PIEMONTE x CURIOSI – Capodanno fortunato: le superstizioni tipicamente piemontesi
Capodanno: le tradizioni di buon auspicio per un nuovo anno fortunato secondo le superstizioni piemontesi…
Nessuno ci crede, eppure la maggior parte di noi tende a seguire determinate superstizioni per accogliere il Capodanno nel migliore dei modi, sperando che l’anno in arrivo sia fortunato. In Piemonte ci sono numerose tradizioni volte al buon auspicio per l’anno che verrà. Ad esempio, secondo quanto ricordava l’antropologo Gian Luigi Bravo, nei tempi più antichi nelle zone di campagna questo era il periodo dei pronostici.
Non avendo ancora a disposizione gli strumenti utili a prevedere le condizioni meteorologiche dei prossimi giorni, le persone provavano a indovinare il tempo dell’anno in arrivo prestando attenzione alle condizioni climatiche dei dodici giorni successivi al Natale. Questi, difatti, avrebbero “predetto” le condizioni meteo dei prossimi dodici mesi. Inoltre, a Mongardino, in provincia di Asti, alcune donne esaminavano perfino le ore per avere un quadro più dettagliato dei singoli giorni.
Fuoco, specchi e streine
Fino a qualche decennio fa, inoltre, era usanza comune accendere del falò per bruciare simbolicamente le disgrazie dell’anno appena concluso e portare “luce” e positività. Un altro gesto tipico per liberarsi della mala sorte era quello di gettare dalla finestra i vecchi oggetti.
C’erano anche le superstizioni per la mattina del nuovo anno. Era buona norma specchiarsi appena svegli per vedere sé stessi come prima persona al mattino. Poi, una volta usciti di casa, era di ottimo auspicio vedere un cavallo bianco, un carro pieno di fieno, un frate o qualcuno del genere opposto. Al contrario, era considerato segno di grande sventura incontrare una suora, un sacerdote, un gobbo o un anziano.
Per i più piccoli c’erano le tanto attese “streine“, semplici regali composti da frutta o pupazzi di pane che auguravano abbondanza per l’anno nuovo.
Le tradizioni dei nostri giorni
Ci sono infine delle tradizioni “porta-fortuna” che sono sopravvissute fino ai nostri giorni. La più comune – utilizzata anche nel resto d’Italia – è consumare un piatto ricco di lenticchie la sera di Capodanno, per auspicare ad un anno propizio in termini economici. In Piemonte è considerato “fortunato” anche consumare 12 acini di datteri o uva nera.
Marco Sergio Melano