I giochi classici della tradizione torinese (e piemontese)

L’Italia è un Paese pieno di tradizioni e il gioco rientra indubbiamente tra queste. Nel Sud vanno per la maggiore passatempi come i giochi di carte, anche in virtù dei mazzi regionali che alimentano il folklore di alcune specifiche regioni. Se si parla di intrattenimento oggi la mente vola facilmente alle attrazioni tecnologiche, ai videogame e alle slot machine sul web, ma giocare significa in primis divertirsi in compagnia, senza necessariamente dover investire soldi o entrare nella dimensione dell’azzardo. Non sono pochi i giochi antichi che vengono tramandati in determinate città d’Italia, dove sono testimonianza di un elevato background culturale.

Dalle parti di Torino e nel resto del Piemonte, in particolare, venivano praticati in passato giochi da strada piuttosto singolari: la pallapugno e la pallatamburello. La prima richiedeva l’impiego di una palla elastica e di un pallone con bracciale. Si gioca in 4 su un terreno che deve essere grande più o meno come quello di un campo da calcio, con il compito di colpire il pallone con i pugni, opportunamente protetti da delle fasciature. Una variante della pallapugno, ossia la pantalera, viene praticata in spazi meno ampi e prevede che il pallone venga lanciato su una struttura di legno. A prima vista la pallapugno sembrerebbe un banale gioco per bambini, in realtà da 40 anni ne esiste addirittura una federazione ufficiale approvata dal CONI. In Italia vengono disputati campionati nazionali di pallapugno con molteplici divisioni e categorie, come nel calcio. Non mancano Esordienti, Pulcini e sezioni femminili.

La pallatamburello vuole invece che si utilizzino degli oggetti per colpire il pallone. Si tratta anch’esso di un gioco rimasto impresso nella cultura popolare, tanto da aver influenzato il nome di Balon, il “Borgo del pallone” che si trova nel quartiere Aurora, a Torino. Un vero e proprio sport, tanto che veniva consigliato pure nelle scuole come attività fisica ottimale, anche se oggi è Mombello il solo comune della provincia torinese in cui si gioca a pallatamburello. Nel tempo sono nate più varianti di questo gioco, una delle quali presenterebbe anche diversi punti di convergenza con la pallapugno.

Altri giochi affondano le radici in veri e propri eventi storici. Per esempio, in occasione del Carnevale di Ivrea è possibile assistere alla “battaglia delle arance”, che farebbe rivivere la ribellione della gente comune contro i nobili. La memoria storica del territorio si rivede anche nell’assalto alla torre e nel bacio della castellana. Ad essere meno caricate di un significato folkloristico sono le ruzzole, che consistono nel lanciare oggetti come forme di formaggio a mo’ di dischi. Anche le trottole e le corse come la tella fanno parte della tradizione piemontese, sebbene meno diffuse al giorno d’oggi.

Per quanto riguarda i succitati giochi di carte, come prevedibile in Piemonte non si registra un’attenzione paragonabile a quella del Mezzogiorno. Le carte piemontesi sono simili a quelle francesi e non rappresentano qualcosa di realmente innovativo. I giochi praticati sono dunque i più comuni: blackjack, burraco, briscola e scopa. I tarocchi piemontesi appaiono come elementi di nicchia, ma ciò non toglie che la cultura del gioco risulta sempre ampiamente radicata a Torino e dintorni. Il gioco è come un linguaggio universale che riesce ad unire anche le popolazioni più divise.