La scomparsa di Ezio Gribaudo
L’intensa, ampia e coinvolgente ricerca espressiva di Ezio Gribaudo, scomparso al 93 anni, fa parte indissolubilmente alla città di Torino, e non solo, dove era nato il 10 gennaio 1929.
Una stagione, la sua, irripetibile dall’incontro con Picasso alla collana d’arte dei Fratelli Pozzo, dalla formazione all’Accademia di Brera, con Carlo Carrà, alla Facoltà di Architettura del Politecnico torinese, attraverso a una inesauribile capacità creativa. I viaggi a Parigi, l’attenzione per Piero della Francesca e Andrea Mantegna, le innovative esperienze dei Logogrifi, Flani, Metallogrifi, Dinosauri inchiostri tipografici, collages, intagli del legno, rappresentano un patrimonio culturale di indubbio valore nel segno di una visione sempre sorretta da una lucida visione e interpretazione della realtà sociale e artistica di questo nostro tempo.
E dai “Simboli del Concilio” alla Medaglia d’Oro dei Benemereti della Cultura, assegnata dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, alla Medaglia d’Oro della Cultura e dell’Arte della Città di Torino, si snoda il lungo cammino di Ezio Gribaudo che nel 1966 ha vinto il premio per la grafica alla XXXIII Biennale Internazionale di Venezia.
L’impianto grafico delle sue opere costituisce un vero e proprio punto di riferimento che ha fatto dire allo scrittore Giovanni Arpino: “Il segno di Gribaudo è nuovo eppure antichissimo: antico come certe linee compositive giapponesi, che solo apparentemente si legano nel disegno di un albero, di una casa, e nuovo come l’aria che vibra alle ultime guglie architettoniche del nostro mondo in decollo, da Capo Kennedy agli agglomerati urbani visti nel guizzo di un jet a ottomila metri di altezza”.
In questa riflessione passato e presente, ricerca e tecnologia, scrittura e subitanee impressioni coesistono e richiamano alla mente il versi di Maria Pia Cavalli Garavaldi: “Oltre lo scrigno blu/ della Gran Madre/ ancora mi perdo/ in strade/ di malinconia”
(da “Viaggi di parole”, edizioni “disegno diverso”, a cura di Paola Gribaudo, 2005).
E dietro alla Gran Madre, si apre lo studio di Gribaudo, progettato con l’architetto Andrea Bruno, letteralmente “occupato” dai libri d’arte, cartelle di pagine incise, progetti di una straordinaria avventura che unisce l’incontro con il gruppo Cobra di Jorn, Appel e Alechinsky, e la personalità di Peggy Guggenheim, dello scultore Henry Moore con Joan Mirò, la poetica di Chagall e Giorgio de Chirico che sottolinea: “attraverso il bianco io guardo e cerco di trovare ciò che gli altri non hanno trovato. E’ la ricerca attraverso l’ombra portata; ecco il valore del rilievo”.
Invitato ad esporre nelle maggiori gallerie d’arte internazionali pubbliche e private, Gribaudo, cittadino onorario di Moncalieri, è stato Presidente dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, esponente di primo piano del Novecento e del nuovo Millennio, autore di pubblicazioni come “Disegni e parole”, con interventi di Luigi Carluccio e del poeta Edoardo Sanguineti (Fratelli Pozzo Editori). Volumi che, di volta in volta, hanno rinnovato il fascino della parola scritta, di un personalissimo alfabeto e delle figure e volti della moglie Lietta Fossati e dei figli Paola, Alessandra e Carlo, in un inesauribile rimando al sogno dell’artista che si prolunga nel tempo e appartiene alla storia dell’umana esistenza.
Angelo Mistrangelo
La camera ardente per un ultimo saluto al maestro Ezio Gribaudo sarà allestita nel Salone d’Onore dell’Accademia Albertina, in via Accademia Albertina 6, mercoledì 20 luglio, dalle 10 alle 13. Funerale giovedì 21 luglio, alle 10,30, presso la Chiesa della Gran Madre Torino