Chieri, si inaugura in Duomo il presepe artistico di Emilio Parente
L’8 dicembre, nella Cappella Tabussi
Siamo già a metà della seconda settimana di Avvento. Il Natale si avvicina a grandi passi. Parliamo del Natale di Gesù, perché quello del panettone, dei profumi di marca, delle mutande rosse con il farfallino, dei regali sofisticati, delle luci fantasmagoriche, insomma il Natale dei supermercati, imperversa già da tempo, ed è destinato ad afflosciarsi proprio al sopraggiungere del Natale vero. Gli amanti di quest’ultimo, siano essi persone, famiglie o parrocchie, sono già indaffarati nel preparare il presepio. Il Duomo di Chieri non è da meno: il suo presepio è già pronto (perché deve accompagnare l’attesa operativa del Signore che viene) e sarà inaugurato venerdì 8 dicembre, giorno della festa dell’Immacolata Concezione. E’ pronto anche se manca dell’essenziale, che vi comparirà la notte di Natale: parliamo, evidentemente, dell’immagine di Gesù Bambino. Si tratta di un presepio nuovo perché quest’anno Pinuccio ha eccezionalmente ceduto il compito della sua preparazione ad Emilio Parente, che da anni costruisce artistici presepi per la chiesa di San Luigi Gonzaga e non solo. Anzi, su richiesta del parroco don Marco, Emilio ha tirato fuori dal magazzino, e rimontato in Duomo, sia pure modificandolo in alcune parti, proprio il presepio costruito nel 2020 per quella chiesa. Nuova è anche la sistemazione del presepio di quest’anno: nella cappella dei Santi Lorenzo e Martino (o cappella Tabussi), che si presta perfettamente allo scopo, visto che vi sopravvivono alcuni particolari di una Natività che vi era affrescata e che è andata perduta e tuttora sulla parete di fondo vi compare la scena dell’Adorazione dei Magi, opera quattrocentesca della scuola di Giacomo Jaquerio. Dal punto di vista stilistico, il presepio costruito da Emilio Parente, negli scorci che crea e negli edifici che lo caratterizzano, si può definire popolare tradizionale. Anche i personaggi sono quelli tradizionali. Ricco è il complesso delle luci, grazie al cui gioco si alternano quattro distinte fasi della giornata: il tramonto, la notte, l’alba e il giorno. Un sintetico microcosmo, capace di ricostruire l’atmosfera e la magia del Natale di sempre e di offrire spunti di riflessione per quello dell’oggi.
Antonio Mignozzetti