CURIOSITÀ CHIERESI – Dove c’era Sant’Andrea. Un nuovo parco che racconta
Al Ponte del Nuovo, una storia che inizia nel 1260…
Se vi capitasse di attraversare il ponte del Nuovo (all’incrocio tra Viale Fasano e Via Tana) alzando lo sguardo noterete alla vostra destra una prospettiva su Chieri totalmente nuova. Uno scorcio dove risaltano: il campanile del Duomo, la chiesa dell’Annunziata, il piccolo campanile della chiesa delle Orfanelle (anch’essa dedicata all’Annunziata), il campanile di San Domenico, la cupola di San Bernardino, la statua di Maria Ausiliatrice posta in cima all’omonima chiesa, la sommità della torre Ferrero e, a coronamento di questo nuovo panorama, il campanile di San Giorgio. Un “nuovo scorcio frutto di uno squarcio” realizzato dopo ben otto demolizioni, che si sono susseguite nell’arco di sei secoli.
Ora si sta rifinendo un parco in un luogo carico di storia. Una storia che ha inizio nel 1260 quando maestro Rollando fondò la chiesa di Sant’Andrea col titolo di prepositura, tenuta in così alta considerazione che domandò e ottenne dal Consiglio del Comune importanti privilegi, inseriti negli Statuti Comunali. Curioso leggervi che il Comune aveva l’obbligo della manutenzione e della conservazione più oculata della chiesa di Sant’Andrea. Una storia che si chiude nel 2023 con l’avvenuta demolizione dell’edificio scolastico e la realizzazione di un parco.
Tra queste due date una storia lunga secoli: nel 1411 il trasferimento qui delle monache cistercensi dal loro monastero posto su strada Roaschia fuori le mura, per questo minacciato dalle incursioni guerresche, divenendo così Monastero di Santa Maria e di Sant’Andrea. Nel Settecento poi è assodato che le monache avessero già fatto ricostruire un monastero più ampio, demolendo o inglobando i precedenti edifici. Nell’edificare la nuova chiesa di Sant’Andrea, opera di Filippo Juvarra, consacrata nel 1733 e dedicata anche all’Assunta, fu demolita pure la chiesa di San Pietro, di cui rimane solo il nome dell’adiacente via.
Tra abbattimenti e ricostruzioni arriviamo al 1811, quando la chiesa di Sant’Andrea venne demolita in seguito alla soppressione degli ordini religiosi; poi vennero demolite parte delle mura e la stessa porta della città. Nel 1963 fu la volta del monastero dopo vari, e alcuni vani, tentativi di riutilizzo: proposta per il nuovo
ospedale (1806), apertura del laboratorio chimico per perfezionare e utilizzare il gualdo nell’arte tintoria (1811), proposta per il mercato cittadino (1837), passò poi in mano a privati sino all’Orfanotrofio femminile di Torino. Venne demolito per far posto a una scuola prima dedicata ad Angelo Mosso, poi a Oscar Levi. Nel 2022 abbiamo assistito alla demolizione dell’edificio scolastico. Non resta più nulla, solo la piazzetta semicircolare a ricordarci che davanti sorgeva la chiesa, e una porta lungo via San Pietro recante la croce di sant’Andrea.
Ora c’è un parco, oasi verde per la città. Nei giorni in cui le draghe spianavano il terreno, ho ritrovato tra i miei appunti la trascrizione di un documento sinora inedito; ci porta a conoscenza che il campanile non venne demolito insieme alla chiesa, ma dieci anni dopo. Emergono le attenzioni alla demolizione e allo sgombro delle macerie, porta la data del 29 ottobre 1821: Il Rettore e Sindaco della Città di Chieri Permette al Sig. Carlo Porrati la demolizione del Campanile di Sant’Andrea sotto le seguenti condizioni: la demolizione sarà eseguita corso per corso di mattoni, procurando di non pregiudicare alli coperti delle case sottoposte al campanile. Riporrà li materiali provenienti dalla demolizione fuori dalla contrada e siti pubblici. Poi al 1° dicembre 1821 si legge: Il Sig. Carlo Porrati pattuì tale demolizione col mastro da muro Luigi Lorano. Però essendo presumibile che la contrada di Sant’Andrea, ossia del Nuovo, resti ingombrata dai materiali provenienti dalla suddetta demolizione il Rettore e Sindaco di questa città abbia desiderato una sottomissione per lo sgombramento della medesima. Epperciò il mastro da muro Luigi Lorano avendo dichiarato d’aver egli intrapresa la demolizione del campanile di Sant’Andrea si è obbligato e sottomesso di sgombrare la suddetta contrada del Nuovo da tutti i materiali che in essa depositerà e provenienti dalla suddetta demolizione per il termine di mesi due dalla data del presente.
Demolita l’antica chiesa di Sant’Andrea, demoliti gli edifici della prepositura, demolita la chiesa di San Pietro, demolita la chiesa settecentesca dell’Assunzione della Vergine Maria e di Sant’Andrea, demolita la porta della città, demolito il campanile, demolito il monastero, demolita la scuola, ora al loro posto troveremo alberi, panchine su cui sedersi, vialetti su cui passeggiare. La speranza è che frequentandolo si possa guardare a questo nuovo parco come a un luogo carico di storia per le opere che qui sorgevano e anche per le vicende degli uomini, e soprattutto delle donne, che qui hanno vissuto e che sarebbe bello e utile poter raccontare.
Anche un nuovo parco può essere spunto per raccontare la nostra storia.
Roberto Toffanello