si sentono decantare quanto siano importanti e, con una sorta di pietismo, persino migliori degli uomini. Ma è davvero così? La stessa mimosa, fiore che doveva testimoniare la dura lotta delle donne nella Società, è stata snaturata e trasformata in un mero orpello di questa giornata importantissima, il cui oggetto non dovrebbe essere festeggiare la donna in quanto tale, ma piuttosto il pieno raggiungimento dei suoi diritti.
Alcuni di questi diritti sono stati conseguiti e grazie al D.L. 165 del 2001 sono state introdotte misure “atte a garantire pari opportunità, benessere di chi lavora e assenza di discriminazioni nelle amministrazioni pubbliche”. Ma è davvero così? A livello Nazionale, il tasso di occupazione femminile fornito dall’OCSE è ancora tra i più bassi d’Europa, registrando il 49 % nel 2020, dato che è destinato a non salire se non si attueranno tutte le misure necessarie per tutelare le donne lavoratrici, le quali, secondo le statistiche dell’Inps, percepiscono il 31,2 % di media in meno rispetto agli uomini. Questa disparità di genere è percepibile anche nel numero dei lavoratori (57,7% uomini) e tra Nord e Sud.
Nella nostra città le cose non vanno meglio e non solo l’8 marzo. Nel 2020, l’Istat ha registrato il 7,7% della disoccupazione femminile ad Asti (l’1% in più rispetto a quella maschile) e dopo due anni di pandemia la situazione non è migliorata. E nella pubblica amministrazione, quante donne ricoprono ruoli apicali, al pari della loro controparte maschile?
Andiamo a scoprirlo: la proporzione risulta a dir poco inquietante, siamo di fronte al più del doppio di ruoli apicali occupati da uomini rispetto alle donne. L’indagine condotta si è basata sui dati degli organigrammi rinvenuti nei siti ufficiali degli Enti esaminati. Tra questi rientrano: il Comune, il Tribunale, la Provincia, la Prefettura, la Questura, l’Università, la Cassa di Risparmio, la Fondazione Cassa di Risparmio, la Fondazione Asti Musei, l’ASP, l’ASL.
I numeri possono essere letti per approssimazione, in quanto alcune persone (naturalmente soprattutto uomini), ricoprono talvolta più di una carica, non solo all’interno del proprio Ente, ma anche di altri; in particolar modo, ciò è stato riscontrato per la Fondazione Cassa di Risparmio, la Fondazione Asti Musei e UniAstiss.
Possiamo capire il livello di progresso di una società guardando il modo in cui questa si rapporta con le donne, Asti non sembra voler progredire.
Buon 8 marzo!”
Claudia Rozzo-Vittoria Briccarello-Uniti Si Può