Riva presso Chieri. Presentazione del libro “Sorelle senza madre”
Il 15 maggio alle ore 17.00 nella sala delle Grottesche di Palazzo Grosso di Riva presso Chieri, la rivese Pina Pertusio presenterà il suo libro ‘SORELLE SENZA MADRE, l’Orfanotrofio femminile di Chieri: storia e vita quotidiana tra seicento e novecento. L’autrice parlerà della lunga storia di un’Istituzione che è tassello importante nella storia locale chierese. Fondato nel 1638 dal nobile mercante chierese Biagio Montuto, l’allora Monastero delle povere orfane aveva lo scopo di ospitare le fanciulle orfane e povere della città di Chieri e dintorni, provvedere al loro sostentamento e proteggere le loro virtù. Inizia così la lunghissima storia di un’ ente che rimarrà coerente nei secoli agli scopi istituzionali per cui era nato, nonostante le numerose vicissitudini storiche. Mentre le amministrazioni dell’istituto cambiavano colore politico coerentemente agli eventi storici, la vita quotidiana per le orfane si divideva tra lavoro al servizio della città, preghiera, obbedienza, rispetto severo delle regole. Una vita ‘parallela’ a quella della società. Anche le feste erano vissute all’interno dell’Orfanotrofio salvo alcune eccezioni: la partecipazione alle sepolture, per cui erano retribuite, o alle processioni, frequenti in città fino alla metà degli anni cinquanta del novecento. La relazione fra le orfane però era ricca e compensava la loro orfanità e la mancanza di reti parentali tanto da farle sentire fra loro più che sorelle. Questo della “sorellanza” è il dato che emerge dalle ultime orfane ormai anziane intervistate dall’autrice molti anni fa. Insieme al riconoscere che l’educazione e gli insegnamenti ricevuti nell’istituto si sono rivelati beni preziosi da spendere nella vita. La storia delle orfanelle termina nel 1949 quando nella direzione interna entrano le suore di San Giuseppe di Torino a sostituire la centenaria autogestione delle orfane. All’incontro del 15 maggio interverrà la signora Anna Maria, la più giovane delle orfane intervistate da Pina Pertusio trent’anni fa.