Chieri. “Una uscita dell’autostrada a Masio per favorire lo sviluppo economico”
Una petizione con raccolta firme lanciata dal Gruppo Imprese Chieresi
Una petizione con raccolta firme online per una “Uscita autostradale A 21 MASIO (Poirino-Chieri-Riva) Potenziamento Trasporto Pubblico-locale”. A lanciarla sul web il Gruppo Imprese Chieresi.
“Con la presente petizione, si richiede alle istituzioni Regionali e alle Amministrazioni del territorio chierese un piano esecutivo, per ridurre i gap infrastrutturali, logistici e del trasporto pubblico locale del territorio chierese, che riducono le opportunità di sviluppo economico, la capacità di mobilità di lavoratori e studenti e la coesione e continuità territoriale.
L’apertura dell’uscita autostradale A21 in località MASIO può essere disponibile nel breve termine per alleviare i gap logistici-infrastrutturali del territorio chierese. Un’opera infrastrutturale strategica sinergica a tre obiettivi:
1) produttività per le imprese -> ridurre i tempi di percorrenza ed agevolare il raggiungimento delle Aree industriali, da parte di pendolari e mezzi pesanti, di Chieri-Fontaneto, Riva presso Chieri e Poirino-Masio (vedi anche Denso, Martini, FIDIVI) e aziende e territori limitrofi (Alba da Pralormo);
2) Impatto ambientale e sicurezza stradale -> decongestionare, togliendo il traffico “pesante”, rendendo più sicure le direttive Chieri-Santena e Santena-Poirino;
3) agevolare e condizionare la costruzione del secondo ponte ferroviario di Pessione -> un imbuto per la circolazione di merci e persone.
Motivazioni:
Il territorio chierese, che include 36 comuni nel Sistema Locale del Lavoro (SLL) 101, con 136.000 residenti (ISTAT), comprensiva di più di cinque (principali) aree industriali, che attraverso le loro imprese occupano 39.000 persone (ISTAT), tra cui, Chieri (Zona Fontaneto), Riva di Chieri, Villanova d’Asti, Poirino (Masio), Andezeno, Santena e Trofarello, è parte integrante dell’Area Metropolitana di Torino.
Premesso che
Il territorio chierese (SLL 101 ISTAT) è, tristemente, sede di una delle crisi industriali italiane più note alle cronache: la crisi Embraco, a cui si sono aggiunte varie altre crisi industriali. Queste crisi evidentemente non sono state un deterrente per evitare l’esclusione del territorio chierese dall’Area di Crisi industriale di Torino, decisione iniqua che vede il chierese come unico territorio, tra i comuni di Settimo Torinese, Gassino e Chivasso (a nord) e Moncalieri (a sud), non fare parte dell’Area di Crisi di Torino. Inoltre si constata il continuo drenaggio dei servizi, ubicati nel chierese, a favore di Moncalieri con il fine della razionalizzazione e dell’accentramento. Questo riduce sempre più la capacità, del territorio e del suo sistema produttivo, di attirare investimenti e talenti, riducendone la competitività.
Considerato che
Il sistema del trasporto pubblico locale (TPL) e logistico-infrastrutturale del territorio chierese (SLL 101 ISTAT) è deficitario e inappropriato per lo sviluppo del territorio stesso, per attirare investimenti produttivi e per mantenere inalterati gli attuali livelli di produzione e occupazionali, nel prossimo futuro, così come garantire un efficiente e efficace pendolarismo endogeno ed esogeno al territorio.
Considerato inoltre che
Il sistema industriale, produttivo ed economico del territorio chierese (SLL 101 ISTAT) riscontra, per l’inefficacia del TPL e la mancanza di infrastrutture, un gap di competitività rispetto all’estrema difficoltà nel mantenere e/o inserire personale specializzato e studenti, interessati a percorsi di formazione, proveniente da altre aree dell’Area metropolitana di Torino.
Si conclude che Le opere strategiche siano
Apertura uscita Masio;
Potenziamento del TPL tra i comuni del territorio chierese (SLL 101) ;
Mobilità Intermodale tra i principali snodi logistici e le Aree industriali;
Raddoppio della linea ferroviaria Trofarello -Chieri;
Progetto Metro Sud tra Bengasi e Chieri;
Progetto “la Gronda” per lo sbocco sull’A4 (no ai viadotti);
Progetto “piste ciclabili” per la coesione territoriale tra comuni del territorio e tra snodi logistici e aree industriali.”
