PIEMONTE x  CURIOSI. Alieni a Torino la storia del maestro di 256 anni proveniente dallo Spazio

La zona di Torino non è nuova agli avvistamenti alieni: tra le tante storie spicca quella di Absu Imaily Swandy, il maestro extraterrestre di 256 anni

 

 

Alieni a Torino la storia del maestro di 256 anni proveniente dallo Spazio

La città di Torino e i suoi dintorni pullulano di storie sugli alieni. Dagli avvistamenti del Monte Musinè alle “visite UFO” più recenti, la città magica ha molto da raccontare. C’è una storia in particolare che affascina ancora moltissime persone: quella di Absu Imaily Swandy, il maestro di 256 anni venuto dallo Spazio.

In un giorno d’autunno del 1973, il pilota di Alitalia Giovanni Mezzelani era in servizio su un DC-9 nella zona di Caselle. L’uomo avvistò uno strano bagliore che venne registrato anche dai radar dell’aeroporto.

“Cosa ha visto il pilota? Dalle pendici del Rocciamelone assistiamo alla scena con il binocolo. Un bagliore improvviso rossastro, una luce intensissima: un attimo dopo, su in alto, si accende una striscia di fuoco, come il getto di un razzo, e un punto luminosissimo bianco, perfettamente circolare, più simile ad un piccolo satellite che ad un disco volante (ad altissima quota, in direzione opposta a quella dalla quale sono comparsi i caccia), sparisce all’orizzonte, dietro le montagne”, si legge nell’articolo di Mario Bariona, “Caccia in cielo agli UFO”, nell’edizione La Stampa Sera del 5 dicembre del 1973. “Per ore e ore, stanotte, la gente in Val di Susa, a Torino, a Caselle è rimasta con il naso all’insù a spiare inutilmente gli oggetti misteriosi”.

Un misterioso messaggio

Nello stesso periodo, i giornali locali ricevettero un misterioso messaggio firmato SIC, Sidereal Intercontact Centre. Nella missiva si annunciava l’arrivo del maestro Absu Imaily Swandy, un alieno di 256 anni giunto in visita a Torino dallo Spazio con la sua astronave. Sarebbe ripartito da San Maurizio Canavese il 30 novembre alle ore 18:05, il giorno dell’avvistamento UFO testimoniato da Mezzelani.

Preparatevi alla grande ora! Vogliamo scendere in pace, conoscervi in pace! Se ciò non potrà avvenire, sarà soltanto per la cecità degli uomini e ne deriverà rovina, crisi, sgomento e distruzione”, si legge nella lettera inviata ai giornali torinesi. “Gli abitanti dello spazio esterno possono, sia pure con dolore, assistere alla disintegrazione del pianeta Terra; ma non possono partecipare a un suicidio che coinvolgerebbe l’intera galassia. Benedico tutti in pace e fratellanza cosmica!”.

Il maestro era in visita nel capoluogo piemontese per degli incontri altamente riservati e per tenere delle conferenze. Da quel momento, in città cominciò la “caccia” all’alieno. Absu Imaily Swandy era descritto come un uomo alto, vestito sempre di nero, barba e capelli scuri che si spostava a bordo di una Bentley. Qualcuno affermò di averlo visto aggirarsi tra via Po e via Rossini, nei pressi in cui avrebbe dovuto trovarsi la sede della SIC.

Le “prove” della sua esistenza

L’opinione pubblica si divise a metà tra scettici e coloro che credevano alla presenza degli alieni a Torino. Molti, infatti, facevano riferimento ai numeri per comprovare l’esistenza di Imaily: se dal numero 1973, anno dell’avvenimento del fenomeno paranormale, si sottrae il numero dell’età del maestro, 256, si ottiene il numero 1717. Il 17, appunto, è il numero da sempre associato agli extraterrestri. In più, l’anno 1717 è quello in cui venne posata la prima pietra della Basilica di Superga.

Ad ogni modo, sono molte le persone che hanno definito questa vicenda una semplice goliardata del SIC. Sembra che la fantomatica Sidereal Intercontact Centre abbia inventato la storia di Imaily e abbia inviato per posta dei documenti che attestassero dei contatti extraterrestri ad alcuni esponenti dell’ambiente ufologico torinese.

 

 

 

Ilaria Rosella Pagliaro