CHIERI. “NON DEMOLITE LA CASCINA ‘LA MADDALENA’ ”

“Desidero sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della cascina “La Maddalena”. Vi chiedo di voler pubblicare quest’articolo (allego anche due immagini, una foto ed una piantina per evidenziare la consistenza dell’immobile), Chiedo di dare visibilità alla Maddalena affinchè non venga demolita.” Così Carlo Bagnasacco, che scrive il suo accorato appello per difendere dalla demolizione un pezzo della storia chierese.

“E’ vero, i giochi sono fatti, ora la storica Cascina della Maddalena può essere demolita, non è più un “Monumento Nazionale” tutelato dalla Soprintendenza, ora è stato declassato ad edificio senza alcun valore monumentale, ora è un rudere pericolante da abbattere. Ci sono voluti anni di incuria per arrivare a tanto, via il manto di copertura per accelerare il degrado e “voilà”, il rudere è servito, ora l’edificio può essere demolito. Ma non è compito dell’Amministrazione accudire e tutelare il bene comune? Ma cosa è mutato nell’edificio per essere escluso dall’elenco dei monumenti? Non è lo forse lo stesso edificio in elenco nei Monumenti Nazionali in cui furono ritrovate le anche iscrizioni di origine romana descritte da Goffredo Casalis nel suo Dizionario , oggi con maggior degrado dovuto all’incuria? Mi chiedo che senso abbia tutto ciò e se con questa logicapossa essere demolito anche il Colosseo. Comunque la cascina non deve essere demolita, al di là della sua importanza monumentale, ora declassata, la sua presenza è fondamentale per la rinascita e lo sviluppo del quartiere. Il parco non serve, siamo in aperta campagna, la natura circostante è il “Parco Agrario”, da rivivere partendo dalla cascina Maddalena, come un tempo; con le sue direttrici, i sui fossa&, le sue stradine un tempo alberate con cui integrare gli spazi verdi circostanti la chiesa. Recuperare il quartiere della Maddalena significa dotarlo della sua centralità ora mancante delle infrastrutture indispensabili ora assenti (una corte urbana, un centro d’incontro in cui riconoscersi, uffici di quartiere, salette, luoghi per lo spettacolo al chiuso ed all’aperto, ecc. ); la cascina anche se un rudere è il centro storico riconosciuto del quartiere,la sua assenza farebbe precipitare l’intorno della chiesa in una pericolosa ed anonima periferia urbana, i nuovi palazzi allineati lungo il perimetro ricordano tristemente la prima “Falchera”. Mentre le “città virtuose” si adoperano per ricucire in un rammendo urbano gli scompensi dovuti ad insediamenti anonimi dotandoli delle infrastrutture mancanti, a Chieri si pensa ancora che il “Parco” sia l’elemento qualificante del quartiere, valutazione profondamente errata abbandonata da tempo, l’assenza degli spazi comuni tutelati e controllati creano un contesto insicuro, aggressivo, in cui la casa è l’unica nicchia di sopravvivenza in cui rifugiarsi. Non per ultime le indicazioni di Piano Regolatore che non prevede necessariamente di radere al suolo la cascina della Maddalena per creare un parco, bensì di creare: “Attività ricettive alberghiere ed extra-alberghiere, commercio al dettaglio, attività di somministrazione di alimenti e bevande, esposizioni, mostre e fiere, cinema, teatri e locali per lo spettacolo, servizi sociali di quartiere, attrezzature socio-sanitarie, attrezzature culturali e ricreative per il tempo libero,e molto altro”. L’edificio può ancora essere salvato, alcuni locali solo integri, altri recuperabili, il complesso è composto oltre dall’edificio principale, da edifici rurali, stalle con volte in mattoni, casa del fattore e tettoie, organizzate intorno ad un’aia chiusa da mura in mattoni. Sarebbe molto triste assistere alla frettolosa demolizione della “Maddalena”, naturalmente eseguita nella piena legalità (il Piano Regolatore lo consente) con la promessa politica che si farà chissacosa chissaquando da chissa chì , intanto la si sopprime realizzando l’ennesimo parco da quattro soldi pieno di erbacce in agosto, solo per ottenere consensi in vista delle prossime elezioni.A questa Amministrazione si chiede una prova di maturità culturale, di rispetto dei valori del nostro territorio; per una volta le si chiede di ascoltare la voce dei chieresi, di coloro che vivono questo territorio da sempre, il rispetto delle loro origini, della loro identità.Quale immagine migliore per gettare le basi di un vero progetto di recupero partecipato coinvolgendo i chieresi che conoscono ed amano le loro origini, gli storici e gli studiosi locali, per creare quel documento preliminare alla progettazione, necessario per indire un vero concorso di progettazione che rivaluti l’intero quartiere della Maddalena, per dare finalmente ai chieresi un progetto di qualità, sobrio ed all’avanguardia che a Chieri manca?

NON DEMOLITE LA MADDALENA”

Carlo Bagnasacco