PIEMONTE ARTE: RINASCIMENTO PRIVATO, REMBRANDT, LUCI D’ARTISTA, GIANBAR E CIOCCA, DE-COLL’, THEIMER, BANDIERA GIALLA, IL DONO DI TOTH…
coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo
I MAESTRI DELLA PITTURA PIEMONTESE ALLA FONDAZIONE ACCORSI-OMETTO
Nelle sale espositive della Fondazione Accorsi-Ometto, in via Po 55, prosegue sino al 29 gennaio 2023 la mostra “Rinascimento Privato” che racconta l’evoluzione della pittura piemontese tra la metà del Quattrocento e la metà del Cinquecento attraverso una trentina di opere di interesse storico e artistico. Un percorso che, da Giovanni Martino Spanzotti a Defendente Ferrari, si snoda lungo sei sezioni tematiche che, a cura di Serena D’Italia, Luca Mana e Vittorio Natale, con la collaborazione di Marco Galateri di Genola, trasmettono l’incontaminato fascino della tempera su tavola raffigurante un “Santo vescovo” di Giovanni Canavesio, delle figure di “San Giovanni Battista e San Domenico con San Nicola di Bari e San Lazzaro” di Andrea de Aste e il “Profeta” del poliedrico pittore, scultore e maestro di vetrate Antoine de Lonhy. Il discorso offre, di volta in volta, pagine di notevole interesse come quelle dipinte da Gandolfino da Roreto e Gerolamo Giovenone e, in particolare, le due ante di Pietro Grammorseo con la rappresentazioe dei “Santi Stefano e Gregorio e i Santi Tommaso e Rocco”. La sequenza delle immagini mette in evidenza una pregevole storia collezionistica, una selezione di lavori in gran parte inediti e permette di “restituire al pubblico – suggerisce Serena D’Italia -un’idea della ricchezza e dell’importanza che le collezioni private piemontesi rivestono ancora per gli studi di storia dell’arte”. Mentre Vittorio Natale sottolinea che “L’aspetto più noto e meglio documentabile dell’attività del grande antiquario torinese (Pietro Accorsi)”, si identifica con “la creazione di un gusto di arredo incernierato sulla promozione dell’arte piemontese fra Barocco e Neoclassico”. Il cosidetto “gusto Accorsi” che ha “plasmato gli interni di molte dimore della grande e della media borghesia dell’Italia nord occidentale…”. Un’indagine, quindi, che recupera documenti, riflessioni, aggiornamenti intorno a una stagione delineata da Luca Mana nel saggio “Pietro Accorsi e il riuso dell’antico. Un avvio di ricerche” con la rilettura di un periodo che indissolubilmente appartiene alla cultura e all’arte piemontese: dalla “Natività” di Sperindio Cagnoli allo “Sposalizio della Vergine” di Gandolfino da Roreto, da “San Giorgio e il drago” di Oddone Pascale alla “Presentazione di Gesù al tempio” di Bernardino Lanino.
Catalogo Sagep Editori, Genova, con testi dei curatori, schede di Simone Bonicatto, Massimiliano Caldera, Serena D’Italia, Luca Mana, Mauro e Vittorio Natale, Simone Riccardi, bibliografia di Giulia Matta, revisione testi Cristina Giusio.
Angelo Mistrangelo
GALLERIA SABAUDA. REMBRANDT INCONTRA REMBRANDT. DIALOGHI IN GALLERIA
Dal 14 dicembre al 16 aprile 2023
La mostra può contare sul prestito di un capolavoro di Rembrandt raffigurante La cena in Emmaus, conservato presso il Musée Jacquemart-André di Parigi, grazie alla consueta policy di scambio dei Musei Reali con importanti istituzioni italiane ed europee.
É l’occasione per mettere a confronto il dipinto francese con il Ritratto di vecchio dormiente della Galleria Sabauda, uno dei rarissimi quadri del maestro olandese presenti nelle collezioni nazionali italiane. In mostra saranno presentati anche disegni e incisioni di Rembrandt provenienti dalla Galleria Sabauda e dalla Biblioteca Reale.
LUCI D’ARTISTA 25. TORNANO A RINNOVATO SPLENDORE PICCOLI SPIRITI BLU DI REBECCA HORN E LUCE FONTANA RUOTA DI GILBERTO ZORIO
Lo scorso 27 ottobre si sono accese per il venticinquesimo anno le Luci d’Artista di Torino. In queste settimane, anche durante l’accensione, sono continuati importanti lavori di restauro e rinnovamento delle parti meccaniche e illuminanti delle installazioni luminose di Rebecca Horn situata sul Monte dei Cappuccini e di Gilberto Zorio sul laghetto di Italia ’61 a cura della Fondazione Torino Musei. Piccoli spiriti blu di Rebecca Horn torna finalmente all’integrità originale e l’opera è ora visibile con tutti i 72 cerchi di neon blu di dimensioni diverse accesi, come non la si vedeva dai primi anni della sua installazione, che risale al 1999. Il restauro è stato possibile grazie al contributo della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino che ha partecipato alla messa a punto dell’installazione, oltre ad aver sostenuto la realizzazione della nuova opera di Renato Leotta ‘io, sono nato qui.’ sul tetto dell’Ospedale Ostetrico Ginecologico Sant’Anna. Piccoli spiriti blu fu installata inizialmente attorno alla chiesa Gran Madre, poi dall’anno 2000 spostata sul Monte dei Cappuccini. Da vent’anni dunque i cerchi circondano la chiesa, estendendosi fino a un’ala dell’ex convento. L’opera contribuisce a modificare la percezione dello spazio e a creare un’atmosfera di sospensione dai toni irreali, facendo sembrare l’edificio più leggero, quasi galleggiasse nell’alone di luce blu con accenti rosa che lo circonda, ed è visibile da molti punti della città. Un importante intervento strutturale ne garantisce oggi la stabilità ed è stato ripristinato l’iniziale impatto scenografico. L’intervento ha previsto la sostituzione dei 3 proiettori di facciata e le relative lampade, il rifacimento delle strutture come da progetto originale e la sostituzione di tutti i tubi luminosi a led. Sono stati rifatti a nuovo il 40% dei 72 cerchi sospesi. È stata verificata l’integrità dei punti di attacco della fascia di aggancio esistente intorno al tamburo della cupola della chiesa e intorno alla torretta del Museo della Montagna, verificandone la solidità. Ispezionate e verificate anche le strutture dei piloni e tiranti a terra, gli staffaggi dei proiettori a led montati sui pali e sulla torretta della chiesa, e sostituiti quelli degradati. I 72 cerchi sono stati scollegati e smontati, così come i tuboled blu con emissione luminosa a 360° (forniti e montati circa mt 300 di tubo LED round 360) e le guarnizioni. Infine sono stati sostituiti con corda in acciaio inox i fili di sospensione dei cerchi, prima in filo di nylon e più volte soggetti a rotture nel corso di giornate con forte vento. A partire dall’8 dicembre sarà visibile sul laghetto di Italia ‘61, riportata allo stato originale, anche Luce Fontana Ruota di Gilberto Zorio. In queste settimane si è svolto un importante intervento di smontaggio e restauro meccanico e artistico di tutte le sue parti. L’artista ha seguito personalmente molte delle fasi di questo delicato intervento. L’opera di Zorio è una stella a cinque punte di oltre undici metri di diametro che, sorretta da un braccio verticale, ruota come un mulino sfiorando il pelo dell’acqua e generando così piccole cascate continue. Ricoperta di fosforo, al buio assume una colorazione verde. Per poter restaurare l’opera e renderla nuovamente funzionante (l’ultima volta era stata ripristinata a nuovo nel 2017) è stato svuotato il laghetto dal Verde Pubblico della Città. L’opera è stata quindi smontata, le 5 punte sono state ripulite e riportate allo stato originale e sono stati applicati a nuovo i vari strati di pittura al fosforo e materiale plastico. Sono stati sostituiti i pannelli in plexiglass specchiante e i secchi contenenti il fosforo. Anche il nucleo meccanico è stato riparato e riportato alle origini. Gilberto Zorio ha supervisionato tutti i passaggi, dallo smontaggio al restauro fino al rimontaggio dell’installazione, intervenendo personalmente con azioni pittoriche. Sono infine state sostituite tutte le lampade di wood con un upgrade di tecnologia a led, oltre a una rinnovata temporizzazione dell’illuminazione, con un risparmio energetico di oltre il 50%.
ESOTERISMO E NATURA DI GIANBAR E ALFREDO CIOCCA
Alla Galleria La Conchiglia di Diana Casavecchia ritornano le opere di due artisti che, tra esoterisno e naturalismo, esprimono le loro ricerche e riflessioni: Alfredo Ciocca e Gianbar (Gianni Baretta). Intitolata “Percorsi” la mostra mette in evidenza la diversa impostazione pittorica, i temi e quelle interiori emozioni espresse all’interno di un discorso di segni, colori e misurate figurazioni. Un dialogo, quindi, che unisce passione, narrazione e momenti di un lungo cammino attraverso le esperienze dell’arte tra la fine del Novecento e il nuovo Millennio. E nello spazio espositivo di via Zumaglia 13 bis è possibile scoprire, sino al 10 dicembre, un itinerario legato alle singole sensazioni e visioni. In Alfredo Ciocca, nato a Casale Monferrato, ma residente ad Avigliana, l’immagine è da sempre legata all’ambiente, alla lettura di una natura rivisitata e reinterpretata con casolari, boschi, pecore al pascolo, piacevoli atmosfere scandite da un clima sottilmente romantico. Mentre si ricordano alcuni meditati ritratti che arricchiscono l’esposizione. Il torinese Gianbar, formatosi all’Accademia Albertina, è presente con opere permeate da una visione esoterica, da una rappresentazione che si snoda dai lavori giovanili alle più recenti tavole in cui un nudo femminile, una trama di imbarcazioni a vela e l’autoritratto dinanzi al cavalletto raccontano di un mondo che gli appartiene indissolubilmente.
Angelo Mistrangelo
CHIERI.NOTIZIE DAGLI SCAVI. L’ELEGIA DELLE ROVINE
Archeologia in Francone: la nuova mostra libraria della Biblioteca Civica di Chieri
Ho sempre pensato che archeologia, storia, archivistica siano discipline affini ma al contempo complementari ove passato e presente s’intrecciano in un turbinio di emozioni e sensazioni, oltre che nozioni, memorie e speranze e che in fondo possano offrirci la consapevolezza che se noi siamo qui oggi è grazie a ieri. Come in un puzzle, vengono rinvenuti e assemblati tasselli che servono a (ri)costruire il quadro della nostra esistenza affondando le radici a ritroso in un tempo che non c’è più ma che continua a vivere in noi. L’archeologo scava nella terra, l’archivista scava nei documenti, lo storico scava nel tempo: ricercatori e avventurieri, talvolta funamboli, sui fili della storia. Una storia che è stata troppo spesso stropicciata, plagiata, depredata dai non veri addetti ai lavori ma che, grazie ai professionisti del settore, ha saputo offrire anche una variegata quantità di strumenti e di lezioni di vita. Per emergere alla luce spesso si deve passare dal buio, proprio come un reperto sommerso o lettere impolverate; così anche il colosso dell’antica Grecia “dopo quattro secoli oscuri, senza scrittura e senza centro, ritrova lo splendore con Omero” ed è in questo scenario che sorge alla mente l’immagine del Laocoonte che, come giustamente osserva il dott. Molinu: “talvolta la scoperta di un frammento valga forse più di quella dell’intero monumento. È il caso singolare del ritrovamento fatto da Ludwig Pollak, archeologo, raffinato collezionista e mercante d’arte praghese nonché martire della follia nazista, che nel 1903 rinvenne fortuitamente, presso la bottega di uno scalpellino romano, il braccio destro del celeberrimo gruppo statuario del Laocoonte; scultura fatta acquistare da Giulio II subito dopo il suo ritrovamento nel 1506 e collocata nel cortile delle statue del Belvedere in Vaticano. Il Laocoonte ammainava l’esaltante idea, consacrata nell’Eneide virgiliana, di un retorico eroismo difronte alla morte da parte del sacerdote troiano. Era l’emblema, invece, sedimentato in altre fonti letterarie, della resa di un uomo vinto perché colpevole ed era insieme verità e simbolo dello scavo archeologico che, inabissandosi nelle profondità del mito e della storia, ha imparato a distinguere e attribuire, perché Una cosa è trovare, un’altra è riconoscere.” La mostra libraria, organizzata a cura del bibliotecario CoopCulture dott. Sandro Molinu, è fruibile dal 26 novembre al 10 dicembre 2022 presso la Biblioteca Civica di Chieri, negli orari di apertura della stessa. I testi esposti, accuratamente scelti dal dott. Molinu e parte del patrimonio librario della Sezione Storica della Biblioteca “Francone”, sono 24 pubblicati tra il Settecento e la prima metà del Novecento.
Serena Goldin
IL CHIERESE DE-COLL’ IN MOSTRA A CAVA DEI TIRRENI
CHIERI. “SCATTI DI NATALE”, CHALLENGE PER STUDENTI
Il tepore di casa, lo scricchiolio del legno nel camino, le luci e le decorazioni, i piatti tradizionali, le impronte nella neve, il calore della famiglia e il piacere di ritrovarsi intorno a una tavola imbandita. Il Natale ha molteplici e differenti sfumature, le quali assumono per ciascun individuo una connotazione peculiare e del tutto speciale. Ed è proprio per catturare questo “luccichio” univoco e irripetibile che l’Istituto Pascal di Chieri ha deciso di promuovere il concorso Scatti di Natale, in partenza da giovedì 1° dicembre 2022: una challenge che coinvolgerà gli studenti della Scuola Media Holden e dei Licei Pascal in una sfida a colpi di istantanee e flash, in cui ognuno dovrà rappresentare lo spirito natalizio nel modo più originale e, soprattutto, personale possibile, in base ai propri sentimenti e alle proprie inclinazioni artistiche. Ciascuna foto dovrà, infatti, cogliere una delle numerose sfaccettature del periodo natalizio, rendendo ancora più magica ed elettrizzante l’attesa della festività più apprezzata dell’anno. Dai biscotti appena sfornati alle vetrine addobbate, dagli alberi illuminati alle candele accese, ogni dettaglio può divenire spunto e fonte di ispirazione per lo scatto “perfetto”, rendendo unico, per i ragazzi coinvolti e le loro famiglie, il periodo della pausa natalizia. E non solo. Immortalare lo spirito del Natale, quest’anno, farà del bene anche alla cittadinanza del territorio nel suo complesso, dal momento che per ogni scatto ricevuto sarà donato 1 euro alla Fondazione di Comunità del Chierese, la quale finanzierà le opere del Giardino senza Età sito nell’area Tabasso, a Chieri. «Il Giardino senza Età è un luogo unico – spiega Nicoletta Coppo, dirigente scolastico dell’Istituto Pascal –, dal momento che si proporrà di ospitare, in un futuro prossimo, sia i giovani che frequentano la biblioteca adiacente, sia i cittadini “senior” delle associazioni che hanno sede presso l’area Tabasso. Questa splendida porzione di verde sarà, dunque, culla della contaminazione intergenerazionale di cui noi stessi, in quanto Istituto, siamo strenui promotori, e favorirà il dialogo e il rapporto tra le “vecchie” e “nuove” generazioni, in uno scambio arricchente e prolifico tra le diverse fasce della popolazione chierese». Per partecipare, è necessario inviare il proprio scatto dal 1° dicembre 2022 al 6 gennaio 2023, inviando l’immagine su WhatsApp al numero 346 1863050, apportando nome, cognome e titolo della foto. In palio, vi saranno una merenda per due da Bananna Kitchen a Chieri, libri, cesti di Natale, donazioni e tante altre sorprese. Ogni scatto sarà giudicato da una giuria appositamente riunita, che, dopo un’attenta disamina, proclamerà i vincitori del contest.
IVREA. INAUGURAZIONE LUCI D’ARTISTA “LA CITTÀ SEGRETA”
Mercoledì 7 dicembre 2022 ore 17.30 – Palazzo municipale (Sala Dorata)
Il prossimo mercoledì 7 dicembre, ore 17,30 nella Sala Dorata del Palazzo di Città di Ivrea, a introdurre e inaugurare ufficialmente l’installazione di Paolo Amico “La Città Segreta” sarà il Prof. Marco Belpoliti scrittore, docente e critico letterario, nonché il più autorevole studioso contemporaneo di Italo Calvino, con una lectio magistralis dal titolo “Guardare è un modo di essere nel mondo. Italo Calvino e il visivo”.
A seguire, alle 18,30, sarà acceso il tradizionale Albero di Natale.
GALLERIA BERMAN. “IL BESTIARIO” DI IVAN THEIMER
Fino al 22 dicembre la Galleria Berman di via dell’Arcivescovado, 9, a Torino, ospita la mostra personale di Ivan Theimer della titolo: “Il Bestiario”: una raccolta di sculture in bronzo, terracotta e acquarelli. L’allestimento resterà visitabile con ingresso gratuito dal mercoledì al venerdì dalle 16 alle 19 e il sabato dalle 10 alle 13. La personale propone una trentina di sculture in bronzo e terracotta oltre a una decina di acquarelli raffiguranti animali che sono sovente presenti nelle sculture anche di grandi dimensioni dell’artista: cavallini, asinelli, serpentelli, gatti e tartarughe.
Per informazioni contattare la Galleria Berman presso la sede in Via Arcivescovado, 9, a Torino. Telefono +39 011 859417 – info@galleriaberman.it oppure arte@galleriaberman.it
CORTILE DEL RETTORATO. MOSTRA “BANDIERA GIALLA. LE EPIDEMIE E LE CURE NELLA STORIA, NELLA SCIENZA, NELL’ARTE”
L’UNIVERSITÀ DI TORINO INAUGURA UNA GRANDE MOSTRA SULLE EPIDEMIE IN EPOCA DI PANDEMIA
Tra arte, scienza e media propone un itinerario storico che dalla “peste nera” del Trecento arriva ai tre anni di Covid-19. E si presenta come un concreto e innovativo contributo di sapere e di riflessione che un grande e antico Ateneo vuole offrire a tutta la società
Nella Rotonda Talucchi dell’Accademia Albertina, è stata presentata “Bandiera gialla – Le epidemie e le cure nella storia, nella scienza, nell’arte”, una grande mostra tra arte, storia, scienza e media sulle epidemie in epoca di pandemia prodotta dall’Università di Torino nell’ambito del programma UniVerso, l’osservatorio culturale dell’Ateneo, in collaborazione con l’Accademia Albertina di Belle Arti, con il Teatro Regio di Torino e le Teche Rai. Allestita negli spazi del Cortile del Rettorato (via Po 17, Torino) e della Rotonda Talucchi (via Accademia Albertina 6, Torino), la mostra, che resterà aperta fino al 5 marzo 2023, è curata dal Prof. Peppino Ortoleva, storico dei media e curatore di musei e mostre, con la direzione scientifica della Prorettrice di UniTo Prof.ssa Giulia Carluccio. Bandiera gialla, il cui nome deriva dalla bandiera che a partire dal XVII secolo è divenuto il segnale internazionalmente riconosciuto delle malattie contagiose, associato in particolare a quella forma di prevenzione antica, ma tuttora largamente usata, che è la quarantena, è realizzata grazie al contributo di un comitato scientifico multidisciplinare di studiosi. Il percorso unisce un itinerario storico che dal periodo della “peste nera” del Trecento – resa celebre da Giovanni Boccaccio – arriva fino ai tre anni del CoViD-19, con un’attenta e aggiornata analisi scientifica delle malattie, della loro diffusione e delle cure che la medicina è riuscita a sviluppare, mettendo a disposizione della società le competenze scientifiche e gli esiti della ricerca più avanzata che l’Università di Torino può vantare in riferimento a un ampio ventaglio di saperi e discipline. L’Università di Torino raccoglie infatti una sfida inedita e di grande attualità: quella di proporre un approfondimento rigoroso sulla storia delle pandemie attraverso la forza e l’impatto di un percorso espositivo ampiamente interdisciplinare, rivolto a un pubblico che non coincide con la sola comunità accademica, ma si apre a tutta la cittadinanza. Nella mostra vengono narrati cause ed effetti delle principali epidemie che hanno caratterizzato la storia dell’umanità a partire dall’età moderna con l’obiettivo di indurre il visitatore a portare lo sguardo, non solo sulla situazione attuale, ma anche sulla dinamica storica di comparsa e diffusione delle epidemie mettendo in evidenza alcuni fenomeni ricorrenti nelle crisi sanitarie: il diffondersi di dicerie che ne attribuiscono la responsabilità a presunte cospirazioni, gli interventi spesso autoritari dei poteri pubblici, l’avvicendarsi di fasi di paura e disperazione con altre di ingannevole speranza, la sperimentazione di rimedi medici che a volte si sono rivelati inutili o perfino dannosi a volte al contrario si sono dimostrati efficaci a contenere i morbi o addirittura a sradicarli. Per fare questo si avvale di un’ampia gamma di linguaggi che collegano tra loro informazioni scientificheesposte in forma semplice (per esempio per mezzo di grandi illustrazioni o di spiegazioni video), oggetti (in particolare gli strumenti medici) di diverse epoche, documenti storici (dalle fotografie ai giornali agli avvisi pubblici) capaci di far comprendere il vissuto al tempo della peste, del colera o della “spagnola”, documenti audiovisivi e produzioni artistiche – dalla pittura alla letteratura, dalle arti plastiche alla musica – che hanno mostrato e narrato le epidemie stesse. Il percorso espositivo dà ampio spazio all’espressione artistica, lasciando alla pittura, alle arti plastiche, alla narrazione letteraria il compito di farci capire che cosa ha voluto e vuole dire il vivere in tempo di epidemia, senza dimenticare la musica: sarà una sorpresa scoprire una Cantata per la fine del colera di una grande compositrice tedesca, Fanny Mendelssohn Hensel. Il contributo delle Teche RAI e altri materiali di archivio permettono di seguire gli sviluppi della recente pandemia, di riconoscere le battaglie del personale sanitario in prima linea in Italia come in Asia e altrove, e di tornare con immagini sempre attuali alla “spagnola” del 1918-19, al colera a Napoli del 1973, al dramma dell’AIDS tra l’Africa e l’occidente. Nell’allestimento curato da Diego Giachello e con le scenografie ideate da Claudia Boasso del Teatro Regio di Torino spicca anche una replica in grandezza naturale (4 metri di altezza) della colonna infame di Milano, che fu eretta in origine per additare all’odio pubblico i presunti “untori”, e che oggi viene ricostruita per ammonirci invece sulla follia del pregiudizio e sulle tragedie di chi ne fu e ne è vittima.
“VIVERE LA BELLEZZA” – SINGOLARE MOSTRA FOTOGRAFICA AL BROLETTO DI NOVARA
Venerdì scorso, 2 dicembre, è stata inaugurata, presso la Sala dell’Accademia (dedicata alla pittrice futurista novarese Barbara) del Palazzo del Broletto del Comune di Novara, la singolare ed intensa mostra fotografica “Vivere la Bellezza”, con scatti di vita nelle residenze per anziani e nei servizi socio-educativi. Spieghiamo qui di seguito perché questa mostra è veramente singolare, oltre che intensa e bella da visitare. La rassegna presenta una selezione delle opere presentate al Concorso Fotografico “W Arte – Vivere la Bellezza”. “Il desiderio di ripartire dopo la pandemia, progettando e lavorando con creatività e fantasia”. E’ da qui che è nato il Concorso Fotografico “W Arte – Vivere la Bellezza”. L’iniziativa si è inserita nel filone delle progettualità di Nuova Assistenza, volta a supportare e rimotivare operatori sociali, sanitari ed educativi, provati dalle difficoltà e dalle fatiche che hanno caratterizzato gli ultimi anni. Il progetto si è ispirato all’Arte dei “grandi pittori”, per “vivere insieme” momenti di leggerezza, di condivisione e di cultura, attraverso la fotografia, coinvolgendo gli operatori e tutti coloro che si affidano alle loro cure, “dando nuova vita” a famose opere d’arte. Il concorso è stato aperto a tutti i Servizi gestiti da Nuova Assistenza, Residenze Assistenziali per Anziani, Centri Diurni per Anziani e Disabili, Asili Nido, Comunità, Servizi di Assistenza Domiciliare, Servizi di Assistenza Scolastica. Ai partecipanti è stata affidata la missione di rivisitare o meglio rivivere un quadro famoso, ricreandone pose, costumi, scenografia, attraverso una rielaborazione creativa dei vari elementi. L’opera poteva essere una copia fedele all’originale o un rielaborato: scopo finale era suscitare meraviglia, stupore ed ammirazione per l’intuito e la fantasia, con cui i partecipanti avevano vissuto “il legame con la grande arte”. Ogni fotografia è stata accompagnata da un nuovo titolo o da un breve testo degli autori. Hanno aderito all’iniziativa 49 Servizi con 141 fotografie, di cui in questa mostra, come si è detto, viene esposta una selezione. Il progetto di questo concorso di Nuova Assistenza ha sicuramente il valore e la densità di una vera esperienza artistica: consente cioè di vivere l’arte, immergersi nella sua bellezza e nella sua armonia. I protagonisti delle fotografie, entrando con la loro presenza, il loro corpo, la loro espressiva fissità, nel quadro del grande Artista e facendolo proprio, sono diventati essi stessi le figure del quadro. Si sono trasformati, per un istante, in un’Opera d’Arte. Le opere presentate al concorso sono state valutate da una giuria composta da: Marina Frattini, Alessia Ghedini, Giulio Pegorari, Grazia Simeone e Davide Gasparetto. La premiazione è avvenuta il 16 settembre 2022 presso il Parco del Welfare di Novara, sede centrale della Cooperativa, ove nell’ampia area esterna è stata allestita l’esposizione di tutte le fotografie in concorso. Ora la rassegna, proposta nella Sala dell’Accademia del prestigioso e notissimo Palazzo del Broletto, intende portare alla conoscenza di un più vasto pubblico una significativa ed importante selezione delle fotografie a concorso, a partire dalle opere vincitrici. Francesco, Miriam, Marisa e Paolo, con il loro progetto fotografico ispirato all’Arcimboldo, si sono aggiudicati il Primo Premio del concorso 2022 “Vivere la Bellezza”. Vivono a Villa Gritta, antica dimora situata a Cogorno (Genova), in Liguria, da cui si gode una bellissima vista sul golfo del Tigullio. L’opera è ispirata a quattro famosi ritratti del maestro Giuseppe Arcimboldo (nelle foto). “Quale miglior modo di rendere l’arte credibile nella sua veridicità se non il viverla di persona? –si chiedono gli organizzatori di questa iniziativa- Se non il tradurla in un corpo e in una figura vivente, qui ed ora?” e ancora: “L’Arte permette il sogno, questa mostra-progetto lo ha concesso”.
La rassegna continuerà fino al prossimo 11 dicembre ’22, con il seguente orario: da martedì a domenica dalle 10,00 alle 19,00.
Enzo De Paoli
LIMONE PIEMONTE. PIERO FERROGLIA. VERTIGINI DI PIETRA
a cura di Enrico Perotto
Inaugurazione Sabato 10 dicembre 2022 alle ore 17.30 presso il Grand Palais Excelsior di via Roma 9 – Limone Piemonte
La mostra sarà visitabile dal 10 dicembre 2022 al 29 gennaio 2023 venerdì, sabato e domenica dalle ore 16.00 alle ore 19.00 con ingresso libero.
Piero Ferroglia è un artista piemontese contraddistinto dall’amore nei confronti dell’habitat montano, vissuto con lo spirito del camminatore appassionato, toccato dall’intimo proposito di sentire risuonare dentro di sé l’anima dei luoghi ad alta quota, per cercare di afferrarne i segreti e di stabilire attraverso il cammino un legame armonico con quei contesti, rivelatori di un altrove dove scoprire scenari, vivere emozioni, riconoscere la propria vera essenza. “Il suo vivere la montagna”, ha scritto nel 2002 Clizia Orlando, “come fonte di energia pura, spazio di natura che si confonde con la sua indole silenziosa, ma ricca di una frizzante vitalità, non è solo volontà di spaziare con la fantasia oltre i limiti del finito. Il suo dipingere o plasmare ed assemblare derivano dal passeggiare lungo la linea di stretti sentieri, dall’accarezzare il fianco pietroso della montagna, dall’assaporare le fresche increspature del torrente da un’altura che profuma di rododendro”1. Ecco, allora, che la mostra di Ferroglia a Limone Piemonte si rivela come un’occasione propizia per tutti i visitatori interessati a incontrare una visione non comune degli orizzonti alpestri. I frutti pittorici singolari dell’artista casellese, infatti, permetteranno a ciascuno di potersi immergere in paesaggi davvero vertiginosi, estreme propaggini di un mondo, quello alpino, che ci richiama all’autenticità e ci richiede al contempo di fare memoria, così da potercene prendere cura.
Più in generale, è la natura nel suo complesso che si impone all’attenzione di Ferroglia, tanto da occupare un ruolo centrale nella sua produzione artistica, sia pittorica che scultorea. “Il paesaggio diventa realtà”, ha evidenziato Gianfranco Schialvino sempre nel 2002, “non soltanto rappresentata, bensì rivissuta e riproposta come idea di, attraverso cui si può passare, sentiero di bosco e mulattiera alpina, come spazio, e ricordo, rievocazione, album fotografico, lettera mai spedita, come tempo”2. A ben guardare, Ferroglia non è tanto un “pittore di montagne”, quanto piuttosto un vero e proprio “pittore di montagna”, secondo il quale “non basta dipingere le montagne per essere pittore di montagna. Bisogna viverla, questa pittura, camminando, arrampicando, prendendo freddo, provando paura, temendo di non farcela, crollando sfiniti, vegliando la tormenta, raccogliendo un nido caduto, un osso di calce, una piuma, un lichene, un corno spezzato, estasiando per l’alba, ascoltando il seracco, mangiando le croste. Couloir, Dripping, Nell’ombra, Nel ghiaccio, Corpo bianco… sono dei récits d’ascension, pagine di un cahier di rifugio, di quelli attaccati al tavolo con la catenella e la custodia di latta dove segni il percorso che farai quando parti, ancora di notte, e già vedi la prima luce riflettere sulla neve delle cime. Puoi dipingere, allora, con la fantasia”3, ricreando cieli, rocce, fondi di frana, ghiacciai ed effetti di piena delle acque e di disgelo con una notevole e armonica varietà di elaborazioni polimateriche, che ben interagiscono con le superfici colorate.
SAN FRANCESCO AL CAMPO. MOSTRA “ALASSIO IL MARE DEL MONVISO”
Martedì 6 dicembre l’inaugurazione della personale di Rudy Mascheretti. Ingresso libero e gratuito fino al 6 gennaio 2023
Piemonte? E quanti, fra gli amici liguri, non considerano le montagne piemontesi come le montagne della Liguria? Non a caso l’evento può considerarsi anche un ideale gemellaggio tra i Comuni di San Francesco al Campo e Alassio, che concedono alla mostra, entrambi, il proprio patrocinio. Il vernissage è stato martedì 6 dicembre nei locali del Turin Airport Hotel (via Torino, 168 – San Francesco al Campo), con la partecipazione dell’artista. La mostra è poi visitabile, a ingresso libero e gratuito, tutti i giorni dalle ore 11 alle ore 20, fino al 6 gennaio 2023. Rudy Mascheretti, bergamasco di nascita, vive e lavora ad Alassio. Dopo l’Accademia di Belle Arti di Carrara, è stato allievo del maestro pistoiese Umberto Buscioni. Artista versatile e poliedrico, ha esposto in Italia e all’estero ottenendo premi e riconoscimenti. Le sue performance artistiche sono approdate con grande successo su vari palcoscenici mondiali. Il disegno assorbe la sua energia primaria, mutandosi in pittura dopo un procedimento di interiorizzazione che ne permette una rielaborazione armoniosa e strutturata. Dalla sua passione per la musica trae occasione per concepire e portare avanti un’originale performance, denominata “The Beat Art Concept” in cui dipinge mixando la propria musica alla consolle, dando origine a un’esperienza sensoriale e poetica.
TURIN AIRPORT HOTEL via Torino, 168 – 10070 San Francesco al Campo – Turin – Italy
+39 011 9279610 info@turinairporthotel.com turinairporthotel.it
MUSEO EGIZIO. MOSTRA “IL DONO DI TOTH. LEGGERE L’ANTICO EGITTO”
Dal geroglifico al copto, dallo ieratico al demotico: è la scrittura dell’antico Egitto, nelle sue varianti ed evoluzioni, la protagonista della mostra “Il dono di Thot: leggere l’antico Egitto”, che debutta al Museo Egizio il 7 dicembre, nei nuovi spazi del Museo. Si tratta di 500 metri quadrati, distribuiti tra piano terreno e ipogeo, concessi dall’Accademia delle Scienze di Torino al Museo Egizio, dopo un’opera di restauro, sostenuta dalla Fondazione Compagnia di San Paolo.
Curata da Paolo Marini, Federico Poole e Susanne Töpfer, egittologi del Museo Egizio, la mostra è frutto di un progetto scientifico ideato dal direttore del Museo, Christian Greco ed è sostenuta dalla Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino.
Sono 170 i reperti in esposizione, tutti provenienti dalle Collezioni del Museo Egizio, ad eccezione delle tavolette cuneiformi provenienti dai Musei Reali di Torino.
Se il focus dell’esposizione è rappresentato dai segni e dai testi, in mostra non ci sono solo papiri, ma anche capolavori della statuaria, oggetti in alabastro e statuine lignee, a testimonianza di quella cultura materiale attraverso cui egittologi e storici hanno ricostruito la biografia non solo degli oggetti, ma dell’intera civiltà nilotica.
LUMIÈRES DE NOËL AU FORT DE BARD DALL’8 DICEMBRE: AL FORTE DI BARD LA MAGIA DEL VIDEO MAPPING
E durante le feste spettacoli e animazioni
La grande novità delle festività natalizie al Forte di Bard si intitola Lumières de Noël au Fort de Bard – Luci di Natale al Forte di Bard, uno spettacolo immersivo a 360° fatto di suoni e luci che regalerà emozioni. Il tema delle proiezioni sarà Naturae Maiestas: la Piazza d’Armi della fortezza si calerà in un’atmosfera scintillante e surreale per celebrare la montagna e gli animali che la popolano. Una montagna reinterpretata in chiave fantastica ed onirica grazie alla magia degli effetti speciali del video mapping che verranno proiettati sulle facciate della piazza.
Dall’8 dicembre 2022 all’8 gennaio 2023, spettacoli ogni sera – ad eccezione del 12, 19, 24 e 25 dicembre – a partire dalle ore 17.00, ogni mezz’ora. Gli spettacoli, della durata di dieci minuti, sono inclusi nel biglietto di ingresso al Forte che comprende anche uno spazio espositivo a scelta, tra mostre e musei. La prenotazione non è necessaria.
Nel corso delle feste, il Forte di Bard propone anche un ricco calendario di appuntamenti per tutta la famiglia con spettacoli, animazioni per bambini e concerti. L’ingresso agli eventi è incluso nel biglietto di ingresso al Forte di Bard. Solo il concerto del 29 dicembre prevede la prenotazione obbligatoria. Accesso gratuito fascia 0-25 anni, possessori Abbonamento Musei e Membership Card del Forte di Bard.
Le date
Giovedì 8 dicembre 2022
dalle 14.00 alle 17.00
Che Forte l’albero
Decoriamo insieme l’albero di Natale del Forte di Bard
Martedì 27 dicembre
ore 15.30 – Cappella del Forte
La Pozione magica di Natale
Spettacolo magico per bambini e famiglie, a cura di Magic Bunny Show
Giovedì 29 dicembre
ore 16.00 – Cappella del Forte
concerto Breathe the Music, con The White Gospel Group
Prenotazione obbligatoria – T. 0125 833811 – prenotazioni@fortedibard.it
Lunedì 2 gennaio 2023
Dalle ore 10.00 alle 17.00
Cracking Bard
Attività didattica che tra enigmi e indovinelli condurrà alla scoperta dei colorati animali che popolano la fortezza del progetto Regen’Art promosso in collaborazione con Cogne Acciai Speciali.
Mercoledì 4 gennaio
ore 14.00, 15.00, 16.00
Il segreto dei Folletti
Due strambi folletti scienziati nella più improbabile delle missioni: svelare i segreti di Babbo Natale e della Befana! Una spassosa ricerca tra scienza e magia con neve e scope volanti, pozioni e pentoloni fumanti, stretti camini e bolle giganti.
Venerdì 6 gennaio
dalle 14.00 alle 17.00 Sala Corpo di Guardia
La calza della Befana
Disegna, colora e ritaglia la tua calza della Befana. Laboratorio creativo per tutte le età.
Orari spettacoli Lumières de Noël au Fort
. feriali:
ore 17.00-17.30
. sabato, domenica, festivi:
ore 17.00-17.30-18.00-18.30
. dal 26 dicembre all’8 gennaio:
ore 17.00-17.30-18.00-18.30-19.00-19.30
fanno eccezione:
giovedì 29 dicembre: ore 18.00-18.30-19.00-19.30
sabato 31 dicembre: ore 17.00-17.30-18.00-18.30
Orari festività natalizie
Dal 26 dicembre 2022 all’8 gennaio 2023 il Forte di Bard sarà aperto tutti i giorni, lunedì compresi, con orario prolungato sino alle ore 20.00 (fa eccezione il 31 dicembre, apertura dalle ore 10.00 alle 19.00); 1° gennaio apertura dalle ore 14.00 alle 20.00. Chiuso il 24 e 25 dicembre.
Il prolungamento orario serale (dalle 18.00 alle 20.00 nei feriali e dalle 19.00 alle 20.00 al sabato, domenica e festivi), riguarda unicamente la mostra Il Déco in Italia, l’eleganza della modernità. Aperti sino alle ore 20.00 anche Bookshop e Caffetteria di Gola.