Passione Fumetti: La Revue Dessinée Italia, un anno dopo
La Revue Dessinée Italia – rivista trimestrale di giornalismo indipendente a fumetti – è entrata nel secondo anno di pubblicazione, con il quinto numero presentato al XXXV Salone del Libro di Torino (salone OFF, presso Belleville Comics). Cinque numeri per oltre 1.100 pagine di articoli e reportage, realizzati da giornalisti e fumettisti. E, un anno dopo l’articolo di presentazione, torno a parlarne.
Ma cos’è La Revue Dessinée Italia?
É una rivista a fumetti, ma è anche una rivista di informazione – approfondita e indipendente – destinata a lettori di fumetti e non. Caratteristiche piuttosto controcorrente, considerato che le riviste a fumetti in Italia non esistono quasi più (resiste Linus, sotto la direzione di Igort), mentre di informazione si può dire che ce ne sia fin troppa. D’altra parte è da sottolineare che la versione francese ha superato i 10 anni di pubblicazione ed è letta soprattutto da non lettori di fumetti.
Andiamo allora a scoprire perché vale la pena di leggere La Revue Dessinée Italia.
La Revue Dessinée Italia è bella
Lo dico da appassionato di fumetti: La Revue Dessinée Italia si presenta molto bene, è una bella rivista, realizzata con cura e passione. Sono meravigliose le copertine: quella del primo numero di Andrea Serio, del secondo di Zuzu, del terzo di Manuele Fior, del quarto di Bianca Bagnarelli e del quinto di Jean Mallard. È bella da sfogliare e da leggere, con quel susseguirsi di stili, di disegno e di colorazione, grazie alla partecipazione di tantissimi autori, affermati ed emergenti. Per gli appassionati di fumetti ricorda il bello delle riviste degli anni passati. Per tutti costituisce una modalità di lettura immediata ed efficace: il testo è essenziale e ci sono i dialoghi che servono, a cui si aggiunge il bel disegno: rappresentazione visiva che vale più di tante parole. Gli articoli possono essere più o meno impegnativi (approfondirò più avanti il tema dei contenuti), ma l’esperienza di lettura de La Revue Dessinée Italia è piacevolmente scorrevole e, allo stesso tempo, ricca di contenuti. Una sola cosa manca: la pubblicità. Ma direi che non c’è da lamentarsene.
La Revue Dessinée Italia è Slow
Grazie ai canali digitali e all’uso del cellulare l’informazione è ormai continua, soprattutto è sempre più veloce e frenetica, nella produzione come nel consumo.
La Revue Dessinée Italia propone invece un’informazione slow. Articoli e rubriche che non inseguono la notizia del momento, né lo scoop, ma si interessano alla realtà contemporanea in modo meditato e approfondito. Non è un caso che fra i quattro fondatori della rivista – versione italiana – ci sia Andrea Coccia, uno dei fondatori e redattori di Slow News, portale di informazione e slow journalism (ambiente, cultura, economia, media, mobilità, politica, scienze, società, tecnologia), senza pubblicità, fruibile sul sito e via newsletter.
Anche su La Revue Dessinée Italia non mancano temi “caldi”, che vengono però proposti in modo strutturato: un giornalismo di indagine, non sensazionalistico.
Di cosa si è occupata La Revue Dessinée Italia nei numeri già pubblicati?
Veniamo ora agli argomenti trattati nei primi cinque numeri della rivista, anche se non è così facile – né così utile – fare una classificazione precisa, considerato che una disamina attenta coinvolge quasi sempre aspetti economici, sociali e culturali, di qualsiasi cosa si parli.
L’argomento maggiormente presente – e non poteva essere diversamente – è stato l’Ambiente. A partire dal primo numero (di cui ho scritto nell’articolo dello scorso anno) in cui si parla di ambiente in: Fiori sull’osso di Ferdinando Cotugno e Emanuele Racca, Tra treni e monti di Alberto Puliafito, Eliane Patriarca, Lorena Canottiere e Grégory Mardon, e Quindi lo sapevano di Sergio Rossi e Giorgio Pandiani. Questi tre articoli esprimono bene lo stile giornalistico di cui ho parlato prima: il primo presenta un esempio positivo di rinascita di un paesino di montagna in Piemonte, il secondo racconta la storia della TAV, sia sul versante italiano, sia sul versante francese, il terzo indaga in modo approfondito l’origine delle attuali criticità ambientali.
Sul secondo numero si parla del deterioramento del Permafrost nell’articolo con Effetto domino di Cécile Cazenave e Jérémy Capanna. Tema questo che torna a far sentire i suoi effetti anche sul terzo numero, nell’articolo Guide in sospeso (Éliane Patriarca e Cécile Guillard), che parla di come è cambiato il lavoro delle guide alpine negli ultimi anni, e ne La lotteria degli animali di Anne-Sophie Simpere e Chico, sui costi per la salvaguardia delle specie animali a rischio.
Si torna a parlare di animali nel quarto numero con Le gabbie alimentari (di Francesco D’Isa e Margherita Allegri), sugli orrori degli allevamenti intensivi. Lo stesso numero ospita anche L’effetto domino, di Cécile Cazenave e Mathieu Burniat, sull’invadenza mondiale della plastica dalla sua invenzione ad oggi. Nel quinto volume Cécile Cazanave, con Alex Puvilland, espone i risultati del Rapporto Meadows sugli effetti della crescita mondiale incontrollata. A seguire Ricordare per 50.000 anni, di Fabio Deotto e Niccolò Cedeno, sui pericoli per l’ambiente derivanti dalle scorie nucleari, in Italia e nel vercellese. Ma non basta, perché il quinto numero ospita anche La fine di un mondo, di Angela Bolis e Fabrice Erre, dove entrano in gioco anche la pandemia e gli effetti sociali conseguenti.
Si è parlato anche di guerra e di collegamenti con il narcoterrorismo nell’articolo Il nervo della guerra (Hélène Constanty e Pierre-Henry Gomont), pubblicato sul primo numero, mentre Le guerre alle porte di casa, di Antonio Mazzeo, Lelio Bonaccorso e Deborah Braccini, sul quarto numero, parla della base Nato di Sigonella e della sua centralità nei conflitti scoppiati dopo la seconda guerra mondiale.
Lelio Bonaccorso ha disegnato anche Il paese dell’antimafia (secondo numero), su testi di Hélène Constanty, sulla lotta economica alla criminalità organizzata.
La Revue Dessinée Italia ha dedicato numerosi articoli a fenomeni sociali e di costume, come Il campo dei miracoli, sul calcio sociale, di Francesca Mannocchi e Paolo Castaldi, ed Era solo un gioco (di Paolo Valsecchi, Stefano Scaccabarozzi, Lorenzo Bonini e Lorenza Natarella), sul porno amatoriale di OnlyFans; entrambi presenti sul primo numero.
Nell’articolo In Space Travel e fake news, di Vanni Santoni e Nalsco, pubblicato sul secondo numero, viene esplorato il fenomeno dei rave party. Sullo stesso numero si parla anche di scienza e dei suoi risvolti sociali, grazie all’articolo Incoscienza, di Morgane Pellennec e Cecily De Villepoix, sull’invenzione del test di gravidanza faidate.
Sul terzo numero, Onde lunghe, di Paolo Ferrara e Mattia Moro, presenta Psicoradio, il programma radiofonico realizzato da persone in cura per disturbi psichici.
Il tema del Lavoro è stato trattato in alcuni interessanti articoli, come I guardiani del web (Lidia Baratta e Eleonora Antonioni, sul secondo numero), i controllori/censori dei contenuti dei social, e Una terra di caporali, di Gabriele Cruciata e Marino Neri. Nel terzo numero lavoro ed economia globale sono i temi portanti de L’ultima tonnara di Federico Di Vita e Alessio Lo Manto, ma anche de Il sorriso telefonico, di Alessandra Caputo e Giulia Iori, sui lavoratori dei call center.
Rappresenta invece un’esperienza positiva quella di PizzAut, associazione che si occupa dell’inserimento nel settore della ristorazione di ragazzi con disturbo dello spettro autistico; ne parlano sul quarto numero Sara Del Dot e Marta Bandirini, autrici de La bolla blu. Sullo stesso numero, Alessia Dulbecco e Vittoria Margheri raccontano un’altra esperienza positiva in Lavorare con la morte: l’evoluzione del lavoro per chi si occupa del fine vita.
Il quinto numero dedica ben due articoli al tema dell’immigrazione: Morte di un ragazzo legato al letto, di Annalisa Camilli e Alex Diotto, sulla vicenda di Wissem Ben Abdel Latif, e Professione pensionato e passeur, di Roberta Cavaglià e Francesco Saresin.
La Revue Dessinée Italia, in questi primi cinque volumi, ha dato inoltre voce a temi scomodi, di cui si parla poco o niente. Vale per la violenza ostetrica, in Da che mondo è mondo di Irene Caselli e Rita Petruccioli (sul secondo numero). E poi del problema degli sfratti, in Sulla soglia della normalità di Ylenia Sina e Claudia Flandoli, sul terzo numero che ospita anche La fede molesta, di Elisa Belotti e Anna Cercignano, sugli abusi nei conventi. Sul quarto numero Indietro tutte, di Audrey Lebel e Aurore Petit, è un lungo dossier che indaga sui movimenti reazionari e politici che si battono contro il diritto all’aborto, mentre sul quinto volume si parla del problema del disagio psicologico che la pandemia ha causato negli adolescenti in Generazione interrotta, di Laura Cappon e Eva Rossetti. A seguire il dramma dei bambini che si trovano a Crescere in carcere, di Alice Facchini e Iris Biasio. A fare da contraltare, la felice esperienza di Ludovic-Mohamed Zahed, Imam che a Marsiglia porta aventi un progetto inclusivo che concilia la religione e i diritti delle persone LGBTQIA+, con l’articolo Per l’amor di Dio, di Virginie Le Borgne e Pochep.
Infine si è parlato di benessere e cultura, in Le radici dell’Hatha Yoga, di James Mallinson e Piero Macola (sul secondo numero), di Tai-chi in Intervallo, di Marion Chancerel (sul terzo).
Dagmar Wujastyk e Alice Milani ci portano a scoprire invece Le radici dell’ayurveda (nel quarto numero), mentre Giorgia Casetti racconta la sua positiva esperienza sportiva in Let’s pole dance! (quinto numero).
Le rubriche
La Revue Dessinée Italia ha presentato alcune rubriche curiose e piacevoli:
il Cinema, con brevi articoli che presentano i protagonisti di questo magico mondo, a partire da Ennio Morricone (di Arnaud Le Gouëfflec e Nicolas Moog) e film significativi, come Daunbailò (di Jérémy Capanna), entrambi nel primo numero.
Sul secondo volume: Il sorpasso di Dino Risi (di Gwen De Bonneval), mentre sul terzo si parla di Call me by your name, il film Chiamami con il tuo nome di Luca Guadagnino (di Alix Garin).
Sul quinto numero il protagonista è Jean-Luc Godard con il film La cinese.
Altra simpatica rubrica è quella sul Cibo e sulla Cucina: da Patate su marte (di Alessio Ravazzani) alla storia del chicco di caffè ne L’Effetto domino, di Cécile Cazenave e Fanny Michaëlis, sul primo numero. E poi la storia della farinata (o cecina) in Ceci n’est pas una frittata di Lucia Biagi, sul secondo numero, e del dulce de leche argentino in Latte, zucchero e biglie di Daniel Cuello, sul terzo numero. Nel quarto numero si parla infine di Passatelli di famiglia, grazie a Giulia Sagramola.
Personaggi: non quelli famosi, da gossip, ma i tipi curiosi come Jim (el sienziato american di Trieste), l’inventore di una macchina per Viaggi nel tempo, pubblicato sul primo numero, La vecchina atomica, misteriosa profetessa di sventure nella Milano del 1977, sul secondo numero.
E poi l’artista di strada Adrian Victorio Bandirali, in Anche i burattini insorgono (terzo volume), per finire con… Lo schiaffeggiapreti! sul quarto numero. Vi sembra una rubrica un po’ folle? Sarà che a realizzarla è il grande Hurricane!
Ma non basta, perché La Revue Dessinée Italia ospita anche una rubrica realizzata dal compianto Andrea Paggiaro in arte Tuono Pettinato: L’odio elettorale, presente sui volumi tre, quattro e cinque. E poi le ci sono le Letture di Francesca Crescentini: sul quarto numero Tu ascoltale, se vuoi, una rassegna delle opere riguardanti il mito delle sirene disegnata da Agnese Innocente, mentre nel quinto, in Oh, madre! sono i disegni di Sara Menetti a guidarci tra ansie e consigli, su come si dovrebbe essere una buona mamma.
A chiudere ogni volume ci pensano le vignette de Gli scarabocchi di Maicol&Mirco, nella rubrica Enzo & Milo: Enzo è un giornalista, Milo un fumettista. L’ultima parola è la loro.
È possibile acquistare La Revue Dessinée Italia sul sito, meglio se in abbonamento, oppure nelle librerie.
immagini ©La Revue Dessinée Italia