Torino: analisi tattica della squadra di Juric
La Serie A è uno dei campionati più intriganti d’Europa non solo per merito delle solite big. Anche le squadre meno blasonate, infatti, possono fornire spunti interessanti per quanto riguarda i temi tattici. Da diversi anni a questa parte Ivan Juric, in particolare, si sta facendo apprezzare come allenatore, a dispetto di un carattere talvolta fin troppo acceso. Il suo Torino non lotta per le vette della classifica, eppure è in grado di mettere in campo risorse importanti e di tradurre degnamente sul rettangolo verde i dettami del proprio tecnico, amatore della difesa a 3.
Le squadre di Juric sono note per essere piuttosto aggressive e per esercitare un pressing serrato, con marcatura a uomo e difensori votati all’anticipo. Gli esterni sono chiamati a muoversi spesso anche senza palla e in questo si nota facilmente l’influenza di Gian Piero Gasperini, che di Juric è stato allenatore ai tempi del Genoa. Il Torino predilige la costruzione dal basso, per poi allargare il gioco verso i due esterni di centrocampo, così da trasformare rapidamente l’azione in offensiva, godendo nel contempo di tutto lo spazio possibile. La mediana coinvolge di solito centrocampisti di quantità e qualità, che possono rivelarsi decisivi anche sulla trequarti, a sostegno delle punte, anche se più volte si è notato come si scelga di affidarsi a un regista per pescare in profondità il centravanti granata di turno.
Quando si tratta di attaccare, Juric intende riempire l’area di rigore, ma in fase di non possesso bisogna recuperare palla già nella metà campo avversaria. Gli esterni vanno subito a colpire i loro omologhi e altri 2 giocatori devono tenere occupati il regista e un centrale della squadra avversaria. Il risultato è quello di una formazione tutto sommato compatta, difficile da infilare con palle alte, ma c’è anche il rovescio della medaglia: essendo ossessionato dal recupero di palla repentino, il Torino è una delle squadre più fallose del campionato.
Affrontare il Torino non è certo un compito semplice. I granata non vantano certo il miglior tasso tecnico della Serie A, ma in generale riescono a offrire intensità per tutti i 90 minuti e spezzano a più riprese il gioco degli avversari, che spesso e volentieri devono trovare soluzioni alternative per andare in gol. Correre in lungo e in largo significa però spendere parecchie energie e nel finale questo particolare può fare la differenza. Come se non bastasse, alla lunga la manovra dei piemontesi può apparire finanche prevedibile per le compagini più esperte. Senza una punta centrale di livello, sarebbe difficile sfruttare le poche palle a disposizione per segnare.
Ogni squadra ha i suoi pregi e i suoi difetti e il Torino non fa eccezione. L’anno scorso sono state 14 le sconfitte sul groppone, ma nel complesso i granata hanno segnato più gol di quanti ne abbiano incassati. In ogni caso, le scommesse sulle sfide della Serie A non premiano spesso gli uomini di Juric, che risultano avvantaggiati sulla carta solo di fronte alle formazioni più modeste. Chissà che questo non sia l’anno buono per riscrivere qualche gerarchia in classifica, allora…