Chivasso. Nello Statuto riferimenti allo Ius Soli e allo Ius Scholae.

La Città di Chivasso inserisce nel suo Statuto i riferimenti allo Ius Soli e allo Ius Scholae.

Il  Comune di Chivasso modifica il suo Statuto introducendo il conferimento della cittadinanza onoraria ai figli di migranti nati nel Comune piemontese o che hanno completato un ciclo di studi.

Si tratta di un’iniziativa simbolica che tende a sensibilizzare il Governo centrale sullo Ius Soli e sullo Ius Scholae.

La delibera, con tre votazioni consecutive come previsto in questi casi, è stata approvata dalla maggioranza di centrosinistra dopo essere stata annunciata la scorsa estate dal sindaco Claudio Castello del Pd, all’inizio del suo secondo mandato consecutivo.

«Noi – ha detto il primo cittadino nella seduta del Consiglio Comunale di ieri pomeriggio – non parliamo di “sostituzione etnica”, perché siamo più convinti che sia necessaria la “sostituzione etica” di una classe dirigente che non ci rappresenta. Ed il riferimento allo Ius Soli e allo Ius Scholae nello Statuto della Città di Chivasso dimostra che c’è un’altra Italia rispetto a quella che affronta la questione migratoria sacrificando i diritti di gente disperata in fuga da guerre e miseria».

A Chivasso, la popolazione straniera residente è pari a circa il 10% e al suo interno è annoverato anche il celeberrimo tiktoker Khaby Lame che nei mesi scorsi ha ottenuto la cittadinanza italiana a 22 anni di età, dopo aver completato l’iter previsto dalle leggi italiane. Secondo le novità introdotte dalla delibera consiliare, sarà fissata una giornata in cui il sindaco conferirà simbolicamente la cittadinanza onoraria “ai minori stranieri residenti a Chivasso, nati in Italia da genitori stranieri regolarmente soggiornanti, o nati all’estero ma che abbiano completato almeno un ciclo scolastico o un percorso di formazione professionale in istituti appartenenti al sistema educativo di istruzione e di formazione italiano, come speciale forma di riconoscimento del loro ruolo di coesione tra popoli e culture diversi e per affermare pienamente le libertà fondamentali delle persone”.