Cosa sta succedendo ai prezzi della luce e del gas?

Fondamentale scegliere bene il fornitore del servizio

Le ultime bollette che sono arrivate nelle case sono state una mazzata. Aumenti del 30% – 40% che incidono notevolmente sui costi di vita quotidiana delle famiglie. Ma cosa è successo per arrivare a tutto ciò? Ci saranno ulteriori aggravi? Cosa possiamo fare o quali sono le soluzioni ottimali per non risentire troppo di questi aumenti? La crisi non è arrivata ora. I prezzi hanno cominciato a lievitare già 8/10 mesi fa. Ora ce ne accorgiamo di più perché siamo in inverno. Le giornate son corte e quindi necessita energia elettrica per illuminare le ore non coperte dalla luce del sole. Fa freddo e occorre accendere caldaie e quanto altro per riscaldare case, ambienti, fabbriche, ecc…. Non siamo capaci a rispettare i parametri o la normativa di legge. Difficilmente controlliamo di mantenere la temperatura ai 18 ° consigliati. In case, ospedali, alberghi le temperature sono ben oltre, a discapito di consumi eccessivi. Non abbiamo mai controllato perché ci è sempre stato garantito l’arrivo del gas (in Italia la produzione elettrica dipende quasi interamente dal gas). Ma è da un po’ che siamo invitati a fare attenzione. La colpa però non è solo quantificabile ai cittadini. I nostri governanti hanno mancato in attenzione e prudenza. Invece di affidarsi ad un solo (o pochi) produttore, avrebbero dovuto interpellarne tanti e da ognuno acquistarne una quantità tale che se fosse mancata non avrebbe causato problematiche. Purtroppo, la situazione globale mondiale non li ha aiutati. Il Covid/pandemia ha bloccato di molto la produzione, cosicché molti paesi produttori hanno dovuto diminuire le estrazioni per non avere un surplus di prodotto e hanno perso i guadagni che facevano prima. Quando l’economia è ripartita e nazioni, come la Cina per esempio, hanno cominciato a spingere a mille, quanto prodotto è stato quasi del tutto accaparrato da loro, dando luogo ad una corsa all’acquisto del rimanente da parte degli altri stati. I paesi produttori non hanno aumentato la produzione (o perlomeno solo in parte) ben sapendo che in caso di scarsità di prodotto i prezzi aumentano e così nel breve avrebbero recuperato quanto perso in precedenza. Negli ultimi tempi inoltre è scoppiata la guerra tra Russia e Ucraina (la Russia è tra i maggiori produttori mondiali e nostro fornitore maggioritario). La Russia sta bloccando le uscite del gas e usa il prodotto come arma psicologica. Quindi, oltre alla mancanza del prodotto causato dal calo di produzione, si aggiunge un ulteriore calo causato dalla guerra (e non voglio pensare a chi sta speculando in borsa). Dobbiamo perciò tenere presente che la situazione potrebbe peggiorare. Cosa si può o si potrebbe fare per calmare il mercato e tranquillizzare la gente? In molti paesi oltre al costo di acquisto, di trasporto, di degassificazione, ci sono tasse e molte accise. Quello potrebbe essere (momentaneamente) un campo dove mettere le mani per aiutare aziende e famiglie. Oppure contattare i produttori e firmare contratti pluriennali (l’ultimo contratto pluriennale fatto dall’Italia con stati produttori di gas della durata di 10 anni è stato fatto nel 2010/11. Nessuno degli attuali (e precedenti) governanti ha pensato di andare a riscriverne un altro alla scadenza per garantire stabilità (di prezzi in particolar modo) per garantire stabilità alla nazione). Purtroppo, in Italia non siamo messi bene come produttori di energia elettrica e di gas. Eravamo una potenza nel settore idroelettrico. Ma da un po’ di tempo a questa parte non nevica e non piove più e quindi i nostri torrenti e fiumi non si possono utilizzare più di quanto si faccia ora. Inoltre, le nostre centrali sono vecchiotte e danno pochi kilowattora. La produzione eolica e quella dei pannelli solari o quella del bio gas è ancora minima e incide pochissimo nel contesto nazionale. Anche il geotermico in Toscana è a livelli minimi. Abbiamo però dismesso l’estrazione del gas dall’Adriatico (cosa che non hanno fatto Serbia e Croazia che stanno estraendo parte di quello che potremo fare anche noi) e in Sicilia. Si potrebbe perciò riprendere ad estrarre gas dai due siti pur sapendo che le quantità non sarebbero abbastanza per i nostri fabbisogni, ma inciderebbero notevolmente sui costi d’importazione. Inoltre, si potrebbe ripartire col nucleare. Quello di ultima generazione. Nuovo, sicuro, pulito (Trino e Caorso basterebbe poco a farle ripartire). Se qualcuno obiettasse sulla pericolosità delle centrali si potrebbe dire che con quelle che troviamo ai nostri confini di Francia, Svizzera, Austria e Croazia non è che la nostra situazione sia comunque tra le migliori. Impariamo però a risparmiare. Accendiamo le luci quando necessita. Spegniamo tutti quei led o punti luminosi che creano solo consumo. E facciamo tesoro di quanto sta succedendo ora per evitare la prossima estate di far andare apparecchi frigo e condizionatori a manetta. Impariamo ad usare quanto abbiamo per farcelo durare il più a lungo possibile.

Scegliamo bene anche chi ci da il servizio. Avere un interlocutore pronto a riceverti e consigliarti spiegandoti a voce le varie problematiche ci può tranquillizzare (non è facile trattare con un call center che non si sa dove sia e che 99 su 100 non sa dove tu sei). Agengranda e Silgas  con i loro uffici in Chieri, a Torino e in varie zone del Piemonte rispondono a questi requisiti per cercare sempre di trovare la soluzione non solo migliore, ma anche la meno onerosa. Non abbiate timore a chiamare. Ci sarà sempre qualcuno pronto a cercare il meglio per voi.

Adelino Mattarello