PIEMONTE x CURIOSI – Festa di San Giovanni a Torino: la magica storia dei Farò

Origini e curiosità sulla tradizione dei Farò della Festa di San Giovanni a Torino: viaggio tra storia e magia

La Festa di San Giovanni a Torino è sicuramente uno degli eventi più importanti della città, accompagnato dai tipici Farò. La celebrazione del santo patrono del capoluogo piemontese ha origini molto antiche: i due giorni di festeggiamenti dedicati risalgono al Medioevo. Già in quell’epoca c’era la tradizione del falò serale, conosciuto in piemontese come “Farò”.

La legna da ardere si preparava alla vigilia del 24 giugno all’altezza dell’attuale Via Garibaldi, in Piazza Castello. Successivamente, il rito si spostò all’altezza di Via Palazzo di Città al fine di facilitare la veglia e il mantenimento dell’ordine da parte del Vicario e dei suoi uomini. Nella notte del 23 giugno, il figlio più piccolo del principe regnante aveva il compito di accendere il falò per dare il via ai festeggiamenti. Si cantava e si danzava intorno al fuoco senza dimenticare di recitare alcune preghiere in onore di San Giovanni Battista. I festeggiamenti avevano la figura di “re Tamburlando” come “guida”, un personaggio paragonabile al più noto Gianduja.

Le superstizioni

I Farò della Festa di San Giovanni a Torino sono legati anche ad alcune superstizioni. In fondo, le date dei festeggiamenti coincidono con il solstizio d’estate, la notte più corta dell’anno, periodo cruciale per le credenze pagane.

Per questo, infatti, gli abitanti erano soliti effettuare alcuni riti “magici”, come acquistare l’aglio per avere un anno fortunato, bruciare vecchie erbe nei falò per raccoglierne di nuove e “leggere il futuro”, raccogliere un rametto di felce alla mezzanotte per conservarlo in casa come buon auspicio. Per questo, infatti, si diffuse la credenza che questa dotte fosse dedicate ai rituali delle cosiddette “Masche” piemontesi, ovvero le streghe. Alcuni credevano che aspettassero questi giorni per raccogliere erbe e foglie da “battezzare” nel Po e utilizzare come preziosi ingredienti per filtri magici.

Al giorno d’oggi non c’è più traccia di questi riti “magici”, ma è rimasta una tradizione scaramantica. In cima al Farò di San Giovanni viene ancora issata la sagoma di un Toro il quale – a seconda della direzione in cui cade – “prevederà” le sorti della città per l’anno che segue. Se cade in direzione di Porta Nuova sarà un anno positivo per Torino, mentre se cade nella direzione opposta sarà un anno poco propizio per la città.

Marco Sergio Melano