PIEMONTE ARTE: DE-COLL’, CONFORTI, LATTES, CENA, VIARENGO MINIOTTI, INCE, GARELLI E MARTELLI…
Coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo
IL CHIERESE DE-COLL’ ALLA ART FAIR DI ANTIBES
Le opere dell’artista chierese Pier Tancredi De-Coll in mostra alla 51^ Art Fair di Antibes con la Galleria Mentana di Firenze, dall’8 al 24 aprile.
Museo del Tessile di Chieri. Sabato 25 marzo – Ore 16,30. SARA CONFORTI
“Lalàgeatelier – Dispositivi Vestimentari”. Presentazione del progetto in residenza di Sara Conforti e di Hòferlab ass. Cult.
Sabato 25 marzo, alle ore 16,30, negli spazi della Fondazione e Museo del Tessile di Chieri (via Santa Chiara 10/A) sarà presentato al pubblico «Lalàgeatelier-Dispositivi Vestimentari», un progetto in residenza dell’artista Sara Conforti e di Hòferlab ass. Cult., sostenuto dalla Compagnia di San Paolo e patrocinato dall’associazione “Tessile e Salute” di Biella in collaborazione con le sue aziende certificate, che ora approda a Chieri con un ciclo di workshop finalizzati a realizzare un’opera tessile corale e partecipata con e per la cittadinanza. Ispirato alle città/donne invisibili di Italo Calvino, «Lalàgeatelier-Dispositivi Vestimentari», è un omaggio alla città più importante della cornice calviniana, “Lalage”, il cui nome significa mormorio, rumore leggero. Un progetto inclusivo fondato dall’artista Sara Conforti nel 2017 e che coniuga ricerca artistica, moda ed economia circolare, produzione, didattica, cura del territorio, responsabilità sociale d’impresa. I laboratori, dedicati in particolare alle tecniche del riciclo e dell’upcycling, vedono protagonisti i/le utenti di Fermata d’autobus onlus e della Comunità Fragole Celesti e altre persone fragili, e sono finalizzati alla creazione di opere tessili partecipative che nascono dal recupero di indumenti dismessi e dal riutilizzo di pregiati fine pezza forniti dalle aziende partner del progetto e che consentono di tradurre in una forma cucita i frammenti dell’esperienza personale. Nascono così i “dispositivi vestimentari”, opere d’arte tessile corale e partecipativa. Il progetto – in residenza negli spazi della Fondazione e Museo del Tessile da marzo a giugno 2023 – sarà presentato al pubblico attraverso una esposizione fotografica e un talk, durante il quale sarà illustrato il ciclo di workshop “BOROTAROT”, condotti dall’artista Sara Conforti, durante i quali verranno create pittografie tessili dove la narrazione personale si intreccia con circolarità creativa e la manualità consapevole. Intervengono: l’assessore alla Cultura del Comune di Chieri Antonella Giordano, la Presidente della Fondazione e Museo del Tessile di Chieri Melanie Zefferino, Egle Demaria (Presidentessa Fermata d’Autobus Associazione Onlus), Monica Cerutti (Ambassador Donne 4.0) e l’artista Sara Conforti. «Con questo evento – commenta Melanie Zefferino, Presidente della Fondazione Chierese per il Tessile e per il Museo del Tessile – prosegue la collaborazione tra il nostro Museo e Sara Conforti, una figura di primo piano sulla scena artistica internazionale, nonché attivista per un tessile sostenibile sotto il profilo ambientale e sociale. Una figura con cui abbiamo avviato una collaborazione nel 2022 e che ora infonde nuova linfa vitale anche alla nostra sartoria, in vista di possibili future progettualità in sinergia».
L’ARTISTA. Sara Conforti nasce a Torino nel 1973. Ospite d’Onore alla XIII Florence Biennale 2021 riceve il Premio alla Carriera Lorenzo il Magnifico per l’impegno profuso a favore del femminile fragile. La sua pratica esplora le complessità del tessuto sociale e di genere unitamente a tematiche sociali, politiche e ambientali. Autrice di progetti performativi, di ricerca artistica e di scultura sociale che hanno come focus l’abito che da oggetto-simbolo della nostra vorace società del consumo, diventa soggetto-perno capace di stimolare riflessioni profonde intorno all’identità individuale e collettiva grazie alla riattivazione del processo di reminiscenza. Dal 2011 conduce la sua indagine attraverso il progetto Centosettantaperottanta che identifica uno spazio di esplorazione dedicato all’universo femminile dove il valore pubblico e privato della memoria e del vissuto incontra la possibilità di svelarsi. Dal 2013 è autrice del progetto performativo 13600HZ Concert for Sewing Machines, azione che l’artista costruisce attorno al suono delle macchine per cucire. Un lavoro corale dove la ricerca tra abito e habitus confluisce nell’atto performativo.
Fondatrice di hòferlab ass. Cult., Sara Conforti è attualmente direttrice artistica e coordinatrice del progetto di rigenerazione urbana “Riflessioni Circolari. Ricucire il territorio. Tra abito e habitus”. Un progetto finanziato da Città di Torino – Vallette 2030; Fondazione Compagnia di San Paolo – Torino Proxima – Cofinanziato da Associazione tessile Salute e Circoscrizione 5 Torino, unico in Italia anche per numero di attori e destinatari coinvolti. Al Museo del Tessile di Chieri, nel 2022, è stata ospitata con il progetto collettivo site specific “Neroblaum fustaneorum. Teleri di memoria”.
MARIO LATTES. TEATRI DELLA MEMORIA
Una mostra alla Reggia di Venaria nel centenario della nascita
30 marzo – 7 maggio 2023
Inaugurazione mercoledì 29 marzo 2023, ore 18
Pittore, scrittore, editore, promotore culturale, collezionista: sono molteplici le anime di Mario Lattes (1923-2001), di cui nel 2023 si celebra il centenario della nascita. In occasione di questo importante ricorrenza inaugura mercoledì 29 marzo alla Reggia di Venaria Mario Lattes. Teatri della memoria. La mostra presenterà una selezione di più di cinquanta opere dell’intellettuale torinese, tra cui varie mai esposte prima, allestite all’interno di un percorso che documenta il più recente lavoro d’indagine sui vari aspetti dell’attività artistica di Lattes. L’esposizione sarà allestita nelle Salette del Presidente della Reggia e sarà visitabile dal 30 marzo al 7 maggio 2023.
Mario Lattes. Teatri della memoria, con la curatela di Vincenzo Gatti, è realizzata dalla Fondazione Bottari Lattes, con il sostegno di Regione Piemonte, il patrocinio della Città di Torino e di Confindustria Cuneo, il contributo di Banca d’Alba, di Banca Banor e dell’Agenzia UnipolSai di Mondovì e il patrocinio e il contributo della Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia, in collaborazione con Lattes Editori.
La mostra rappresenta al tempo stesso un significativo traguardo e un nuovo punto di partenza: fin dalla sua nascita nel 2009, la Fondazione Bottari Lattes ha promosso numerose iniziative tratteggiando l’attività dell’artista come tessere di un mosaico, allestendo nelle sedi espositive di Monforte d’Alba e di Torino delle mostre sia collettive che personali, volte a mettere in evidenza le diverse peculiarità di Lattes, come in occasione di Pittoriscrittori (2013), Mario Lattes. Incisioni (2013), Mario Lattes su carta (2016), Antologia personale (2016), “Biblioteca” di Mario Lattes. Illustrazioni per l’antologia scolastica (2020) e ancora prima Mario Lattes, di me e d’altri possibili (2008). Parallelamente, in Italia e all’estero, sono state organizzate nel corso degli anni rassegne a lui dedicate, come Mario Lattes tra pittura e letteratura all’Istituto Italiano di Cultura di Praga nel 2014.
INCONTRARE LE OPERE DI CLAUDIO CENA A LUGANO
In occasione della rassegna YouNique Fine Craft Art@Design, che si tiene il 25 e 26 marzo al secondo piano di Villa Ciani a Lugano, sono esposte una decina di opere dell’artista contemporaneo Claudio Cena, che vive e opera a Leinì. E nello spazio espositivo della Galleria d’Arte Metaproject, all’interno di questa Mostra Mercato di Alto Artigianato, Arte e Design, si possono vedere e apprezzare lavori che esprimono un impegno compositivo tra forma e materiali, colori e quella sottile trama di fili capace di creare esclusive e particolari forme geometriche nello spazio. Una presenza, quindi, che concorre a definire l’essenza di un dialogo serrato in cui si possono cogliere gli aspetti della cultura visiva, di una tecnica rigorosa e la sequenza dei fili dal bianco al blu oltremare al giallo. Vi è nella ricerca di Cena la volontà di comunicare sensazioni, riflessioni e il valore indiscusso delle forme che coinvolgono il pubblico. Forme che emergono dalle pagine del libro “Claudio Cena. Filotropia”, pubblicato dalle edizioni Prinp di Dario Salani, che alle 16, di sabato 25 marzo, viene presentato da Claudio Cena. E sono “immagini mutevoli nello spazio e armonizzate con lo scorrere del tempo”, afferma l’autore, mentre di può parlare di aspetti cromatici “sempre funzionali a una tecnica assolutamente personale che prevede utilizzo e posa di profili di fibre naturali”. Un’esperienza, la sua, maturata in laboratorio fra intuizioni, riflessioni e matasse di fili, in una sorta di racconto accompagnato dai testi critici e dalle testimonianze inserite nel libro firmate da Gian Giorgio Massara, Silvana Nota, Carla Bovi, Silvia Cestari e Tiziano Rossetto. Il tutto raccordato e sottolineato dalla sequenza dei capitoli “Flussi”, “Wall Sculptures”, “Espansioni” e “Monoliti”, che appartengono alla sperimentazione di Cena e a un percorso che si snoda dalla progettazione meccanica all’interesse per il linguaggio fotografico, alle tracce d’arte che incontra durante i viaggi alla scoperta di affascinanti territori e vudute naturalistiche.
Angelo Mistrangelo
ASTI. FONDAZIONE GUGLIELMINETTI. DIPINTI E DISEGNI DI ELISABETTA VIARENGO MINIOTTI.
Natura acqua luce, fino al 21 maggio
Sabato 25 marzo 2023 alle ore 17 in Asti ( Palazzo Alfieri, corso Alfieri 375) presso la sede della Fondazione Eugenio Guglielminetti sarà inaugurata la mostra “Elisabetta Viarengo Miniotti (Torino 1937-2020). Dipinti e disegni. Donazione dell’Artista”, omaggio alla personalità artistica torinese, attiva ed originale interprete del naturalismo pittorico del Novecento. La mostra, promossa dalla Fondazione Eugenio Guglielminetti, in collaborazione con Fondazione Asti Musei e Comune di Asti con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti e Reale Mutua Assicurazioni- Agenzia di Asti, presenta la preziosa donazione disposta dall’Artista ed eseguita dagli Eredi, contenente venticinque opere (dipinti, disegni ed incisioni) realizzate dal 1997 al 2019. Allieva di Filippo Scroppo e Giacomo Soffiantino all’Accademia Albertina di Torino, perfeziona le tecniche incisorie presso il Centro di grafica sperimentale di Venezia sotto la guida di Riccardo Licata. La personalità di Elisabetta Viarengo Miniotti si rivela con immediatezza nella sensibile contemplazione degli elementi naturali, percepiti con il rigore della disegnatrice e la lirica emozione della ricercatrice. L’allestimento accoglie il visitatore con quindici sequenze, eseguite a pastello su carta nel 1999, in cui la realtà si sintetizza in forme organiche e visioni metamorfiche. I disegni preparatori per i cicli dei “nuotatori” divengono motivo costante nella produzione artistica del decennio Novanta: l’acqua nella sua liquida trasparenza, la fatica fisica del nuotatore, l’entusiasmo della sfida tra umanità e natura, caducità ed eternità. Sulla carta, i segni si infittiscono e si intersecano nella costruzione della trama visiva, successivamente animata dai pastelli in abili timbri cromatici. Focalizzando l’intuizione dell’immagine nella sua naturale dinamicità, emerge la plasticità del corpo in stasi o in movimento. L’acqua diviene spazio cromatico che accoglie, ospita e respinge. Tre dipinti ad olio di grandi dimensioni (2003) segnano l’approdo alla sua ricerca espressiva: “In vasca”, “In vasca 2” e “In vasca 3” rivelano la conquista personale di un linguaggio pittorico autentico, il superamento della figurazione e l’accostamento all’astrazione dell’immagine, la tenace strutturazione della profondità dell’acqua per velature ed increspature. Le opere furono esposte alla Galleria Micrò di Torino con il commento del Maestro Giacomo Soffiantino: “La sua sapienza pittorica riesce a distribuire pause, zone di riposo a stati di animazione, mentre strato dopo strato, stesura dopo stesura conservano la freschezza dell’immediatezza” (catalogo, 2003). All’interpretazione della natura floreale appartengono i disegni eseguiti nel 2019 “ Calle” e “Fiori”, soggetti concepiti nella fluidità tonale, ma diluiti in stilizzata essenzialità. Il graduale superamento della forma, attraverso i decenni, si apre a rinnovate sperimentazioni sul foglio o sulla tela verso modulazioni inquiete e coraggiose di volumi cromatici, come nei disegni “Senza titolo” e “Riflessi” ( 2019). Le versioni di “Acqueo” (1997) documentano la consolidata perizia delle tecniche incisorie, condotte nei decenni in interventi a puntasecca, ad acquaforte: severe graffiture e tracce metamorfiche evidenziano l’ intensità espressiva di Elisabetta Viarengo Miniotti nella tenace ricerca del mistero dell’esistenza e della natura.
La mostra, a cura di Marida Faussone con allestimento di Giuseppe Orlandi, sarà visitabile fino al 21 maggio 2023 con il seguente orario: martedì-domenica 10-19.
Info:www. museidiasti.com; museoeugenioguglielminetti.it
OGR TORINO: PERFECT BEHAVIORS. LA VITA RIDISEGNATA DALL’ALGORITMO.
Universal Everything, Paolo Cirio, Eva e Franco Mattes, Brent Watanabe, Geumhyung Jeong, James Bridle
Una mostra sui comportamenti, tra algoritmo e misura, a cura di Giorgio Olivero
OPENING: mercoledì 29 marzo, ore 20 – 00. Distrust Everything | performance di Lorem: mercoledì 29 marzo, ore 21. per partecipare alla performance si prega di scrivere a rsvp@ogrtorino.it
29 marzo – 25 giugno 2023 – Orari: giovedì e venerdì, ore 18 – 22 – sabato e domenica, ore 10 – 20
INGRESSO GRATUITO
OGR Torino – Corso Castelfidardo 22, Torino
www.ogrtorino.it
La trasformazione della definizione di “umano” su un pianeta saldamente avvolto in un sistema di calcolo invisibile, pervasivo e in continua espansione: è questo il grande tema che affronta Perfect Behaviors. La vita ridisegnata dall’algoritmo mostra collettiva a cura di Giorgio Olivero che occuperà i Binari 1 e 2 delle OGR Torino dal 29 marzo al 25 giugno 2023.
ENRICO VANZINA. VARIAZIONI COLOURS
Fino al 22 aprile
Galleria Biasutti & Biasutti, Via Bonafous, 7/L 10123 Torino Tel. 011/8173511
Orario: 10 – 12.30 15.30 – 19.30 chiuso domenica e lunedì
La Galleria Biasutti & Biasutti presenta per la seconda volta presso la propria sede un ciclo di opere fotografiche realizzate dallo sceneggiatore e scrittore Enrico Vanzina. Diciotto stampe di varie misure caratterizzate da “immagini prive di un unico punto di fuga e che anche per questo appaiono piacevolmente disorientanti, nel senso che richiedono attenzione per essere capite completamente nei loro riferimenti a più livelli. Sono immagini pervase da un algido silenzio, vere e proprie eleganti nature morte contemporanee fruibili singolarmente ma pensate per comporre una serie di ‘variazioni’ su icone della realtà in cui viviamo, accomunate dall’uso di colori pop ” , scrive nella presentazione in catalogo Floriana Conte. La valenza di questa mostra è dettata dalla capacità di Vanzina di giocare con parole e immagini per arrivare ad un messaggio attraverso il quale si possano identificare e rileggere modelli, memorie, persone ed esperienze. L’artista di Variazioni Colours descrive i suoi lavori come: “ Questa scelta colorata non è un ripensamento. Si tratta soltanto di una Variazione delle Variazioni. In queste fotografie, lavorate con pazienza con il digitale e con schizzi di metodologia pittorica, ho voluto evitare forme concettuali, concentrandomi sulla forza pura delle immagini. Il colore, stavolta, serve ad esaltare la luce della realtà. Anzi della Iper Realtà”
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AL CASTELLO DELLA ROVERE DI VINOVO GLI “ENIGMI DIPINTI” DELLE GROTTESCHE
Deforme, innaturale, assurdo: è questo il significato attribuito al termine “grottesco”. Anche certi ritratti caricaturali sono definiti come grotteschi. Nella storia dell’arte, invece, le grottesche sono tutt’altro che opere deformi: sono grandi pitture decorative di soffitti e pareti, a cui si dedicarono maestri come Raffaello, Pinturicchio, Giulio Romano e Giorgio Vasari. Il loro linguaggio espressivo conobbe un’evoluzione nel corso dei secoli in tutta Europa, lasciando un segno profondo nell’immaginario collettivo anche contemporaneo. Fino a domenica 14 maggio il Comune di Vinovo dedica alle grottesche una mostra nel cinquecentesco castello Della Rovere, intitolata “Enigmi dipinti. Dalla Domus Aurea di Roma al Castello di Vinovo”. L’esposizione, patrocinata dalla Città metropolitana di Torino, propone una sorta di immersione in un universo multiforme ed enigmatico, in cui si mescolano immagini oniriche che la fantasia umana ha distillato, esaltato, esagerato, trasformandole in opere d’arte. L’universo delle grottesche è popolato da esseri inauditi e improbabili, metà umani e metà animali terrestri o acquatici. Vi si trovano anche insetti e piante, a volte bellissimi nella loro mostruosità, altre volte decisamente spaventosi. La cifra delle grottesche risiede proprio nelle deformità imbarazzanti di corpi sospesi tra cielo e terra, come in cerca di un’armonia perduta, ma ancor più nei volti beffardi, minacciosi o trasognati, che simbolizzano l’estrema varietà dei sentimenti umani. La mostra si apre con il passaggio attraverso un corridoio alle cui pareti sono esposte alcune inquietanti incisioni create agli inizi del Cinquecento da un grande artista tedesco, Heinrich Aldegrever, stampate in gigantografia su materiale specchiante. Come nella Stanza degli Specchi di un lunapark, si potrà ridere oppure no, perché le grottesche sono fatte per stupire. L’esposizione vera e propria comincia nel Salone d’Onore con un omaggio a Raffaello. Incisioni di Giovanni Volpato provenienti dalle Logge vaticane sono affiancate a pregiate maioliche decorate “alla raffaellesca”, provenienti da Faenza, Casteldurante, Deruta e dalla collezione di Raffaello Pernici di Rosignano Marittimo. Tre archi scenografici supportano grandi “candelabre a grottesca” tratte da disegni spesso minuscoli, ideati per abbellire stanze e cortili di palazzi signorili e castelli, come i fregi in terracotta che ornano il cortile interno del castello di Vinovo e le pitture del Salone d’Onore. Per rendere l’idea della varietà di temi affrontati dagli artisti che in tutta Europa si impegnarono nella realizzazione delle grottesche, alle pareti sono esposte incisioni originali dei secoli XVI-XVIII, riproduzioni di arazzi e di disegni conservati in collezioni museali. Al centro della sala, due tavoli ospitano fedeli ristampe di libri antichi, con disegni di grottesche che il pubblico può sfogliare liberamente, come se avesse tra le mani l’originale. Il gioco immersivo prosegue nella Sala degli Stucchi dove, nella semioscurità, soffitto e pareti si animano, facendo interagire i personaggi tratti da grandi cicli decorativi rinascimentali. Altri personaggi sono nascosti dentro un armadio, che chiunque può aprire per scoprirne il contenuto. Nella Sala della Torre è ospitato un prezioso tessuto in seta lavorato a mano con la tecnica del “soprariccio”, con grottesche del Settecento, prestato dal laboratorio veneziano di Luigi Bevilacqua. Nella stessa sala è proiettato un videomapping che esalta la bellezza e l’inventiva dei gioielli “mostruosi” ideati agli inizi del Seicento dai fiamminghi Jan e Adriaen Collaert. Le videoinstallazioni sono un ulteriore “gioco” perfettamente consono a ciò che i committenti e gli artisti volevano creare per coinvolgere emotivamente i visitatori e proiettarli in un mondo di simboli di libera interpretazione. La mostra, curata dallo storico Giordano Berti e della designer Letizia Rivetti, avrà un’appendice spettacolare la notte di sabato 25 marzo, nel corso del 3° Festival delle Magie. In quell’occasione verrà proiettata La Grotta dei Sogni, un gigantesco videomapping sulla facciata del castello Della Rovere, mentre nel giardino si terranno numerosi eventi spettacolari che proseguiranno il giorno seguente.
La mostra “Enigmi dipinti. Dalla Domus Aurea di Roma al Castello di Vinovo” sarà visitabile il giovedì e il sabato dalle 14,30 alle 18,30, la domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 14,30 alle 18,30. Le scolaresche e i gruppi potranno visitare l’esposizione su prenotazione anche nelle altre giornate. L’ingresso costa 7 euro, ridotti a 5 per le comitive scolastiche, i gruppi di almeno 15 persone e i possessori della carta Abbonamento Musei. L’ingresso è gratuito per i ragazzi di età sino a 12 anni, le persone disabili e gli studenti degli istituti scolastici del territorio.
Per informazioni si può contattare l’Ufficio Cultura e Manifestazioni del Comune di Vinovo al numero telefonico 011-9620413 o all’indirizzo e-mail manifestazioni@comune.vinovo.to.it
CONDOVE. MOSTRA DI ARTE SACRA “CROCIFISSIONI”
Gli Amici Chiesa di San Rocco e l’Associazione Culturale “ELEVAL – Momenti d’Arte” organizzano la Mostra di Arte Sacra: Crocifissioni, che sarà inaugurata Domenica 26 Marzo alle ore 15.30 presso l’Antica Chiesa romanica di San Rocco, via Cesare Battisti – Condove.
In mostra opere di: Adriano Alloati, Piero Brolis, Mario Caffaro Rore, Rosanna Campra, Eugenio Gabanino, Lia Laterza, Pippo Leocata, Laura Maestri, Elena Monaco, Dedalo Montali, Carla Parsani Motti, Luisa Porporato, Sergio Saccomandi, Giacomo Soffiantino, Giovanni Taverna, Michele Tomalino Serra, Tatiana Veremejenko.
ARCHIVIO DI STATO. PETER HINCE. QUEEN EXPERIENCE. FOTOGRAFIE, VIDEO, CIMELI, RARITÀ
Dal 6 aprile al 16 luglio 2023
Archivio di Stato di Torino
Piazza Castello 209 – Piazzetta Mollino
mercoledì, giovedì e venerdì dalle 14 alle 18
sabato e domenica dalle 11 alle 19
Dopo il successo della mostra dedicata agli scatti di Steve Schapiro a Davide Bowie, Radar, Extramuseum e Le Nozze di Figaro propongono negli spazi dell’Archivio di Stato di Torino, dal 6 aprile al 16 luglio, una nuova esposizione fra grande fotografia e storia della musica.
Con la curatela di Ono Arte in collaborazione con Blu&Blu Network la mostra “Queen Experience | Peter Hince” racconta, attraverso le fotografie del road manager della band – Peter Hince appunto – e una ricca selezione di memorabilia, lo straordinario percorso umano e professionale dei Queen e del suo carismatico frontman Freddie Mercury. Grazie alla fortuna d’aver lavorato per una delle più famose fabbriche di hit musicali degli anni Settanta e Ottanta, Ratty – come era soprannominato Hince – ha potuto avere accesso, sia professionale sia privato, ai momenti salienti che hanno contraddistinto la band di Bohemian Rhapsody riuscendo a fermare nel tempo e a rendere eterni i suoi memorabili scatti. Il sodalizio tra Hince e i Queen inizia nel 1975, quando la band si stava apprestando a registrare A Night at the Opera. Peter era il responsabile di strumenti e soundcheck che doveva vigilare affinché la performance della band sul palco filasse come da copione; presto si guadagnò la fiducia di Freddie, Brian, John e Roger. Hince inizia a scattare fotografie ai Queen a partire dal 1976, quando ormai la band aveva raggiunto l’apice del proprio successo mondiale, e continua fino al 1986, con una parentesi di ulteriori due anni in cui Peter avrebbe immortalato solo Mercury. In virtù dello stretto rapporto personale esistente tra Hince e Freddie Mercury la mostra ha un particolare focus sul leader della band. Tra gli scatti di Hince emergono certamente alcune tra le immagini più iconiche del cantante, catturate in studio di registrazione, sul set dei video musicali più trasmessi nel mondo o su quello fotografico, dove Hince ha immortalato Freddie abbigliato come una vera regina. Freddie e i Queen hanno dovuto superare una serie di ostacoli e barriere, sia personali sia professionali, per raggiungere il loro enorme successo internazionale. Non hanno mai seguito le tendenze, ma hanno sempre creduto in loro stessi e nella loro musica in evoluzione, indipendentemente dalle critiche e dai mutamenti. Come Freddie spesso ripeteva: “Quality and style will always shine through – darling”. E se le fotografie di Hince ci offrono uno spaccato unico e un accesso privilegiato alla band, la carriera dei Queen nella mostra è documentata nel dettaglio da un ricco allestimento che include gli oggetti provenienti dalla raccolta personale di Niccolò Chimenti, uno dei maggiori collezionisti europei dell’universo Queen.
La mostra, quindi, non rappresenta soltanto un inedito viaggio fotografico attraverso i momenti più importanti della band, ma una vera e propria esperienza impreziosita da memorabilia, dischi, poster, strumenti musicali, abiti ed accessori, documenti, rarità e cimeli originali appartenuti ai membri della band (dall’asta del microfono di Mercury, ai costumi per il video di Radio Gaga e molto altro). E ancora, a concludere il percorso espositivo i visitatori avranno accesso a una sala video in cui verranno proiettati rari spezzoni dei principali concerti internazionali della band.
“Queen Experience | Peter Hince” si compone di 60 immagini del fotografo londinese, alcune delle quali esposte in anteprima internazionale, e di oltre un centinaio di cimeli, memorabilia, oggetti e documenti vari, tutti rigorosamente originali.
A 50 anni dall’uscita del primo disco, l’omonimo Queen, l’esposizione rappresenta un’occasione unica per i fan di scoprire aspetti e dettagli inediti sul gruppo e per il grande pubblico di ampliare la propria conoscenza sulla band che ha rivoluzionato la musica degli ultimi 50 anni e che ancora oggi riesce ad essere straordinariamente attuale.
Archivio di Stato
Piazza Castello 209 – Piazzetta Mollino. Torino. Dal 6 aprile al 16 luglio 2023. mercoledì, giovedì e venerdì dalle 14 alle 18. sabato e domenica dalle 11 alle 19. ultimo ingresso un’ora prima della chiusura. Aperture speciali dalle 11 alle 19 da giovedì 6 a lunedì 10 aprile (Pasqua) martedì 25 aprile lunedì 1° maggio giovedì 2 giugno
Biglietteria: intero 12 euro | ridotto 9 euro. gratuito per i possessori di Abbonamento Musei Piemonte e Valle d’Aosta. riduzioni: Under 18, Over 65, tesserati AICS, possessori di abbonamenti annuali o plurimensili GTT
TITTI GARELLI E PLINIO MARTELLI AL CASTELLO DI GOVONE
Al Castello Reale di Govone, in provincia di Cuneo, nell’ambito di “Govone Arte” s’inaugura sabato 25 marzo, alle 16, la mostra “Titti Garelli e Plinio Martelli. Ironia del reale pas de deux”, a cura di Luisa Valentini e Carla Barovetti dell’Associazione “Ponte per l’Arte”. Una pregevole incontro culturale ed espositivo che presenta le opere dei due artisti, tra le figure di ragazze della Garelli e la ricerca concettuale di Martelli. Apertura dal venerdì alla domenica, dalle 10 alle 12, dalle 15 alle 18, sino al 4 giugno. Ingresso compreso nel biglietto di visita allo storico Castello, ora museo, ideato dall’architetto Guarino Guarini, che domina l’intero paese e la valle del Tanaro, con decorazioni, sculture e parco all’inglese.
VERBANIA. MOSTRA “DA CORPO ROTTO A RIVOLUZIONE D’AMORE”
Cammino alchemico di un cuore a pezzi e poi rinato tra immagini, poesia e musica
Da sabato 25 marzo a sabato 8 aprile 2023 in orario di apertura della biblioteca. Inaugurazione della mostra sabato 25 marzo ore 16.30
Apre sabato 25 marzo alle 16.30 la mostra “Da corpo rotto a rivoluzione d’amore” di Elena Garoni. La mostra è composta da 27 fotografie legate insieme da un filo e accompagnate da altrettante poesie d’autore recitate su un sottofondo musicale. Come gli antichi alchimisti lavoravano per trasmutare i metalli in oro, così questa passeggiata racconta della trasformazione di un sentimento ferito. Il brano musicale, colonna sonora di questo primo stadio di Nigredo alchemica, evoca tristezza, pesantezze e depressione. Da questo dolore emerge la voglia di un volo, di un viaggio, interiore e solitario, mirato ad una conoscenza più approfondita di sé. Dall’emersione da questo primo stadio oscuro, compare il bianco, l’Albedo alchemica, che schiude, con la forza del caos e della resa, alla voglia dell’incontro con l’altro. In sottofondo Leonard Cohen canta “in ogni cosa c’è una crepa, ed è da lì che entra la luce” a ricordarci la funzione preziosa di quella ferita originaria, che nell’ultimo stadio si apre completamente alla vita, al rosso della passione, Rubedo Alchemica, e al miracolo dell’Amore che genera il desiderio del cuore. La mostra prevede la visita con l’ausilio di cellulare e cuffie auricolari: attraverso un QR cocode è possibile ascoltare i brani musicali abbinati al percorso espositivo. Autrice: Elena Garoni; originaria di Verbania, da 30 anni lavora come analista junghiana.Ha studiato a psicologia Padova e a Zurigo allo C.G. Jung Institut, dove si è diplomata Analista Junghiana. Dal 1998 vive e lavora a Verbania.
Info: Biblioteca Civica (tel. 0323 401510 ; e-mail: verbania@bibliotecheVCO.it)
GIUSEPPE COMINETTI. DIVISIONISMO E FUTURISMO TRA GENOVA E PARIGI
24 marzo – 4 giugno 2023
Genova. Palazzo Ducale – Loggia degli Abati –Accademia Ligustica di Belle Arti – Wolfsoniana
L’esposizione Giuseppe Cominetti. Divisionismo e Futurismo tra Genova e Parigi, prodotta dalla Direzione Artistica di Banca Patrimoni Sella & C. con la collaborazione di Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Wolfsoniana e Accademia Ligustica, grazie al contributo scientifico dell’Archivio Giuseppe Cominetti, intende celebrare, attraverso una ricca e accurata selezione di opere, il centoventesimo anniversario dell’esordio pubblico del Maestro, avvenuto alla 50° Esposizione della Società Promotrice di Belle Arti di Genova. Giuseppe Cominetti (1882-1930), piemontese di origine, genovese di adozione e cittadino del mondo per elezione fu, oltre che pittore, anche scenografo, incisore, scultore e fine cesellatore, disegnatore e grafico. La mostra affronta i diversi linguaggi espressivi di Cominetti, offrendo al pubblico una visione completa della sua produzione artistica, arricchita da molti materiali inediti provenienti dall’Archivio di famiglia. Originario di Salasco, un paesino della provincia di Vercelli, Giuseppe Cominetti (1882-1930) frequenta l’Accademia Albertina di Belle Arti. Nel 1902 crea, insieme al fratello Gian Maria, un atelier a Genova, che diventa ben presto un luogo non solo di lavoro ma anche di incontro per artisti e letterati. A Genova Cominetti trova un clima fertile per il proprio talento artistico e ben presto inizia ad esporre i propri lavori: è presente alla Promotrice genovese per poi approdare all’Esposizione nazionale di Belle Arti di Milano nel 1906. In questi anni Cominetti pratica la pittura ma anche il disegno per la grafica pubblicitaria e l’illustrazione. Da Genova guarda con interesse specialmente alla pittura di Plinio Nomellini e dei maestri divisionisti, da cui ricaverà la propria identità stilistica fondamentale. Nel 1909 prende parte al Salon d’Automne a Parigi, dove decide di trasferirsi seguito dal fratello. I due risiedono inizialmente a Montparnasse e poi a Montmartre, dove frequentano intensamente il contesto culturale cittadino e vivono in perfetto stile bohemien. Da Parigi Giuseppe assiste con interesse alla nascita del Futurismo, dopo la pubblicazione nel 1909 del celebre Manifesto sulle pagine di Le Figaro a firma Filippo Tommaso Marinetti. Tuttavia, Cominetti non comparirà ufficialmente fra i sottoscrittori del Manifesto tecnico della pittura futurista del 1910. Nel 1912 partecipa al Salone degli indipendenti di Parigi e realizza le scenografie per un pezzo teatrale scritto dal fratello Gian Maria. Due anni dopo inaugura una personale alla Galleria d’arte contemporanea, mostra che avrebbe dovuto proseguire presso altre sedi ma che si interrompe bruscamente per lo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Cominetti si arruola volontario in cavalleria e viene inviato prima sul fronte francese poi sul Grappa, dove gli viene ufficialmente affidato l’incarico di inviato disegnatore. Da questa esperienza nasce progressivamente lo straordinario corpus dei disegni di guerra, che coprono tutto il periodo bellico sino al 1918. Finita la guerra Cominetti rientra in Italia e prende un nuovo studio a Genova, ancora con il fratello e con il pittore Antonio Giuseppe Santagata. A Genova aderisce al “Gruppo futurista genovese” e prosegue un’intensa attività sia artistica che letteraria. Oltre al disegno e alla pittura, improntata ad una tecnica divisionista fortemente individuale, Cominetti si dedica alla decorazione di ceramiche con le botteghe d’arte d’Albisola. Nel 1928 è vittima di un incidente stradale che gli lascia gravi problemi di mobilità e di salute: per questa ragione l’anno successivo non può partecipare all’apertura della sua mostra di disegni di guerra organizzata presso il ridotto del Teatro Quirino di Roma e presentata da Filippo Tommaso Marinetti. A seguito di un ulteriore peggioramento, si spegne a Roma il 21 aprile del 1930.
GIAVENO. INAGURAZIONE FONTANA DI LUIGI STOISA
I COLORI DELLA LIBERTÀ. RIFLESSIONE VISIVA
Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica
Corte Medievale
Piazza Castello – Torino
17 marzo – 8 maggio 2023
In occasione di Biennale Democrazia 2023, dal titolo Ai confini della libertà, Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica presenta, dal 17 marzo all’8 maggio, I colori della libertà: un’ampia riflessione visiva all’interno della Corte Medievale intorno al percorso tematico Immaginare la libertà, declinato secondo i quattro elementi naturali – aria, acqua, terra e fuoco – fondamento della vita e comuni a tutte le cosmogonie. Il museo, che ospita quattro incontri di Biennale Democrazia 2023, ha commissionato a quattro giovani illustratori italiani, di profilo artistico internazionale, una serie di illustrazioni volte a offrire un possibile immaginario di riferimento. Manfredi Ciminale – autore per Einaudi, Il Saggiatore, L’Espresso, Il manifesto e Linus – ha sviluppato il tema della Libertà dell’aria; Antonio Zeoli – illustratore e fumettista per Rai, Mondadori, Rizzoli Lizard, Feltrinelli, Sergio Bonelli Editore – il tema della Libertà dell’acqua; Luca Font – artista per la Repubblica, Il Sole 24 Ore, Galleria Campari – il tema della Libertà della terra e infine Elisa Talentino – tra i cui principali committenti vi sono The New Yorker, The New York Times, The Washington Post, Corriere della Sera – ha articolato la Libertà del fuoco. Quattro artisti a rendere immagine una delle miriadi possibili di declinazione del tema della libertà e suggerire l’avvio di un percorso che possa stimolare il visitatore a una riflessione sulla rappresentazione della libertà nelle arti, dalla letteratura alla musica, dal cinema alla televisione, dalla pittura alla scultura e all’architettura. Le nuove opere sono affiancate da altre 11 illustrazioni, in un allestimento che riprende in parte quanto commissionato nel 2022, in occasione della sessione annuale del Comitato Interministeriale per gli Affari Esteri a Torino, con il progetto Europa. L’illustrazione italiana racconta l’Europa dei popoli, così da consentire di ampliare la riflessione su quanto la libertà debba essere il fulcro del pensiero contemporaneo sul futuro, poiché è il tema fondamentale di ogni sistema democratico dalla Rivoluzione francese in avanti. Si espongono, dunque, i lavori che visualizzano quanto sancito nel trattato sull’Unione europea: “[l’] Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze. Questi valori sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini”. Ecco allora la Libertà illustrata da Camilla Falsini; il Rispetto della dignità umana da Elisa Seitzinger; l’Uguaglianza da Andrea Serio; la Democrazia da Anna Parini; il Rispetto dei diritti umani da Irene Rinaldi e lo Stato di diritto da Francesco Poroli. A completare il percorso tre illustrazioni che lo connettono al contesto ed evidenziano le motivazioni che hanno portato alla committenza: Palazzo Madama, disegnato da Matteo Berton, che sottolinea come l’edificio interpreti più di ogni altro, con i suoi duemila anni di storia, l’identità europea – da sede del Senato del Regno d’Italia, che nel 1861 fa l’Italia, per ospitare cent’anni più tardi la firma della Carta Sociale Europea – E poi la Torino multiculturale, culla del Risorgimento e dell’indipendenza nazionale nel lavoro di Francesco Bongiorni e il Piemonte positivista di Riccardo Guasco. Due opere chiudono il percorso: la Cultura, nell’interpretazione di Emiliano Ponzi, e la Pace nella lettura di Bianca Bagnarelli. Due opere necessarie a sviluppare un progetto, che avrà una funzione didattica per gli istituti comprensivi di Torino e del Piemonte, oltre a integrare “L’aula che vorrei” – l’innovativo programma di Palazzo Madama che trasferisce l’aula in museo – e stimolare ulteriori cicli di conferenze, incontri a tema e laboratori quali eventi collaterali di questa operazione, che vede un museo civico divenire committente di giovani illustratori italiani di fama internazionale, costruendo un dialogo tra la sua storia millenaria e il linguaggio grafico dell’illustrazione.
NOVI LIGURE. BOZZETTI E FIGURINI DI EDEL E CARAMBA PER ROMUALDO MARENCO
La mostra che si è inaugurata sabato 18 marzo 2023 alle ore 17.00 presso il Teatro Romualdo Marenco di Novi Ligure, nasce da una collaborazione tra la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria e la fondazione Teatro Marenco di Novi Ligure per valorizzare i beni presenti nel territorio della provincia alessandrina, facenti parte della ricca collezione della Fondazione CRAL e, accolti per questa occasione, nella splendida cornice di un teatro storico. Questa mostra vede esposti una serie di disegni raffiguranti figurini teatrali che furono realizzati da Alfredo Edel e Luigi Sapelli detto Caramba, celebri scenografi e costumisti, attivi in particolar modo fra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento al teatro alla Scala di Milano. Gli spettacoli di danza che videro protagonisti questi costumi furono musicati dal compositore novese Romualdo Giovanni Battista Marenco a cui è intitolato il teatro. Nell’esposizione si possono ammirare 8 figurini per il ballo Luce (1905), un corpus di 23 figurini per il ballo Excelsior alla scala di Milano (1909) finemente realizzati da Caramba con una ricca e dettagliata descrizione sul verso, mentre di Alfredo Edel 1 figurino per il ballo Sieba (1880 ca.), 4 figurini per il ballo Excelsior in scena al teatro Eden di Parigi nel 1883 e 6 figurini per il ballo Bacco e Gambrinus (1903) alla Scala di Milano. I figurini, ora di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, provengono per la maggior parte dall’asta Sotheby’s di Milano del 2007 e da una collezione privata genovese. Tutti gli eventi culturali che permettono di valorizzare lo storico Teatro Romualdo Marenco – tra l’altro coevo della nostra Cassa di Risparmio di Alessandria – rappresentano per la Fondazione – afferma il presidente, notaio Luciano Mariano – un’ottima occasione per portare avanti il progetto di recupero di questo bene storico e artistico, in funzione dello sviluppo del territorio. Da oltre 20 anni, la Fondazione si occupa delle sorti del Teatro di Novi e anche l’acquisto della collezione di disegni di Edel e Sapelli, effettuata nel 2007, rientra in questa strategia operativa. Una vera soddisfazione, dunque, poter vedere esposti, nel teatro intitolato a Romualdo Marengo, i bozzetti realizzati per il “Ballo Excelsior”, una delle ultime opere del celebre compositore novese. Questa mostra sarà sicuramente occasione per riscoprire una zona ricca di storia, arte, bellezze naturali ed eccellenze enogastronomiche.
“CHERASCO SOLIDARIETÀ. UNA COMUNITÀ CURANTE, DALLE CONFRATERNITE AD OGGI”
Mostra dal 25 marzo al 4 giugno 2023
Cherasco, Palazzo Salmatoris
Sabato 25 marzo 2023, riapre Palazzo Salmatoris di Cherasco con una mostra dal titolo “Cherasco Solidarietà. Una comunità curante, dalle Confraternite ad oggi” dedicata a sette secoli di storia dell’aiuto offerto dalla comunità di Cherasco ai più deboli e ai più poveri. Dal primo hospitalis, di cui si ha notizia nel Trecento, all’assistenza offerta dal volontariato ai giorni nostri: la rassegna cheraschese offre un’interessante panoramica sulle tante istituzioni, nate nel corso dei secoli per volontà della comunità o di singoli benefattori, che hanno caratterizzato la storia sociale cittadina. La mostra nasce per iniziativa dell’Associazione Cherasco Cultura, in collaborazione con il Comune di Cherasco, il Museo Diocesano di Alba (Mudi) e il contributo della Fondazione Cassa di risparmio di Cuneo, oltre ad alcuni sponsor privati. Dall’Ospedale degli infermi all’Ospizio di carità, dal Monte di Pietà all’Asilo infantile urbano, solo per citare alcuni degli istituti; gli oggetti più disparati raccontano le attività e la religiosità che caratterizzavano queste realtà, molte gestite da due confraternite di laici. La pietra del sepolcro che accoglieva i corpi dei condannati a morte (assisti nelle loro ultime ore dai Battuti neri), l’atto costitutivo del Ritiro figlie maestre creato nel Settecento per dare un’istruzione anche alle bambine, il quadro di grandi dimensioni raffigurante il beato Amedeo di Savoia che fa l’elemosina ai poveri, le ricevute emesse dal Monte di pietà (fino agli anni ’50 del Novecento) per i pegni depositati dagli indigenti per ottenere un prestito, ma anche progetti, mappe, fotografie: nelle sale di Palazzo Salmatoris si possono osservare secondo un criterio cronologico che segue l’evoluzione delle forme di assistenza nel rapporto tra la comunità locale e le istituzioni dello Stato centrale, fino ai giorni nostri.
L’esposizione sarà inaugurata in Palazzo Salmatoris sabato 25 marzo, alle ore 16, e rimarrà visitabile sino a domenica 4 giugno con il seguente orario: mercoledì, giovedì e venerdì 15-19; sabato, domenica e festivi 9.30-12.30 e 15-19. Ingresso libero.
SANT’AGOSTINO ASTE. DALLA CITTÀ AL PROGETTO
Giorgio De Ferrari Architetto
Torino, giovedì 23 marzo 2023, ore 18.00
Programma: Agostino De Ferrari, Paolo Maccarone, Massimo Rasero: l’arredo urbano, il design, l’architettura e l’attività curatoriale di Giorgio De Ferrari.
Modera: Vanessa Carioggia
L’incontro intende indagare la multiforme attività dell’architetto Giorgio De Ferrari, recentemente scomparso all’età di novantuno anni. Ne parleremo con il figlio Agostino, che ci racconterà da una prospettiva personale, ma non solo, questo protagonista dell’architettura torinese. Agostino ha condiviso con il padre Giorgio la passione per l’architettura per 25 anni e ne segue oggi le orme professionali. Racconterà le tappe iniziali della carriera di De Ferrari, dalla formazione con Carlo Mollino e Roberto Gabetti al pop design degli anni ‘60. Interverranno nella narrazione gli architetti Paolo Maccarone, che ha condiviso con De Ferrari la fondazione della Blu Italia, azienda di produzione di design, e con lui ha progettato, tra l’altro, il mitico posacenere 4633 per Kartell e poi Massimo Rasero, che insieme a De Ferrari ha approfondito il tema del design del mobile montano. È previsto un focus sull’attività professionale, svolta negli anni con lo Studio De Ferrari Architetti, che si snoda incrociando via via diverse discipline, dall’arredo urbano inteso come progetto per la città (come a Torino, nell’area della Mole Antonelliana o a Sanremo, nella strada del Festival) fino al design di componenti specifici (come il notissimo cestino Sabaudo). E poi l’architettura, con la ristrutturazione del Collegio Einaudi, i progetti per le piste del ghiaccio per Torino 2006 e l’allestimento museale Scopriminiera in Val Germanasca. Non mancano alcuni progetti di infrastrutture, come il ponte sollevabile Domenico Carpanini sulla Dora a Torino. Il racconto si concluderà con la mostra “Torino Design”, ideata nel 1995 da De Ferrari, allora presidente della SIAT (Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino). Una mostra di cultura tecnologica, nata con l’obiettivo di raccontare al mondo il design regionale, che ebbe grande successo, con ben diciotto edizioni itineranti in tutto il mondo. È grazie a questa mostra se oggi non è più solo l’automobile ad essere associata all’immagine creativa e produttiva della nostra regione.
La Sant’Agostino Casa d’Aste ha l’onore di ospitare gli architetti Agostino De Ferrari, Paolo Maccarone e Massimo Rasero giovedì 23 marzo alle ore 18 presso la sede in corso Alessandro Tassoni 56, Torino.
ALICE VISENTIN VINCE LA PRIMA EDIZIONE DEL PREMIO D’ARTE INTERNAZIONALE COLLECTIVE PER IL CASTELLO DI RIVOLI MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA ED ENTRA NELLE COLLEZIONI DEL MUSEO
Alice Visentin (Ciriè, Torino, 1993) è la vincitrice della prima edizione del Premio d’arte internazionale Collective per il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea. Grazie all’acquisto effettuato dai Soci di Collective, l’opera di Visentin Banda di fiori (Notturno), 2021, entra in qualità di donazione a far parte della Collezione permanente del Museo. Promosso da Collective, Associazione italiana di collezionisti d’arte contemporanea costituita nel 2019, il Premio d’arte internazionale Collective per il Castello di Rivoli ha come obiettivo l’acquisizione e donazione al Museo di un’opera realizzata da una/un artista di età inferiore ai 35 anni. Corrispondente a 20.000 euro, il Premio ha cadenza biennale. Visentin è stata selezionata da una commissione dedicata al progetto, composta dal Direttore del Castello di Rivoli Carolyn Christov-Bakargiev, dal Vice Direttore e Capo Curatore Marcella Beccaria e dal Curatore Marianna Vecellio, a partire da una rosa di 36 lavori realizzati da artiste/i italiani e internazionali proposti dai Soci di Collective. Profondamente radicata nel suo territorio di origine, l’arte di Alice Visentin si ispira a tradizioni orali, dettagli di fatti storici ed elementi fantastici. L’opera vincitrice Banda di fiori (Notturno) è un importante ciclo pittorico composto da 5 tele. Emergenti dall’oscurità della notte, i fiori rappresentati in ciascuna delle tele diventano per l’artista “metafora della condizione umana, collegata all’universo fisico e trascendentale. Attraverso l’immagine naturale dei fiori e della notte – entrambi archetipi e simboli di un inconscio collettivo – ho immaginato le radici che scendono nella terra, mentre foglie e petali si estendono in alto, verso i cieli pieni di stelle. Tra gli steli, le foglie e i petali, le piante ci offrono piccolissime frasi e parole come fossero oracoli o consigli”.
SAVIGLIANO. MOSTRA DI STRUMENTI MUSICALI “ROSA SONORA”
Il Civico Istituto Musicale G.B. Fergusio di Savigliano organizza la X edizione della mostra di strumenti musicali “ROSA SONORA” (apertura al pubblico: 2 aprile – 31 luglio 2023) e invita La S.V. alla Conferenza stampa di presentazione che si terrà VENERDI 24 MARZO 2023 ore 10,15 nel Palazzo Muratori Cravetta (via Jerusalem 4) a Savigliano e alla Inaugurazione che si terrà nella stessa sede SABATO 1° APRILE 2023 ore 16. Come da locandina qui accanto, la mostra “ROSA SONORA” festeggia 20 anni (2003-2023) e propone in esposizione un doppio percorso culturale:
Il Progetto “MusicArte” – Ventennale 2003-2023 che, oltre a ricordare i principali temi trattati nelle precedenti edizioni, celebra il centenario di importanti personalità del mondo della chitarra, come i chitarristi Alirio Dìaz (1923-2016) e Mario Gangi (1923-2010) ed il liutaio José Ramirez (1858-1923).
La tradizione musicale saviglianese che pone l’attenzione sul legame tra musica e territorio, offrendo un panorama destinato ad ampliarsi con la ricerca, in particolare riguardo la popolare “Sagra del grano”.