Asl To 4. Il consiglio regionale approva la proposta della giunta: l’ospedale dell’Eporediese nell’area ex Montefibre di Ivrea. Ma è polemica…

A maggioranza – con 22 sì, 2 no, un astenuto e 17 non votanti – il Consiglio regionale ha approvato la proposta di delibera che individua l’area ex Montefibre di Ivrea (To) per realizzare il nuovo Ospedale dell’Asl To4, Ambito Eporediese.

Il documento, presentato per la Giunta regionale dall’assessore alla Sanità Luigi Icardi, è stato licenziato ieri a maggioranza dalla quarta Commissione.

Sottolineando l’impegno per ammodernare il parco ospedali piemontese e la necessità di rinnovarne le strutture, l’assessore ha evidenziato che “localizzare un nuovo ospedale è sempre una questione politicamente ‘costosa’ perché coinvolge varie sensibilità”.

“Lo scorso anno – ha aggiunto – è stato avviato uno studio da parte della direzione Sanità, dell’Asl e di Ires per predisporre lo studio comparativo per localizzare il nuovo ospedale, che in una prima versione aveva dato un esito leggermente migliore per l’area Ribes rispetto all’area ex Montefibre”.

“Le aree – ha sottolineato – sono state proposte dall’Assemblea dei sindaci. Successivamente sono emersi nuovi elementi di valutazione e giudizio, inerenti il dimensionamento dell’ospedale e la realizzazione di un casello per migliorare la viabilità, che hanno fatto preferire l’area ex Montefibre”.

“Sulla base di tali elementi, d’accordo con il presidente e con la Giunta – ha ricordato – ho incontrato la rappresentanza dei sindaci dell’Asl To4, che ha dichiarato di preferire la soluzione ex Montefibre”.

“Qualche giorno dopo – ha aggiunto – una delegazione di sindaci è venuta in Consiglio regionale per esprimere il proprio favore per l’area Ribes. Abbiamo chiesto all’Assemblea dei sindaci di convocarsi per capire i reali desideri del territorio e la maggioranza si è espressa a favore di ex Montefibre”.

Il dibattito è stato aperto da Alberto Avetta, intervenuto per il Pd con Raffaele Gallo e Daniele Valle, che si è augurato che “con la delibera si concluda un percorso difficile e annoso. Oggi non siamo chiamati a scegliere dove fare quest’ospedale, che ha già scelto la Giunta, ma a ricucire le contrapposizioni, alimentate ad arte e che hanno coinvolto diverse aree del territorio”. Anche Gallo, primo firmatario di un ordine del giorno sottoscritto da tutta la minoranza e approvato all’unanimità per valorizzare e potenziare tutti i reparti e il Pronto soccorso dell’Ospedale di Cuorgnè (To), e Valle hanno sottolineato “la mancanza di programmazione collettiva e collegiale, di assunzione di responsabilità”.

Claudio Leone (Lega) ha ringraziato l’assessore per quanto fatto “per la sanità regionale e per l’apertura di nuovi ospedali, ma non sono d’accordo sulla scelta dell’ex Montefibre perché è difficile da raggiungere e in un’area dove non sarà possibile espandersi”.

Sarah Disabato (M5s) ha annunciato il voto di presenza esprimendo forti dubbi “sulla realizzazione degli ospedali annunciati, dal momento che non sappiamo quando verranno edificati e finanziati”.

Paolo Bongioanni (Fdi) ha annunciato che “per coerenza e rispetto verso gli amministratori del territorio”, il gruppo, “secondo la propria sensibilità, non voterà a favore della delibera”.

Per Fi, Alessandra Biletta, ha dichiarato la libertà di voto dei componenti del gruppo, annunciando il suo voto favorevole “per dar voce ai rappresentanti dei territori e riconoscere il lavoro svolto dai tecnici e dalla Giunta”. Mauro Fava ha invece espresso parere contrario alla delibera “per rappresentare i cittadini penalizzati dalle prestazioni sanitarie del servizio pubblico in questi anni. Oggi abbiamo la possibilità di metterci una mano sulla coscienza e di decidere per il bene dei cittadini delle aree montane e più disagiate”.

Silvana Accossato (Luv) ha sottolineato di “prendere atto che la maggioranza non è in grado di esprimere un giudizio e un voto condiviso”.

Giorgio Bertola (Ev) ha evidenziato che “su questo tema la maggioranza è spaccata sia tra gruppi sia all’interno delle singole forze politiche”.

Francesca Frediani (M4o-Up), infine, ha sottolineato come, “a fine legislatura il Piemonte non disponga ancora di un Piano sociosanitario regionale”.