CURIOSITA’ NOVARESI 53. ECONOMIA CITTADINA, ALCUNI IMPORTANTI INTERVENTI URBANISTICI E CAFFE’ DELL’AMICIZIA

Corso Cavour, lato orientale prima della chiesa del Monserrato

Certamente importante nell’Ottocento è l’incremento dell’attività edilizia; fortunatamente non vengono attuati pesanti progetti di riqualificazione urbana, che prevedevano l’abbattimento di intere porzioni di centro storico e che quindi ci avrebbero precluso la possibilità, come rileva correttamente Cristina Boido nel volume “Le botteghe in Piemonte” di Chiara Ronchetta (Centro Studi Piemontesi, 2008), di godere delle poche botteghe storiche ancora oggi superstiti.

Tuttavia, pur avendo evitato l’abbattimento di intere porzioni di centro storico, alcuni importanti revisioni urbanistiche, con relative demolizioni, ci furono nel XIX° secolo ma anche nel successivo XX° ed è il caso di ricordarle.

Anzitutto oggetto di un importante intervento fu l’attuale corso Cavour, che in origine era certamente più stretto. Nell’Ottocento Novara si era molto sviluppata dal punto di vista economico e commerciale e aveva la necessità che il centralissimo corso Cavour diventasse più largo per il passaggio di carri e veicoli in entrambi i sensi di percorrenza, con una viabilità più sicura e scorrevole. Il famoso architetto Antonelli presentò un grandioso progetto che prevedeva l’arretramento delle facciate degli edifici sul fronte Est del corso e la costruzione di portici continui sullo stesso lato, dal cosiddetto Angolo delle Ore fino alla stazione ferroviaria. Il progetto però non fu approvato perché troppo costoso, mentre la scelta e la relativa decisione cadde su un progetto più economico dell’architetto Rivolta, che prevedeva la demolizione degli edifici del lato orientale per una profondità di 4 o 4,80 metri con il rifacimento delle facciate in posizione arretrata (nella foto il lato del corso oggetto dell’intervento). Anche la facciata dell’antica chiesa del Monserrato, che fino ad allora aveva avuto una sorta di piccolo portico o atrio, che sporgeva nell’attuale corso Cavour, fu quindi “arretrata” (1859), anche se la stessa chiesa ebbe però un prolungamento nel coro di 8 metri. La nuova facciata fu in stile neoclassico, quindi attualmente la chiesa si presenta come un edificio neoclassico, che contiene decorazioni ed opere artistiche rinascimentali e barocche (nella foto la chiesa e il relativo tratto di corso).

Chiesa del Monserrato e corso Cavour

Se corso Cavour fu oggetto nel XIX° secolo di questa importante modifica per motivi di viabilità cittadina, corso Mazzini, che in quel secolo non sembra avere avuto interventi di quella entità, subì invece un intervento di particolare rilievo nel secolo successivo, quando le necessità relative alla viabilità del centro storico si erano fatte ancora più pressanti, anche per la circolazione in entrambi i sensi delle automobili.

Negli anni Sessanta, pare nel 1963, fu abbattuta la chiesa di san Carlo Borromeo, che si trovava esattamente di fronte a Palazzo Cabrino (l’attuale Municipio). La chiesa, sconsacrata, era stata trasformata nel Bar Portorico, noto luogo di ritrovo per i Novaresi di quegli anni. Alle spalle della chiesa si trovava Casa Stoppani, anch’essa abbattuta. In pratica furono demoliti tutti gli edifici che si trovavano su corso Mazzini, tra via Fratelli Rosselli e corso Italia, e sull’ampia area fu costruito l’attuale palazzo porticato (nella foto), dove si trova oggi, oltre ad altri esercizi di vario genere, il Caffè Torveca (corso Mazzini 6/D), aperto in data 1 settembre 1990 dai coniugi Restivo Graziella e Carapezza Calogero assieme ai figli Nicola e Andrea. Sono questi ultimi ad assicurarne tuttora la gestione con la consueta professionalità. Da notare che l’edificio sull’Angolo delle Ore, tra corso Mazzini e corso Italia, che inglobava tra l’altro l’antica torre di cui sono oggi visibili le fondamenta (sotto una teca di cristallo), ospitava anche il famoso Caffè dell’Amicizia, dove nacque il Bitter Campari.

Gaspare Campari, appassionato di miscele di aromi e di liquori, trasferitosi da Torino a Novara nel 1856, dove restò fino al suo passaggio a Milano nel 1862,

Corso Mazzini dall’Angolo delle Ore, nel fondo Palazzo Cabrino

affittò il citato Caffè dal proprietario Giovanni Mazzetta, oleggese e lì nacque appunto quel Bitter Campari, poi divenuto famoso in tutto il mondo. Al proposito Renzo Fiammetti nel suo volume “Gaspare Campari”, edito dal Consorzio Mutue di Novara nel 2014, fa notare che Campari era titolare di una attività di Ofelleria (pasticceria), collocata in corso di Porta Torino (ora corso Italia) al civico 114, mentre il Caffè dell’Amicizia era al civico 116, come conferma la Guida di Novara

Nuovo Palazzo porticato di corso Mazzini

dell’anno 1861. “Quindi –scrive Fiammetti- è ipotizzabile che l’attività di Gaspare Campari fosse contigua ma distinta dal Caffè dell’Amicizia. Oppure i due numeri civici identificavano due ingressi distinti dello stesso locale, in cui si svolgevano l’attività di ‘caffetteria, vendita di liquori’ del Caffè dell’Amicizia (come recita la licenza intestata al Mazzetta nel 1862…, che indica come sede il civico 116, ma in corso di Porta Genova, l’attuale corso Mazzini) e di ‘ofelleria’ di Gaspare Campari?”. Evidentemente Campari non fu mai il titolare del Caffè dell’Amicizia, adiacente alla sua “ofelleria”, ma avendolo affittato, fu proprio lì che offrì ai Novaresi il suo famoso Bitter.

Tornando alle “demolizioni”, esse consentirono, oltre alla costruzione del palazzo porticato attuale, soprattutto l’ampliamento del corso tra il Municipio e l’Angolo delle Ore, una strada che era definita troppo angusta per le necessità della viabilità del centro. I vecchi edifici erano a quei tempi evidentemente in linea con il lato orientale del Municipio e tale “linea” terminava proprio dove possiamo vedere le fondamenta della torre, appunto inglobata nell’ultimo edificio all’Angolo delle Ore dove si trovava il Caffè dell’Amicizia (nella foto corso Mazzini dall’Angolo delle Ore).

Enzo De Paoli