Parte dalla Val Susa la truffa delle pecore e delle capre
FRODE A DANNO DELL’UNIONE EUROPEA SUI PASCOLI PIEMONTESI E VALDOSTANI
A seguito di una complessa e articolata indagine condotta dai Carabinieri Forestali sotto la direzione di EPPO – Ufficio di Torino, Procura europea operativa in Italia dal 1° giugno 2021 che ha il compito di indagare e perseguire le frodi contro il bilancio comunitario e ogni altro reato contro gli interessi finanziari dell’Unione Europea, sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per truffa quattro soggetti collegati ad altrettante aziende agricole operanti in Piemonte e nel nord ovest. L’indagine prendeva inizio nell’estate del 2021 a seguito di una verifica presso un allevamento di ovicaprini con sede in bassa Val Susa ad esito del quale veniva accertata la mancanza di oltre trecento capi che dovevano essere presenti in azienda poichè registrati nella banca dati zootecnica. A seguito dei successivi approfondimenti svolti, la polizia giudiziaria scopriva che parte del bestiame dell’azienda oggetto di indagine era stato ceduto ‘a tempo determinato’ ad altre società agricole per poi essere riacquistato dalla stessa nel corso della stessa stagione pascoliva. Tali movimentazioni, si scopriva in seguito, erano effettuate affinchè i capi ovini risultassero su remoti pascoli delle Alpi Cozie e Graie per conto di altre società agricole con l’unico fine di ottenere contributi comunitari legati alla politica agricola comune (Fondo europeo agricolo di garanzia). Di fatto gli ovini, che in parte risultavano inesistenti al momento dei controlli successivi, passavano da un’azienda all’altra per il periodo strettamente necessario ad attestare la presenza al pascolo ai fini del conseguimento dei premi comunitari. A seguito di quanto riscontrato venivano deferite all’Autorità Giudiziaria per il reato di truffa aggravata ai danni dell’Unione europea quattro soggetti, tutti residenti in provincia di Torino. Coinvolte nella truffa le tre società agricole a loro riconducibili con sede nel torinese ma con attività in Piemonte e Val D’Aosta. Negli scorsi giorni si è proceduto ad eseguire il sequestro preventivo finalizzato alla confisca delle somme sui conti correnti degli indagati per oltre 160.000 Euro oltre a bloccare i titoli che danno diritto al pagamento diretto nella disponibilità delle società agricole coinvolte.