CURIOSITA’ NOVARESI 25. LA BASILICA DI SAN LORENZO, LA STAZIONE E IL TRANVAI
Quale legame unisce l’antica basilica di San Lorenzo e la stazione ferroviaria? Certamente il luogo della loro costruzione. Infatti Barlassina e Picconi nel loro libro su “Le chiese di Novara” del 1933 scrivono a proposito della basilica di San Lorenzo: “Sorgeva non molto lungi dal luogo occupato attualmente dalla stazione ferroviaria”. Non si conosce l’epoca della costruzione ma i citati autori hanno supposto che sia stato San Gaudenzio ad erigere un oratorio o una cappella a San Lorenzo nello stesso luogo in cui era avvenuto il suo martirio (altri sostengono nel luogo della sua sepoltura) al tempo di Giuliano l’Apostata. Tuttavia i dittici della basilica di San Gaudenzio, in cui sono riportati gli elenchi dei vescovi novaresi dei primi secoli, indicano Lorenzo al terzo posto dopo Gaudenzio e Agabio. Infatti le fonti documentarie ce lo mostrano come evangelizzatore e martire precedente al primo vescovo Gaudenzio oppure come terzo vescovo della Città. A Lorenzo vescovo tra l’altro sono attribuite tre omelie. Comunque sia ci risulta che nell’edificio a lui dedicato, a cui fu poi annesso un convento benedettino, era collocato il suo sepolcro e le sue reliquie si trovano oggi nella cattedrale novarese.
Un documento del 1032 (un atto di donazione) è la prima testimonianza scritta della basilica di San Lorenzo e del suo monastero. Non si conosce l’anno in cui iniziano a risiedere presso la basilica i monaci di San Benedetto. A quell’epoca la basilica aveva il titolo di abbaziale e il suo primo abate fu Imizone, ricordato nel 1042. La basilica aveva 5 altari ed era a una sola navata, con una lunghezza di metri 26 e una larghezza di metri 10 lungo la navata e di metri 6 nel presbiterio e coro.
L’edificio fu demolito nel 1552 nel corso dei lavori di fortificazione di Novara, voluti dagli Spagnoli, ma fu conservata una cappella, come ricorda il vescovo Bascapè, quella dedicata alla Beata Vergine Maria, che però veniva comunemente chiamata cappella di San Lorenzo. Anche questa cappella corse il pericolo di essere distrutta per il proseguimento delle fortificazioni, ma venne invece demolita solo nel 1743.
Nella stessa area dove sorgeva l’antica basilica di San Lorenzo è stata quindi costruita a metà Ottocento la stazione
ferroviaria di Novara, in piazza Giuseppe Garibaldi (nella foto). Le Regie Patenti del 18 luglio 1844 avevano stabilito la costruzione della ferrovia Alessandria-Novara, che doveva allacciarsi alla linea Torino-Genova. La stazione fu ufficialmente inaugurata nel 1854 con il primo treno della linea Novara-Genova, mentre le linee per Oleggio, Borgomanero, Orta ed Arona fino al Sempione seguirono poco dopo, così come la linea Santhià-Biella e la linea Torino-Vercelli-Novara. Nel 1859 fu poi la volta della linea che porta a Milano, mentre quella per Varallo venne realizzata dal 1883 al 1886. Con il traforo del Gottardo furono stabilite le comunicazioni con la rete svizzera, a seguito dell’accordo italo-svizzero del 1869. La linea fu inaugurata nel 1882, lo stesso anno in cui partiva la linea Sesto-Luino-Pino. Con il traforo del Sempione e l’accordo italo-svizzero del 1896 si arrivava nel 1905 all’inaugurazione della linea Domodossola-Iselle. Novara diventava così un centro ferroviario da cui le linee si irradiavano nelle varie direzioni.
La struttura della stazione ferroviaria è costituita da un corpo centrale affiancato da altri due edifici. Le tre costruzioni condividono il piano terra, ma la facciata principale è quella del corpo centrale e si affaccia su piazza Garibaldi con un avancorpo che costituisce l’ingresso e l’atrio della stazione. Sono cinque le arcate che costituiscono il fronte del piano terra, mentre un grande orologio, che entrò in funzione nel 1857, domina la costruzione sopra l’arcata centrale. Nell’edificio è riconoscibile il tipico gusto ottocentesco austero ma elegante. La piazza su cui si affaccia il fronte della stazione è caratterizzata da un ampio giardino, dove venne collocata nel 1886 una statua in bronzo di Giuseppe Garibaldi, eseguita dallo scultore milanese Ambrogio Braga. Nel secolo scorso, nel 1971, nello stesso giardino, è stato anche posto il “Monumento alla mondina”, nella classica postura delle mondine, in posizione china sulla fontana che lì si trova. La scultura è stata realizzata dall’artista novarese Edmondo Poletti.
Di fronte alla struttura della stazione ferroviaria, per una parte del Novecento, si potevano vedere due simpatiche e pittoresche edicole, simmetricamente disposte, che ora possiamo ammirare solo in fotografia (nella foto una cartolina dell’epoca). Ecco come le descriveva Diego Boca nel 1986 in “Dentro la città”: “Uscendo dalla stazione ferroviaria negli anni ’50 s’incontravano ancora sul piazzale due romantiche edicolette contenenti un caffeuccio e una rivendita di giornali, ognuno certamente inferiore agli otto metri quadrati. Insomma, due piccole presenza garbate, decorative ed utili. Eppure si cominciò presto a trovare indisponente la loro cordiale colorazione rossogialla e i fronzoli in terracotta. Quindi qualche anno dopo vennero abbattute …”. Insomma un altro pezzetto di storia che si volle demolire neanche un secolo fa.
Parlando di stazione e di treni a Novara è forse il caso di ricordare che anche il centro cittadino, in passato, ebbe le sue rotaie, dove correva (si fa per dire perché non era così veloce) il “tranvai” (oggi si direbbe “tram”). Il tranvai novarese, che era a vapore, come lo storico “Gamba de legn” di Milano (funzionante dal 1878 al 1957), circolava in città su rotaia (nella foto il tranvai in un disegno di Stefano Gorla, da una vecchia cartolina) ed è anche ricordato da scrittori novaresi come Eugenio Barisoni.
Enzo De Paoli