Voltaggio. Festeggiati i Cento anni di Mario Guido

Un voltaggino di cento anni! Finiti i festeggiamenti a Bolzaneto, dove risiede, con figlie/i e nipoti, Mario Guido (in effetti il vero nome non è Mario, ma Gian Battista) è tornato a Voltaggio, dove ha ricevuto, come tradizione, un riconoscimento del Comune a nome “di tutti i Voltaggini” per l’importante traguardo raggiunto.

Così descrive l’incontro il Sindaco Giuseppe Benasso: “Arrivato a consegnare a Mario Guido la targa preparata per lui dal Comune, gli ho ricordato quando, esattamente sessant’anni fa di questi tempi era venuto a casa, invitato dai miei genitori, con un assortimento di orologi perché, come adesso a un quattordicenne si regala un cellulare, allora i miei avevano deciso di regalarmi un orologio. Un ricordo che mi rimane indelebile e che anche Mario condivide con me.

Ben più interessanti i ricordi suoi, che sono emersi quando gli ho chiesto dove aveva imparato a fare l’orologiaio. Da quel momento mi ha raccontato tutta la sua vita lavorativa, dal suo primo lavoro, quando – dopo la quinta elementare – lavorò per cinque anni nel Convento dei Cappuccini . Allora le donne non potevano entrare nel Convento, per cui c’erano dei laici a dare una mano ai Frati e lui fu uno di questi dall’età di 11 anni a quella di 15 (garantito il vitto e una remunerazione di dieci lire al mese).  A 15 anni si recò a Genova dove consegnò il  latte per qualche settimana e poi a 16 anni entrò in Ansaldo dove rimase fino a quando venne chiamato in Marina Militare.

Del periodo bellico mi ha raccontato dei bombardamenti su Genova dal mare e dall’aria, degli accorgimenti per cercare di non rimanere sotto le bombe,  ma con la ferma convinzione che ognuno di noi ha il suo destino segnato. Nel corso del periodo bellico, poi, il passaggio dalla divisa militare a quella della Croce Rossa, dove rimase ancora oltre il 25 aprile 1945.

Poi il ritorno in Ansaldo, l’affiancamento a un collega che aveva aperto un negozio di orologeria a Genova nella zona di San Lorenzo e successivamente l’apertura di un suo laboratorio di orologeria, per poi arrivare all’apertura di un negozio tutto suo di orologeria e di oreficeria a Bolzaneto.

E  anche il racconto della “spaccata” della vetrina con la razzia di orologi e di preziosi, recuperati  però in giornata – a parte un anello – il tentativo di rapina effettuato da un  maldestro uomo mascherato e il tentativo di furto con “buco” da un negozio vicino.

Una grande cavalcata nel tempo, un secolo in pochi minuti.

Ancora tanti auguri, Mario, con le più vive congratulazioni per come sei arrivato ai cent’anni e buon proseguimento delle tue attività, scusandomi per aver interrotto quelle nell’orto quando sono venuto a consegnarti la targa.”