Riabilitazione in carcere: al Lorusso e Cutugno di Torino un detenuto si battezza come Testimone di Geova
La direttrice del carcere: “Offerti ai reclusi strumenti per un futuro all’insegna della legalità”
Nella mattinata di sabato 15 ottobre 2022, A. N., un detenuto del carcere Lorusso e Cutugno di Torino è diventato testimone di Geova a seguito della cerimonia del battesimo avvenuto in una piscina allestita per l’occasione nel teatro del carcere. Grazie alla supervisione dei responsabili dell’istituto, hanno potuto assistere all’evento un centinaio di persone, tra cui i familiari di N., un gruppo di Testimoni di Geova della comunità locale e alcuni detenuti del carcere. N., originario di Benin-City in Nigeria, è detenuto dal 2019. Racconta: “Ho dovuto fare grandi cambiamenti, ero una persona poco raccomandabile e avevo davvero un brutto carattere. In carcere ho approfondito lo studio della Bibbia con i Testimoni di Geova, e questo mi ha aiutato a capire chi ero e dove ero diretto. Ho riconosciuto tutti gli errori che avevo commesso. Ora la mia vita è completamente cambiata”. Nel carcere di Torino sono 10 i ministri di culto Testimoni di Geova che tengono corsi biblici con i detenuti che ne fanno richiesta. Grazie alla collaborazione tra la direzione dell’istituto penitenziario e i ministri di culto per le carceri, si tengono regolarmente riunioni religiose in cui i detenuti possono imparare lezioni utili dalla Bibbia. A Torino come in altre strutture penitenziarie, lo studio della Bibbia sta aiutando molti detenuti come N. a diventare persone migliori e ad abbandonare completamente i comportamenti che li hanno portati ad avere problemi con la legge. Commentando i benefìci di tale attività a favore dei detenuti, la dott.ssa Cosima Buccoliero, direttrice del carcere Lorusso e Cutugno di Torino, ha detto: “La religione è un elemento del trattamento rieducativo e pertanto già la legge ci impone di aprire e favorire l’esercizio del culto da parte delle persone detenute. L’attività dei testimoni di Geova per mia esperienza offre ai reclusi strumenti per operare una riflessione sulla propria esistenza e aprire lo sguardo su un futuro all’insegna della legalità nel rispetto dei valori di convivenza civile”. Spinti dal desiderio di aiutare il prossimo, i Testimoni di Geova sono stati la prima organizzazione religiosa non cattolica a richiedere e ottenere il permesso di visitare i detenuti nelle carceri. Grazie alla legge n. 354 del 1975, già dal 1976 in Italia i ministri di culto nominati dallo Stato prestano la loro opera volontaria e gratuita di assistenza religiosa. Oggi sono circa 500 i ministri Testimoni di Geova che portano un messaggio di speranza in oltre 190 strutture carcerarie, contribuendo così al recupero e reinserimento nella società di molti detenuti.