PIEMONTE ARTE: F8, J.R., SPAGNA ISLAMICA, KOPITZEVA, TRAPPOLE, SEGNI E SEGNALI, INFINITUM, MAGGI, BENE VAGIENNA…
Coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo
CHIERI. MOSTRA FOTOGRAFICA DI F8
GALLERIE D’ITALIA. JR – DEPLACÉ.E.S
Gallerie d’Italia – Torino
Dal 9 febbraio al 16 luglio 2023
Curatore: Arturo Galansino
In collaborazione con la Fondazione Compagnia di San Paolo
Le Gallerie d’Italia aprono al pubblico nel museo torinese di Intesa Sanpaolo la prima mostra personale in Italia di JR, artista francese famoso nel mondo per i suoi progetti che uniscono fotografia, arte pubblica e impegno sociale, in programma dal 9 febbraio al 16 luglio 2023. Combinando diversi linguaggi espressivi, JR (1983) porterà in mostra il suo tocco personale nel raccontare la realtà e stimolare riflessioni sulla fragilità sociale. L’esposizione, curata da Arturo Galansino, occuperà circa 4.000 metri quadrati del museo di Piazza San Carlo. La Fondazione Compagnia di San Paolo collabora con le Gallerie d’Italia coinvolgendo nella realizzazione degli eventi correlati alla mostra diversi enti del territorio insieme ai quali è impegnata a costruire società più inclusive. Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici Intesa Sanpaolo e Direttore delle Gallerie d’Italia, commenta: “Presentiamo a Torino, per la prima volta in un museo italiano, il lavoro di uno degli artisti internazionali più originali e attenti ai grandi cambiamenti sociali. Il progetto, che unisce street art, fotografia e video installazioni, conferma la vocazione delle Gallerie d’Italia torinesi a stimolare la riflessione sulle complessità odierne, in linea con l’impegno di Intesa Sanpaolo a favore di una crescita sostenibile e inclusiva”. JR dichiara: “Nel 2022, il numero di persone costrette a fuggire dal proprio luogo di residenza a causa di persecuzioni, guerre, violenze e violazioni dei diritti umani ha superato la minacciosa soglia dei 100 milioni. Questa emergenza è ora aggravata dalla carenza di cibo ed energia, dall’inflazione e dalle crisi legate al clima. In molti Paesi dell’Africa, del Medio Oriente, del Sud America, alle porte dell’Europa, le popolazioni sono costrette ad abbandonare le proprie case per assicurarsi la sopravvivenza altrove. La guerra in Ucraina ha provocato il più improvviso e uno dei più grandi esili forzati dalla Seconda guerra mondiale. Simbolo di questa tragedia senza fine, l’isola greca di Lesbo è teatro del flusso e riflusso dei migranti che arrivano via mare mentre i conflitti si sviluppano. Questa geografia della delocalizzazione forzata costituisce “luoghi off-limit” che ricevono un’eccessiva attenzione mediatica e sono allo stesso tempo invisibili”. Valeriia, Thierry, Andiara, Angel, Jamal, Ajara, Moise e Mozhda sono i nomi e i volti dei bambini che incarnano queste migrazioni forzate. Ingrandendo il loro ritratto su enormi teloni, JR restituisce un’identità a chi ne è privato. La loro effigie si dispiega fugacemente e spontaneamente durante performance collettive organizzate nel cuore del loro transitorio ambiente: sulla Piazza dell’Opera di Lviv (Ucraina), nei campi di Mugombwa (Ruanda), Mbera (Mauritania), Lesbo (Grecia), nella comunità ospitante di Cúcuta (Colombia). Vengono dall’Ucraina, dal Congo, dal Venezuela, dal Mali, dall’Afghanistan ma li accomuna lo stesso atteggiamento. Il corpo che avanza in una corsa alla conquista, il sorriso ribelle e un’aura giovanile: la loro forza vitale affronta i peggiori dolori dell’esilio. Alle ragioni della disumanizzazione JR contrappone un’esperienza sensibile dal punto di vista di un bambino. Lontana dagli stereotipi, la condizione umana si rivela pienamente attraverso la speranza personificata della giovinezza. Questi bambini ci guardano stabilendo un rapporto di reciprocità tra loro, noi e il futuro. Prosegue JR: “I campi non sono solo luoghi di vita quotidiana per milioni di persone, sono diventati una delle maggiori componenti della globalizzazione, una delle forme di organizzazione del mondo: un modo per trattare chi è indesiderato, ciò che non vogliamo guardare negli occhi. Al servizio di qualcosa di più grande, la mia arte crea tensione tra il visibile e l’invisibile per resistere alla banalizzazione delle prospettive. Dieci anni fa, l’antropologo Michel Agier deplorava l’assenza di importanza dei rifugiati e degli sfollati che suggella per sempre la loro esclusione dalla società affermando: “Hannah Arendt ha definito questa esclusione dei rifugiati una morte sociale. Penso che sia urgente far conoscere i campi, tutti i tipi di campi”. Tale è l’obiettivo di questa mostra”, conclude l’artista. Da quando ha lasciato la banlieue parigina più di vent’anni fa, JR ha portato la sua arte nel mondo con opere monumentali di arte pubblica capaci di coinvolgere la cittadinanza e ispirare intere comunità, dalle favelas brasiliane a un carcere di massima sicurezza in California, dalla Piramide del Louvre alle piramidi egizie, dal confine tra Israele e Palestina al confine del Messico con gli Stati Uniti.
Silvana Scannicchio
M.A.O. : LUSTRO E LUSSO DALLA SPAGNA ISLAMICA. FRONTIERE LIQUIDE E MONDI IN CONNESSIONE
Esposizione a cura di Filiz Çakır Phillip
1 febbraio – 28 maggio 2023
MAO Museo d’Arte Orientale, Torino
La programmazione 2023 del MAO Museo di Arte Orientale si apre con un nuovo progetto dedicato all’arte islamica e agli esiti che, nei secoli, questa ha prodotto in Europa e nel bacino mediterraneo. Un’esposizione puntuale che intende volgere un primo sguardo su un universo di grande complessità e bellezza: partendo dal patrimonio delle collezioni, Lustro e lusso dalla Spagna islamica. Frontiere liquide e mondi in connessione pone l’accento sul sincretismo culturale tra mondo islamico ed Europa, che trova nell’area mediterranea una sua sintesi ideale, e offre al visitatore un punto di vista inedito da cui osservare una storia secolare di trasformazioni e contaminazioni artistiche, linguistiche e di conoscenza scritta nelle trame dei tessuti e sulla superficie lucente delle ceramiche. Mare Nostrum, Mediterraneus, Mar Bianco, Hayam Hatikhon, Grande Verde: tanti nomi per indicare un luogo di incontro, di scontro, di scambio, di battaglie e di dialogo fra popoli e culture diversi fra loro ma accomunati da una prossimità profonda. Il Mediterraneo ha sempre esercitato una forza d’attrazione a cui nessun popolo ha potuto sottrarsi: per lunghi secoli merci, tradizioni, invenzioni, scoperte sono nate o sono transitate da qui. Perché questo non è solo un mare e soprattutto non è solo Europa: è stato – e per certi versi è ancora – una possibilità dall’identità mutevole. Ciò che nasce sulle sponde del Mediterraneo si contamina per prossimità e si radica per necessità, innestandosi sull’esistente e assumendo identità e forme nuove. Così è accaduto con la lingua araba, ma soprattutto con le arti figurative, in particolare con la produzione tessile e ceramica: diverse raffigurazioni e tecniche della produzione di tappeti, tessuti e vasellame, custodite come segreti preziosi nei territori del Medio Oriente e del Nord Africa, sono approdate nella penisola iberica insieme ai conquistatori, quasi un “effetto collaterale” della secolare dominazione, dando origine a una straordinaria produzione autoctona ibridata. L’esposizione Lustro e lusso dalla Spagna islamica intende presentare negli spazi della Galleria del MAO dedicata all’arte dei Paesi Islamici dell’Asia una mirata selezione di opere provenienti da collezioni pubbliche e private (dall’Instituto Valencia de Don Juan di Madrid, della Fondazione Bruschettini per l’Arte Islamica e Asiatica di Genova, da Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino e dalla galleria Moshe Tabibnia di Milano), che vengono poste in dialogo con quelle presenti nelle collezioni permanenti del Museo d’Arte Orientale. Pregiati tappeti e frammenti tessili e ceramiche ispano-moresche di provenienze diverse datati tra il X e il XVI secolo, capaci di trasportare il visitatore in territori poco esplorati, aprono diverse traiettorie di conoscenza e riflessione e mettono in evidenza la relazione tra il mondo ispanico europeo e quello islamico nel contesto del Mediterraneo. Fra le opere esposte segnaliamo un frammento della bordura di un tappeto, datato fine XV o inizi del XVI secolo, appartenente alla Collezione Istituto “Valencia de Don Juan” di Madrid e proveniente da un esemplare del gruppo di tappeti ‘Mudejar’ a stemmi araldici, che doveva essere particolarmente splendido. Sulla sinistra si individua la fascia a fondo blu con elementi pseudo-cufici molto stilizzati che individuano dei riquadri, contenenti alternativamente un albero o un vaso fiorito affiancato da uccellini stilizzati e figure di animali, tra i quali un leone rampante, un toro ed un leprotto. In alto è visibile la raffigurazione, purtroppo tagliata nella parte superiore, di un “uomo” con il corpo rosso maculato, ricoperto di pelliccia, che tiene in una mano una specie di scudo e nell’altra, che non si vede, probabilmente una spada o una lancia, analogamente a quanto si può riscontrare in altri esemplari con la stessa scena. Nella parte destra sono invece presenti dei motivi floreali assai geometrici e stilizzati, sempre su fondo blu, disposti entro una griglia di losanghe tratteggiata in rosso. Questo manufatto di straordinaria qualità sarà esposto solo fino al 12 febbraio. Dalla Fondazione Bruschettini provengono invece due frammenti di un tappeto a ghirlande, risalenti all’inizio XVI secolo, che compongono una ghirlanda circolare, caratteristica del gruppo di tappeti di Alcaraz definito ‘rinascimentale’ e chiamato appunto “a ghirlande” o “coronas” in spagnolo, dal disegno molto grafico e lineare, a tre colori – il rosso del fondo, il verde degli ornamenti e il giallo che li contorna – e un capitello in marmo scolpito in rilievo del periodo omayyade (seconda metà del X secolo) ascrivibile a Cordoba, capitale di Al-Andalus. Questo raffinatissimo elemento architettonico mostra decorazioni profonde, decise e delicate, che svelano sapiente maestria nelle tecniche dell’intaglio. Le foglie d’acanto sono una reminiscenza dell’eredità artistica e tecnica della tarda antichità in combinazione con il repertorio di artisti e artigiani del califfato. Il disegno del capitello è esemplificativo della transizione degli stili decorativi che hanno portato all’estetica astratta sviluppata durante i primi periodi della presenza musulmana in Spagna. Lustro e lusso dalla Spagna islamica è curato Filiz Çakır Phillip, ricercatrice specialista in Arte Islamica, già curatrice dell’Aga Khan Museum a Toronto e membro dell’Association of Art Museum Curators & AAMC Foundation di New York. La mostra è il primo esito di un più ampio progetto di collaborazione con la Fondazione Bruschettini e altre collezioni pubbliche e private, tra cui Palazzo Madama e la Aron Collection, che culminerà nell’ottobre 2023 con l’apertura di una grande mostra strutturata come un viaggio nel tempo dal periodo Tang (VII secolo d.C.) ai giorni nostri, un itinerario ideale dalla Cina al Mediterraneo, passando per l’Asia centrale, attraverso la lente delle relazioni, degli scambi e delle ibridazioni che hanno avuto origine da questo movimento. La mostra vuole anche gettare le basi per un consorzio di musei del Mediterraneo per avviare uno scambio di mezzi e conoscenze volto a facilitare la circolazione di opere e progetti. Come gli altri progetti espositivi del MAO, anche Lustro e lusso dalla Spagna islamica si configura come un progetto in progress che si evolverà durante i mesi di apertura della mostra e sarà arricchito da incontri di studio, conferenze e momenti performativi, rituali e rassegne musicali. L’esposizione sarà accompagnata da un apparato di approfondimento visivo e testuale che prevede, fra le altre cose, la pubblicazione di un libretto dedicato – distribuito gratuitamente all’interno della mostra – con testi, fra gli altri, di Cristina Maritano, conservatrice di Palazzo Madama, e Alberto Boralevi e video in LIS realizzati in collaborazione con l’Istituto dei Sordi, per una completa accessibilità del progetto. Lustro e lusso dalla Spagna islamica nasce da un’idea della Fondazione Bruschettini condivisa con il MAO ed è stata resa possibile grazie al contributo di Maria Paola Ruffino, conservatrice di Palazzo Madama.
L’ingresso in mostra è incluso nel biglietto delle collezioni permanenti.
GALLERIA D’ARTE PIRRA. MAYA KOPITZEVA- I COLORI DELLA LUCE
inaugurazione venerdì 10 febbraio 2023
Maya Kopitzeva è considerata una dei principali rappresentanti della Scuola di pittura di Leningrado e tra i più brillanti coloristi post-impressionisti russi della seconda metà del XX secolo. Nata nel 1924 in Georgia, ma cresciuta e formatasi a San Pietroburgo, Maya Kopitzeva vive un periodo particolarmente significativo del suo percorso artistico a Samarcanda in Uzbekistan, dove era stata trasferita l’Accademia durante la II guerra mondiale. Le insolite condizioni di vita, la singolarità e la bellezza dell’architettura uzbeka rimasero senza dubbio impresse nella memoria della giovane pittrice, così come il soggiorno presso la dacia accademica vicino a Volochek nella regione di Tver’ (1953), dove iniziò l’autentica fioritura del suo talento pittorico. Nelle sue opere, infatti, si rintracciano sia il senso dei colori e delle decorazioni dell’arte islamica assimilati a Samarcanda sia l’eco di una natura incontaminata e viva conosciuta durante la permanenza alla dacia dei pittori. E “vivissime” sono paradossalmente le sue nature morte, protagoniste della mostra, perché non rientrano nelle anguste cornici del genere. Mai sceniche e di tale potenza pittorica e poetica da suscitare, nonostante il rigore compositivo celato dietro un’apparente casualità, impressioni sensoriali di particolare vitalità. Lo spettatore rimane colpito dall’originalità complessiva della composizione e dagli accostamenti di colori decisi, rafforzati da spesse pennellate dinamiche. Tra i numerosi riconoscimenti ufficiali, nel 2001 viene insignita del titolo di Artista Emerito della Federazione Russa. Il museo e centro espositivo “Peterburgskiy Khudozhnik” di San Pietroburgo ha dedicato un’importante e ampia retrospettiva a Maya Kopitzeva dal 20 ottobre 2020 al 10 gennaio 2021. La mostra rimarrà aperta sino al 19 marzo 2023.
PICK GALLERY. “TRAPPOLE” E “BLU POLICROMO”
Venerdì 10 e sabato 11 febbraio alla Pick Gallery di Torino ci sarà un evento speciale per la presentazione del lavoro di Claudia Vetrano, giovane artista siciliana che ha una ricerca molto interessante e che si confronterà con lo spazio della galleria con il progetto Trappole. Pratiche simboliche. La settimana successiva, il 15 febbraio sarà inaugurata un’importante collettiva Blu policromo: narrazioni e interpretazioni a confronto, che approfondisce il ruolo del colore blu nell’arte, di come questo abbia influenzato, ispirato e aiutato la produzione di molti artisti, dai più famosi e storicizzati ai più giovani. Alcuni nomi: Agostino Bonalumi, Fernanda Carrillo, Julia Carrillo, Marco Cordero, Marco De Rosa, Gérard Deschamps, Sven Drühl, Yves Klein, Silvia Margaria, Jan Muche, Tony Oursler, Giulio Paolini, Pablo Picasso, Man Ray, Mimmo Rotella, Mario Schifano, Paolo Scirpa, Marco Tagliafico, Claudia Vetrano, Claude Viallat…
Evento speciale
Trappole. Pratiche simboliche. Claudia Vetrano – a cura di Emanuela Romano
10 febbraio ore 18 – 21
11 febbraio ore 15.30 – 20
Blu policromo: narrazioni e interpretazioni a confronto. group shop a cura di Sara Liuzzi ed Emanuela Romano
opening 15 febbraio ore 18 – 21
16.02 – 15.04.2023
CUNEO. MOSTRA COLLETTIVA FOTOGRAFICA “SEGNI E SEGNALI”
dal 3 al 26 febbraio 2023, CUNEO – Sala Collegio dei Geometri
Via San Giovanni Bosco, 7/H – portici Agora’
Inaugurazione Cuneo – Sala Collegio dei Geometri – venerdì 3 febbraio dalle
ore 17,30
Le tracce urbane ci accompagnano nell’intricato viaggio della vita. “Cammina, esplora, osserva, cerca e scatta! Fotografa tutto ciò che per te risulta significativo, emozionante, particolare, ironico.”
Le difficoltà che si possono incontrare durante la ricerca di un comun denominatore per presentare al pubblico i propri lavori, è stata superata decisamente dai soci della storica Associazione Cuneofotografia con questa iniziativa dal titolo: Segni e Segnali. Settanta intriganti immagini, selezionate da una attenta giuria, costituiscono il corpus di questa esposizione in cui, pur nella diversità dei soggetti scelti dai venticinque artisti, si avverte da subito la felice coerenza al tema.
MONDOVI’. INFINITUM: SPECIALE SAN VALENTINO E CHIUSURA INVERNALE
La visita immersiva allestita presso la Chiesa della Missione di Mondovì Piazza, sarà chiusa nei primi due week end di febbraio 2023 e riaprirà con una speciale promozione di San Valentino per tutti gli innamorati. Infinitum torna per festeggiare l’amore sabato 18 e domenica 19 febbraio 2023 con un’offerta speciale per tutte le coppie, 2 ingressi al prezzo di 1 a soli 6 euro. Un’ottima idea regalo per il proprio partner, per visitare la Chiesa della Missione in due, ma al prezzo di uno.
Ricordiamo che il biglietto d’ingresso si acquista direttamente presso la Chiesa della Missione: l’offerta 2×1 è valida per tutte le coppie.
VERCELLI. COME RISUONA QUESTO CAOS. MOSTRA DI RUGGERO MAGGI
testo di Lorella Giudici
Studio Dieci, presieduto da Carla Crosio con la direzione artistica di Diego Pasqualin, propone nel contesto dei festeggiamenti del cinquantennale di fondazione una nuova esposizione nella sede di piazzetta Pugliese Levi 10 a Vercelli, ospitando l’artista Ruggero Maggi che proporrà la mostra “Come risuona questo Caos” presentata dal testo dello storico dell’arte Lorella Giudici.
L’esposizione si inaugurerà SABATO 18 FEBBRAIO 2023 alle ore 18:00. Sottolineando anche l’aspetto sociale che pervade spesso la ricerca di Maggi, Lorella Giudici scrive: “La tematica del dolore, declinata in modi diversi (come tormento, ingiustizia, sopruso, imposizione…), è spesso presente nel lavoro di Ruggero Maggi […] la maggior parte delle opere sono legate tra loro anche da altri due elementi: la luce e l’ombra. La luce è quella del neon, dei led, del laser o della lampada di Wood. Bianca o colorata, essa disegna linee, invade lo spazio, modella, fa affiorare passaggi sotterranei e come un’onda si muove tra le cose per svelarne i segreti o per caricarle di nuovi significati. Essa è il punto d’incontro tra il mondo reale e il pensiero, è la soglia tra la sostanza e l’essenza, ma è pure lo strumento che forgia e scava. […] Ma, se la luce è l’elemento che cattura l’occhio, pure le ombre hanno qualcosa da dire, anzi, come scrive Alda Merini, hanno un suono: “Ecco l’unica cosa che mi piacerebbe veramente di tenere in pugno, il suono dell’ombra”. […] “Il corpo getta un’ombra, l’anima luce” ha scritto Nietzsche nei Frammenti postumi (1869 – 1889) e alla forza persuasiva della luce che affiora dall’ombra, si affida l’installazione Velo d’ombra (2001). Dieci sagome, alte quasi tre metri e rivestite con il burqa, si stagliano sottili e totemiche nella penombra della stanza. Sono presenze silenziose, inquietanti e enigmatiche che concentrano la loro essenza nella proiezione di luce bianca – frantumata in tanti piccoli punti – che filtra dalle sottili feritoie dei loro burqa. Un velo d’ombra può far risaltare la bellezza nascosta e renderla particolarmente seducente, ma cosa accade quando è imposto? “Come ogni materia che separa – argomenta Ruggero Maggi – per quanto sottile ed intangibile (è devastante la violenza psicologica), il risultato si trasforma sempre in un limite che delinea campi visivi e d’azione in cui l’imposizione affievolisce la libertà. L’interno e l’esterno subiscono modifiche che condizionano sia l’individuo che la collettività. Forse soltanto acuendo al massimo la propria sensorialità si può tentare di infrangere quel distacco che ci rende muti osservatori”.
COME RISUONA QUESTO CAOS
mostra di Ruggero Maggi – testo di Lorella Giudici
18 FEBBRAIO | 5 MARZO 2023
INAUGURAZIONE 18 FEBBRAIO ORE 18:00
STUDIO DIECI | not for profit | city gallery. vc – Piazzetta Pugliese Levi 10 | Vercelli
info | 393 01.01.909 | studiodiecivercelli@gmail.com
ven | sab | dom 17:00 | 19:00
BENE VAGIENNA. “INTERLOCUZIONI DI ARTE CONTEMPORANEA”
Mostra internazionale di Pittura, Fotografia, Scultura, Recycle Art ed Installazione.
a cura di Roberto Borra – direzione artistica di Karina Lukasik
Organizzazione Associazione Culturale Fly Art di Torino
Fino al 19 marzo 2023
Palazzo Lucerna di Rorà già Oreglia di Novello.
Sede del Museo Archeologico di Bene Vagienna (Cn)
Orari : festivi ore 10/12 – 15/18 sabato ore 15/18
Feriali per gruppi prenotazione Ufficio Turistico tel: 0172-654969
Ingresso libero
Info ingresso: Museo-Archea 380/6907716
info: www.progettomipac.com
ARTISTI FLY ART IN ESPOSIZIONE
Amelia Alba Argenziano/Martino Bissacco/Alberto Bongini/Roberto Borra/Helen Campbell/Anne Conway/Carlo Dezzani (Dejan)/Alessandro Docci/Emanuela Franchin/Marianne Frank/Pierpaolo Giraudo/ Massimiliano Gissi/Ciro Guerra/Susie Hnilicka/Jin Yu/Rosalind Keith/Karina Lukasik/Valter Massia/Alessandro Merlo/Flavia Nasrin Testa/Gabriella Piccatto/Rosanna Piervittori/Concetta Pillitteri/Antonio Presti/ Piergiorgio Ravinale (Piergi)/Mariangela Redolfini/Massimo Romani/Fabio Savoldi/Ann Stefani/Nicola Weir
RTISTI Scuola d’Arte di Amelia Alba Argenziano impArAlArte
Carmen Chiarolanza / Barbara Chiesa / Cristina Colucci /Patrizia Furlan/Nunzia Lastella / Paola Lucco /Daniela Macaluso/Rosanna Piervittori / Laura Vallese
MOSTRA SUGLI ESULI ISTRIANI PER IL GIORNO DEL RICORDO
Si intitola “Viaggio della memoria attraverso l’esodo delle genti del confine orientale” la mostra con cui quest’anno il Consiglio regionale celebra il Giorno del Ricordo, il 10 febbraio. La mostra, che sarà esposta dall’1 al 15 febbraio 2023 nelle vetrine dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico di via Arsenale 14/G, è organizzata dalla sezione di Torino dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia – ANVGD. L’inaugurazione si svolgerà mercoledì 1° febbraio alle 11 nei locali dell’Urp di via Arsenale 14/G a Torino, alla presenza del presidente del Consiglio regionale del Piemonte Stefano Allasia e dei rappresentanti dell’associazione ANVGD: Antonio Vatta e Andor Brakus presidente e vicepresidente, i consiglieri Nello Belci, Walter Cnapich e Giuliana Filippovic, Mario Biasiol autore del plastico, l’autore Egidio Rocchi. L’esposizione è divisa in tre parti: l’esodo vero e proprio con le partenze degli esuli, la descrizione dei luoghi che sono stati da loro forzatamente abbandonati nei territori della ex Jugoslavia ed infine il plastico del villaggio di baracche di corso Polonia a Torino (attuale corso Unità d’Italia) che, sorto nel 1947 sulle rive del Po per ospitare profughi e sfollati provenienti da diverse zone, venne smantellato soltanto nel 1961 in vista delle manifestazioni per l’anniversario dell’Unità d’Italia. Le tre sezioni sono raccontate attraverso una quindicina di fotografie e 12 dipinti realizzati dagli esuli che, traferiti a Torino, non hanno mai dimenticato la propria terra di origine: Luigi Buranello, Maria Cervai, Luigi Cnapich, Piero De Gennaro, Algerio De Luca, Antonio Donorà, Gianfranco Gavinelli, Michele Privileggi, Aurelia Pusar, Alfredo Sficco, Aldo Sponza, Tullio Tulliach.