Passione Fumetti, senza parole: (I) L’approdo, Ken Parker, Trillo & Mandrafina, Gon
Leggere un libro senza parole? Si può, nonostante possa sembrare un’affermazione illogica. E anche se penso non troverebbe d’accordo quel giornalista che, tempo fa, ha affermato che “non si possono pesare i fumetti come se fossero romanzi”.
Sto parlando di quelli che in inglese vengono definiti Wordless Novels o Silent Books: libri e racconti che si esprimono esclusivamente con i disegni, senza dialoghi e senza didascalie.
Sono senza parole, ma non è sbagliato dire che “si leggono”, perché comportano un’attività di lettura e interpretazione di quell’arte sequenziale che definisce e codifica il mezzo espressivo della Nona Arte, la letteratura disegnata. Dirò di più: a mio parere, i wordless graphic novels, o wordless comics, rappresentano l’essenza più pura del Fumetto. Non sarà quindi un caso se, a cimentarsi con questo tipo di opere, sono stati spesso autori dalle grandi capacità espressive ed artistiche che, non di rado, hanno realizzato veri e propri capolavori.
Fumetti e Graphic Novel senza parole
In realtà, i fumetti senza parole sono più diffusi di quanto si potrebbe pensare. Ne sono stati realizzati in ogni parte del mondo, dall’Australia alla Francia, dal Giappone all’Argentina, oltre che in Italia, ovviamente. Ci sono tanti graphic novel senza parole, ma anche i personaggi del fumetto seriale hanno vissuto avventure raccontate solo con i disegni, da Tex a Dylan Dog, da Larry Yuma a Ken Parker.
Partendo da quelli che avevo già letto e facendo ricerche, ne ho trovati talmente tanti da non poterli citare in un solo articolo, per cui ho deciso che nel tempo realizzerò diverse puntate di questa rubrica “Passione Fumetti, senza parole”, partendo da quel capolavoro del fumetto mondiale che è…
L’approdo di Shaun Tan
L’approdo (The arrival) di Shaun Tan è un libro meraviglioso, pubblicato e celebrato in tutto il mondo e adatto a lettori di qualsiasi età. Parla di emigrazione, quella degli inizi del novecento, trasposta in un mondo che, se da una parte ricorda molto il nostro, dall’altra è connotato da aspetti fantastici che lasciano a bocca aperta. Ne L’approdo, la realtà – rappresentata prendendo come riferimento fotografie e pellicole cinematografiche dell’epoca – di una condizione in bilico tra speranza e timore, convive con la magia di un mondo nuovo e fantastico. Una magia che cattura il lettore, facendogli provare lo stesso stupore che accompagna il protagonista nel suo viaggio.
I bellissimi disegni di Shaun Tan, ammantati di una patina d’altri tempi grazie ad un gradevole effetto seppia, si esprimono con una grande varietà di formati, passando da minuscoli quadretti a grandi tavole doppie, costruendo una narrazione piacevole da leggere, fatta di particolari, sequenze e scene d’insieme, di realismo “fotografico” e magico surrealismo, di poesia ed emozione. Un libro che si può leggere più e più volte scoprendo ogni volta qualcosa di nuovo.
Shaun Tan, australiano di origine malese, ha realizzato numerosi romanzi illustrati, vincendo premi in tutto il mondo, tra cui anche un Oscar nel 2011 per il miglior cortometraggio animato: La cosa smarrita, tratto dal suo omonimo libro, pubblicato in Italia da Tunué (editore di tutti i suoi lavori per il nostro paese).
Ken Parker: Il respiro e il sogno di Berardi & Milazzo
Il respiro e il sogno: quattro racconti completamente muti di cui è protagonista Ken Parker, uno dei più importanti personaggi del fumetto italiano, creato nel 1974 (in edicola dal 1977) da Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo. Dopo una serie di 59 albi in formato bonelli, le avventure di Ken Parker – di cui ho parlato in un precedente articolo – si sono spostate su rivista, prima Orient Express, poi Comic Art, dove sono stati pubblicati per la prima volta i quattro racconti senza parole, successivamente raccolti in volume con il titolo Il respiro e il sogno (dal nome della mostra di cui furono protagonisti all’inizio degli anni ’90). Questi racconti – dedicati ognuno ad una diversa stagione – oltre a rappresentare un vero e proprio manifesto di Ken Parker e dell’essenza che pervade le sue avventure, sono indubbiamente da annoverare tra i capolavori del fumetto italiano.
Berardi e Milazzo, con una maestria espressiva che ha fatto scuola, hanno rivoluzionato la visione del West a fumetti, caricandolo di realismo, ma anche di poesia, di grandi contrasti, ma anche dei piccoli gesti che rendono umani i personaggi, di attinenza storica ed etnografica, ma anche di umorismo e fantasiosa leggerezza. Caratteristiche di cui sono pervasi i racconti Cuccioli (l’inverno del cacciatore e degli animali della foresta), La luna delle magnolie in fiore (la primavera in cui si risvegliano la natura e i sentimenti, ma anche la capacità di comunicare tra popoli diversi), Soleado (l’estate torrida del viaggiatore che ritrova la vita anche in terre ostili), Pallide ombre (l’autunno dei ricordi, della propria vita e di un mondo che è cambiato). Insieme a Ken Parker, sono protagonisti dei racconti la natura, gli animali e gli indiani. La sceneggiatura di Giancarlo Berardi e i disegni di Ivo Milazzo hanno una capacità espressiva straordinarie, che emoziona e diverte, facendoci riflettere.
Senza parole di Trillo e Mandrafina
Rimanendo in tema di racconti, ci spostiamo in Argentina dove lo sceneggiatore Carlos Trillo (Alvar Mayor, Robin delle stelle, Chiara di notte, Custer, Loco Chavez, Spaghetti Bros e Frutto acerbo) e il disegnatore Domingo Mandrafina (Cayenna, Savarese, Spaghetti Bros e Frutto acerbo) hanno realizzato dieci racconti di sei pagine ognuno, pubblicati in Italia all’inizio degli anni ’80 sull’Eternauta e poi raccolti in un volume della ACME nel 1991.
Anche in questo caso siamo di fronte a dei gioielli narrativi di rara intensità. Ispirandosi alle atmosfere e alle gag del cinema muto, i due maestri argentini mettono in scena episodi in cui sono protagonisti un mago irascibile, una mela contesa, una ballerina instancabile, un pompiere pasticcione, una statua desiderabile, un postino innamorato, un fuochista sempre in orario, una porta che è meglio non aprire, un suicida poco convinto, una vita su un ring. E, proprio come nelle comiche di Charlot o di Stanlio & Ollio, umorismo e amarezza si fondono, grazie alla sapiente regia di Trillo e agli espressivi disegni di Mandrafina, per dare vita a emozioni che passano repentinamente dal divertimento alla compassione, e viceversa.
Gon di Masashi Tanaka
Divertimento e compassione ci accompagnano anche nel capolavoro del fumetto giapponese di Masashi Tanaka: GON, un cucciolo di dinosauro piccolo e adorabile, quanto egoista e inarrestabile. Divertimento per le sue peripezie e compassione per i poveri animali che si trovano sulla sua strada, spesso bullizzati dai suoi comportamenti, a meno che non lo adottino (ma l’impressione è che sia il contrario). Sì, perché Gon è un come un bambino che pensa solo a mangiare, dormire e soddisfare i suoi capricci, spesso imitando i comportamenti degli altri animali con risultati devastanti. Lo stile di disegno di Masashi Tanaka è di un realismo grafico impressionante, di cui beneficiano gli spettacolari paesaggi naturalistici di ogni angolo del globo e i relativi animali, sempre molto espressivi. Per il resto non ci sono parole né onomatopee, solo una spassosa recitazione.
Gon è stato pubblicato in Italia negli anni ’90 in sette albi dalla Star Comics e recentemente riproposto dalla J-Pop in un cofanetto contenente tutte le sue avventure in tre volumi.
Immagini ©Tunué, Shaun Tan, Mondadori, Berardi & Milazzo, Trillo & Madrafina, Masashi Tanaka, Star Comics, Frédéric Brrémaud e Federico Bertolucci, Panini Comics, J-Pop