Torino. La lunga notte di Sarajevo. Mostra fotografica di Paolo Siccardi

Al Museo Storico Nazionale dell’Artiglieria nel Mastio della Cittadella, inaugura il 9 febbraio la mostra di Paolo Siccardi  “La lunga notte di Sarajevo”.

La mostra fotografica, inserita  all’interno delle manifestazioni previste per il Centenario della costituzione dell’Anatri, Associazione Nazionale degli Artiglieri d’Italia,  resterà aperta dal 10 febbraio fino al 19 marzo 2023 dal lunedì alla domenica dalle 9,00 alle 19,00 con ingresso libero

L’Associazione La Porta di Vetro e il suo presidente Michele Ruggiero utilizzano ancora una volta una mostra fotografica per dare respiro a eventi che appartengono alla nostra storia contemporanea:  la proposta attraversa il luttuoso e drammatico periodo della guerra nei Balcani con l’assedio a Sarajevo, durato quattro anni, dal 1992 al 1996.

La mostra di Paolo Siccardi  “La lunga notte di Sarajevo”, per la quale si ringrazia il Consiglio regionale del Piemonte e il Comitato regionale Diritti Umani e Civili per il fondamentale sostegno, e la Città di Torino per il suo Patrocinio, è anche frutto di una proficua collaborazione con la Direzione del Museo di Artiglieria, cui si deve l’ospitalità.

Una fotografia del Maresciallo Tito, padre della Jugoslavia capitolata all’inizio degli Anni 90, tra le macerie di una scuola elementare distrutta dai bombardamenti. (gennaio 1993)

Le foto rappresentano il lavoro del fotoreporter free-lance torinese Paolo Siccardi, testimone attendibile e scrupoloso, nei suoi continui reportage, ben undici, in quella città martoriata, di una guerra crudele e barbara. E le sue istantanee, in questo particolare momento storico come un segnale su quanto disastrose siano le guerre. Chi ha visto le guerre non può amarle e può cercare come Paolo Siccardi di riproporre alla memoria il danno che esse procurano. La mostra a cura di Tiziana Bonomo – all’interno degli spazi del Mastio della Cittadella – raccoglie trenta immagini in bianco e nero di medio-grande formato. Trenta immagini suddivise in cinque gruppi con l’intenzione di rendere terribilmente vera quell’attesa di persone intrappolate, di gente impazzita, di una vita sotto continue esplosioni, nel silenzio assordante, nella morte. La curatrice “lega Sarajevo” a “Aspettando Godot” di Samuel Beckett. La fotografia deve a Susan Sontag questa spontanea associazione come suo contributo a Sarajevo, alla città simbolo della guerra e come citazione all’interno del suo libro Il Dolore degli Altri.

La disperazione di alcune donne sul luogo del massacro di Markale nel febbraio del 1994 (febbraio 1994)

“Il desiderio di vita a Sarajevo è un desiderio che si manifesta con la musica, con il teatro per recuperare un surreale senso di normalità che Paolo Siccardi è riuscito a cogliere in una sorprendente immagine di Vedran Smailović in smoking con l’archetto sul suo strumento in mezzo a delle rotaie. Tutte le immagini di Paolo Siccardi e i testi di MarcoTravaglini e Michele Ruggiero invocano di ricordare, di guardare e ricordare, di osservare ogni dettaglio e non dimenticare, di percepire la sofferenza e ricordare, ricordare, ricordare. Ricordare per non amare la guerra. I titoli dei cinque gruppi di immagini – A Sarajevo la data sulle lapidi di nascita cambiava ma quella di morte era sempre la stessa – Il silenzio che ho respirato è stato assordante tra case distrutte e ponti invisibili – La vita continua e si adatta ai ritmi quotidiani della guerra scandita da più di trecento esplosioni di bombe al giorno – A volte ci è capitato di restare nel rifugio per giorni, senza magiare e bere. Le bombe fischiavano e la terra tremava. -Sentivamo le urla della gente impazzita Intrappolati come topi senza via di fuga in una città assediata