Chieri. Sanità pubblica, il consiglio comunale chiede interventi sui tempi di attesa per visite ed esami

Approvato dal Consiglio comunale un Ordine del giorno che sollecita interventi immediati

 

L’ospedale maggiore di Chieri

Intervenire immediatamente per rimediare alla drammatica situazione in cui si trova la sanità pubblica nazionale e regionale; abbattere i tempi di attesa delle visite e degli esami, per evitare lunghe code e attese; aumentare le strutture a disposizione per evitare le scene di corridoi degli ospedali ingombri di barelle e pazienti lasciati per giorni in attesa: sono le richieste contenute nell’Ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale di Chieri (15 voti a favore), e presentato dalla consigliera di minoranza Rachele SACCO (Progetto per Chieri-Salviamo l’ospedale insieme). «Tre anni dopo l’inizio della pandemia la situazione della nostra sanità è addirittura peggiorata -spiega la consigliera Rachele SACCO-Incapacità e mancanza di volontà che si traducono in facili tagli alla spesa piuttosto che in riorganizzazione e investimenti. Pensiamo alle lunghe se non lunghissime attese per le prenotazioni degli esami e delle visite mediche, per alcune patologie si parla di mesi, addirittura di un anno. E che dire delle attese con lunghe code negli ambulatori,  centri prelievi e nei punti unici accettazione, di cui abbiamo l’esempio in questi mesi proprio all’ASLTO5 che ha esternalizzato il servizio di front office? Non è questa la sanità che si vuole.  La sanità pubblica necessità di immediati e corposi investimenti in personale, strutture e materiale e non delle continue esternalizzazioni di attività e di servizi  che pongono   lavoratori e lavoratrici in condizione di estrema fragilità e precarietà lavorativa».  «Per anni il blocco del turnover e delle assunzioni, che i governi nazionali e regionali hanno legittimato con la scusa delle ricorrenti crisi economiche, non ha prodotto risultati in termini di miglioramento della spesa, che al contrario è aumentata a causa dell’affidamento all’esterno dei servizi sanitari, socio sanitari e amministrativi-dichiara la consigliera di maggioranza Mariella TAGLIAVIA (Chieri Ecosolidale)-La spesa si è spostata, gonfiandosi, dalla voce personale alla voce servizi. Ci sono dei tentativi di reinternalizzazione che devono essere presi ad esempio. Le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative e l’Asl Città di Torino lo scorso novembre hanno siglato un accordo che prevede la reinternalizzazione  di alcuni servizi sanitari con il coinvolgimento di 102 professionisti fra infermieri, oss e medici. Purtroppo il MEF non si è ancora espresso, e questo accordo resta sulla carta: l’auspicio è che la situazione si sblocchi e che presto altre aziende intraprendano questo stesso percorso». «La difesa della sanità pubblica è un obiettivo imprescindibile ed è una delle grandi lezioni che ci sono state date dalla pandemia-aggiunge il Sindaco Alessandro SICCHIERO-mente il Presidente Cirio e l’assessore Icardi esultano per la “straordinaria” riduzione delle liste d’attesa su alcune prestazioni (passando da 38 a 37 giorni di attesa…) la realtà dei territori ci racconta un’altra storia, tanto che l’AslTO5 ha deciso di rivolgersi alle strutture private per gli interventi chirurgici. Se davvero crediamo nella sanità pubblica, allora sono tre le azioni da intraprendere: l’assunzione di più personale (assunzioni vere non a termine o ricorrendo ai “gettonisti”), la realizzazione di nuovi ospedali (a cominciare dal nuovo ospedale unico dell’AslTO5), il rafforzamento della medicina di territorio».