Chieri. “Una casa in costruzione, mai finita: il Comune mi ha chiesto tanti soldi per IMU e TASI. Una tassa ingiusta”
“Sono stata raggiunta da un avviso di mancato versamento imposte, IMU e TASI in particolare su un immobile di cui sono proprietaria in Str. Roaschia in Chieri. L’immobile si presenta non ultimato, disabitato, su un’area agricola; infatti ho provveduto ad acquistarlo qualche anno fa da mia mamma, poi deceduta… si era pensato di fare, insieme, una esposizione permanente di prodotti agricoli, progetto naufragato a causa della malattia e poi della sua morte. La costruzione è ancora lì, perché i ricordi sono tanti e non ho ancora deciso cosa farne. Ma il Comune ha le idee chiare, intanto ci prendiamo le tasse…. Ma come, il caseggiato non è ultimato, non è vivibile….
Mi chiedo pertanto, per esempio, entrando in Chieri, le case ex Tabasso sono in grave stato di degrado, non abitabili…su tali immobili vengono pagati gli oneri che così solertemente vengono richiesti ai cittadini. Gli orti urbani, siti in terreni di proprietà comunale, pagano…. Gli altri immobili siti sul territorio comunale che si presentano pari al mio, pagano tutti????
Sembra che si cerchi “di fare cassa”, sempre sui soliti. La giurisprudenza sul punto, dà ragione ai contribuenti: gli immobili vuoti, non ultimati, con rendita catastale 0 (come il mio) non pagano né IMU né TASI in quanto la base imponibile per il conteggio di tali balzelli è appunto la rendita catastale.
Stanno decidendo per noi, concluderei ormai in ogni ambito: come fare le case, con che auto circolare, quando uscire e in che modalità…ma dove è finito il libero arbitrio, la possibilità di scegliere: la possibilità di tenere un immobile vuoto e non ultimarlo perché il dolore è ancora forte.
Dal lato opposto, invece, ci sono “gli invisibili”, coloro che possono aggirarsi per le piazze cittadine e proporre in vendita i più svariati articoli; sostare nei pressi degli ingressi dei supermercati e chiedere qualche monetina, che a fine mese però conta quasi come uno stipendo…ma per loro, la pubblica amministrazione volge lo sguardo da un’altra parte. Allora chiedo anche io di diventare “invisibile”, perché così la richiesta delle tasse è iniqua, profondamente iniqua,,,ci rende diversi, anche se uguali; e pertanto anche giuridicamente ingiusta.” Chi scrive è una professionista chierese decisamente arrabbiata, che non si limiterà a protestare per i 5 mila euro che le sono stati richiesti dal Comune di Chieri.
Le foto mostrano l’edificio, mai finito e mai occupato.