Passione Fumetti: Il nido del Führer, di Marco Galli
Un’icona del male, un essere diabolico che ha scatenato orrori tali da renderlo quasi un’entità a parte, qualcosa di distaccato dal genere umano. Eppure era un uomo. E ci voleva un talento visionario come quello di Marco Galli, per rappresentarlo in un graphic novel nella sua banale – ma non meno inquietante – umanità.
Se pure si tratta di una storia di fantasia, Il nido di Marco Galli (Coconino Press – 2022) è ambientato a Berghof, la casa delle vacanze di Adolf Hitler sulle Alpi Bavaresi, nei primi giorni del giugno 1944. Giorni in cui effettivamente Hitler era nella sua residenza estiva insieme alla compagna Eva Braun e dove, il 6 giugno, ricevette la notizia dello sbarco in Normandia.
Il nido
È questo il nido, un luogo che la presenza del Führer – ma soprattutto il teatrino della sua corte – rende surreale, fuori dal mondo. Nel nido, la guerra in corso sono notizie che i gerarchi hanno paura di comunicare e gli orrori dei campi di “lavoro”, una questione di numeri da gestire.
Nelle interviste Marco Galli ha raccontato che l’idea è nata nel 2017 – periodo in cui era convalescente dalla malattia che, tra le altre cose, gli impediva di disegnare – guardando un documentario su History Channel sulle patologie di Hitler, sui farmaci e sulle droghe che assumeva. È la figura del Führer che vediamo rappresentata in questo graphic novel, nei suoi occhi arrossati, nel suo sguardo mutevole, nelle sue allucinazioni e nei suoi deliri. Non un pazzo – come spesso viene definito – ma un fanatico estremamente determinato, come più giustamente lo ha definito Marco, nel corso della presentazione all’Off Topic di Torino (intervistato da Manuele Fior), citando “La banalità del male: Eichmann a Gerusalemme”, il saggio della giornalista Hannah Arendt.
Figure fondamentali de Il nido sono Eva Braun, ai tempi compagna di Hitler (solo negli ultimi giorni ne diventerà anche moglie), uno dei personaggi più empatici della rappresentazione di Marco Galli, e il vecchio cacciatore, che trovatosi di fronte all’uomo che rappresenta il male, sviluppa un’ossessione capace di interferire magicamente con i suoi sogni e i suoi deliri.
Non mancano figure emblematiche del Terzo Reich, come Goebbels e Eichmann, insieme ad una corte di alti ufficiali, medici e zelanti funzionari nazisti. Marco Galli non dimentica nemmeno l’amata femmina di pastore tedesco, Blondi, mostrata nella sua candida caninità, ma anche nei suoi pensieri.
Il nido è un’opera graficamente ed esteticamente appagante, di quelle che si fanno volentieri sfogliare e risfogliare per gustarne i disegni, perché ogni pagina ha qualcosa da dire, anche senza leggerla. Non è infatti un caso se le parole, o meglio, i dialoghi, sono essenziali, mentre abbondano le sequenze mute, dove parlano gli sguardi, i gesti, i colori. Il rosso – il colore più raro nel libro – dell’ira, del sangue e della morte, il grigio della guerra, e tutti gli altri, che nella loro mancanza di sfumature accompagnano i disegni, riservandosi di esaltarli quando serve, soprattutto nelle sequenze drammatiche e oniriche. Lo stile e il tratto di Marco Galli sono quelli della sua rinascita: un’elegante linea sottile, morbida e plastica nelle figure, nei lineamenti, nelle espressioni, che si accompagna a neri pieni dal sapore argentino. La pulizia delle sue vignette, l’estrema varietà nella costruzione delle griglie, nelle inquadrature e nelle soluzioni visive, richiama l’opera dei grandi del fumetto, da Hugo Pratt ad Attilio Micheluzzi.
Marco Galli e le sue opere
Marco Galli non è un autore facile, né rassicurante. Non è un autore underground, ma cerca sempre nuove e personali strade per raccontare e disegnare le sue storie a fumetti. Non è mainstream, ma ha vinto il Gran Guinigi 2021 come Migliore Autore a Lucca Comics & Games.
Tutti i suoi graphic novel, fin dagli esordi, hanno una forte venatura noir in cui il confine tra reale e irreale viene spesso superato.
A volte ci ritroviamo in realtà vagamente distopiche, come ne Il SantoPremier (pubblicato nel 2009 dalla 001 Edizioni) in cui il potere politico e religioso si sono fusi in una sola figura dittatoriale, che domina su una storia di spionaggio e tradimenti. Apparentemente molto più realistico il prequel, Nero Petrolio (001 Edizioni – 2011). Entrambi sono disegnati con uno stile che mescola suggestioni sudamericane e francesi d’autore, più dettagliato ne Il SantoPremier, più argentino (Trillo, Mandrafina) in Nero Petrolio.
Nel raccontare le sue storie, Marco Galli va controcorrente. Dove quasi tutti, da anni, non fanno più uso delle didascalie, lui arriva a concentrare racconto e dialoghi nei testi fuori dal disegno, come nel bellissimo Oceania Boulevard (Coconino Press – 2013), un noir fantascientifico alla David Lynch ambientato in una società decadente e corrotta. L’utilizzo di questa modalità, se pure mista con i ballon nelle vignette, già utilizzate ne Il SantoPremier e Nero Petrolio, la ritroviamo anche nell’hard boiled – più classico e realistico – Le chat noir (Coconino Press – 2017). Un’opera che Marco Galli aveva disegnato nel 2012, con un bianco e nero grezzo e immediato, uno di quei graphic novel che devi leggere per coglierne l’essenza.
Con Nella camera del cuore si nasconde un elefante (Coconino Press – 2015), Marco Galli racconta la storia di uno scrittore in crisi che parte per una ricerca misteriosa in una città esotica. Per una volta l’autore mette da parte il noir e rimane apparentemente entro confini apparentemente più realistici, mentre compie un balzo in avanti nella sperimentazione visiva, sintetizzando il suo stile nelle pagine in bianco e nero e sperimentando diverse modalità di colorazione, dall’uso delle sfumature di grigio, agli innesti di rosso, all’acquarello, ai colori digitali. Ritroviamo lo stesso stile nel più surreale Èpos, un’intensa storia di sopravvivenza e cambi di prospettive esistenziali, scritto e disegnato nel 2015, se pure pubblicato nel 2018 da Eris Edizioni.
Dentro una scatola di latta
Sempre la Eris Edizioni, nel 2021 ha pubblicato Dentro una scatola di latta, un noir pseudo fantascientifico che “sorprende” per l’attinenza di alcuni temi con la realtà in cui viviamo. Sì, perché Dentro una scatola di latta è stato scritto e disegnato nel 2012, quando di virus e complottismo praticamente non si parlava. Ritroviamo lo stile di Marco Galli di quegli anni, pulito e dettagliato, valorizzato da un montaggio cinematografico su vignette regolari, particolarmente efficaci nel rappresentare una realtà opprimente in cui si muovono figure tristi, ambigue, grottesche. Anche i colori fanno la loro parte per definire personaggi, situazioni ed emozioni. Il risultato è un thriller avvincente, di quelli che ricordano film come Seven. Ed è con questo lavoro che Marco Galli ha vinto il premio come Autore dell’anno a Lucca Comics & Games 2021.
La notte del corvo
Manca ancora il mio graphic novel preferito: La notte del corvo (Coconino Press – 2019). È il libro della rinascita di Marco Galli, quello con cui ha ripreso a disegnare dopo la malattia che lo ha bloccato per diverso tempo. Lo ha scritto lui, ma per disegnarlo si è dovuto inventare uno pseudonimo: Apehands (mani di scimmia), a causa dell’impossibilità ad usare il pollice. Ne è uscito un libro straordinario, un elogio alla creatività, in cui assistiamo pagina dopo pagina alla rinascita artistica dell’autore. Sì percepisce la fatica nei segni che definiscono le pagine iniziali, un tratto che diventa man mano più sicuro, sciolto, definito. L’evoluzione di una vita in un libro. Quello che rimane costante è la caratterizzazione dei personaggi, l’ironia dei dialoghi, la potenza della narrazione, dalla prima all’ultima pagina. La notte del corvo è uno di quei western che piacerebbero a Quentin Tarantino, ma anche a Joe R. Lansdale e Cormack McCarthy.
Immagini ©Marco Galli/Coconino Press/001 Edizioni/Eris Edizioni