Chieri. Dibattito al ‘Monti’ sulla violenza sulle donne
Mercoledì 16 novembre presso la biblioteca del liceo Monti di Chieri ha avuto luogo un incontro-dibattito con Nicoletta Puntonio, volontaria di “Non una di meno”, associazione nata nel 2015 dal confronto tra diverse realtà femminili e femministe. L’incontro, dedicato alla violenza di genere e femminicidio, è stato organizzato dalla “Comune del Monti”, collettivo di studenti che ogni mercoledì si ritrovano per affrontare temi sociali di attualità. “In Italia nel 2022 sono state uccise 46 donne” – ha esordito Nicoletta Puntonio affrontando il tema in modo pungente e provocatorio: “Le donne in generale ogni giorno sono vittime di un sistema patriarcale, maschilista, machista, transfobico e abilista: moriamo anche più volte al giorno, come in un videogioco macabro in cui le vite non finiscono mai, ma le morti nemmeno. E’ giunto il tempo di cambiare narrazione, di prendere in mano la penna e di riscrivere la violenza, utilizzando le parole che ci rappresentino davvero. E’ fondamentale che noi tutte cominciamo un percorso di destrutturazione degli stereotipi e dei ruoli di genere che ci contaminano da sempre, per annientare un ordine di genere che ci sovrasta, rivalutando la nostra posizione ma soprattutto il nostro potere, che è stato messo a tacere”. All’intervento della relatrice è seguito un ampio dibattito e scambio di idee sul rapporto della donna con lo Stato e sugli stereotipi di genere. Molte ragazze presenti in aula hanno apertamente raccontato delle vicende poco piacevoli o addirittura traumatizzanti vissute in prima persona. Le testimonianze più comuni delle giovani riguardavano in particolare i divieti vissuti in famiglia: dal non indossare una gonna troppo corta, al non poter partecipare a discussioni a tavola o al non poter uscire di casa la sera dopo una certa ora. Quello che è emerso nel corso dell’incontro sono soprattutto gli stereotipi di genere usati nel linguaggio corrente che mettono in evidenza un’arretratezza culturale. “Non fare la femminuccia”, “Questo è un lavoro da maschi”, “E’ nervosa. Avrà il ciclo…”, “Le mamme si occupano dei figli, i padri lavorano” sono solo alcune delle molte espressioni sessiste che spesso capita di sentire. Per riuscire ad apportare un cambiamento significativo potrebbe essere utile avere al governo più donne, ma tuttavia, come sottolinea Anna Carfì (ex studentessa del liceo classico) le poche che fanno carriera e ricoprono incarichi politici di rilievo sono spesso conservatrici e tutelano il modello patriarcale. Dal dibattito è emerso che andrebbe pertanto proposto un percorso di rieducazione e destrutturazione degli stereotipi per permettere a tutte e a tutti di vivere in un mondo più equamente meritocratico. Per promuovere la parità dei sessi, lo Stato dovrebbe organizzare campagne pubblicitarie e attività di educazione all’affettività e alla sessualità nelle scuole di ogni ordine e grado. Nella foto: a sinistra Aurora Cafiso (studentessa del quinto anno di liceo scientifico attualmente rappresentante nella Consulta Provinciale) e a destra Nicoletta Puntonio.
Luigi Marsero