PIEMONTE ARTE: CARAMBA, BALANGERO ARTE, MAINOLFI A CUNEO, GIAVENO, COLLEGNO, RI-CONNESSIONI, COSBERT,NISBET…
coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo
BALANGERO ARTE, AMBIENTE E STORIA
Per “I quaderni della Pianca”, è stato pubblicato il Numero Speciale 2022 “Balangero in cornice. Un paese su tela” di Enrico Bo e Cesarina Bo, con prefazione di Gian Giorgio Massara e patrocinio del Comune di Balangero, stampato presso la litografia CR Vauda Canavese, marzo 2022. Una bella edizione tra arte, storia e ambiente che racconta dei “Pittori per un borgo” attraverso un saggio di Gian Giorgio Massara, dove “eccellono Cesare Ferro Milone, chiamato per due volte alla corte del Siam – e Giovanni Piumatti artista intimo ma altresì studioso delle carte di Leonardo da Vinci”. E in questo itinerario nelle Valli di Lanzo s’incontrano Tavernier e Guido di Montezemolo, Alesssandro Poma ed Ernesto Rayper, Venanzio Zolla, Kiki Macciotta, Carlo Bossoli e Giuseppe Ferraudi con “Tramonto a Balangero”. La successione delle indicazioni pittoriche rinnova l’attenzione intorno a Giovanni Sobrile, Vittorio Cavalleri e le raffinate fotografie di Ferdinando Fino, esposte alla mostra dedicata a Giacomo Grosso dalla Fondazione Accorsi-Ometto e Accademia Albertina di Torino. E con Giorgio Cestari, si ricordano Bartolomeo Delpero, le nevi di Carlo Musso, Amedeo Ghesio Volpengo, Pio Caglieri, Giancarlo A. Gasparin, Sergio Tappero Merlo. Un “quaderno”, quindi, ricco di notizie, di riscontri storici, di immagini che rievocano montagne, parrocchiali, interni di cortile e la tela “Alle porte di Balangero” dipinta da Bossoli nel 1880, della collezione Aversa. La pubblicazione verrà presentata l’8 aprile, alle 20,45, presso la Chiesa “La Consolata” di Balangero, in piazza X Martiri.
Angelo Mistrangelo
IN SCENA! LUCI E COLORI NEI COSTUMI DI CARAMBA
A cura di Silvia Mira. Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto, Torino
Dal 7 aprile al 4 settembre 2022
La Fondazione Accorsi-Ometto rende omaggio alla bellezza, intesa come eleganza delle forme, preziosità dei tessuti e cura dei particolari, con una splendida mostra dedicata al ‘Mago’ dei costumi teatrali Luigi Sapelli, in arte Caramba. L’esposizione mette in risalto l’altissimo livello della produzione del costumista piemontese, attraverso una quarantina di costumi, scelti tra gli oltre tremila appartenenti alla collezione Devalle di Torino. Tra i pezzi più iconici del lavoro della Casa d’Arte Caramba, fondata nel 1909 a Milano, sono esposti: preziosi esemplari per il dramma d’annunziano Parisina e per la prima della Turandot del 1926 con la direzione di Toscanini alla Scala di Milano; i costumi rinascimentali realizzati con i preziosi velluti di Mariano Fortuny e i costumi per Elisa Cegani e Luisa Ferida, firmati da Gino Carlo Sensani, nel film del 1941 La corona di ferro di Alessandro Blasetti. In mostra si trovano anche diversi tessuti della Manifattura Mariano Fortuny, a sottolineare la collaborazione tra i due artisti iniziata all’indomani della creazione della Casa d’Arte Caramba, una vera e propria fucina del “Mago” – così come spesso era definito – in cui si riunivano diverse professionalità, dai sarti, alle ricamatrici, ai calzolai, ai fabbri, in grado di dar vita a costumi di eccezionale valore artistico. Magnifici, poi, i bozzetti della collezione della Sartoria Teatrale Pipi di Palermo, dettagliatissimi da un punto di vista pittorico rispetto alla consueta produzione di Caramba che spesso ne disegnava di meno particolareggiati. Questa mostra rappresenta, quindi, un viaggio tra tessuti pregiati, ricami preziosi e colori ottenuti con tinture manuali che esprimono l’assoluta eccellenza delle maestranze che Caramba riunì sotto la sua direzione, creando non solo costumi per la scena, ma anche meravigliosi abiti per la brillante vita privata delle dive e per le signore alla moda di tutta Europa.
CUNEO. MAINOLFI, IL RESPIRO DELLA TERRA
Sabato 2 aprile 2022 alle ore 17.30 nel Complesso Monumentale di San Francesco in via Santa Maria 10 – Cuneo, inaugurazione della quinta mostra della rassegna grandArte 2022 – HELP – humanity, ecology, liberty, politics. La mostra sarà visitabile dal 2 aprile al 29 maggio 2022, dal martedì alla Domenica dalle ore 15.30 ore 18.30 con ingresso libero, nel rispetto della normativa anti Covid.
“Per Mainolfi l’essenza profonda, primaria, animistica della natura nella prospettiva dell’esperienza umana è ancora oggi legata ai territori che affondano le loro radici in una dimensione spazio-temporale di straniante fantastico incanto: dimensione elaborata dall’uomo per esorcizzare le sue paure dell’ignoto e per dare figure e senso alle meraviglie inquietanti del mondo in cui è inesorabilmente immerso. È proprio attingendo a questo straordinario serbatoio di suggestioni che Mainolfi (a partire dalla fine degli anni ’70) ha fondato i presupposti fondamentali del suo linguaggio espressivo caricandolo di nuove energie e tensioni plastiche, riscoprendo un’attitudine figurativa che sembrava ormai senza futuro, e rimettendo in gioco con una incredibile freschezza formale materiali classici, come la terracotta, la pietra e il bronzo considerati come esauriti dal punto di vista delle potenzialità espressive. E ci è riuscito mettendo in atto un originale cortocircuito estetico e culturale (postmoderno ma niente affatto citazionistico) fra echi mitici e ancestrali e continua sperimentazione di stretta sensibilità contemporanea. I suoi lavori fin dall’inizio hanno abbandonato i tradizionali piedestalli per abitare liberi nell’ambiente: si installano e proliferano sui pavimenti e sulle pareti; si sviluppano come fantastici organismi biomorfici e crescono come stalagmiti, colonne o pilastri, anche fino al soffitto; si concretizzano in oggetti (anche sonori) su tavoli; si gonfiano come sfere e si distendono come paesaggi sulle superfici di pannelli a muro. La sua scultura si configura come una narrazione di un mondo favoloso animato da bestie e personaggi gioiosamente mostruosi (orchi, orchesse, apesse, elefantesse, fauni, pseudo-gazzelle e altri); da paesaggi onirici, da alberi e vulcani e montagne; da soli giganteschi e pianeti; da proliferanti città, da strani oggetti, campanacci e battacchi e cozze… Per molti versi si può considerare l’insieme dell’opera dell’artista come una grande variegata espressione organica unitaria che cresce senza interruzione; articolandosi e diversificandosi attraverso un continuo processo metamorfico che prende corpo nei materiali più diversi, dalla terracotta al bronzo, dalla pietra al legno, dal rame al ferro. Le forme (che sono impregnate di valenze fantastiche, di riferimenti a leggende e favole popolari che affondano nella notte dei tempi) sembrano nascere e concretizzarsi in modo quasi spontaneo, autogenerativo, lontane dalla fissità di ogni modello esistente. Per Mainolfi, ‘la scultura nasce, si espande, si gonfia, si agita: vuole diventare un’onda, un vento, un vulcano, qualcosa di animato’. In questa ampia mostra antologica, allestita nel complesso monumentale dell’ex-chiesa di San Francesco a Cuneo, le opere che documentano esemplarmente i principali aspetti della ricerca plastica di Mainolfi, dagli anni Ottanta a oggi, sono state installate con studiata attenzione, dando vita a una narrazione visiva che si sviluppa con grande respiro unitario all’interno degli articolati spazi dell’architettura gotica. I lavori sono messi in scena, senza criteri cronologici, in ordine sparso nella navata centrale, e si insediano con equilibrio e giusta tensione estetica nell’abside e nelle sette cappelle laterali” (Francesco Poli).
LA VESTE DEL BUDDHA. PREZIOSI KESA GIAPPONESI DALLE COLLEZIONI DEL MAO
Dal 29 marzo
Le origini del kesa (termine giapponese che traduce dal sanscrito kasaya ovvero “ocra”), la veste indossata dai monaci buddhisti, sono antichissime e leggendarie. Secondo la tradizione fu infatti il Buddha stesso a chiedere al suo discepolo Ananda di realizzare un abito che tutti i suoi seguaci potessero indossare e che fosse somigliante alle geometrie delle risaie in cui amava passeggiare. L’uomo lo accontentò e cucì una veste semplicemente assemblando tessuti di recupero. Da allora i monaci realizzato i kasaya (che prenderà il nome di kesa quando il Buddhismo entrerà in Giappone) unendo vecchi lembi di stoffe, scampoli spesso laceri e rovinati e tinti con terre umili (ocre, da cui il nome), che vanno a comporre una veste unica, “il più prezioso degli abiti”, simbolo di semplicità e purezza. Dal 28 marzo viene eccezionalmente esposto al pubblico, in occasione di una delle periodiche rotazioni a fini conservativi che interessano la galleria dedicata al Giappone, uno dei tesori delle collezioni del MAO, un kesa di epoca Edo (sec. 1603-1967) in raso di seta verde broccato, decorato con gruppi di nuvole e una serie di motivi circolari sparsi, ognuno dei quali ricorda una corolla floreale stilizzata. La scelta e l’accostamento di colori, oltre alla stessa iconografia, rimandano agli analoghi tessuti realizzati in Cina già durante l’epoca Tang e sono frutto di commistioni e di influenze reciproche fra Cina e Medio Oriente che, nei secoli, hanno fatto viaggiare sulle antiche rotte commerciali non solo merci preziose, ma lingue, stili, saperi. Su queste stesse rotte ha viaggiato anche il secondo kesa esposto, un raro esemplare creato a partire dal cosiddetto “broccato di Ezo”, un tipo di tessuto giunto in Giappone dalla Cina attraverso la zona di Ezo, l’attuale Hokkaido, terra degli Ainu. Il tessuto in seta e argento a strisce presenta una decorazione floreale molto ricca: su uno sfondo brillante di color rosso-arancio sono intessuti grandi tralci di peonia e altri fiori, accostati a simboli augurali, fra cui spicca il motivo ricorrente della moneta, stilizzata secondo l’uso cinese nell’anagramma degli “Otto Tesori”.
MAO Museo d’Arte Orientale – Via San Domenico 11, Torino – www.maotorino.it
GIAVENO. CONCERT ART. VISITA ESCLUSIVA IN VILLA MARSILI – DIMORA STORICA DEL PITTORE FRANCESCO GONIN
Un tesoro ottocentesco tutto da scoprire. Giaveno – Borgata Buffa – Domenica 10 Aprile 2022
Villa Marsili, dimora storica dove visse Francesco Gonin, artista scelto dal Manzoni per illustrare “I Promessi Sposi” e allievo prediletto dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, si svelerà solo per l’occasione, raccontando una storia speciale, quella del pittore che elesse Giaveno a luogo del cuore, per trascorrere gli ultimi anni della sua vita, dipingendo nel giardino segreto ed affrescando le stanze della casa. Un viaggio nel tempo con la storica dell’arte Barbara Stabielli, che vi racconterà, fra le antiche sale della dimora, le imprese di questo straordinario artista, entrato nel 1820 all’età di soli 12 anni all’Accademia Albertina, per il suo eccezionale talento. Scopriremo un luogo nascosto, celato tra le pagine del tempo, in un percorso fra disegni, opere pittoriche e dagherrotipi e fotografie d’epoca, accompagnati dalle magiche note dell’arpa di Katia Zunino. Ad accoglierci idealmente Angela Marsili, seconda moglie del Gonin e antica propietaria della dimora, con uno splendido disegno inedito firmato e datato 1840… e molte altre sorprese! Evento esclusivo a cura dell’associazione culturale Scealta-SI in collaborazione con l’Accademia Albertina di Torino, grazie alla quale verrà distribuita ai partecipanti una piccola pubblicazione dedicata a questo scrigno di arte e storia. Allestimento a cura di Chiara Tripodi, Paper Artist – Jardin Bohemien (artista formata presso l’Accademia Albertina di Torino)
Sarà possibile accedere alla visita guidata solo mediante prenotazione, in piccoli gruppi con i seguenti orari: (14.30 – 16.00 – 17.30), contattando – entro il 2 Aprile – l’associazione culturale Scealta-si: Mob. 3384178244 E-mail: scealta.info@gmail.com. L’evento esclusivo richiede quota di partecipazione. Il luogo preciso vi verrà comunicato al momento della prenotazione
MESSER TULIPANO È UNA PIGOTTA UNICEF per L’UCRAINA
Torino 22 marzo 2022 : Dalla collaborazione con l’Istituto Europeo di Design è stata realizzata una Pigotta speciale, ispirata al personaggio di Messer Tulipano, simbolo dell’omonimo evento botanico che celebra la primavera e si svolge nel giardino del castello di Pralormo. L’edizione limitata della nota bambola di pezza è stata ideata dagli studenti del primo anno del corso Triennale in Illustrazione di led Torino. Guidati dalla docente di Character Design, Francesca Tabasso, i giovani illustratori hanno ciascuno immaginato la propria versione della Pigotta, dando forma a Messer Tulipano, gentiluomo olandese d’altri tempi, impeccabile, ma sempre disponibile a indossare i panni del giardiniere, appassionato di musica e tenero custode delle creature del bosco. Tra le proposte presentate, le illustrazioni di Nicoletta Peracchi sono state selezionate dalla contessa Consolata di Pralormo per guidare la realizzazione della Pigotta MesserTulipano, cucita a mano dalla referente Unicef Anna Maria Pansera. In occasione della XXII edizione della nota rassegna , la pigotta “MesserTulipano” oltre alle pigotte con le farfalle, tema di questa edizione, dal 2 aprile saranno disponibili presso lo stand UNICEF allestito all’interno del parco. I fondi raccolti con questa campagna verranno utilizzati per garantire alle famiglie e ai bambini dell’Ucraina protezione, rifugi, coperte, cure mediche, acqua potabile, kit per l’igiene personale e supporto psicologico.
COLLEGNO. S.P.L.A.S.H., MOSTRA DI ARTE CONTEMPORANEA
1/17 Aprile 2022 – Francesco Blaganò e Manuela Scalenghe. Patrocinio Comune di Collegno / Città Metropolitana Torino. Sala delle Arti Parco della Certosa Reale Collegno Festivi 9/12- 16/20 feriali 16/20
Inaugura venerdì 1aprile alla Sala delle Arti di Collegno la nuova mostra patrocinata dal Comune e da Città Metropolitana. Fino al 17 Aprile Francesco Blaganó e Scalenghe Manuela espongono la loro opera contenente “altre opere “ In questa istallazione la Sala delle Arti, spazio espositivo all’interno della Certosa Reale di Collegno, diventerà una sorta di acquario dove immergersi in sculture, quadri, disegni che illustrano il periodo ormai più che decennale di ricerca spirituale dei coniugi/artisti. Centinaia di pesci in carta restituiranno simbolicamente il senso delle profondità marine in cui immergersi. Opera inclusiva e metafora delle profondità spirituali. Appesi tra volta e pavimento gli oggetti dell’installazione, pesci in carta, e le altre opere diventeranno tesori in un mare in cui cercare ragioni e risposte. Ogni opera degli artisti ha un forte richiamo spirituale di connotazione cristiana e racconta sensazioni o concetti estrapolati dalle Sacre Scritture. I tesori di questa profondità sono prevalentemente creati con materiali di risulta o riciclo, come a dire, che nelle cose minime e scartate c’è il senso della grandezza dell’universo. Il senso escatologico, la domanda ultima a cui rispondere è sulla natura del “ mondo” spirituale. Il Quesito che dà origine a questa ricerca viene dal libro biblico di Ezechiele, in cui egli cita a proposito delle acque che escono da sotto la soglia della casa o tempio “divenne un fiume impetuoso in cui dovetti immergermi”. Come dire: per vivere esperienze spirituali bisogna immergersi completamente nella dimensione dello Spirito. Non è un “tanto per” non è una passatempo o una passione e neanche una moda. La dimensione invisibile che ci circonda ha le sue entità e le sue regole, cercare di conoscerle o scrutarle curiosando può creare cambiamenti fondamentali in una persona. I concetti in merito sono spesso rappresentati con opere realizzate in carta o materiale riciclato, unendo così il forte sentimento evangelico della mostra ai precetti etici contemporanei in merito al recupero e al riutilizzo dei materiali. In questo caso parafrasando l’attivista pro-ambiente Greta Thumberg dovremmo dire si! Bla..Bla…Bla. (Inteso come radice di Blaganò e Blaganò -Signora- ), poiché questo parlare non resta fine a se stesso, ma appartiene ad un percorso che cresce da anni che ora si fonde con il quotidiano narrando oggettivamente i tempi che viviamo. Infatti la mostra oltre ad essere patrocinata dal Comune di Collegno ( che ha inserito nel suo Piano di Offerta Formativa specifici laboratori tenuti dagli artisti, che spiegano come produrre qualcosa non di utile solamente, ma di valore – come un opera d’arte- da materiali di scarto) vede anche il sostegno del consorzio CIDIU e il patrocinio della Città Metropolitana di Torino. La tematica – dunque – è si spirituale infatti le centinaia di pesci in carta che riempiono l’antica chiesa della Certosa rappresentano il discepolato come simbolo di una chiesa antica e coerente alla “Parola”, ma vale anche per tutti coloro che oggi con impegno sanno di dover portare fino in fondo il pensiero di restaurazione del pianeta e della società in senso ambientale.
VERBANIA. RI – CONNESSIONI, NATURA TRA ‘800 E CONTEMPORANEO
a cura di Guido Curto e Federica Rabai. Opening 2.04.2022 | h. 11.00 – – MUSEO DEL PAESAGGIO – PALAZZO VIANO DUGNANI via Ruga 44 Verbania
Opere di Maura Banfo, Francesco Tabusso, Francesco Casorati, Ugo Nespolo, Laura Pugno, Enrica Borghi, Velasco Vitali, Hilario Isola, Giorgio Ramella, Daniele Galliano, Pier Luigi Pusole, Andrea Massaioli, Giovanni Frangi, Elisa Sighicelli, Piero Gilardi
Sarà presentata il 2 aprile a Palazzo Viani Dugnani ‘Ri-connessioni. Natura tra ‘800 e contemporaneo’ la nuova mostra allestita al Museo del Paesaggio di Verbania. La mostra, organizzata in collaborazione con la Reggia di Venaria e il Consorzio delle Residenze Sabaude, che aprirà la stagione turistica 2022 del Museo, nasce dalla mostra ‘Una infinita bellezza. Paesaggio e ambiente in Italia dalla pittura romantica all’arte contemporanea’ -terminata il 27 Febbraio presso la Citroniera della Reggia di Venaria- in cui era esposta anche l’opera ‘I due noci’ di Carlo Fornara proveniente dalla collezione del Museo del Paesaggio. In mostra alcuni dei più importanti e storici movimenti artistici presenti nelle collezioni del museo dialogano con noti artisti contemporanei che hanno toccato ed esplorato il tema della natura e dell’ambiente ai giorni nostri.
ANTEPRIMA FLOREAL: ALLA PALAZZINA DI CACCIA DI STUPINIGI IN MOSTRA I MIGLIORI VIVAI D’ITALIA. DUE GIORNI DI FIORI, CULTURA GREEN E TANTA BELLEZZA
Sabato 2 e domenica 3 aprile 2022
ANTEPRIMA FLOREAL – In mostra i migliori vivai d’Italia è l’anticipazione di primavera, ricca di fiori e colori, della II edizione d’autunno di FLOREAL, storica mostra florovivaistica torinese ormai fra le principali d’Italia, per quantità e qualità di espositori. Attesi i migliori 35 vivai selezionati dalla “Guida ai Vivai d’Italia”, edita da Add Editore e curata da Giustino Ballato e Rossella Vayr. L’unica roadmap ai vivai della Penisola oggi esistente, in un affascinante viaggio nel verde di 300 vivai d’Italia, per scoprire storie, curiosità e conoscere le diverse tipologie di piante che li contraddistinguono, e acquistabile nei giorni della manifestazione. Due giorni per celebrare la bellezza dell’arrivo della primavera: orchidee, peonie, rose, bonsai, cactus e anche veri gioielli da collezione con le varietà di viola “Cool Wave” e le “Radiance”, ma anche verbene, petunie e piante aromatiche e medicinali. Un tripudio di fiori, verde e natura, nel segno della sostenibilità e del rapporto sempre più importante fra uomo e piante nei giardini della magnifica residenza Sabauda settecentesca della Palazzina di Caccia di Stupinigi, Patrimonio Unesco situato alle porte di Torino. Novità di quest’anno, all’insegna della qualità della manifestazione che cresce di anno in anno, è la presentazione di FLOR Academy, una scuola per ogni coltivatore di piante, con la possibilità di confrontarsi con i migliori esperti d’Italia che, oltre ad esporre le proprie piante, organizzeranno workshop, approfondimenti, laboratori e lezioni, per tutti i visitatori della mostra-mercato. Un momento dedicato volto a informare, divulgare e promuovere la cultura e la conoscenza delle piante in ambito green, con particolare attenzione alla sostenibilità e all’ambiente. Un intero week end all’insegna della valorizzazione dell’eccellenza, quindi, in presenza della top list degli esperti vivaisti per inondare di profumo e colori gli scenografici giardini della Palazzina di Caccia di Stupinigi, fra tante nuove attività e laboratori che ruotano intorno all’evento, fra cui sabato dalle 15 alle 17 un evento dedicato ai più piccoli e le loro famiglie, con il laboratorio a cura di Agroinnova, per imparare a conoscere e riconoscere i semi che danno vita alla pianta. Alle ore 18, per i più grandi è invece in programma una ‘Flower Hour’ all’orario dell’aperitivo, in compagnia di Gramaglia. Dall’arquebuse al vermouth, fra erbe e liquoristica, una panoramica dell’apporto aromatico delle piante impegnate nella produzione di liquori, amari, vermouth e anche alcuni distillati. Fra i tanti appuntamenti, nella giornata di domenica, da non perdere il laboratorio ADIPA per adulti e piccini a cura dell’illustratrice Rossana Bossù e tratto dal libro “Come un albero”, con un parallelismo fra albero e ritratto e analogie legate alle illustrazioni. Per due giorni sarà inoltre possibile ricevere in ogni momento suggerimenti per le proprie piante, con i preziosi consigli di Giampiero del vivaio Isola Larga. Un’occasione unica per trascorrere un week-end all’aria aperta con tutta la famiglia ed immergersi nella bellezza della natura, con la possibilità di visitare anche la splendida Palazzina di Caccia di Stupinigi, che in questi giorni ospita in contemporanea due grandi mostre internazionali, prodotte da NEXT EXHIBITION. Nelle antiche cucine il legame indissolubile uomo-animale con “STEVE McCURRY – Animals”; in Citroniera di Ponente “FRIDA KAHLO – Through the Lens of Nickolas Muray”. Frida, icona dei tempi, che fece dei fiori e dei colori sua immensa passione, come si potrà vedere nelle sue fotografie più iconiche. Per il grande afflusso di pubblico in mostra nel fine settimana, si consiglia, per evitare code, la prenotazione biglietti sui siti ufficiali www.mostramccurry.com e www.fridatorino.it
L’accesso ad ANTEPRIMA FLOREAL è consentito con green pass, secondo le normative che saranno vigenti al momento della manifestazione. Il programma completo è on line sul sito www.orticolapiemonte.it e su Facebook.
STORIA SABAUDA. DUE VOLUMI IN USCITA
Presentazione dell’opera 1416: Savoie Bonnes Nouvelles. Studi di storia sabauda nel 600° anniversario del Ducato di Savoia
Centro Studi Piemontesi, 2021, 2 voll. di pagg. XXVI-1681
Mercoledì 30 marzo Nel 550° anniversario della morte del beato Amedeo IX duca di Savoia
ore 11.30 Auditorium Vivaldi Piazza Carlo Alberto 3 – Torino
Dopo i saluti di Guglielmo Bartoletti, Direttore Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino Intervengono
Franco Cravarezza, Presidente ABNUT
Chiara Devoti, Politecnico di Torino
Enrico Genta Ternavasio, Università di Torino
Gustavo Mola di Nomaglio, Curatore dell’opera
Coordina Albina Malerba
I saggi che formano questi due volumi, in molti casi autentiche pietre miliari nel proprio settore, si devono a 56 affermati accademici, studiosi, saggisti, e a promettenti giovani ricercatori. Il ventaglio degli argomenti è ampio: i temi affrontati sono d’interesse dinastico, istituzionale, biografico, economico, giuridico, giurisdizionale, sociale, politico, culturale, militare, religioso e genealogico. Spaziano, poi, nel campo della storia dell’arte e dell’architettura, in quella della cultura, dei patrimoni culturali, della lingua, come pure in ambiti onomastici e toponomastici. L’opportunità per raccogliere una così vasta messe di studi è stata offerta dalla ricorrenza del sesto centenario dell’assunzione, nel 1416, del titolo ducale sulla Savoia, che fu occasione, più che di rilevanza politica, per una sistemazione, sotto un’unica denominazione territoriale, di una vasta porzione dei domini dinastici oltralpini. L’interesse degli autori si rivolge pure, più in generale, ai domini e poteri detenuti dai Savoia sin da tempi remoti sia sul versante italiano (dal Piemonte e Valle d’Aosta alla “Liguria piemontese” e al Nizzardo) sia su quelli oltralpini, non solo quelli oggi francesi (Savoia, Bresse, Bugey, Valromey) ma anche svizzeri (Vaud, Vallese, Ginevra e Ginevrino). Non mancano, inoltre, sguardi su altri poteri, possessi e influenze esercitati altrove in Europa, come quelli riferibili al Delfinato, al Lionese, alle Fiandre o all’Inghilterra, dove nel ‘200 Pietro II di Savoia deteneva un ruolo di primo piano a livello “politico” e possedeva oltre trecento feudi e castelli, mentre suo fratello Bonifacio era arcivescovo di Canterbury e primate della Chiesa anglosassone.
L’accesso è consentito con Green Pass e Mascherina. Info e prenotazioni: 011 537486; info@studipiemontesi.it. www.studipiemontesi.it
TRAVELING MERCIES DI RYAN COSBERT
Luce Gallery
Torino, fino al 23 aprile 2022
A Torino, fino al 23 aprile 2022, Luce Gallery è lieta di presentare “Traveling Mercies”, la prima mostra personale di Ryan Cosbert nelle sale della galleria. La giovane pittrice afroamericana esprime idee concettuali profondamente radicate nella cultura nera attraverso un’astrazione tattile. I dodici dipinti esposti sono caratterizzati da una composizione a “tessere”. Applicando colori, texture e oggetti simbolici, l’artista concepisce opere che affrontano le conseguenze della sottomissione e dell’oppressione della comunità nera, mettendo spesso in risalto figure storiche nere emarginate, esperienze comuni o convinzioni assai consolidate. I lavori intendono stimolare conversazioni significative che si interrogano sull’assenza di questi vissuti nella nostra storia, esplorando anche le prospettive contemporanee dei neri. Il titolo, Traveling Mercies (Misericordie per il Viaggio), si riferisce alla preghiera cristiana recitata per proteggere i viaggiatori da pericoli permettendo di raggiungere la destinazione sani e salvi. Il tema della necessità di protezione nel viaggio sembra presente in ciascuna tela. In accordo con il suo stile riconoscibile, le “tessere” sono disposte all’interno di uno schema a scacchiera assieme a spesse pennellate ruvide e una palette intrisa di significato. La varietà di blu evoca il cielo azzurro o l’oceano cobalto e le tonalità della bandiera panafricana – rosso, verde, giallo e nero -, sottintendono il viaggiatore, la destinazione o l’origine. Le energiche pennellate e l’utilizzo di colori brillanti attirano l’osservatore, mentre la composizione a griglia suggerisce un ordine e una chiarezza di fondo del messaggio, rivelati solo nei titoli. La forza del lavoro di Cosbert è nella creazione di un linguaggio visivo riconoscibile, usando le sue “tessere” ed elementi simbolici per trasmettere concetti altamente specifici tratti dalla sua ricerca e dalla sua esperienza personale. Fly High, Ode to Bessie Coleman (2022) ricorda un cielo ceruleo coperto da un vorticoso skywriting bianco e spesse “piastrelle” bianche somiglianti a cumuli con sfumature grigie. Vediamo volare in ogni direzione aeroplani di varie dimensioni, realizzati in carta bianca e attaccati alla superficie del dipinto, nella cui parte sinistra appare una solida colonna della sua griglia in bianco-grigio più spesso, quasi ad annunciare una tempesta in arrivo, come una barriera di nuvole che vi si infrange. Inoltre, l’artista ha inserito charm con una zampa di coniglio su due aeroplanini di carta, alludendo alle speranze in un viaggio di successo. Questo noto simbolo portafortuna è una tradizione che può essere fatta risalire dagli afroamericani ridotti in schiavitù al folklore della savana africana.
La mostra sarà visibile anche on-line: www.lucegallery.com/video.php.
Ryan Cosbert è nata nel 1999 a Brooklyn, New York, dove vive e lavora. Si è formata alla School of Visual Arts (SVA) a New York, conseguendo il BFA nel 2021. La ricerca dell’artista afroamericana è rivolta all’astrazione. Il lavoro pittorico attinge dall’eredità della sua origine haitiana e guyanese, esperienze umanistiche, autoespressione, questioni politiche e narrazioni storiche della diaspora africana ricercate con rigore. I suoi dipinti sono stati esposti negli Stati Uniti come anche in Europa e acquisiti da collezioni private e istituzioni pubbliche, tra cui l’X Museum a Pechino.
RE-PLAY. ESERCIZI PER STARE AL MONDO
Un’interpretazione partecipata dell’Archivio Mai Visti Pinacoteca del Centro Arte Singolare e Plurale della Città di Torino Direzione Servizi Sociali – Area Politiche Sociali – Servizio Disabilità
PARI, Polo delle Arti Relazionali e Irregolari
Palazzo Barolo, via Corte d’Appello 20/C, Torino
1 – 30 aprile 2022
Inaugurazione 31 marzo 2022, ore 18
Nella sede dell’ex Regio Ospizio dei Poveri, c’è un tesoro da scoprire, l’Archivio Mai Visti Pinacoteca del Centro Arte Singolare e Plurale della Città di Torino: una collezione formata da dipinti, sculture e video, prevalentemente realizzati da persone con disabilità intellettiva o disagio psichico, autori singolari che hanno tratto ispirazione dalla personale esperienza e non da modelli dell’arte ufficiale. Sempre più istituzioni scelgono di aprirsi ad attività che favoriscono partecipazione. In quest’ottica, le collezioni museali possono diventare uno strumento per ampliare la fascia del pubblico attraverso il suo coinvolgimento nella creazione di contenuti. Re-Play è un format curatoriale che mette i cittadini e le cittadine al centro della realizzazione di una mostra, proponendo riletture partecipate di collezioni museali e archivi. Dall’incontro di queste due realtà nasce Esercizi per stare al mondo. Un’interpretazione partecipata dell’Archivio Mai Visti Pinacoteca del Centro Arte Singolare e Plurale. Si tratta di un percorso espositivo condiviso – sostenuto dalla Fondazione CRT, da sempre in prima linea nell’incoraggiare la cultura in ogni sua declinazione e nel realizzare i valori della piena inclusione e fruizione – in cui curatori e curatrici sono persone estranee al mondo dell’arte che, grazie alla loro visione originale e libera da condizionamenti, contribuiscono ad arricchire di significati inaspettati questo patrimonio di immagini. Partendo dalle opere presenti nella Pinacoteca, il gruppo è stato accompagnato allo studio della collezione attraverso un lavoro di mediazione, fino ad arrivare alla creazione della mostra. Per ampliare il livello di partecipazione e fornire ancora più originalità interpretativa, a questo processo si è affiancato quello della biografia teatrale attraverso cui i partecipanti narrano al pubblico il percorso espositivo a partire dal proprio vissuto. L’esposizione è infatti accompagnata da specifici momenti performativi fatti di racconti e storie che restituiscono memoria immaginifica alle opere e contribuiscono a dar loro un “senso rinnovato”.
orari mostra martedì | mercoledì | giovedì | venerdì ore 15.00 – 18.00 sabato | domenica ore 14.30 – 19 lunedì chiuso
operabarolo.it | info@palazzobarolo.it orari e date performance racconto delle opere 1 | 2 aprile, ore 18 8 | 9 aprile, ore 18 14 aprile ore 18
prenotazione obbligatoria al link https://www.eventbrite.it/e/biglietti-performance-re-play-esercizi-per-stare-al-mondo-291720061557
PEOLA SIMONDI. CORNELIA BADELITA, CONTINUU
Dal 6 aprile al 7 maggio, Via della Rocca 29
Per la seconda mostra personale alla galleria Peola Simondi, Cornelia Badelita presenta il progetto Continuu. I nuovi dipinti, realizzati tra il 2021 e il 2022, sono tavole dal formato insolito, alte dieci centimetri e lunghe un metro, disposte lungo le pareti all’altezza dello sguardo, con ritmo regolare. Se da lontano appaiono come moduli seriali, in una visione ravvicinata si rivelano originali nature morte, i cui elementi occupano, l’uno accanto all’altro, uno scabro piano d’appoggio. Le lunghe tavole di Badelita nascono da una riflessione sulla predella, la fascia dipinta che solitamente faceva da corredo alla pala d’altare. Posta al di sotto dello scomparto centrale, aveva una funzione sia pratica, nascondere lo zoccolo inferiore della cornice, sia concettuale, estendere la narrazione con scene accessorie. Dal punto di vista linguistico, ogni predella è un parergo, ossia un’appendice, un elemento ausiliario. Continuu è, dunque, immaginato come una lunga nota a piè di pagina, come una digressione che si estende al di là di una narrazione a noi ignota. Ispirazione del ciclo è la sconvolgente tavola di Hans Holbein il Giovane che raffigura Il corpo di Cristo morto nella tomba (1521). Il dipinto, che perseguitava Fëdor Dostoevskij, è di fatto una predella, un drammatico e maestoso parergo, alto poco più di trenta centimetri e lungo due metri, alla narrazione generale. Della scena, che segue la vita terrena di Cristo e precede quella ultraterrena, Badelita estrapola l’idea di un tempo e di un luogo sospesi, in cui la narrazione sembra congelarsi. A ricordo dell’opera rimane un panno bianco che, solitario, appare in una delle tavole in mostra. Nello spazio allungato di queste moderne predelle, l’artista dispiega insolite nature morte, in cui l’amore per la pittura fiamminga si unisce all’indagine delle proprie ossessioni e della propria esistenza quotidiana. A oggetti di affezione che raccontano l’esperienza della maternità (colorate sculture modulari in mais, stelle filanti, palloncini ecc.) sono mescolati elementi tratti dai dipinti intimisti di Adriaen Coorte, misterioso artista vissuto alla fine del XVII secolo, di cui si conoscono poche opere dal sapore naïf. Il piano disadorno e il fondo scuro e cieco sono un omaggio a Coorte, così come le fragole selvatiche e le pesche che Badelita dissemina qua e là e duplica, generando nello spettatore una perturbante sensazione di déjà vu.
BIASUTTI, MOSTRA DI ANDREA NISBET
La galleria Biasutti & Biasutti presenta una mostra dedicata ad Andrea Nisbet (Torre Pellice, Torino, 1960). Trenta opere costituiscono il corpo della rassegna intitolata D’intorno. La sua ricerca inizia negli anni Ottanta, dopo essersi diplomato al Liceo Artistico di Torino e perfezionatosi alla scuola di restauro del Professor Pagliani, alla Galleria d’Arte Moderna di Roma. Raffigurazioni di luoghi legati alla storia e alla vita dell’uomo (ossari, cabine in disuso, fabbriche abbandonate). Si fa così strada una riflessione sul destino, sulla presunta possibilità o libertà di intervenire nel corso degli eventi, che trova espressione nelle tele dalla metà degli anni Novanta. Atmosfere sospese e scenari stradali descrivono eventi tragici dove sembra non esserci spazio per scegliere o per determinare il corso delle cose. La sperimentazione di Andrea Nisbet giunge agli anni Duemila, riassunta in questa mostra, dove appare evidente il suo rapporto con la natura fatta da una serie di disegni ed installazioni ambientali. Un percorso segnato da strade al di fuori delle logiche tradizionali. Disegni “grandi” in cui riproduce in maniera fedele e maniacale tronchi di alberi, che subiscono l’intervento dell’uomo. Vasi in ceramica, realizzati con la tecnica dell’engobbio, dipinti e datati, messi in cima a tronchi di abete e cedro per far vivere il ciclo della vita. Una visione contemporanea: il vaso stesso raccoglie l’acqua che passa alla pianta (il tronco). L’installazione ti avvolge, ti cattura e fa provare uno stretto contatto con la natura. Fino al 30 aprile 2022. Il catalogo, con testo di Mauro Comba, sarà presentato venerdì 8 aprile 2022.
IL CAMELIETO DEL CASTELLO DI MIRADOLO
Il programma di inizio aprile
Con oltre 160 esemplari di camelie, tra le varietà più antiche e rare d’Italia, la Fondazione Cosso presenta il progetto di recupero, salvaguardia e riscoperta delle piante simbolo di eleganza e raffinatezza. La presentazione ufficiale, sabato 2 aprile, del piano di tutela e valorizzazione del Camelieto darà il via a un mese di iniziative, appuntamenti didattici a tema, incontri, visite guidate e degustazioni di tè, occasioni uniche di approfondimento e di promozione della cultura botanica e del paesaggio Nell’ambiente protetto del Parco del Castello di Miradolo si trovano oltre 130 giovani esemplari di camelie propagate da piante vetuste appartenenti a due tra le collezioni di camelie più antiche e pregevoli d’Italia, provenienti dal giardino dell’ex Albergo Eden di Verbania Pallanza e dal Parco di Villa Durazzo Pallavicini di Genova Pegli. Alle camelie ottocentesche introdotte dalla Contessa Sofia Cacherano di Bricherasio, ultima discendente della famiglia e proprietaria della dimora fino al 1950, si affiancano così le nuove cultivar, recuperate e salvate dall’abbandono. Il progetto di piantamento diffuso ha preso il via nel 2019 con l’obiettivo di mantenere e far sopravvivere un ingente patrimonio botanico formato per il 50% da esemplari unici in Italia, oltre alle piante madri decisamente vetuste, in alcuni casi a rischio estinzione. Nel 2020 è stato avviato lo studio e la caratterizzazione dei giovani esemplari introdotti nel Parco del Castello di Miradolo e di quelli già esistenti, da parte di un gruppo di esperti dell’Università degli Studi di Torino guidati da Valentina Scariot del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA), con la collaborazione dell’agronomo Andrea Corneo, presidente della Società Italiana della Camelia. Sabato 2 aprile 2022, sarà presentato ufficialmente il piano di recupero, tutela e valorizzazione del Camelieto realizzato in collaborazione con Università degli Studi di Torino – Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA) e Società Italiana della Camelia di Verbania, con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando Luoghi della Cultura 2019. Per tutto il mese di aprile, sono in programma appuntamenti didattici a tema, incontri e degustazioni di the, occasioni uniche di approfondimento e di promozione della cultura botanica e del paesaggio.
IL PROGRAMMA
Sabato 2 aprile – Ore 15. La camelia nella storia tra Oriente e Occidente. Storia di un viaggio e di un successo, di un oblio e di una riscoperta
Domenica 3 aprile – Ore 11.
Visita guidata: Il Camelieto nel Parco del Castello di Miradolo
Con oltre 160 esemplari di camelie, tra le varietà più antiche e rare d’Italia, il racconto del progetto di recupero, salvaguardia e riscoperta delle piante simbolo di eleganza e raffinatezza. Un tour tra alberi monumentali e specie esotiche, scorci pittoreschi e l’orto del Castello.
A cura di Andrea Pelleriti, architetto paesaggista e agronomo.
Costo: 6 euro + biglietto di ingresso
Ore 15 – Attività per famiglie: Camelie e colori. Un fiore fa primavera
Sabato 9 aprile – Ore 15. Signora… non solo con le camelie. Fragranze fiorite e dintorni negli ultimi due secoli. I fiori e le loro fragranze sono sempre stati alla base della profumeria che, come tutte le arti, ha i suoi periodi e le sue mode. Il fiore spettacolare della camelia ha debuttato nelle società europee dell’Ottocento seducendo giardinieri e belle dame nonostante l’assenza di profumo.
Incontro con Gianni Bertetti, esperto di storia della profumeria, ed Enrica Melossi, appassionata di arte e costume.
RACCONIGI. L’ILLUSTRATORE MARCO CAZZATO E “I SEPOLCRI” (IL SAGGIATORE)
Venerdì 1 aprile 2022, ore 21
SOMS, Via Carlo Costa 23 – Racconigi (Cn)
www.progettocantoregi.it – www.neripozza.it
Marco Cazzato, di origini racconigesi, tra i più importanti illustratori italiani, collaboratore di riviste, giornali ed editori nazionali e internazionali, autore di copertine di libri e album musicali e disegnatore di manifesti, torna a Racconigi, ospite di Progetto Cantoregi. Venerdì 1 aprile 2022 alle ore 21 sarà alla Soms (Via Carlo Costa 23), per presentare il suo nuovo lavoro uscito nel 2021, edito da Il Saggiatore: le illustrazioni de “I Sepolcri” di Ugo Foscolo. Dialogherà con l’autore Marco Pautasso, presidente di Progetto Cantoregi. «All’ombra de’ cipressi e dentro l’urne confortate di pianto è forse il sonno della morte men duro?» I sepolcri sono una domanda senza tempo sulla vita e sulla morte, un ragionamento in versi sulla soglia che tutti dovremo attraversare, composto attingendo a ogni energia crepuscolare, a ogni brace romantica di cui Ugo Foscolo era in possesso. Che cosa resta di noi, quando di noi non resta più nulla, non il corpo, non la mente, non una stilla di vita? A che cosa serve una lastra di marmo o una sobria urna che ci ricordano ai vivi, nel momento in cui la nostra esistenza terrena si è infine compiuta? Quale speranza c’è nell’ombra eterna che raccolgono i cimiteri? Cos’è una tomba? Una linea d’ombra, una pietra fredda, il luogo di un ricordo? Cosa dice di noi quello spazio sepolto; di noi che passiamo la nostra esistenza in superficie, tra speranze e vanità? L’eco di queste domande – che Ugo Foscolo impresse più di duecento anni fa nei suoi versi – risuona in noi ancora oggi. I sepolcri è un invito alla ricerca, ad andare oltre la soglia: un canto da cui sboccia il silenzio; un’apparizione, nascosta fra le pieghe di un libro. Pubblicati nel 1807, dopo l’editto napoleonico di Saint-Cloud che stabiliva che le tombe fossero poste, tutte uguali e senza iscrizioni, al di fuori delle mura cittadine, i 295 endecasillabi dei Sepolcri tornano oggi a risplendere di nuovo buio, illuminati dai disegni di Marco Cazzato: l’incontro tra un passato che permane e un presente che fugge in avanti, a comporre un canto, infine, di conforto. L’ingresso è gratuito fino a esaurimento posti, con prenotazione consigliata ma non obbligatoria.
SALUZZO, APPUNTAMENTI DI INIZIO APRILE NEI MUSEI CIVICI
Finalmente tutti i Musei civici di Saluzzo hanno riaperto per la bella stagione, e ogni settimana vengono proposti eventi o laboratori per far vivere in maniera originale le bellezze della città. Il mese di aprile, fra pasqua, pasquetta e Start offre la possibilità di partecipare a numerosi eventi, tutti diversi e unici.
SABATO 2 E DOMENICA 3 APRILE “Alla scoperta delle Case della Memoria saluzzesi”
Su iniziativa dell’Associazione Nazionale Case della Memoria sabato 2 e domenica 3 aprile debutta la prima Giornata Nazionale delle Case dei Personaggi Illustri Italiani, un’iniziativa pronta a schiudere le porte a tutte le realtà che sono legate a grandi nomi del passato.
In occasione della Giornata Musa-Musei Saluzzo aprirà straordinariamente il museo Casa Pellico sabato 2 dalle 14 alle 18 e domenica 3 dalle 14 alle 19. Il museo civico Casa Cavassa sarà invece aperto secondo il consueto orario il sabato dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18 e la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19.
Gli ingressi per entrambe le giornate saranno a tariffa ridotta (2 euro a Casa Pellico, 3 euro a Casa Cavassa) per chi si prenota inviando una mail a musa@itur.it entro giovedì 31 marzo.
MuSa-Musei Saluzzo arricchisce l’offerta della Giornata proponendo inoltre un itinerario che parte domenica 3 alle ore 15.30 da Casa Cavassa, museo legato alle figure della famiglia Cavassa e a Emanuele Tapparelli D’Azeglio che la fece restaurare, prosegue poi a Casa Pellico, dove lo scrittore e patriota nacque e trascorse i primi anni d’infanzia, e termina a Villa Radicati, luogo scelto dai Marchesi per la caccia e attività di loisir nella natura, straordinariamente aperta in occasione dell’iniziativa e raggiungibile a piedi con la guida o con la propria macchina.
Costo: 12€, under 10 gratuito (compresi i biglietti d’ingresso ai tre siti)
Orario e ritrovo: 15.30 dalla biglietteria di Casa Cavassa in via San Giovanni 5
SABATO 9 APRILE “Illustrando i bestiari medievali”
In occasione dell’iniziativa “Disegniamo l’arte” promossa da Abbonamento Musei, i Servizi Educativi MusaKids propongono un divertente pomeriggio dedicato all’illustrazione. L’attività sarà l’occasione per scoprire, nascoste tra gli arredi di Casa Cavassa, alcune delle creature leggendarie del Medioevo solitamente rappresentate nei bestiari: vere e proprie enciclopedie che raccoglievano immagini e descrizioni degli animali reali e fantastici di un tempo. A spasso tra i tesori dell’antica dimora saluzzese, i bambini si trasformeranno in piccoli apprendisti alla ricerca di nuove ispirazioni per le loro miniature medievali.
Prenotazione obbligatoria rivolgendosi a musakids@itur.it
Orario e ritrovo: ore 15 presso la biglietteria di Casa Cavassa in Via San Giovanni 5
A chi è rivolto? Ai bambini dai 5 ai 10 anni
Costo: 3€ a partecipante. Biglietto ridotto per gli accompagnatori
CASTELLO DI COSTIGLIOLE. FRAGMENTS OF LIFE
IVREA. PROROGATA AL 5 GIUGNO LA MOSTRA SU JEAN MICHEL FOLON AL MUSEO GARDA
Alla luce del successo riscontrato, la mostra Ollivetti e l’arte: Jean Michel Folon, ospitata al Museo Civico P.A. Garda di Ivrea sarà prorogata fino al prossimo 5 giugno mantenendo gli stessi orari e i giorni di apertura al pubblico e alle scuole.
Orario: da martedì a domenica dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18 /lunedì e festività chiuso
BERMAN. PROROGATA LA MOSTRA DI INCERTI
Proseguirà fino al 21 aprile, dal mercoledì al sabato, dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16 alle 19, presso la Galleria Berman, nella sede espositiva, in via Arcivescovado, 9 a Torino, la mostra con 32 opere di Iller Incerti dal titolo: “Il mondo visto con gli occhi di Iller Incerti”.