CURIOSITA’ NOVARESI. LA VIA DELLE TORRI LUNGHE
Alla fine del XV° secolo il Patriziato novarese, cioè la classe nobiliare, dopo avere acquisito il predominio sociale, economico e politico della Città e del Contado (a seguito dell’accordo del 1448 con Francesco Sforza) di cui i nuovi Statuti cittadini del 1460 furono conseguenza (i paratici o corporazioni che rappresentavano i ceti subalterni del mondo artigianale, operaio e popolare furono sciolti e la Città fu da allora amministrata dal Consiglio dei Decurioni, 60 membri tutti di famiglie nobili), decise che fosse il momento di dare a Novara un nuovo aspetto. Tutti erano chiamati a collaborare a questo importante progetto. Lo Stato regionale si occupò della ristrutturazione del Castello, il Consiglio dei Decurioni degli edifici pubblici e dei centri commerciali ed economici, il Capitolo dei Canonici della Cattedrale ed il Vescovo degli spazi sacri e di tutte le costruzioni attinenti la religione, quanto ai privati, essi realizzarono palazzi, portici, case. Di questa nuova Città voluta dai Decurioni è ad oggi rimasto poco. La Camera ducale fece anche abbattere l’antica Cittadella, fuori dalle mura meridionali, e fece ristrutturare il Castello che doveva rispondere adeguatamente alle nuove esigenze militari.
Oggetto di questi interventi fu anche la Via delle Torri Lunghe, attuale Via Canobio (quella su cui si affaccia oggi la Prefettura e la sede della Provincia). La Via già esisteva e la sua denominazione era legata all’edilizia fortificata privata risalente alla seconda metà del XIII° secolo, l’epoca in cui le case dell’aristocrazia furono fortificate anche con la costruzione di torri negli angoli delle strutture.
Nella Casa Rognoni Salvaneschi di Via Canobio 14 (nella foto) è ancora “leggibile” la base della torre, poi capitozzata in età moderna, e sempre in Casa Rognoni è ancora visibile una grande finestra decorata con cotti di gusto lombardo. Negli anni Cinquanta del secolo scorso fu ricuperata la struttura, ripristinando l’originale aspetto quattrocentesco, ricreando tra l’altro all’interna della Casa un arredo tipico delle abitazioni aristocratiche dell’Ottocento. Quanto alla Casa della Porta, che egualmente si affaccia su Via Canobio al numero 6 (nella foto), la sua ristrutturazione è attribuibile alla fine del XIV° – prima metà del XV° secolo e la Casa sorge sui resti di un precedente Palazzo, i cui muri sono ancora visibili alla base della struttura nei frammenti a “spina di pesce”. Il nucleo primitivo è costituito da materiale laterizio frammentario romano, che si usava abitualmente nelle costruzioni intorno al 1000 (sono stati trovati anche cilindretti di terracotta che al tempo dei Romani servivano per sostenere la pavimentazione delle stanze da riscaldare). All’inizio del secolo XV° il novarese Ardicino della Porta, Vescovo in Corsica e quindi nominato Cardinale da Papa Martino V nel 1426, acquistò la Casa. Da ciò la sua denominazione di Casa della Porta.
Delle diverse Torri della Via l’unica rimasta è quella del fabbricato dell’attuale Piazza Matteotti al numero 1,
sede della Prefettura e della Provincia (nella foto). E’ certamente la sola sopravvissuta delle Torri Lunghe e in un documento del 1503 è così indicata “Turre magna appellata turris longa”. La Torre è inglobata nel Palazzo Natta che fu completamente ristrutturato e rimaneggiato nel tardo Cinquecento.
Enzo De Paoli