PIEMONTE ARTE: STUPINIGI, PALAZZO MADAMA, MANZU’, CIRCOLO DEGLI ARTISTI, STOIAN, SARAJEVO, ALBA, CUNEO…
Coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo
STUPINIGI. MOSTRA “AMEDEO I: UN RE CHE NON FU MAI RE”
L’esposizione dedicata a Ferdinando di Savoia Duca di Genova
Ferdinando di Savoia è il re che non fu mai re. Il 10 luglio del 1848 il Duca di Genova viene scelto dal parlamento siciliano per diventare re di Sicilia. I siciliani insorti contro i Borbone, che proclamarono il Regno di Sicilia, volevano ripristinare sull’isola un governo indipendente da Napoli contro il re Ferdinando II. Come nome da sovrano, per non mantenere un nome che non sarebbe stato di buon auspicio, decide di chiamarsi Amedeo Alberto I. Ma Amedeo non regnò mai sulla Sicilia: quando una delegazione dell’ambasciata siciliana si recò a Genova per presentare ufficialmente la corona, lui non accettò la proposta. L’esposizione di immagini, in programma alla Palazzina di Caccia di Stupinigi (TO) dal 21 febbraio al 19 marzo, organizzata in collaborazione con il Coordinamento Sabaudo, vuole proprio raccontare la storia del re che non fu mai re, padre di Margherita di Savoia, prima regina consorte d’Italia. Martedì 21 febbraio alle ore 10.30 in Sala Cervo l’inaugurazione dell’esposizione.
FERDINANDO DI SAVOIA
Ferdinando di Savoia, duca di Genova, nasce a Firenze il 15 novembre 1822, secondo figlio di Carlo Alberto e di Maria Teresa d’Asburgo Lorena. Suo padrino di battesimo è il granduca Ferdinando III di Toscana, padre di Maria Teresa, da cui prende il nome, raro in Casa Savoia. Nasce durante l’esilio dei genitori, in seguito al coinvolgimento del padre nei moti del 1821, si trasferisce a Racconigi nel 1824. L’educazione di Ferdinando è quella tipica dei principi di Casa Savoia. Più appassionato all’arte militare che alla letteratura e alle discipline umanistiche, mostra una marcata curiosità per la matematica. Inizia la sua carriera militare nel 1833 e nel 1841 conclude la sua educazione diventando colonnello d’artiglieria. Nel 1845 lo zar Nicola I pensa a Ferdinando come al possibile sposo per la sua seconda figlia, l’arciduchessa Olga di Russa. Durante un breve soggiorno in Sicilia, il duca si innamora della principessa ma il suo rifiuto a convertirsi al cattolicesimo fa naufragare il matrimonio. Nel 1850 sposa a Dresda Elisabetta di Sassonia, figlia di re Giovanni I. Un anno più tardi nasce la prima figlia Margherita. Ferdinando di Savoia muore a Torino il 10 febbraio 1855 nell’anno orribilis di Vittorio Emanuele II che perde la madre, la moglie, il fratello e il figlio.
INFO
Palazzina di Caccia di Stupinigi – Piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino (TO)
21 febbraio -19 marzo 2023 – Inaugurazione: martedì 21 febbraio, ore 10.30, Sala Cervo
Amedeo I: un re che non fu mai re – L’ingresso all’esposizione è compreso nel prezzo del biglietto
Giorni e orario di apertura: da martedì a venerdì 10-17,30 (ultimo ingresso ore 17); sabato, domenica e festivi 10-18,30 (ultimo ingresso ore 18). Biglietti: intero 12 euro; ridotto 8 euro
Gratuito: minori di 6 anni e possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e Royal Card
www.ordinemauriziano.it – Info e prenotazioni: 011 6200634 biglietteria.stupinigi@ordinemauriziano.it
LE CHIAVI DELLA CITTÀ NEI CAPOLAVORI DI PALAZZO MADAMA
24 febbraio – 3 aprile 2023
Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica – Sala Senato
Nell’attesa della mostra di primavera, Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica propone, dal 24 febbraio al 3 aprile 2023, un inedito sguardo sulle sue collezioni civiche e la loro storia attraverso una selezione di opere emblematiche, in un percorso che accompagna il visitatore da La porta della Città nella Corte Medievale a Le chiavi della Città nella Sala del Senato: chiavi reali e allegoriche, che consentono di aprire la porta di Torino e poi svelarne l’animo attraverso quanto nel tempo si è deciso di conservare, poiché le opere non vanno solo viste, ma anche guardate.
VERCELLI. GIACOMO MANZÙ. “LA SCULTURA È UN RAGGIO DI LUNA”
Dal 10 marzo 2023 al 21 maggio, a Vercelli, nell’Arca e nell’ex Chiesa di San Vittore
La mostra riunisce oltre trenta sculture di Giacomo Manzù, alcune monumentali, che spaziano dagli anni Quaranta sino al 1990, un anno prima della sua scomparsa, evidenziando l’attualità di un grande Maestro dell’arte plastica seguendo le differenti tematiche che ne caratterizzano la poetica.
Dalla mostra di Vercelli dunque emergono le diverse anime di uno scultore che, senza retorica, si è fatto interprete dell’umanità sapendo cogliere la sacralità profonda anche nel quotidiano: “Manzù”, scrive Brandi, “è nel suo tempo, fuori dal suo tempo, saldamento ancorato a quei valori eterni che non ha mai dimenticato”.
CIRCOLO DEGLI ARTISTI DI TORINO. 160° MOSTRA SOCIALE
a cura di Gian Giorgio Massara e Angelo Mistrangelo. Ospitata dalla Presidenza della Camera di Commercio di Torino presso PALAZZO BIRAGO DI BORGARO – Via Carlo Alberto 16 – Torino 21/28 febbraio 2023 – lun/ven h. 9/17 e sabato h. 15/18. INAUGURAZIONE 20 febbraio h. 18/20
Fondato nel 1847 da un gruppo di artisti, letterati ed aristocratici appassionati d’arte, il Circolo degli Artisti ha segnato la vita culturale della città nel corso di oltre 170 anni di storia. Tra i suoi soci sono passati i più bei nomi dell’arte subalpina e non solo; Avondo espose ininterrottamente dal 1863 al 1906; Bistolfi dal 1883 al 1888 e poi alla 66° Esposizione nel 1925, quando presentò il bozzetto per il monumento a Garibaldi a Savona; Davide Calandra dal 1880 al 1890; Delleani dall’inizio del 1908 alla sua morte; Ferro dal 1901 al 1933; Fontanesi dal 19 all’81; Giacomo Grosso presentò opere dal 1881, quando era appena ventenne, fino alla morte nel 1938; Michelangelo Monti dal 1912 al 1944. Questa è solo una parte dei grandi nomi che si sono legati alla storia del Circolo degli Artisti, senza contare i più recenti e contemporanei. Impossibile ricordare le numerosissime mostre personali dei singoli artisti, pittori, scultori, fotografi, incisori e scenografi, che in questo lungo periodo si sono intercalati anche nelle tradizionali esposizioni collettive annuali. Negli anni 60’ il socio Armando Testa creò le locandine di alcune mostre sotto la presidenza di Pininfarina e Walt Disney fu ospite degli Artisti in occasione di Italia 61’. Ancora oggi la creatività continua ad animarne la programmazione artistica e culturale, celebrata nello scorso 2017 con i 170 anni dalla fondazione e nel 2018 con i 160 anni a palazzo Graneri della Roccia, sua sede storica. Dopo un radicale cambiamento nel 2018 traslocando in una nuova sede, a pochi passi da quella storica, ma sempre contestualizzata nel centro di Torino. Battezzata dagli Artisti in “Giardiniera Reale”, non l’antipasto piemontese ma il nuovo ciabot del Circolo, si trova ora in quella che era la casa del capo giardiniere di Palazzo reale diventato luogo di incontro tra artisti, pittori, musicisti, attori e letterati, così come nella tradizione del Circolo, grazie a nuove ed interessantissime iniziative, promosse anche da giovanissimi iscritti. Dato il grande numero di soci artisti, abbiamo deciso tuttavia di spostare questo storico appuntamento, in un luogo più ampio, adatto ad accogliere i 74 Soci delle arti visive (pittura, scultura, fotografia e installazioni), sotto la cura di Gian Giorgio Massara e Angelo Mistrangelo, ospiti in pompa magna dalla presidenza della Camera di Commercio di Torino, nel settecentesco palazzo Birago di Borgaro in via Carlo Alberto 16.
ARTISTI IN MOSTRA
1) – ANDREIS MIRCO – LA roulette Russa – Tecnica mista installazione
2) – ALBERTI OSVALDO – Barche – acquerello su carta – 42×26
3) – BASSANI ALBERTO – Beatrice – acquerello su carta – Manca foto
4) – BERTA PIETRO – I bari – Olio su tela – 50×70
5) – BETTA CASALE ANGELA – “Sognavo le ali”- tecnica mista su tela – 70×100 cm
6) – BORGARELLI ANNA – Emozioni e colori delle stelle di Natale – acquerello su carta – cm 50×70
7) – BRAGGIO GIAN LUIGI – Grande bruciatore – installazione – tecnica mista
8) – BRANGERO GIANPAOLO – Alba – olio su tavola
9) – BRUNO DANYELA – La creazione – Acrilico su tavola cm 60×60
10) – BUSACCA LUCIA – Ninfee – Olio su tela – 50×70
11) – CAFFARATTI PATRIZIA – Spine – disegno grafico pantoni su carta 70 X 100
12) – CALZA GIORGIO – Tensioni – acrilico cm 100×50
13) – CANEVARO NADIA – Scambi – olio su tela cm 20×20
14) – CARESIO EVA – Blu dell’oceano infinito a Miami – Olio su tela – 40×40 –
15) – CARPANI ADRIANO – L’ultima pianola – Mista su tavola con sabbia – 80×60 –
16) – CHIRONE GUGLIELMINETTI MARIEL– Nudino – Olio su legno – 60×130
17) – COCCA SALVATORE – Interior 30 – oil on canvas – 60×100 – 2019
18) – COSENZA ERNESTO – Pantera – Natur Art – Fotografia digitale
19) – COSTAN BIEDO MARIA STELLA – I violini imitano il rumore del vento- Olio su tela –
20) – CUCCO CATERINA – Attesa dell’infinito – Olio, biacca, collage su tela – 50×80 –
21) – CUMANI PAOLO – Donna con cappello – carboncino di carta – 50×70
22) – DE PAOLI GIANNI LORENZO– Gli indifferenti – Tecnica mista su fibra, pelle e inchiostro di calamaro, resina, 70 x70 cm
23) – DESTEFANIS MARA – S.O.S. – Acrilico su tela – 100×100 –
24) – DEVECCHI SERGIO – Fratellanza – Matita e acquerello su carta – 33×27
25) – DIANA MASSIMO – “Riorganizzo il cielo” – “80x60cm” – “dibond alluminio”
26) – D’URSO SILVANA – RINASCITA – Matite colorate su carta
27) – GASPARIN GIANCARLO ALEARDO – Giulia come Flora – olio su tavola – cm 28,5×39,5
28) – GIORZA VIRGILIO – Ricordando David Sassoli – Sanguigna su carta – 60×50
29) – GIUMMARRA ESTER – Le Ambe etiopi – acquerello su carta – cm 36×49
30) – INVERSI TIZIANA – Rinascita – tecnica mista su tela cm 80×60
31) – KELLER GUGLIELMO – Titolo:”ARTE IN VIDEOESPOSIZIONE”.
Tecnica: DIGITALaArt.Composizione fotografica digitale 4K. Sculture create da corallo molle. Stampa fotografica 4K
e laminata direttamente su alluminio. 40×30
32)- LAURICELLA ATTILIO – Senza titolo – tecnica mista e cartone
33) – LAUSTINO VANESSA – Blu…profondo – Olio su tela – 40×60 –
34) – LO BELLO ANNA MARIA – Titolo:”tree” — altezza 74 cm – composto da 4 elementi
Scultura in ceramica
35) – LO BUE ROSELLA – Venere della Luce” – Olio su carta telata 70×50
36) – MALAVENDA MARGHERITA –”Viaggio in Italia”, acquerello – 92X4 cm.
37) – MANTOVANI ELDA –Simbiosi artistica – olio su tela cm 40×60
38) – MARINARO FRANCESCO – Monkey-Lisa – Scultura in Jesmonite – base 35×27 altezza 45 cm
39) – MASOERO ROSANNA – Cieli stellati – Tecnica mista su cartoncino – Cm53/73
40) – MASSAROTTO LORELLA – GROTTESCA (Wunderkammer) – Tecnica mista – 57x34x16,5
41) – MONTESORO MAURIZIO – Autoritratto – Pastello ad olio su cartone – 50×70 –
42) – MURLO FRANCESCO – Arborescenze in blu – Acrilico e smalto – 100×100 –
43) – MUSSO RENZO – Ragazza in canotta a righe – Acquerello – 56×38 –
44) – NEGRO FRANCO – Primi colori d’autunno – olio su tela cm 100×100
45) – NICOLOSI MIMMA – Il merlo di Rosalia – colombino, materiale argilla refrattaria bianca
Vicentina, engobbi cristallina e patina – 40×23 base 13
46) – ORRU’ DENISE – FACCIA DA PUNTIN – (Opera n°16)
47) – PIACENTINO GIANNA – Le lenzuola – acrilico e olio – 75×55 cm
48) – PILATO LAURA – L’uomo e il lago – Olio su tela – 60×120
49) – POGLIANI LUIGI – Guerriero Naga – Olio su tela –
50) – REVIGLIO PAOLA – Disperazione – Acquerello su carta – 50×65
51) – RIBAUDO MIRELLA – Il riposo del guerriero – quarelle e tecnica mista su carta cm 104×85
52) – RIVA ROBERTA – Paesaggio innevato – acquerello su carta – cm 50×70
53) – RIZZO MARIA – La porte de mes desirs grandit avec moi – olio su tela 60×90
54) – ROMANO ROSANNA – Alda Merini – Olio su tela – 50×50 –
55) – SALVARO GIOVANNI – MONGOLFIERE, 80 X 60, tempera acrilica
56) – SATURNINO LAURA – Nel tempo – china su carta – (Manca foto)
57) – SCAVINO ADELAIDE – La processione – FOTO OK
58) – SCIARRILLO ANNA – La voce delle città – Inchiostri sintetici su vetro cm 100×50
59) – SECCATORE RENATA – Armi bianche – acrilico su tela cm 70×50
60) – SPINNLER MARIA TERESA – Ricordi – Olio su masonite – 80×90 –
61) – STAFFA CATERINA –
62) – TAMIETTO ROSEUGENIA – Magnin che riposa – matita e tempera su cartone – cm 85×60
63) – TAMMARO ANTIDA – Marchesa Casati – Acrilico su carta, collage, calligrafia – 80×60
64) – TESIO WALTER – Geli unici nord (verifica titolo) – Tecnica mista
65) – UDOVICICH TULLIA – EQUILIBRISMI – Tecnica mista su cartoncino 100 x 72 cm
66) – UBERTI ELIO – Strati – smalti e molature su acciaio
67) – VERCELLOTTI ROSETTA – Ovunque esiste
68) – VIGLIONE RAUL – Passeggiata romantica – olio su tavola
69) – VIORA ZAVATTARO EMMA – Attesa – Olio su tela – 60×80 –
70) – VOLKOVA ELENA – 1) “Sotto il ghiaccio” 95×95 cm; Tutti i dipinti sono realizzati in tecnica mista, astrattismo, astrazione emotiva; tela, olio, acrilico
71) – WASER WALLY – SILENZIO – cm 90X60 – olio su
72) – ZACCARIA ANNA – Soggetto formale – Olio, sabbia ed elementi grafici – 50×109 –
73) – ZANNI FAUSTO – Amore con Guitar – Olio su legno – 42×32 –
74) – ZAVATTARO ARDIZZI FRANCESCO – Figurine – Acquerello su carta cotone – 35×65 –
CIRCOLO DEGLI ARTISTI DI TORINO
C.so San Maurizio 6 – 10124 Torino
Tel 011 8128718
E-mail segreteriacircoloartisti@yahoo.it
Web www.circolodegliartistitorino.it
Facebook: Circolo degli Artisti Torino
GALLERIA PEOLA SIMONDI. VICTORIA STOIAN. LA MOLDAVA
a cura di Francesca Comisso
inaugurazione: 16 febbraio 2023 / 18:00 > 21:00 – durata: 17 febbraio > 8 aprile 2023 – orario: martedì-sabato, 15:00 > 19:00
La ricerca di Victoria Stoian si esprime in un linguaggio pittorico ricco di forme e segni di natura astratta, con i quali traduce la sua esperienza del reale. Stilizzazioni, come le definisce l’artista, che affiorano dall’inconscio, attingono alla memoria e al suo procedere per frammenti, dando vita a un personale codice visivo. In esso si intrecciano dettagli di luoghi e di cose, punti di vista, sensazioni e stati d’animo, dove convivono gioiosi ricordi d’infanzia e il dramma dei conflitti bellici. Ampie campiture dai colori tenui sono attraversate da stesure a volte rarefatte altre più dense, che nascondono ciò che già era tracciato e depositano sulla superficie forme minute, a tratti simili a qualcosa che conosciamo, tratteggi, profili, punteggiature imprevedibili nell’andamento e nella morfologia. Una sorta di psicogeografia, poiché inerente luoghi e paesaggi, che sono da sempre al centro della sua ricerca, ma con il ritmo di un racconto che procede per strati e continue variazioni, di quadro in quadro. In occasione della sua terza personale alla Galleria Peola Simondi, Victoria Stoian ha concepito la mostra come un progetto unitario cadenzato in tappe, che dall’ingresso conducono all’ultima sala, dominata da un grande intervento pittorico site-specific realizzato direttamente sulla superficie muraria, in due settimane di lavoro costante e immersivo. Il titolo della mostra è La Moldava, in riferimento al famoso brano scritto dal compositore ceco Bedřich Smetana nel 1874, il più noto dei sei poemi sinfonici che compongono Ma vlast, in italiano La mia patria. In piena adesione al clima culturale romantico, la sinfonia celebra infatti l’identità nazionale ceca e la sua rinascita nell’impero austriaco, attraverso il richiamo al paesaggio percorso dalla Moldava, il più grande fiume della Boemia, evocato da pittorici timbri sonori. Cresciuta a Chisinău, in Moldavia, Victoria Stoian ha già intitolato a un fiume, il Nistru (Dnestr), il suo monumentale progetto pittorico Nistru Confines: avviato nel 2018, si compone di ormai oltre 400 opere che ripercorrono la lunghezza del fiume, assunto a confine della Transnistria quando nel 1990 questa regione secessionista confinante con l’Ucraina si è autoproclamata indipendente. Il paesaggio evocato da Stoian è dunque un territorio geopolitico, luogo comune di ogni discorso sull’identità, che diviene sottotesto alla “vita delle forme” che abitano ciascuna sua tela, inscrivendo nella preziosa stratificazione pittorica questioni drammatiche come l’esilio, la migrazione, le guerre, che dall’infanzia dell’artista giungono alla tragica realtà dei nostri giorni, in Ucraina e altrove. Già nei suoi primi cicli pittorici, il paesaggio era rappresentato in condizioni di alterazione, causata da eventi naturali come i cambiamenti termici (Recea Project, 2014) o i devastanti sommovimenti sismici (Codri Earthquake, 2013-2017) che avevano lasciato il segno sulla terra quanto nella memoria collettiva. Come dire che l’instabilità – che i suoi quadri esprimono nei frequenti sbilanciamenti generati dalla concentrazione di segni in aree liminali e aeree – è una condizione dovuta sia alla costante trasformazione della materia che al nostro modo di abitare il mondo, di fare diventare “patria” ogni porzione di spazio. Proprio alla natura ambivalente del confine, che separa e genera chiusura, ma crea anche un senso di protezione, come osserva l’artista, è dedicato questo ciclo di lavori. Il paesaggio come paese, come casa, idealizzato nei ricordi giovanili, si unisce al tema dell’identità declinata nelle figure diasporiche della straniera e dell’esule: la moldava. Il grande dipinto sul soffitto diviene così il luogo di un’apertura, una sorta di affaccio verso uno spazio immenso, immaginifico, come quando da bambina, sdraiata sotto gli alberi, osservava il cielo incorniciato “dall’abbraccio degli alberi”. A quell’immagine si aggiungono frammenti di altre immagini, di cose viste o vissute, e l’intera mostra, come il poema sinfonico di Smetana, sembra seguire il fluire del fiume verso il mare.
STATION TO STATION. OPERE DI GIOVANNA FRA IN MOSTRA ALLA GALLERIA BERMAN DI TORINO
dal 22 febbraio al 5 aprile 2023
Si inaugura il 22 febbraio, alle ore 17.30, presso la Galleria Berman di via dell’Arcivescovado, 9, a Torino, la mostra “Station to Station” con una trentina di opere di Giovanna Fra, a cura di Luca Beatrice. L’artista sarà presente all’inaugurazione. La mostra resterà visitabile fino al 5 aprile. La mostra prende il titolo dall’omonimo album di David Bowie del 1976, che segna un importante momento di transizione per il “Duca Bianco”. Nel testo critico Luca Beatrice scrive: “Bowie è il nume tutelare dell’arte di Giovanna Fra. Transiti, ritardi, passaggi da una stazione a un’altra, da un luogo a un non luogo, da un’ immagine all’altra rischiando di perdere il filo logico delle cose e perdersi. Memorie di immagini metropolitane oppure catturate sullo schermo del computer, reminiscenze pittoriche che a un certo punto si affidano a un vago ricordo, onirico e trasognato. Da diversi anni l’artista si interroga sui destini della pittura a partire dai suoi inizi e che oggi, pur mantenendo salde le radici nella tradizione aniconica italiana, è chiamata ad affrontare la complessa sfida con immagini che quasi si fanno da sole, sorgono per gemmazione, si ramificano e si sdoppiano, invadono la superficie spingendo lungo i bordi perimetrali. Se non avessimo scelto insieme il titolo di Station to Station la personale di Giovanna si sarebbe potuta chiamare H in corsivo inclinato, un segno molto simile a questo # che in ogni caso si pronuncia con l’iniziale h (muta nella lingua italiana) e nell’accezione contemporanea assume il ruolo di un nuovo segno del nostro alfabeto. Lo usiamo ovunque, per segnare parole chiave, hashtag deriva dall’inglese hash, cancelletto, e tag, etichetta, ed è aggregatore tematico con la funzione di aiutare gli utenti del web nel trovare argomenti e contenuti specifici. Fra riflette sulla potenza immaginativa ed evocativa di questo nuovo segno dandogli massima diffusione nella sua texture pittorico-digitale, segno che costituisce punto di partenza per la rielaborazione del linguaggio pittorico come è accaduto nel tempo, per esempio, con la forchetta di Capogrossi o con le tags di Keith Haring, la cui presenza ci rimanda senza dubbio allo stile di quel preciso artista.
Fra è di certo pittrice e la sua non è una conversione tecnologica. Sia le texture sia le immagini fotografate nascono da particolari ingigantiti dei suoi dipinti su tela, alcune fotografie sono semplicemente segni e colori virtuali che possono addirittura essere eseguiti sullo schermo dello smartphone o del tablet”.
VERCELLI. COME RISUONA QUESTO CAOS. MOSTRA DI RUGGERO MAGGI
testo di Lorella Giudici
Studio Dieci, presieduto da Carla Crosio con la direzione artistica di Diego Pasqualin, propone nel contesto dei festeggiamenti del cinquantennale di fondazione una nuova esposizione nella sede di piazzetta Pugliese Levi 10 a Vercelli, ospitando l’artista Ruggero Maggi che proporrà la mostra “Come risuona questo Caos” presentata dal testo dello storico dell’arte Lorella Giudici. L’esposizione si inaugurerà SABATO 18 FEBBRAIO 2023 alle ore 18:00. Sottolineando anche l’aspetto sociale che pervade spesso la ricerca di Maggi, Lorella Giudici scrive: “La tematica del dolore, declinata in modi diversi (come tormento, ingiustizia, sopruso, imposizione…), è spesso presente nel lavoro di Ruggero Maggi […] la maggior parte delle opere sono legate tra loro anche da altri due elementi: la luce e l’ombra. La luce è quella del neon, dei led, del laser o della lampada di Wood. Bianca o colorata, essa disegna linee, invade lo spazio, modella, fa affiorare passaggi sotterranei e come un’onda si muove tra le cose per svelarne i segreti o per caricarle di nuovi significati. Essa è il punto d’incontro tra il mondo reale e il pensiero, è la soglia tra la sostanza e l’essenza, ma è pure lo strumento che forgia e scava. […] Ma, se la luce è l’elemento che cattura l’occhio, pure le ombre hanno qualcosa da dire, anzi, come scrive Alda Merini, hanno un suono: “Ecco l’unica cosa che mi piacerebbe veramente di tenere in pugno, il suono dell’ombra”. […] “Il corpo getta un’ombra, l’anima luce” ha scritto Nietzsche nei Frammenti postumi (1869 – 1889) e alla forza persuasiva della luce che affiora dall’ombra, si affida l’installazione Velo d’ombra (2001). Dieci sagome, alte quasi tre metri e rivestite con il burqa, si stagliano sottili e totemiche nella penombra della stanza. Sono presenze silenziose, inquietanti e enigmatiche che concentrano la loro essenza nella proiezione di luce bianca – frantumata in tanti piccoli punti – che filtra dalle sottili feritoie dei loro burqa. Un velo d’ombra può far risaltare la bellezza nascosta e renderla particolarmente seducente, ma cosa accade quando è imposto? “Come ogni materia che separa – argomenta Ruggero Maggi – per quanto sottile ed intangibile (è devastante la violenza psicologica), il risultato si trasforma sempre in un limite che delinea campi visivi e d’azione in cui l’imposizione affievolisce la libertà. L’interno e l’esterno subiscono modifiche che condizionano sia l’individuo che la collettività. Forse soltanto acuendo al massimo la propria sensorialità si può tentare di infrangere quel distacco che ci rende muti osservatori”.
COME RISUONA QUESTO CAOS
mostra di Ruggero Maggi. testo di Lorella Giudici
18 FEBBRAIO | 5 MARZO 2023. INAUGURAZIONE 18 FEBBRAIO ORE 18:00
STUDIO DIECI | not for profit | city gallery. vc – Piazzetta Pugliese Levi 10 | Vercelli
info | 393 01.01.909 | studiodiecivercelli@gmail.com
ven | sab | dom 17:00 | 19:00
MASTIO CITTADELLA. MOSTRA FOTOGRAFICA SUI 30 ANNI DELL’ASSEDIO DI SARAJEVO
Giovedì 9 febbraio al Mastio della Cittadella a Torino si è inaugurata la mostra fotografica di Paolo Siccardi “La lunga notte di Sarajevo: 5 aprile 1992 – 29 febbraio 1996”, in occasione dei trent’anni dall’assedio della capitale della Bosnia. Rimarrà aperta fino al 19 marzo 2023. Le immagini del fotoreporter torinese Paolo Siccardi testimoniano le atroci vicende della città bosniaca chiusa per quattro anni in un durissimo assedio. A Sarajevo, che nel 1984 era stata sede delle Olimpiadi invernali ed era vivacissima sede culturale, Siccardi ha svolto ben undici viaggi per documentare la guerra dei Balcani. La mostra presenta trenta immagini in bianco e nero di grande formato, suddivise in cinque sezioni, per trasmettere l’angoscia delle persone intrappolate, la vita sotto continue esplosioni e gli spari dei cecchini, il silenzio assordante della morte e delle esplosioni. Il desiderio di vita in quel periodo a Sarajevo si è manifestato anche attraverso la difficile continuità della vita artistica della città: la musica e il teatro hanno contribuito a recuperare un surreale senso di normalità che il fotografo è riuscito a cogliere con i suoi scatti. L’immagine forse più significativa mostra il musicista Vedran Smailović, in smoking con il suo violoncello, che suona in mezzo alla città devastata. Le fotografie di Paolo Siccardi, i testi di Marco Travaglini e di Michele Ruggiero chiedono di osservare ogni dettaglio, di percepire la sofferenza e non dimenticare gli orrori che sempre la guerra causa alle vite delle persone comuni. La mostra, curata da Tiziana Bonomo, è realizzata dall’associazione La Porta di Vetro, con il sostegno del Consiglio regionale del Piemonte, il Comitato Diritti Umani ed il Comitato Resistenza e Costituzione. In collaborazione con il Museo di Artiglieria e l’Associazione Artiglieri d’Italia e il patrocinio della Città di Torino.
“La lunga notte di Sarajevo” rimarrà aperta al pubblico Mastio della Cittadella (corso Galileo Ferraris angolo corso Siccardi) fino al 19 marzo 2023. Orario: tutti i giorni dalla 9 alle 19. Ingresso libero.
Info: infomuseoart@gmail.com, tel. 011.56033124; laportadivetro@gmail.com
CUNEO. A PALAZZO SAMONE MOSTRA “BON VOYAGE”
Sabato 18.02.2023 alle ore 17.30 a Palazzo Samone, via Amedeo Rossi 4 – Cuneo, inaugurazione della mostra BON VOYAGE ♀ go through a cura di Patrizia Bottallo
artisti: Patricia Lecomte (Francia) Eva Leitolf (Germania) Alana Lake (Inghilterra) Victor López González (Spagna). La mostra sarà visitabile dal 18.02.2023 al 25.04.2023 sabato e domenica: 16.00 – 18.30. info e prenotazioni: info@grandarte.it
Inaugura sabato 18 febbraio 2023, alle ore 17,30 a Cuneo, presso Palazzo Samone, “BON VOYAGE ♀ go through”. Il titolo è un fil rouge ideale che attraversa i quattro suggestivi progetti creativi della francese Patricia Lecomte, della tedesca Eva Leitolf, dell’inglese Alana Lake e dello spagnolo Victor López González, un percorso concettuale di circa 100 opere, in gran parte fotografie, visitabile finoal 25 aprile 2023. La mostra è organizzata da grandArte e martin – Martini Arte Internazionale e con la curatela artistica di Patrizia Bottallo nell’ambito della rassegna “8 marzo è tutto l’anno”. “Attraversa e BUON VIAGGIO...”, un’esortazione rivolta ai visitatori di questa mostra che espone le opere di quattro artisti internazionali, tre donne e un uomo, provenienti da Paesi diversi dell’Europa geografica. Viaggiare letteralmente significa percorrere fisicamente, attraversare un luogo per giungere ad un altro, ma spesso quest’azione non è solo transitiva. Viaggiare è un modo di cambiare, una trasformazione cheavviene attraverso la visione di nuovi luoghi e il contatto con persone e culture diverse. Attraverso le loro opere Patricia Lecomte, Eva Leitolf e Alana Lake e Victor Lopez Gonzalez indagano il tema del viaggio inteso nelle sue diverse declinazioni, reale, metaforico, ideale o salvifico con uno “sguardo al femminile”, secondo la sensibilità e la percezione delle donne e con le donne protagoniste. Il viaggio può essere un modo per migliorare la propria esistenza e posizione sociale, a volte è una fuga o la ricerca della libertà. In mostra fotografie, installazioni fotografiche, proiezioni video e sculture che rappresentano la partenza, il percorso, il cammino e l’arrivo o il mancato arrivo alla meta agognata. Il progetto curatoriale crea tra le opere una dialettica con al centro uno sguardo particolarmente sensibile qual è quello femminile per un dialogo sul viaggio come metafora della ciclicità della vita e del suo dinamismo, fenomeno fisico, psicologico ma anche economico. Ogni opera suggerisce una storia, ispira una riflessione. Viaggi reali o interiori, esistenziali o di sussistenza, luoghi di transito, assenze e trasformazioni. Viaggiare porta a riflettere, i luoghi che attraversiamo durante un viaggio, che sia fisico o mentale, spesso a loro volta ci “attraversano”, mete reali e al contempo oniriche, alcune volte possono essere obbiettivi necessari per la sussistenza, un’indispensabile ricerca di verità, un modo per comprendere la realtà delle cose o raggiungere la libertà. I luoghi che visitiamo, durante e dopo il passaggio, ci trasformano. Suggestioni e spunti di conversazione profonda sulla vita, e sul viaggio che rappresenta il vivere stesso.
ALBA: IL GRUPPO FOTOGRAFICO ALBESE OSPITA LA MOSTRA “SGUARDI” DELLA FOTOAMATRICE NATURALISTA FIORELLA DOTTA
Durante la serata anche la presentazione del corso di avvicinamento alla fotografia
Martedì 21 febbraio alle ore 20.45 in sala “Vittorio Riolfo” nel Cortile della Maddalena (via Vittorio Emanuele II, 19) ad Alba, il Gruppo Fotografico Albese (Gfa) propone “Sguardi”, serata ad ingresso libero aperta al pubblico (anche ai non soci), con la fotoamatrice naturalista Fiorella Dotta. Albese di nascita, Fiorella Dotta vive attualmente a Pollenzo, nel Roero. Autodidatta, ha iniziato a fotografare per passione otto anni fa. Adora la natura e la montagna e trascorre molto tempo a fotografare in Valle Stura al confine con la Francia. Fotografando gli animali ha iniziato piano, piano a conoscerli sempre meglio e a coltivare la passione per gli ungulati che insieme a rapaci ed avifauna rappresentano il grande patrimonio naturalistico piemontese. Negli ultimi anni ha fatto anche qualche viaggio fotografico che le ha aperto gli orizzonti sul mondo. Ha esposto le sue immagini in alcune mostre personali. Come brand ambassador di Swarovski Optik, ha parlato de “I segreti per realizzare un reportage nella natura”, all’interno di “We Nature” a maggio 2022 nel Parco San Bartolo di Pesaro. All’incontro in sala “Riolfo” porta in visione al pubblico circa un centinaio di foto. Durante la serata, il Gruppo presieduto da Roberto Magliano presenta al pubblico anche il corso di avvicinamento alla fotografia 2023. Dal 22 marzo, 9 serate di teoria e 3 uscite fotografiche, il mercoledì fino al 7 giugno. Un corso rivolto a tutti gli appassionati desiderosi d’imparare a sfruttare al meglio la macchina fotografica.
Iscrizioni entro martedì 7 marzo 2023 sul sito https://www.gruppofotograficoalbese.it. Ulteriori informazioni a questo link: https://www.gruppofotograficoalbese.it/corso-di-fotografia/.
SANTO A/R MOSTRA COLLETTIVA
18 febbraio-3 marzo 2023
Vernissage sabato 18 febbraio 2023 ore 18.30-21.00 presso la Galleria del Museo d’Arte Urbana in via Rocciamelone 7/C a Torino
Questa rassegna presenta un sintetico ma significativo spaccato di arte italiana contemporanea, ed è stata concepita come itinerante tra Piemonte e Liguria, terre da sempre unite da molteplici legami. La prima edizione è stata allestita presso un centro cosmopolita della Liguria come Sanremo, nello storico quartiere Pigna, grazie alla disponibilità di Carlo Terzi e dell’Associazione La Pigna Mon Amour, ed all’impegno di Domenico Graglia di Officine Brand. La seconda edizione, presso la Galleria del Museo d’Arte Urbana in via Rocciamelone 7/C a Torino, curata da Edoardo Di Mauro e Francesca Nigra, con l’allestimento dell’Arch. Alberto Garino, è patrocinata dal Comune di Torino, dalla Circoscrizione 4 e dall’Accademia Albertina di Belle Arti, con il sostegno di Regione Piemonte, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, Camera di Commercio di Torino. In mostra , Daniele Galliano, nome importante della pittura italiana degli anni Novanta, in equilibrio tra narrazione metropolitana ed attenzione ai momenti di intimità ed anche di trasgressione del vissuto quotidiano, Angelo Barile, creativo esponente del Pop Surrealismo, in grado di descrivere il presente ricorrendo alla favola ed all’allegoria, Gianluca Nibbi, artista diplomatosi a metà del 2000 presso l’Accademia Albertina, autore di una pittura dalla forte carica espressionista, Nice and The Fox, giovane autrice in grado di condurre il linguaggio del muralismo, sia nella dimensione urbana che in quella più circoscritta della tela, verso un livello di notevole intensità espressiva, con la realizzazione di volti ed anatomie umane di coinvolgente impatto visivo, Sarah Bowyer, eclettica sperimentatrice intenta ad indagare le nuove possibilità dell’immagine tra pittura e tecnologia, Roberta Toscano, autrice in grado, con la fotografia e l’installazione, di dare corpo ad una ricerca raffinata ed intimista, Masoudeh Miri, giovane artista iraniana dallo stile evocativo ed originale, usato attualmente per descrivere il dramma della violenza sulle donne, per concludere con due dei migliori talenti pittorici attuali dell’Accademia Albertina come Giuseppe Gallace ed Eric Pasino, il primo autore di opere dal forte impatto espressionista, il secondo artefice di uno stile raffinato e simbolico in bilico tra astrazione lirica e figurazione .
In contemporanea, presso Spazio Garino via Rocciamelone 1/i, sarà allestito “SanTo Off” con opere di Don Chuck, Iba Faye, Hand Rea, John Sale, Jovanskj, Lank, Antonino Russo,Valentino Sabatini.