ALLEGRO MOLTO a cura di Edoardo Ferrati
Torino -SPIRITO MODERNO DI UN QUARTETTO D’ARCHI-
Ritorna dopo quindici anni all’Unione Musicale il Quartetto d’Archi “Ebéne” (foto) che affronta la musica senza prevenzioni di confine,, forme, riuscendo così a conquistarsi un vasto pubblico di giovani ascoltatori. La conferma arriva puntuale con il nome dello svizzero Richard Dubugnon (1968) che ha ricevuto commissioni dall’Opéra di Parigi, dalle Filarmoniche di Berlino e Los Angeles. La sua Secular Suite (basata u opere di J.S. Bach) risalente al 2016, viene così descritta dallo stesso autore: Ai tempi di Bach il quartetto per archi non esisteva come genere musicale distinto. Per questo motivo la Suite è un anacronismo. Ho voluto fare di più che limitarmi a trascrivere le opere di Bach e ho quindi scelto una selezione di nove brani diversi, tutti in qualche modo legati al tema della natura .I brani provengono da cantate, corali, da opere puramente strumentali e sono ulteriormente collegati da un arco tematico superiore, un filo quasi esoterico che rappresenta il viaggio attraverso lo scorrere di una giornata. Si fa un passo indietro con il Quartetto in fa maggiore (1903) di Ravel dove risulta assente la forma ciclica o un tema ricorrente che tenga unita l’intera composizione. Per ultimo il Quartetto in la maggiore op. 41 di Schumann, scritto nel luglio 1842, dove emerge con grande chiarezza, per prima cosa, il procedere per schemi formali chiusi, per episodi contrastanti, ben distinti e assimilabili a “situazioni poetiche”
Torino, Conservatorio, p. Bodoni
Stagione Unione Musicale; mercoledì 19 aprile ,ore 20.30
QUARTETTO “EBENE”: Pierre Colombet, Gabriele La Magadure (violini), Marie Chilemme (viola), Aleksej
Shadrin (violoncello)
Musiche di Dubugnon, Ravel, Schumam
Torino- DUE NUOVI INTERPRETI–
Doppio esordio nella stagione della OSN RAI: sul podio il giovane bavarese Thomas Guggeis (foto), che ricopre il ruolo di kapellmeister alla Staatsoper di Berlino e il pianista Alexandre Kantorow, primo francese a vincere il Concorso “Cajkovskij” di Mosca. Suona in pubblico a Nantes appena sedicenne. Svolge una fitta carriera a livello internazionale. La serata si apre con le Danze di Galanta di Kodaly, sempre interessato al patrimonio della musica popolare ungherese i cui riflessi risultano evidenti nelle sue opere. Le Danze (1933), scritte per gli ottant’anni della Filarmonica di Budapest, vanno prese con il beneficio d’inventario sotto il profilo etnomusicologico, ma accettate in pieno sotto il profilo della creazione autonoma.
Il Concerto per pianoforte e orchestra in do diesis minore n. 1 op. 1, licenziato da Rachmaninov all’età di diciannove anni, presenta già le peculiarità che presentano già il suo stie: la densa scrittura orchestrale e la parte solistica concepita secondo i criteri di un virtuosismo esecutivo a tratti trascendentale. La serata si congeda con il Concerto per orchestra che Bartok realizza nel 1943/45 negli anni dell’esilio americano: la definizione indica il ruolo virtuosistico e concertante svolto dalle diverse sezioni strumentali. Accolto con successo tale da garantire all’autore centinaia di repliche in tutto il mondo, ma al tempo stesso raccolse le riserve della critica che accusò Bartok di aver abbandonato la propria fedeltà nei confronti della dissonanza per dimostrarsi accondiscendente verso i facili gusti del pubblico americano..
Torino, Auditorium RAI “Toscanini”, p. Rossaro
Giovedì 20 aprile, ore 20,30 / venerdì 21 aprile, ore 20.00
ORCHESTRA SINFONICA NAZIONALE R.AI. diretta da THOMAS GUGGEIS; solista ALEXANDRE KANTOROW
(pianoforte)
Musiche di Kodaly, Rachmaninov, Bartok