SORPRESE D’ARTE E STORIA. Chieri. Nel Duomo due misteriosi archi
Può accadere che la scoperta di un documento inedito riveli la funzione originaria avuta in un edificio da un determinato particolare architettonico. E’ il caso dei due archi gotici ciechi che compaiono sulle pareti del Presbiterio del Duomo. Fino a pochi anni fa nessuno sapeva a cosa fossero serviti. Solo lo studioso Bartolomeo Valimberti aveva avanzato l’ipotesi, poco convincente, che si trattasse di due “piscine”, cioè di due rientranze dove erano collocati i “lavabo” per le abluzioni dei celebranti.
La loro vera funzione è probabilmente emersa di recente (2012) in seguito ad una lettura più accurata di alcune vecchie carte. Da tali documenti si è appreso che sulla destra del Presbiterio, nell’odierna cappella del Corpus Domini, c’era la sacrestia. Probabilmente l’arco è ciò che rimane della porta che metteva in comunicazione Presbiterio e sacrestia. Ma attorno al 1500 la sacrestia venne trasferita nella parte opposta, dove oggi c’è la cappella del Crocifisso. Quella porta, non più necessaria, deve essere stata murata e sostituita da un’altra sulla parete opposta. Che è stata a sua volta tamponata nel 1668 (lasciandone la cornice visibile dalla parte del Presbiterio) allorché la sacrestia subì l’ennesimo trasferimento nel luogo dove si trova attualmente.
Antonio Mignozzetti